mercoledì 8 settembre 2010

"Quando si dice la realtà a volte supera la fantasia!" Con queste parole mi accolse la caposala dopo aver sentito il mio cognome. "Quindi il paziente operato ieri è vostro padre? Beh, vi volete davvero bene per esservi accomunati nello stesso periodo con la stessa malattia."La situazione, pur nella sua drammaticità faceva comunque sorridere; lo scrittore dalla fantasia più fervida non sarebbe stato capace di creare un intreccio così. Mentre mi preparavano il letto pensavo a come avrei potuto far passare la mia degenza in incognito, visto che mio padre, all'oscuro di tutto era in una stanza all'inizio del corridoio, mentre io sarei stata in un'altra alla fine dello stesso. Avrei dovuto rimanere relegata in uno spazio veramente limitato: una bella impresa! Quando la stanza fu pronta, velocemente, senza guardarmi troppo intorno, andai per sistemarmi. Non c'era nessuno. Mi dispiacque un po', avrei preferito almeno una compagna, così, da sola sentivo troppo il peso dei miei pensieri e delle mie ansie. Pazienza! Mi dissi e mi sedetti sul letto aspettando che passasse la visita dei medici. Restai in "borghese" perchè non me la sentivo di indossare il pigiama alle nove del mattino, era troppo da malata ed io malata non mi sentivo proprio. Dopo un po' passò il medico, prese visione delle mie condizioni e rese effettivo il mio ricovero; poi per quanto riguardava mio padre mi consigliò di andare da lui, vestita così, ancora in abiti civili e di comunicargli semplicemente come stavano le cose: lui era un uomo forte e avrebbe capito. Beh, non era certo facile trovare la formula giusta, però dovevo decidermi altrimenti sarebbe diventato tutto più complicato.

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