giovedì 19 agosto 2010

"Mamma, allora?" "Non so, ho un nodulo che non ha un bell'aspetto" "Che cosa vuol dire?" "Non lo so, e poi..." Non riuscivo ad aggiungere altro perchè le parole si smorzavano in gola: non era stato detto ancora nulla, ma per me era già tutto chiaro. Lentamente si andava delineando ciò che io sentivo da tempo, mentre la speranza che io mi sbagliassi diventava sempre piu' sottile. Guidando verso casa guardavo solo dritto davanti a me: vista e udito erano una sola cosa con la mente, concentrati su un unico pensiero. Valeria che fino ad allora aveva parlato cercando di rincuorarmi, ad un certo punto restò in silenzio: aveva capito. Pensavo: adesso dovrò dirlo al resto della famiglia, alle mie sorelle, a mio fratello, a mio padre. A mio padre! Come fare a dirlo a mio padre che doveva essere operato proprio lunedi'?! Quanto dolore avrei arrecato non volendo! In quel momento tali pensieri mi facevano soffrire moltissimo e quasi velavano l'ansia che avevo.
A casa trovai mio marito e Francesco, mio figlio, che cercarono già nei miei occhi smarriti una risposta, la trovarono e fu necessario aggiungere solo poche parole: bisognava aspettare lunedi'. Quel sabato non fu come gli altri, come non fu come le altre la domenica che segui'; inutili erano le parole del "compagno della mia vita", tese a confortarmi, incoraggiarmi, con lo sprone di "continuare" la nostra vita, perchè era giusto che fosse cosi', io lo sapevo bene, ma quanto era difficile!
Passò anche la domenica e arrivò quel lunedi'.

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