mercoledì 20 aprile 2022

E NON CONTANO QUESTI ANNI TRASCORSI (n.58) (Acclimatarsi)

 

Quel che appare non è sempre facile da rendere, quando non è una maschera, è spesso l'esito di un duro lavoro su se stessi.
Continuo a restare a casa per il giorno di Pasquetta, è frutto di una scelta, lo preferisco perché lo vivo come passaggio da una stagione all'altra, abituarsi ad una luce diversa, acclimatarsi a nuovo tepore.
Metafora anche questa? Può essere.
E Pasqua è andata totalmente presa dai ricordi di altre trascorse quando radici ben salde parevano eterne.
Sfrondata ma non rattoppata, forse adorna di ricami inaspettati. Di sicuro la mia famiglia ed io non la scorderemo, da ora in poi, come rami vicini che contano le proprie foglie.
E con la giornata odierna anche la Pasquetta è trascorsa, nell'intimità di casa alla luce di ciò che ho detto.
Con un po' di fantasia, e pensando al giorno in cui finalmente ci sentiremo liberi di ricominciare da quel punto fermo, messo in fretta e senza voltare pagina.
Il Tempo è un grande medico, non guarisce le ferite ché comunque le cicatrici resteranno, ma porta via con sé cause ed effetti. E spiana la strada, perché ciò che è buono e santo non può finire in una "cunetta" per un colpo di vento se pure diventa tempesta, e non essere recuperato.
Da ognuno dipenderà pure questo, il recupero di quel che si è smarrito per un momento.
Sarà un bel lavoro, è innegabile, ma vuoi mettere... che gusto avrà questa ennesima conquista!?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante natura, crepuscolo, albero e cielo

2 commenti:

  1. Le cicatrici restano, ma ti aiutano a godere del dopo, tutto ciò che prima avevi trascurato o magari anche evitato, ora è là a sorriderti, e noi lo viviamo avidi e con gusto.
    Ecco una tra le cose più belle che ti insegnano paura e dolore.

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  2. Le cicatrici visibili fanno da promemoria, qualora ce ne fosse bisogno, ma sono quelle interiori che identificano all'esterno.
    Evidenziano le peculiarità di un carattere, nel bene e nel male, il voluto "cambiamento".
    Grazie sempre, caro Franco.

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