domenica 8 agosto 2010


Eppure continuavo a temporeggiare. Di settimana in settimana mi ripetevo: se fino a sabato non è successo nulla, non è sparito, giuro, vado da un medico. A niente servivano l'esortazioni del "compagno della mia vita", io avevo paura che il mio dubbio fosse sciolto da una conferma che inconsciamente sentivo reale e in verità aveva paura anche lui se gli bastava guardare i miei occhi angosciati per arrendersi e assecondarmi: mai tanto complici come in questa occasione! La sera mi addormentavo con la mano sul mio "bozzo", per nasconderlo a me stessa, quasi a voler proteggere quel qualcosa di mio che era contro di me, nella speranza di risvegliarmi al mattino e non trovarlo piu'. Mi svegliavo, invece nel cuore della notte e non prendevo sonno, gli occhi restavano sbarrati nel buio a guardare un futuro quanto mai indefinito. I giorni si susseguivano tutti uguali, indescrivibili ed io diventavo sempre piu' taciturna, estranea persino alla mia famiglia. Per tacitare il dolore causato dalla morte di Betty, questa era la versione ufficiale per tutti, ma in realtà per mettere ancora una volta la testa sotto la sabbia, decisi che avrei preso subito un altro cane. Dopo un'iniziale riluttanza , mio marito mi accontentò per vedermi di nuovo serena, presa da altri pensieri. Fu cosi' che a casa arrivò Beauty.

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