venerdì 26 giugno 2020

LEGGERI COME "SASSOLINI"


Fu leggenda metropolitana quella che tentò di tramandarmi ai posteri come "pesante", sottoscritta da mio padre, a tratti ancora ritorna, smentita fortunatamente dai fatti già dieci anni fa, ai tempi della malattia. Infatti qualcuno che per forza di cose sapeva del mio "problema", una volta giocosamente mi disse... "... pesante tu?! non lo sei di certo, magari quanto... un sassolino?"
Naturalmente scherzava, ma quanto mi fece bene sentir dire così, non si può neanche immaginare. Aggiungo anzi, che allora cominciai davvero a credere in me stessa.
Ed il bene non si dimentica, e nel tempo persino se ne amplifica il benefico effetto.
Come un sassolino leggero caduto nello stagno, crea cerchi concentrici sempre più ampi.
Leggerezza non è superficialità, ma guardare ciò che capita nell'ottica del cambiamento con vantaggio "a lento rilascio".
Intanto, sedata la tempesta pandemia, l'operazione "rientro" in reparto continua, personalmente mi sto abituando alle nuove pareti e agli spazi diversi, e anche per gli infermieri è tornata consuetudine ritrovarsi la "rompiscatole" di sempre tra i piedi.
Per il resto è lezione di vita ogni volta, gioire, ricordare, scambiarsi complimenti e parole giuste, quest'ultima cosa... le parole giuste, non sempre cimentarsi è facile.
C'è un esercizio che faccio spesso, m'invento una situazione in cui ho un doppio ruolo, paziente e volontaria, comincio a parlare da paziente, mi ascolto, mi pongo dei dubbi, poi replico da volontaria, qualche volta pure da amica. Che cosa vorrei sentir dire...? Di sicuro un appuntamento fissato, un piccolo progetto comune, un sogno da realizzare. Nient'altro. E da volontaria o Amica quali argomenti preferire? Certamente alcuna storia triste, meno che mai "riesumazioni", sottolineare invece ogni pur piccolo traguardo, e salutarsi con un appuntamento fissato.
Un cerchio perfetto quindi, e all'interno due "anime" concentriche, che s'intendono.

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