giovedì 26 agosto 2010

"Non guardiamo troppo lontano, e soprattutto non vi sentite una "privilegiata", perchè purtroppo non siete nè la prima, nè sarete l'ultima ad avere questo problema. Al momento in reparto ci sono tre donne come voi; una, anzi è stata dimessa proprio oggi, è la piu' giovane, 29 anni. La cosa piu' importante è convincersi di fare un passo alla volta, senza fretta nè panico, e se ne esce."
Quando semplicemente ho una persona difronte, o ancor meglio ci parlo, quello che osservo sono gli occhi; beh, notai, il dottor F. C. ha proprio gli "occhi che ridono", di quegli occhi che fanno una notizia da tremenda a brutta, da insopportabile ad accettabile, perchè infondono la speranza. Mi era mancata fino a quel momento, ora cominciavo a sentirne la timida presenza. L'ansia allentò un po' la sua morsa, poi il dottore volle visitarmi e sottopormi ad un'altra ecografia; non potè che confermare quello che già si sapeva: al seno destro una massa di cm 3,2, al sinistro tre noduli sospetti che non gli piacevano affatto. Mi rivestii in fretta, poi mi sedetti davanti a lui per ascoltare che cosa pensava di fare; accanto avevo mio marito, impaurito, intimidito piu' di me. Entrambi sapevamo che da quel momento molte cose sarebbero cambiate, a partire dal fatto che spesso saremmo stati costretti a stare lontano per un po', e questo nella nostra vita insieme era successo solo due volte, quando erano nati i nostri figli. Noi due: tanto diversi eppure sempre tanto vicini! Sentii, allora, di amarlo di piu'. "Nella salute e nella malattia finchè morte non ci separi". Non potevo permetterlo! La morte non poteva già separarci; il dottore, aveva detto, se ne esce, con calma, con pazienza. Ingoiai a vuoto, respirai profondamente e decisi di iniziare il difficile cammino.

1 commento:

  1. ok. la storia del marito me la voglio ricordare durante gli attacchi di andropausa :)

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