giovedì 12 agosto 2010

Ci sono giorni come questo in cui ti senti piu' "tronco"che mai, vorresti abbandonarti alla corrente, ma poi qualcosa ti ferma e ti ritrovi a pensare al tuo recente passato, a ciò che hai fatto, alle conquiste conseguite e una forza grande ti prende e "tronco" non sei piu'. Torni ad essere un albero ad alto fusto, nel pieno vigore, capace di dare ancora foglie e frutti e quindi continui a...VIVERE. Ritornando ai tempi tristi dell'angoscia, lo spintone decisivo mi fu dato da Qualcuno che certamente conosce di che risorse sia capace l'essere umano quando vuole e ti pone per questo in situazioni da cui non puoi scappare almeno che non sei cieco o sordo nell'animo.
Eravamo ormai arrivati alla seconda metà di febbraio e all'improvviso mio padre cominciò ad accusare una strana debolezza, accompagnata da un pallore che non gli conoscevamo, dato che a memoria nostra era stato sempre fin troppo rubicondo; se a tutto ciò si aggiungevano anche dei mutamenti caratteriali, la cosa diventava veramente preoccupante. Volle sottoporsi a dei controlli e gli fu diagnosticato un adenocarcinoma intestinale per cui doveva essere operato al piu' presto. Ignaro di tutto un mattino mi chiamò dall'ospedale, proprio me ,"la figlia dell'amore", come mi chiama lui, alludendo al fatto che sono la primogenita, per parlarmi,o meglio per comunicarmi ciò che aveva pensato durante la notte quando il sonno stentava ad arrivare. "Alla sua età, 79 anni la vita era bella, ancora piu' bella, e per questo qualunque fosse stata la natura della sua malattia avrebbe lottato fino alla fine,senza paura, ma con il coraggio di un leone ferito".Che dire? A tali parole restai senza parole; mentre piangevo sommessamente potei solo dirgli che in quel momento conoscevo un "babbo" nuovo, mentre in cuor mio pensavo che in quel momento, inconsapevolmente stava dandomi la vita per la seconda volta.

2 commenti:

  1. La ricordo bene, la forza che quelle parole hanno trasmesso a tutti noi...
    Da quel momento non era più necessario fingere ottimismo...bastava...la sua voglia di lottare...

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  2. GG, papà sempre. Anche nella malattia, sempre tenace nel trasmettere vita e coraggio a tutta la famiglia...

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