venerdì 24 gennaio 2020

SCENE DI ATTESA PER ARMONIA



E ce l'abbiamo fatta anche stavolta, ho ancora qualche appuntamento per il follow up, ma l'esame che temevo maggiormente è superato. Eco addome completo... che fatica! Non è invasivo, ma bere un litro d'acqua in breve tempo, di buon mattino e con il disagio che comporta, mi fa superare il limite della pazienza e della resistenza fisica. Aggiungiamo poi che ogni volta, pur avendo un referto precedente, per Chi esamina è una "scoperta importante", il resto si può ben immaginare.

Oggi c'è stato pure che credevano fossi una mia omonima, non so quante volte mi sono girata su un fianco e sull'altro e a pancia in su, meno male confortata almeno dal record per apnea, così come ha detto il medico, facilitatore senza successo.

Però dai, meglio evitare lamentele eccessive, guardiamo il bicchiere mezzo pieno, anzi vista l'età, lo considero di dimensioni ridotte, così per me sarà sempre stracolmo.

Frase fatta...? Allora per essere in tema, stasera ai soliti pensieri avrei dovuto dare un altro titolo, e ripetermi perché tante volte ricorrente. Nulla è per caso.

Condivido che è frase molto usata, per qualcuno addirittura scontata e obsoleta, però pure assai vera.

L'ecografia di oggi è durata a lungo, cinquanta minuti. A me non era mai capitato prima, poi si è rivelato il perché di un tempo che pareva dilatarsi apposta con ogni mezzo.

A parte il solito difetto di comunicazione, l'ironia fuori luogo e il sentirmi oggetto vivente in modalità autoptica perché gli specializzandi devono fare esperienza, alla fine tutto bene o quasi, quel che era è, nulla di nuovo da rilevare, se non un "calcolo non calcolo" perché in realtà era un riflesso di una piega nella cistifellea... insomma grazie a tutto questo è andato via il tempo che serviva ad una buona coincidenza per aiutare qualcuno.

Così operativa anche oggi, per caso, gratitudine e volontà divina.

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