Ansia... timore... angoscia.
Pensieri incalzanti... stati d'animo... emozioni forti.
Sono termini ed espressioni che ben rappresentano momenti di qualsiasi esperienza in cui l'emotività è messa alla prova.
Ne siamo tutti consapevoli, di certo almeno Noi, qui presenti.
Manca a tratti il respiro, come andare in apnea, perché si tocca il fondo e si fa gran fatica a risalire.
Occorre convincersi che si può tornare in superficie anche col minimo delle energie, concentrandosi su un unico pensiero...
Ora ci sono, e posso farcela... ce la farò.
È ossigeno pronto uso, quello che serve per risalire. La consapevolezza, che è speranza ma non illusione, darà la spinta giusta.
Allo scadere dei "cinque anni di sopravvivenza" mi fu detto che in un certo senso ormai potevo considerarmi fuori, che tornavo tra i "sani" con le stesse probabilità. Nell'eventualità sarebbe stato un "ripescaggio" insomma, perché detta così pareva quasi fosse un privilegio.
Io non ho mai creduto di essere totalmente fuori, mentre ho continuato a vedere il periodo tra un follow up e l'altro come una "proroga di sfratto". Succede quando si tocca il fondo, e paradossalmente è dalle cicatrici che deve arrivare la forza per tornare a galla.
Dopo undici anni ancora riemergo ogni giorno, ed è una conquista.
Il segreto è la pazienza. A volte sembrerà tutto impossibile, è semplicemente un deficit di pazienza.
A quel punto una pausa con un bel respiro profondo e ad occhi chiusi, ripetendo a se stessi... è solo un momento, passerà, anzi sta già passando... e poi riprendere.
Tra alti e bassi seguire l'onda della Vita, e accarezzandola ad essa quasi aggrapparsi per non tornare giù.
Perché nulla dura per sempre. E tra l'inizio e la fine non c'è staticità, è un continuo divenire.
Facciamoci forza e condividiamo pazienza.
Non tutti i momenti sono uguali, e non esistono momenti uguali per Tutti.
Ma siamo qui ed ora, per esserci sempre, pazienti nel momento di ognuno.
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