martedì 23 gennaio 2018

SORPRESA DA TOCCHI DI ORIGINALITA' INASPETTATA


Uscire per una passeggiata fuori porta la domenica mattina, non c'è che dire, può accomodarti la giornata, anche se l'umore non è proprio al top e la stanchezza per tensioni varie accumulate si fa sentire. E' atto di "piccolo coraggio", un passo visibile e ideale oltre la soglia concreta e metaforica, e sicuro... non te ne penti.
Non avevo trascorso una buona nottata, però sia pure con lentezza e scarsa volontà mi sono preparata e con mio marito ci siamo messi sulla strada per Faeto, la località che per i suoi 866 m. sul livello del mare risulta essere il comune più alto del Subappennino Dauno.
Su nel cielo scherzi di nuvole che in alcuni punti, più basse facevano da corona ai monti. La strada tutta curve soprattutto nell'ultimo tratto, rendeva alla nuda vista la meta vicina e pure lontana, poi finalmente all'ultima svolta il "benvenuto" in lingua provenzale, idioma che unito a quello locale rende gli abitanti originali bilingue.
Un'erta salita conduce alla Chiesa Madre, attualmente in fase di restauro, per cui la celebrazione domenicale si è tenuta in una sala che porta al campanile. Piccola ma sufficiente ad accogliere parte dei pochi abitanti del paese e persino me, turista non proprio per caso. Una breve omelia con un cenno al Vangelo di "pescatori di uomini", alla santa del giorno, Agnese vergine e martire, e alla memoria dell'anziana perpetua volata in cielo qualche giorno fa, "spentasi per volere di Dio ma morta sana come un pesce".
Dovrebbero essere tutte così le omelie, comprensibili e rasserenanti, ove la morte davvero diventa evento naturale, inevitabile ma avulso dal concetto di sofferenza.
Dopo la santa messa, un giro per i vicoli de borgo storico tutto in salita e ricco in più punti di spunti di inaspettata originalità. Una sedia cachepot, un piccolo galletto che indica un numero civico, vasi che pendono da grate alle finestre, e nell'aria il solito odore dei paesi montani, di legna bruciata ma qui con una nota diversa, originale anche questa che sa di ginepro e a tratti di incenso...
All'improvviso col cielo a metà, azzurro da un lato e grigio dall'altro, comincia a piovere. Si deve tornare a casa mentre alto e trionfante s'inarca e c'accompagna l'arcobaleno.

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