Può capitare di sentirsi soli anche se in compagnia. A me successe una sera, e quella sera stessa decisi di scrivermi una lettera.
Lo feci anche per fare chiarezza in me, in un momento di confusione, mentre mi sentivo sbagliata del tutto e responsabile di tutto, pure di quella solitudine.
Dovevo sapere se in effetti era così o il contrario, lo feci e qualcosa di più compresi.
Non fu comunque fatto isolato. Ancora ogni tanto metto giù qualche nota di merito o rimprovero, giusto così come carezza o tirata d'orecchi.
Poi rileggo e mi ritrovo più spedita perché ricaricata di positiva obiettività.
Verificata la bontà della cosa, ecco la mia proposta... perché non lo fai anche Tu?
Invece di arrovellarsi tra sensi di colpa e momenti di stizza, farsi vittime o carnefici, perché non mettersi serenamente in discussione, ben decisi verso una meta/soluzione?
Serve conoscere ogni "briciola" di ignoto che è parte di Noi... tutto non si scoprirà, ma quel minimo sarà l' "infinito" percepito in un istante.
Allora... che cosa aspetti? Prendi carta e penna, oppure lo smartphone e nello spazio "note" racconta.
Gli eventi e le emozioni, le aspettative e le apparenti sconfitte... come vorresti che fosse la Tua vita, come vorresti essere Tu.
E non dimenticare di farti l'augurio più bello... quello che duri da oggi per tutto il tempo che sarà.
Prova, e se Ti va condividi col gruppo la Tua lettera, per intero o una parte,
il resto che non vuoi mettilo tra parentesi in serbo per Te con la semplicità dei sentimenti.
Senza timore o pudore però ricorda che siamo barche sullo stesso oceano, sempre in cerca dell'approdo prima con se stessi.

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