venerdì 5 gennaio 2018

IL MODO GIUSTO


Ogni tanto la mente necessita di un "reset", come fosse sovraccarica di dati, errori, "virus" non solo non voluti ma pure provenienti da fonti impensabili. Da Chi per esempio è vicino, scruta per cogliere la vulnerabilità del momento e poi scarica addosso ogni tossicità.
Deve essere questo un "carisma" alla rovescia, visto che fin dal primo "contagio", con tutta la buona volontà non c'ho mai capito niente.
Io penso e scrivo, e poiché col tempo e ancor più con l'esercizio i pensieri scorrono veloci come nuvole rosate nel cielo di primavera, scrivo di getto. Eppure quando rileggo trovo le parole per correggere nell'espressione i pensieri del momento, moderate e pacate... garbate, insomma giuste. E affermo questo non per "incensarmi", non sono il tipo. Anzi.
Però mi congratulo con me stessa, riuscire ad esprimere ciò che sento, far sì che Altri possano sentirsi come mi sento io, e poi riflettere senza mettere da parte una punta di leggerezza, e alla fine scoprire la "risorsa" più importante per sé, diversa per ognuno, è una bella cosa. Mi dà motivazione ad andare avanti e impegnarmi maggiormente. Anche e soprattutto quando le parole non sono scritte ma dette a voce, quando il tempo... spazio tra le emozioni... è necessariamente breve, e il rischio di dire corbellerie fuori luogo o che feriscono è molto elevato. Soprattutto quando ci si trova di fronte a Chi per sofferenza o altro pare lanciare sfide di continuo.
Ah... quante ne sento... e poi noto in Chi le ha dette pure una certa soddisfazione, convinto com'è di aver parlato giusto, magari pure insegnato. E nell'altra persona invece, prima sbigottimento a stento celato per educazione, poi indifferenza cui segue cambio d'argomento. A questo punto cala pesante l'imbarazzo.
Bisognerebbe pensare prima di parlare, ma tempo non c'è. Allora che fare...? Se provassimo a ripeterle quelle parole come fossero a Noi rivolte, chissà...
Forse scopriremmo che non sono appropriate e manco dette con la giusta modalità. Così eviteremmo il danno più frequente e grave... sconvolgere alcune certezze che aiutano ad andare avanti, turbare gli animi, ferirli... portarli a quel reset di cui sopra, causa scatenante... confusione, valida motivazione... riprendersi l' equilibrio.
Una parola gentile e affettuosa, sui generis è vero, che non c'entra molto ovviamente, ma capace di addolcire la rabbia che dura da tempo, sedare l'ansia del momento, restituire la fiducia persa. Questo servirebbe invece del rimprovero acido e diretto che alla fine sortisce l'effetto contrario, lasciando tanta amarezza per la delusione.

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