mercoledì 26 febbraio 2025

CORSI E RICORSI (n.81) (L'altra faccia del tumore)

 Quella che vede il paziente oncologico al centro di un suo universo, non solo un organo da curare, perché guarisca o almeno si cronicizzi nella malattia.

Si parte quindi dal corpo, sede di affetti, di emozioni e mezzo di relazione, per migliorare la consapevolezza o presenza mentale, energia che si genera essendo consapevoli di tutto ciò che sta accadendo nel momento presente.

La Medicina da parte sua ha fatto passi da gigante, così che si è passati dal primo chemioterapico che la storia annoveri, l'aglio alle recenti immunoterapia e a bersaglio molecolare, dopo le antracicline dai numerosi effetti collaterali.

Ciò che ancora difetta nell'arte medica però è la "comunicazione", che può non essere sempre necessariamente verbale, ma deve riuscire a  stabilire una sintonia tra medico e paziente con la sua famiglia.

Professionalità, intuito e discrezione, senso dell'opportunità e garbo, e prossemica che ben predispone all'accoglienza e all'ascolto, avranno un ruolo pure importante.

Il paziente deve sentirsi non "oggetto di osservazione", bensì Persona non più smarrita nei meandri di qualcosa che non conosce, impaurito per qualsiasi sintomo, per il senso di precarietà costantemente incerto sul futuro.

Accogliere, ascoltare, abbracciare.

Qualsiasi forma di contatto serve per raggiungere la sintonia in una relazione, pure quella di aiuto. Questo un bravo medico lo sa.

Ho trovato questa frase e ne sono rimasta  incantata.


"O mano minuta insegnami ad abbracciare un uomo come la sete abbraccia l'acqua". (Ocean Vuong)

2 commenti:

  1. Oggi Lulù, alla viglia di nuova chemio, mi ha chiesto: "ma secondo te il mio oncologo è bravo?"
    "Sì", la risposta netta e inequivocabile. Ed è ciò che penso davvero e desidero pensi anche lei, ma più che pensi, ne sia convinta. Perché siamo noi a doverci aiutare per primi.

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  2. Perfetto!
    Sei un caregiver perfetto, oltre che un compagno amorevole.

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