giovedì 9 settembre 2010

Mio padre aveva ancora gli occhi chiusi quando entrai nella camera e salutandolo con un bacio gli chiesi: "Posso venire qui stasera a vedere la televisione con te?" "Ma io devo vedere la partita". Poi di scatto aprì gli occhi e mi guardò. "Tu... la televisione?! Qui... stasera??" "Oggi mi sono ricoverata anche io...ho qualcosa al seno, forse un tumore, anzi è un tumore e dovranno operarmi". Si portò una mano tra i capelli e gli occhi gli si inumidirono di lacrime, mio padre che io avevo sempre visto sotto una luce diversa, che avevo amato ma anche tanto temuto, che non avevo mai sentito tanto vicino come in quel momento. "Devi aiutarmi a continuare ad... andare avanti in questo percorso tanto difficile. Senza volerlo mi hai spinto sulla strada giusta, ora ti prego dammi sostegno perchè io non abbia paura di affrontare ciò che mi aspetta". Ci ritrovammo così a piangere insieme, confortandoci a vicenda, vivendo l'uno il dramma dell'altra e viceversa. La vita è proprio strana! Quando credi di aver capito tutto, di aver sistemato ogni cosa nella tua esistenza , di essere sempre nel giusto, quando insomma ti sei fatto le tue categorie mentali, eccoti arrivare tra capo e collo una bella tegola, di quelle pesanti, e tutto si rimette in gioco in modo prepotente.
Alleggerita di un bel peso, tornai nella mia stanza; dovevo decidermi ad indossare il pigiama e a malincuore lo indossai e poichè ancora non avevo compagne, nella mia nuova veste di "malata ufficiale",tornai da mio padre con un cuore più sereno.

3 commenti:

  1. Grazie, Patrizia! Anche se tu fossi la sola a leggere ciò che scrivo, mi basterebbe, perchè dai tuoi commenti capisco di riuscire a trasmettere con semplici parole nate dal cuore, emozioni autentiche e messaggi di fiducia. Di nuovo, grazie.

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  2. non so se sia stato più difficile vivere quei momenti o ricordarsi di averli vissuti...

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