giovedì 30 settembre 2010

Dopo quel momento di smarrimento iniziale del pomeriggio precedente, il giorno dopo mi svegliai con uno stato d'animo tranquillo, rasserenata dal piacevole pensiero di poter tornare a guardare al futuro con fiducia. Pensavo di nuovo alla mia vita a casa, alla mia " normalità "; dopo aver accettato quello che mi stava succedendo, metabolizzavo l'idea e cominciavo a pensare positivo. Oddio, quante volte l'ho sentito ripetere in quei giorni e quanto fastidio ho provato ogni volta! Eppure era l'unico modo per riprendere in mano la mia vita che amavo tanto, fatta di piccole gioie e di esagerate preoccupazioni, di tanti sorrisi e di un po' di lacrime. Ci tenevo tanto a riprendermela e ce l'avrei fatta! Dovevo ripeterlo a me stessa di continuo e alla fine mi sarei convinta che niente è impossibile se lo vuoi davvero e con tutte le tue forze,  fossero anche le ultime.
Da quando era morta mia madre mi capitava spesso quando ero in difficoltà o anche solo preoccupata di pensare a lei intensamente; ne traevo grande forza e conforto. Questa abitudine era venuta fuori da un sogno che avevo fatto qualche giorno dopo la sua morte. Lei preparava le sue cose prima di partire ed io la supplicavo di restare, ma lo facevo come se fossi stata ancora una piccola figlia, bisognosa di cure e protezione. A quel punto si fermava e per rassicurarmi diceva: "Ogni volta che mi vorrai, pensami intensamente e io ti prenderò in braccio come quando eri piccola ". Quelle parole mi erano rimaste stampate nella mente e nel cuore e non le avrei mai più dimenticate. Ora in questa mia battaglia sarebbero state lo scudo che mi avrebbero protetto; più volte avrei chiesto alla mia mamma di prendermi in braccio e di non lasciarmi giù fino a quando tutto non fosse finito.

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