giovedì 17 giugno 2021

MI RILEGGO... (n.58) (Rivedersi...)


Stamani approfittando che non si poteva più aspettare per un paio di prenotazioni, sono stata in ospedale.
In questi mesi ogni volta ci vado con la speranza di incontrare qualche volto conosciuto, mi fa bene, è come uno sguardo al passato che fa ben sperare per il futuro. E così è stato anche stamane.
A parte un Nostro generoso amico con cui avevamo concordato in precedenza, e che si è premurato al CUP di prendere il numero per alleggerirmi l'attesa, è stato un conforto sentire il mio nome per un saluto, e fare un paio di incontri casuali.
E il tempo si è fermato, come spostare indietro le lancette dell'orologio, e lasciarle fisse lì non per tre quarti d'ora ma almeno per un giorno intero.
Di certo al momento si è chiuso un periodo... un capitolo... una parentesi, e come succede sempre nell'immediato, si archivia, o così si spera, e senza pensarci più, si vuole andare oltre, o riprendere dal punto in sospeso.
E domani, domani proprio, e tutti gli altri giorni saranno per incontrarsi, rivedersi e un po' per volta ritrovare pure gli abbracci persi.
Tutto questo pare quasi poca cosa, sicuramente non lo è adesso, perché ci è mancato come l'aria.
Ed è vero perciò, il bene si apprezza quando si perde.
Tant'è viviamo sempre "in automatico", senza accorgerci del positivo a tal punto da lamentarci per mera abitudine.
Poi lo confondiamo col suo contrario, considerato che stiamo sempre a chiederci con ansia... che cosa sarà?
Step by step, un passo alla volta, facendoci bastare il Nostro nome ad alta voce e qualche incontro apparentemente casuale.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante scultura

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