Ti mordi la lingua, tieni a freno le dita, hai davanti una tastiera, e quante ne vorresti dire e scrivere, anzi parliamo "quasi chiaro", cantarne... poi ti fermi, senti ribollirti dentro, e allora... si, ricorri alla solita metafora salvavita. E visto che di cantare si è parlato, completi con la danza, ed è ancora più efficace.
Musica, maestri... si va ad incominciare.
È trascorsa un'altra settimana, sempre come una danza, atipica, demodé, su un palcoscenico rumoroso, che scricchiola ad ogni "passo falso".
Non si comprende bene il perché, ma non mancano gli applausi. Chi è contento, Chi meno, tutti criticano tutti, e alla fine nessuno saprebbe rendere meglio.
Perché l'errore è a monte, proprio nello spartito antico quanto il mondo, le note sono ostinatamente replicate su altre già sbiadite.
Tra un atto e l'altro, pausa.
E dopo la pausa, la "musica" riprende, si cerca di arrangiare/si, perché è già tempo di ricominciare.
Meglio prenderla così, almeno fino a Natale.
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RispondiEliminagaradeso
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