mercoledì 12 luglio 2017

LUCI E COLORI


Mancavano pochi minuti alle nove di sera...
Vieni fuori sul balcone, stai un po' con Noi...
Un invito troppo allettante con il gran caldo in casa che mozza il respiro, e per lo sguardo supplichevole della mia cagnolina... si, stai con Noi, a guardare mentre corro a recuperare la pallina, a cogliere pur nel vento caldo quel leggero e rapido soffio che fa ben sperare.
Così, seduti sulla panca di plastica, ognuno con il pensiero che sente dover tenere per sé e parlando invece delle noiose beghe che non mancano mai, abbiamo preso ad essere spettatori del lento imbrunire. E' incredibile quanto conforti e rassicuri l'unica scena che sta di fronte in un contesto di relativa bellezza, perché all'infuori del cielo di natura non c'è niente. Oltre la ringhiera solo case, e allora ne cerchi le luci, tanto l'ora si presta, e poi noti i colori, e ti accorgi che sono diversi. L'azzurro scuro del cielo, il rosa e il verde, una "punta" di giallo. Luci e colori di un altro giorno che vola via, ma pensarci non mi rattrista, anche se la permanenza in casa per 48 ore mi ha portato ad incupirmi un po'. Non ci posso fare niente, è più forte di me... ho bisogno di esserci, oltre che esistere.
Succede... e non posso farci niente.
Non posso far niente perché è un aspetto della mia attuale condizione.
Sicura quando sono fuori, perché devo esserlo per forza, in casa a volte timorosa perché sono da sola, incerta... "fuori dal tunnel", si dice così... ma poi?
Ecco questo non lo dovrei dire mai e neppure pensare, ma non posso farci niente. Non posso far niente perché anche il "se" è una parte di quel che sono adesso.
A volte si nasconde dietro l'euforia di un giorno, anche di un attimo, altre viene fuori prepotentemente proprio quando non dovrebbe perché devo impegnare tutta la mia forza per altro. Non sono sola.
Sono moglie... e nonostante i taciti ragionamenti e gli sforzi non sono il top.
Sono madre... e non sempre all'altezza. Vorrei poter tutto per i miei figli e ci sono giorni che devo impormi di non pensarli più di tanto perché troppo a lungo a me stessa non ho prestato ascolto né pensiero. E poi, vorrei continuare ad essere la figlia di quella madre che mi manca tanto, sicura che Lei soltanto capirebbe.
Mantenere stabile l'emotività non è cosa facile.
Alcuni giorni mi sento così fragile che vorrei muovermi pochissimo e trascorrere tutto il tempo a pensare... per non urtare e poi magari farne le spese.
Quante conseguenze portano le bufere ma pure le "tempeste in un bicchiere""... sembra che passino e passano davvero ma quel che resta del passaggio lascia i segni.
Come conchiglie vuote sulla sabbia bagnata. Sono vuote perché c'hanno rimesso la vita, ma nell'approdo alla riva sperano in una nuova con quello che resta.

2 commenti:

  1. Ti capisco benissimo, sono fragile, mi sto chiudendo sempre di più in me stessa e dentro casa. Non sono una moglie "facile" da gestire, e come madre .... lasciamo perdere! E le tempeste lasciano il segno. Un grandissimo abbraccio Mary.

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    1. Ale... sei fragile, d'accordo ma non più di Altri, troppo severa con Te stessa come non molti.
      Acquista lucidità e guardati dall'esterno. Anche senza concederti tanto, sarai di sicuro più serena.
      Un abbraccio.

      Mary

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