Il Venerdì Santo è il giorno del silenzio, del tornare sui propri passi, della riflessione...
Lasciar correre, giustificare, concedere il beneficio del dubbio... perdonare?
Perdonare non è un gesto di debolezza o di sconfitta, ma un dono di libertà estrema, perché nel perdono risiede la decisione consapevole del ricordare, ma anche del “lasciare andare”, che a sua volta conduce ad una comprensione intima e profonda della possibilità di trasformare il dolore che l'offesa ha causato.
Io perdono ma non dimentico, ma escludo a priori il rancore e da tutto ricavo un'esperienza. Mi potrà servire in seguito con la stessa persona o con altri, perché le situazioni si ripetono.
La responsabilità è condivisa, gli effetti non proprio, Chi si sente vittima patisce di più. E sono notti insonni, a ripetere monologhi grevi di delusione. E pare non poterne uscire mai.
È capitato, mi sono sentita presa in giro, non considerata a volte mal compresa. Ho litigato e pure trasceso verbalmente, ma poi le responsabilità me le sono prese tutte, giustificando l'altra parte che forse io stessa avevo portato a sbagliare.
Sembra circolo vizioso. Non lo è. Il desiderio di ritrovarmi in pace fa sì che io perdoni me stessa per aver esagerato ed esasperato una situazione e di conseguenza perdoni anche l'altro. Mi alleggerisco così di un peso, ritrovo l'equilibrio, metto basi nuove per quella stessa relazione interrotta per mancanza di ascolto da parte di entrambi, ed anche per altre a venire.
Perdonarsi è cambiare atteggiamento, modificarlo soprattutto a proprio vantaggio.
In conflitto continuo con volontà e indecisione, tra amore e rancore rendiamo la Nostra vita un percorso ad ostacoli su una strada senza luce, perché privata della serenità.
Anche se all'inizio comporta uno sforzo notevole, il Perdono è ciò che serve a rendere la vita meno difficile.
Bel post,buona Pasqua.Iscriviti al mio blog,grazie Olga
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