martedì 31 dicembre 2019

UNA FESTA A SORPRESA (La gioia che non si aspetta)


Così come va la vita. Stasera l'opportunità di riscatto per queste feste un po' così, trascorse con qualche nota forzata di gioia, ed eventi beffardi senza rispetto di tempo né di persone.
Una festa a sorpresa per il compleanno di un'Amica che ne ha passate davvero tante ma ha forza, coraggio ed umiltà tali da non far pesare mai nulla ad alcuno.
La Vita è una festa da vivere insieme nel bene, nel male è momento di sostegno, conforto ed aiuto. E se il male si organizza da sé, per le occasioni gioiose c'è sempre qualcuno che con entusiasmo si mette a disposizione ché qualche ora trascorra come nulla fosse.
Stasera è andata così.
Regali e sorprese, e una torta finale, ma soprattutto tempo dedicato con affetto sincero a Chi dalla Vita non pretende granché, solo il diritto di vivere giorni sereni. È l'augurio che Tutti si scambiano sul finire dell'anno, magari dando la cosa scontata, con valore più o meno, e subito dopo non pensandoci più. Ma per Lei, la Nostra Amica, sicuramente è desiderio grande, epresso in segreto con soffio leggero, archiviando gli anni vissuti, credendo e sperando in quelli che saranno.

DOMENICA DELLA FAMIGLIA



Al termine di questa domenica che segue al Natale, per tradizione dedicata alla Sacra Famiglia, ricordi e riflessioni come al solito.
Un anno per Natale regalai a mia madre una Sacra Famiglia, di quelle fatte con la carta di riso e il gesso dipinto, comunque molto bella e particolare per la sua struttura.
I tre personaggi erano disposti quasi a formare un cono, sovrastava la figura di San Giuseppe in atteggiamento protettivo, ma il Bambinello era posto in modo tale che la Madonna non sembrasse affatto in posizione inferiore. Ruoli differenti dunque, ma paritari.
I volti poi, molto espressivi nonostante la fattura artigianale, completavano l' armonia dell'insieme.
Regalai questa Sacra Famiglia a mia madre con un biglietto... "Per te che nella famiglia hai sempre creduto e a cui hai sempre dato tanto".
L'aveva accettata con lacrime di commozione. Lei che fu madre meravigliosa, accudente e protettiva, mai soffocante, era così, in apparenza fragile, realmente sensibile alla tenerezza.
Oggi come madre mi confronto spesso col ricordo di Lei. Forse per qualche aspetto le somiglio, l'esempio fu quello giusto, ma io non sono Lei, e allora viene naturale un bilancio. Qualche voce in passivo, però alla fine, se mi guardo intorno sento forte il richiamo di ciò che ho creato.
Ed è riferimento.
Quel richiamo dal passato si concretizza in qualche modo al presente, e diventa così stimolo e forza.
Un giorno perciò volto e voce saranno di conforto come furono per me.
Meraviglia... anche quando tutto questo sarà solo un ricordo.

lunedì 30 dicembre 2019

PENSARE UN GIORNO INDIETRO


Si dice sempre più spesso tanto da sembrare ormai scontato... niente avviene per caso. Io ne sono convinta, altri la reputano frase fatta "tanto per", quando non si ha niente da dire e nemmeno pensare per dare o darsi conforto.
Eppure un disegno deve esserci perché una tal cosa vada in un certo modo invece che un altro, ed anche che cambi "verso" inaspettatamente, smentendo i presupposti. Già... deviazione improvvisa, "sgarro" del destino, distratto o capriccioso.
Un ruscello scorre tranquillo e regolare, ma improvvisamente può non essere più così.
Bastano alcuni ciottoli posti a caso sul fondo e il suo corso, turbato diventa veloce, quasi a voler raggiungere prima la meta.
E pure un mare in tempesta si placa all'improvviso se solo i venti, non più avversi diventano persino favorevoli.
Sarà davvero così, voler cercare ad ogni costo la giusta deviazione logica per trovare conforto, trarre un'opportunità. Oppure aggrapparsi ad un segno, impegnarsi al meglio in ciò che si fa, per dare valore e senso al tempo, alla vita che resta.
Un complimento al momento giusto, una carezza quando serve, ridimensionano un momento d'intensa sofferenza altrui e in questo modo fanno comprendere che nulla è vano di ciò che si fa. Non bisogna scoraggiarsi e lasciare che il tempo faccia il suo dovere.
Pensare un giorno indietro, forse più, per poter andare avanti. Contano gli obiettivi, non perderli di vista, e ricaricarsi al meglio che si può. Io ci provo, sperando di riuscirci.

sabato 28 dicembre 2019

COME BOLLE DI VAPORE


È in giornate come questa, con un pensiero triste nella mente, che ritornano le parole di Chi mi ha preceduto. Saggezza antica.
La vita è un affacciarsi alla finestra.
Rapido, quasi di sfuggita, a volte senza avere il tempo di ammirare il luogo dove si vide la luce.
Siamo come bolle di vapore che vivono un giorno come fossero mille anni.
Trasparenti, eteree hanno un mondo dentro e guardarle incanta, e non vederle più all'improvviso, lascia un vuoto, la parte finale mancante di una "storia".
Sono stata al funerale di Ilaria. Tantissime persone, una platea per una calata di sipario a metà, perché una vita non può finire così, ancor prima di cominciare. Solo qualche battuta e poi una brusca sospensione. Dolore immenso per una breve esistenza che non è più.
"I figli si partoriscono ogni giorno"... il che vuol dire vivere un quotidiano travaglio per loro, darli alla luce nel raggiungimento degli obiettivi... e gioirne... e poi soffrire ancora.
Morire dentro non vedendoli tornare, e poi...sperare con il volo di una colomba bianca, e uno stormo che segue e fa da scorta.
Una giornata di intensa riflessione. Domani è tempo di rielaborare e riprendere con l'energia che serve, poca o tanta, quella che sarà.

NINNA NANNA A GESÙ BAMBINO




Al solito è più che sera, ed è stata una giornata pesante, nonostante la festa, e il Cuore rinnovato per il Natale da poco trascorso.
Chissà perché questo periodo molto spesso mette tristezza, quest'anno poi anche un po' di più, e in verità non ho da cercarne il motivo.
Stasera cercavo di giocare a tombola, e ad ogni numero chiudevo gli occhi e mi addormentavo...
Mamma, che fai... dormi?! Poi dici che ti mancano i numeri. Neppure guardi...
I numeri mancanti poco mi interessavano, ero pensierosa, e quando sono pensierosa, preoccupata o mortificata, trovo sollievo e pace nel sonno. Non lo cerco, arriva come carezza per conforto, e per un po' mi ristora.
Stasera non Tutti possono essere contenti...
Ti chiamo oggi, forse per l'ultima volta. Non ce la faccio più...
E a me si è spezzato il Cuore.
Per questo Natale ho quasi rubato la serenità. L'Empatia, che gran bella cosa... ma a volte chiude a doppia mandata la spensieratezza, che alla mia età non è poi tanta, mancano le occasioni per esserlo, e si parano davanti anche i fatti altrui che prendono e sconvolgono, danno da pensare.
Ecco perché sono pensierosa, e quando lo sono pensierosa, mi viene da dormire. all'improvviso, profondamente.

IL VUOTO ALL'IMPROVVISO (in ricordo di Ilaria Adriatico)


Il cielo di quest'anno alla vigilia doveva essere a corto di stelle, se ti ha rapito così, all'improvviso, lasciando un vuoto incolmabile su questa terra.
Non ci sono parole.
A Natale, proprio quando si cerca la luce e il tepore...
Per questo tradizione vuole una fiamma viva che riscaldi e illumini...
Quindi eravamo Tutti intorno a coglierne il senso, un po' per abitudine e con scarsa convinzione.
Un messaggio arriva inaspettato, come porta che si spalanca e mostra il nulla.
Saranno altri auguri, oggi è Natale, il tutto si spende scontato a partire da due parole, e poi...
Non è così... è una folata di vento gelido che prende, che fa venire gli spilli agli occhi.
Il gelo in un momento scende e oscura i sogni, i progetti, la vita intorno.
Non ti avessi conosciuto, o ricordato... ma la Tua voce e quel sorriso non son cose che si scordano, lasciano il segno, come il tocco di un campanellino quando un Angelo mette le ali e sale in Paradiso.

mercoledì 25 dicembre 2019

NATALE AI FIORI DI BACH




"Non tenete alcun conto della malattia. Pensate soltanto alla prospettiva che ha della vita colui che ne è afflitto", sono queste le parole del medico Edward Bach che scoprì il beneficio di alcuni fiori selvatici, assunti per ritrovare in un certo senso l'equilibrio.
E il Santo Natale come si sposa col magico rimedio? Il mio di quest'anno coi portentosi fiori è andato a nozze alla grande.
Metti un cumulo di tensioni pregresse, aggiungi un bel po' di stanchezza, concludi con spruzzi d'acqua poi ridimensionati a gocce a lento rilascio da un termosifone.
Tutto questo prima di cena, non una cena qualunque, quella di Natale, per giunta a casa del "nonno" dei Nostri figli. Mio padre, anni 88, impaziente cronico.
Tentativo di tamponare il danno, nervosismo più che palpabile, cagnoline in cerca di rifugio.
In situazioni simili, critiche ma di certo non tragiche, bisogna darsi uno "stop", altrimenti scappa l'equilibrio e non solo... insomma una calmata, e andare oltre.
Oltre le situazioni, gli accidenti, e soprattutto le cause.
Per non ammalarsi occorre avere una giusta prospettiva di vita, lasciar correre, scivolar via ogni contrarietà che è vero, pare farlo apposta, punta e fa centro giusto a Natale.
Comunque è sempre poca cosa, e nello specifico presa per il verso giusto, dolce sarà naufragar in una bacinella d'acqua.
Auguri quindi... Buon Natale, col cappone e il panettone... ed anche coi fiori di Bach.

NIENTE ALTRO CHE "IL CALDO BUONO"




Un "gomitolo di strade" da evitare... le "quattro capriole di fumo" e il "caldo buono" con cui restare, ci sta tutto per un Natale pressoché intimo. Il Natale di Ungaretti, quello che Tutti vorremmo vivere, e che invece ci piomba addosso e scivola via, non prima di conflitti, turbamenti, ansie grandi e piccole.
È che andiamo verso la fine dell'anno e già da inizio mese si pensa a fare un bilancio magari pure un preventivo, quasi fosse Nostra responsabilità.
Siamo un po' tesi è vero, e pare muoverci nell'aere del futuro temendo una voragine improvvisa.
Si lascia andare Chi in questi dodici mesi ne ha viste e passate di tutti i colori, mentre raro non è che in una conversazione si infiltri il "lamentoso" di turno, scontento di tutto, pure dei doni a scatola chiusa che l'anno nuovo gli prospetta.
Io ascolto e taccio. O azzardo una timida opinione. Su una cosa comunque sono d'accordo, la strana inquietudine che accompagna ogni fine dell'anno, un conto alla rovescia che si fa quasi affannoso negli ultimi trenta minuti prima della mezzanotte.
Se l'anno che sta per finire è stato buono o almeno discreto coglie l'ansia di ciò che sarà, se al contrario ci si lascia alle spalle il dolore, i momenti peggiori scorrono nella mente accelerati, messi in fuga perché non tornino più nemmeno nei ricordi, cosa impossibile... perché fosse così facile... ma semplice non è. Pure si presentano aspetti diversi e apparentemente in contrasto tra loro.
Alla scadenza del "mio anno di svolta" ad esempio, mi sentii fortemente turbata e nello stesso tempo sollevata da una spinta interiore, e fu la "cronaca emotiva" del raggiungimento di un "traguardo", una vittoria con molte cicatrici.
Eppure una settimana prima, all'antivigilia di Natale, proprio un anno dopo che il tumore aveva fatto la sua comparsa, avevo avuto il coraggio di affrontare la lamentosa di turno, perché per me era tutto talmente bello e gioioso che se avessi potuto l'avrei urlato al mondo intero. Tutto è vita, il bello e il brutto, il divertimento e la noia, il riposo e la fatica. E se anche il frastuono delle feste dà noia, basta appartarsi per andare oltre, e ritrovarsi nell'essenziale.
Alternanza di stati d'animo di una coscienza in subbuglio, la quasi certezza di aver trovato la strada giusta, essere a galla e finalmente restarci.

lunedì 23 dicembre 2019

DICEMBRE 2010...




Un dolore profondo, un'ansia incalzante come un'onda che si frange contro il duro scoglio dell'angoscia. E poi l'ansia ancora per una cosa che non vuoi, che temi perchè non la conosci e che non puoi evitare.
Sfinita, non opposi più resistenza, mi abbandonai per recuperare le forze. Sarebbe stata una dura prova.
La superai ma ne uscii dimezzata. Mi ricomposi, perché lo dovevo fare e poi lo volevo. Altro mi attendeva.
Ero consapevole che la Vita prospetta sempre nuove battaglie interrotte però da pause che danno più gusto alla vittoria.
Dieci anni, e domani saranno dieci anni... e il cuore è in corsa come quel mattino.
Un livido e un arrossamento caldo come un marchio a fuoco. Un fuso sdraiato a star comodo. Sperare inutilmente potesse "sloggiare". Un nodo in gola fisso per due mesi... quando non vuoi accettare. Poi chino il capo, per me fu tutto il resto.
Dieci anni, sono trascorsi dieci anni... e la gioia, lo scritto non inganni... gioia è, e pure grande, è velata dai ricordi. Ma scrivo, continuo a scrivere per riflettermi nell'immagine di me che non m'abbandona anche se sbiadita, e che altri non vedono perché non sanno, non possono capire.

UNA PAGINA VISSUTA


Ultima Domenica d'Avvento, solo tre giorni a Natale. L'animo è particolarmente disposto all' "ascolto", che è cosa ben diversa dal sentire, così anche quando il semplice sentire è distratto, c'è qualcosa, un cenno, una parola che impone una sosta. Ascolta.
La pagina del Vangelo di Matteo per questa domenica, è quanto mai attuale, vissuta di persona o di riflesso, parla di un "progetto oltre", imprevedibile, difficile da accettare secondo l'ottica umana.
Maria, promessa sposa a Giuseppe, si ritrova incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, uomo giusto e pietoso, non se la sente di ripudiarla pubblicamente e decide di farlo in segreto. Un angelo va in sogno a lui e rivela il "progetto salvifico" per l'umanità, una "genitorialità diversa" per lui e Maria.
Così non si fa più domande, né si pone altri dubbi, prende con sé Maria e insieme avviano ciò che è stato loro affidato, rinunciando a se stessi.
Giuseppe è una figura moderna, un uomo buono, scelto non a caso.
Penso a tanti compiti e a certe sorti che toccano quasi sempre a Chi può essere all'altezza di portare a termine i primi e sopportare tutto quanto e pure il resto.
Penso ad un padre ora di due figli, che prima della morte di Sua moglie, era il padre di uno solo. Da molto tempo desiderava adottare pure l'altro ma le lungaggini burocratiche ritardavano il "tempo giusto". Quel tempo giusto che appartiene solo a Dio.
Col trascorrere dei mesi la malattia della moglie si aggravò, quel padre sapeva di dover fare in fretta, ma tutto gli remava contro. Difficoltà e dolore non gli davano spazio neanche per realizzare che il tempo stava per compiersi. Un giorno finalmente il progetto tanto desiderato ed atteso si realizzò, pareva impossibile, ma nulla è impossibile a Dio. Quella notte stessa Sua moglie volò in cielo.

"LA BELLEZZA TRAFIGGE QUANTO IL DOLORE" (cit.)


Bellezza, e pure tanta all'inaugurazione del pianoforte donato alla Struttura Complessa di Radioterapia Oncologica degli Ospedali Riuniti di Foggia, diretta dal dottor Giuseppe Bove.
Uno dei quattro strumenti acquistati grazie ai contributi volontari in occasione del Memorial dell'assessore Greco, è toccato alla Nostra azienda e sarà un altro fiore all'occhiello di un Policlinico che sta facendo strada nell'umanizzazione delle cure.
Una dolce melodia per alleviare i pensieri che la malattia comporta, questo l'intento del nuovo progetto culturale che mira ad allietare, con l’ascolto della musica, i pazienti in attesa di terapia.
"Cercheremo di aiutare queste persone e la loro psiche con questo pianoforte, che è un macchinario a tutti gli effetti... ha commentato il direttore Bove... Allieterà infatti lo spirito dei nostri pazienti che pensano costantemente alla malattia. Regalare loro anche solo cinque minuti di tranquillità non può che farci piacere".
Nel "tempio dell'Amore", definito così da Sabrina Strippoli, paziente oncologica ed amica del direttore Bove, presenza significativa di spettatori ansiosi di ascoltare ed apprezzare i musicisti che si sono offerti per questo evento.
Hanno partecipato il maestro Luciano Natale e i musicisti della Scuola “Mozart” da lui diretta, il jazzista Angelo Palazzo e gli alunni dell’Istituto Notarangelo – Rosati di Foggia. Piacevole l'ascolto del brano composto dal giovane Gioele Chiaiese, "Sorridiamo insieme", perché tutti hanno diritto di essere felici, di alcuni canti della tradizione natalizia, e della bellissima "Ave Maria" di Gomez. Una melodia che arriva al Cuore e commuove fino a lacrime silenziose, "effetto collaterale" per niente spiacevole.
Si può vivere da ignoranti, nel senso di Chi non sa, e non si vive nemmeno tanto male, ma la cultura fa la differenza, fa bene al "soma" e alla "psiche". Leggere, studiare fanno sì che le cellule cerebrali si rigenerino, e la musica può essere cura che favorisce la guarigione. Le parole del pianista Rosario Mastroserio, insegnante al Conservatorio di Bari, portano a riflettere, è Sua infatti la citazione che fa da titolo. Il Bello ha la stessa potenza del Dolore, ma valenza diversa. Occorre educarsi però, per averne il massimo del beneficio.
Da brividi il pezzo di Astor Piazzolla, eseguito da Mastroserio che ha promesso un concerto completamente gratuito alla città di Foggia.
I musicisti, gli studenti e gli stessi pazienti che vorranno partecipare all’iniziativa a partire da gennaio del prossimo anno potranno rivolgersi direttamente al dottor Bove.
La Nostra città non merita quel misero terz'ultimo posto nella classifica del Sole 24ore, in parte è vero, la responsabilità è dei Suoi stessi "figli" che non hanno saputo valorizzarsi, ma qualcosa può cambiare, e l'evento di oggi con tante belle presenze costituisce più di un semplice passo avanti.

sabato 21 dicembre 2019

LA' DOVE NASCONO LE EMOZIONI (quinta parte)



Si può testare quanto siamo consapevoli delle emozioni rispondendo ai quesiti di un piccolo test (mi accorgo... di quando cambio umore, di quando mi metto sulla difensiva, di quando le mie emozioni interferiscono con il mio rendimento, mi accorgo presto che sto per perdere le staffe).
Le nostre valutazioni filtrano le informazioni distorcendole, sapersi sintonizzare sulle fonti delle informazioni permette di adattarci nella maniera più efficace possibile alle singole situazioni.
1) Sintonizzati sui sensi, e scindi le informazioni dalle valutazioni
2) Entra in contatto con i tuoi sentimenti
3) Impara quali sono le tue intenzioni
4) Presta attenzione alle tue azioni

1) I sensi sono le porte da cui entrano le informazioni che successivamente diventano elaborate e valutate. E' estremamente importante riconoscere se ciò che cogliamo è un puro dato sensoriale o una valutazione
2) Per Goleman i sentimenti sono le risposte emotive spontanee alle interpretazioni che dai e alle aspettative che hai. I sentimenti sono importanti informazioni che ti aiutano a capire perché agisci in un certo modo, ti allertano se oltrepassi un certo livello di tensione.
I sentimenti spesso vengono accantonati come informazione non funzionale allo scopo, tuttavia rappresentano una reazione spontanea che è meglio esplorare.
Un modo immediato per conoscere i nostri sentimenti è quello di percorrere a ritroso i comportamenti dovuti alle emozioni, annotare quelle ricorrenti per cercare di ridurne l'impatto.
3) Le intenzioni possono riferirsi a desideri immediati quindi a breve termine sia a quelli a lungo termine. La difficoltà che porta ad ignorare le intenzioni è dovuta al fatto che vediamo la nostra intenzione palese ma non ciò che è scritto nel taccuino segreto dei nostri desideri.
Cosa si può fare per diventare consapevoli delle proprie intenzioni? Fidati dei sentimenti.
4) Fondamentale è "come" svolgiamo le nostre azioni, perché il come è una di quelle cose che gli altri notano in maniera immediata.

Per concludere...

LA STRUTTURA DELLA COMPETENZA EMOTIVA DI DANIEL GOLEMAN
presenta 2 DIMENSIONI.
COMPETENZA SOCIALE:
Empatia > percepire i sentimenti degli altri e saper adottare i loro punti di vista
Abilità sociali > collaborazione, sviluppo di reti sociali, gestione dei conflitti
COMPETENZA PERSONALE:
Consapevolezza di sé - Padronanza di sé - Motivazione


venerdì 20 dicembre 2019

STAGIONE CHE ARRIVA... PAESE CHE TROVI


Il tempo che passa e l'alternarsi delle stagioni cambiano gli scenari, così che un posto non è mai lo stesso e ogni volta che si torna qualcosa di diverso lo si trova sempre.
Stagione che arriva, paese che trovi.
Oggi siamo stati di nuovo a Trani, bellissima in ogni stagione. Poco traffico, forse perché inverno, difficoltà minima nel trovare parcheggio. Direttamente alla cattedrale che affaccia sul mare.
Il porto era piuttosto silenzioso, solo lo sciabordare delle brevi onde a riva, il garrito dei gabbiani e la voce di qualche pescatore che allestiva una bancarella improvvisata. Due colombi tubavano precoci, innamorati fuori stagione.
Il campanile della cattedrale col ponteggio per ritrovare l'antica bellezza, il candore della pietra che lo rende unico insieme con il resto. Di fronte un grande albero di Natale, secco in apparenza e da lontano, e invece finto ma spruzzato d'oro e argento. Inutile dire che subito ha ispirato un pensiero dei miei.
Ciò che pare senza speranza, a guardar bene può riservare più di una sorpresa.
All'interno della chiesa due presepi, il primo nell'inferiore, sistemato in una nicchia finestra, illuminato dalla luce esterna, il secondo con gli elementi essenziali della natività a grandezza naturale, posto accanto all'altare della chiesa superiore. Dolci musiche invitano al raccoglimento e alla preghiera.
Timidi raggi di sole ogni tanto si facevano strada, le nuvole non erano grevi, facile riuscirvi, ma pare che a volte un certo contesto si imponga. È inverno, il sole certamente sa di dover essere discreto.
Giornata grigio perla perciò, di grande serenità comunque.

mercoledì 18 dicembre 2019

IL DONO DELL' "ALTRO"



Si è svolta oggi, in prossimità del Santo Natale, la consueta celebrazione eucaristica presso la Chiesa di San Giovanni di Dio, negli OO.RR. di Foggia. Ha presieduto Sua Ecc. Mons.Vincenzo Pelvi, Arcivescovo della diocesi Foggia-Bovino, concelebranti i cappellani, padre Leonardo Marcucci e don Michele Noto. A porgere ausilio per i canti e la preghiera, suor Antimina e suor Giulia.
Presenti molti fedeli, il personale medico e paramedico, le associazioni di volontariato (AVO e GAMA oncologico). Non è mancato all'invito con il momento di fede il vertice sanitario dell'azienda ospedaliera, il direttore generale, dott. Vitangelo Dattoli, il direttore sanitario, dott. Franco Mezzadri, il direttore amministrativo, dott. Michele Ametta.
Le parti della liturgia eucaristica hanno visto la partecipazione attenta dell'intera assemblea, ma le parole dell'omelia in particolare hanno assai coinvolto. Il nostro Arcivescovo, sempre molto interessato alle problematiche attuali, è concreto, diretto e chiaro nel mettere in luce criticità e possibili soluzioni, che da persona di fede non possono essere che nell'ottica cristiana.
Il Natale riporta a Gesù che nell'umiltà si fece "dono" per l'umanità, umanità che oggi pare aver dimenticato origine ed essenza. Viviamo infatti in un clima di paura, diffidenza, a volte di odio. Non siamo pronti ad andare verso l'Altro perché il nostro sguardo ha perso benevolenza e amore.
L'Altro è inferno o dono, dipende solo dalla disponibilità di Cuore.
Tanti sono soddisfatti perché posseggono un'arma, molti provano soddisfazione nel cercare la cattiveria in presunti malintenzionati. Si guardano intorno con sospetto, hanno l'animo chiuso ad ogni richiamo. Al contrario chi si dedica all'Altro ritrova se stesso perché
si fa dono a sua volta.
A tal proposito, parole di elogio sono state rivolte a medici, infermieri e volontari presenti che non si rispiarmano nel prestare cure e soprattutto nel prendersi cura del malato con solerzia e particolare umanità.
Gli OO.RR. ormai Policlinico Universitario è in fase di espansione, e Foggia, pur al terz'ultimo posto per qualità di vita, secondo una classifica del Sole 24ore, è risultata prima tra le città pugliesi per buona sanità. La differenza appunto la fa il Cuore di chi cura e resta accanto ai malati. Non è la ricchezza che sfila a sera ed è cieca e sorda alla povertà che langue di giorno, quella che conta, ma l'Amore che non conosce riposo. Perché "ciò che si ama, non stanca". 

martedì 17 dicembre 2019

LA NOSTRA LEGGENDA PERSONALE


Se più persone in cammino per realizzare un sogno, casualmente o meno, cominciano e poi continuano a procedere insieme, alla fine insieme si ritrovano a condividere pause e riprese. Sono momenti di verifica che si rivelano tali e segnano tappe di crescita individuali e di gruppo.
La festa del GAMA in prossimità delle feste, è stata proprio bella, fuori dallo "standard" sempre a carattere familiare del Nostro gruppo, ma molto ben riuscita. Che dire...? Ogni tanto bisogna "allargarsi" un po', ad essere modesti bastiamo Noi. Che poi a dirlo sono gli Altri, e forse la Nostra forza sta proprio in questo. Alcun gesto eclatante, solo la presenza costante, lo "stare accanto", sempre.
Quando la Vita decise di sfidarmi, io non ero affatto pronta a raccoglierne il " guanto", avrei voluto voltare le spalle e scappare. Chiudere gli occhi e dormire, svegliarmi quando tutto fosse finito. Impossibile, in certe occasioni significa... morire. Compresi la cosa e così accettai la sfida, e fu la svolta della mia vita.
Il resto è noto, ma forse non ho mai detto che pensavo poter fare tutto da sola, realizzare qualcosa, un progetto solo intuito ma dai connotati non ben precisi. Così ancora una volta ci pensò la Vita. Mi considerò capace e decise un nuovo percorso da fare in compagnia. E condividere, sostenere, commuoversi col sorriso, e tanto ancora diventarono una nuova realtà non più di una persona sola ma di un gruppo, poi associazione. La Nostra leggenda personale.

SERENA CONSAPEVOLEZZA




Sto per scrivere poche righe, perché è questa l'ora che mi ispira, il silenzio è amico e quel che la Mente trasmette al Cuore e viceversa, poi voglio portarlo con me nei sogni. I doni di questa bella serata, una dolce sorpresa, e tanto insperato affetto...
È NATALE
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
- Madre Teresa di Calcutta -
TIENIMI PER MANO
Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto…
Tienimi per mano…
portami dove il tempo non esiste…
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano…
nei giorni in cui mi sento disorientato…
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate…
Tienimi la mano,
e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te…
Tienimi per mano e non lasciarmi andare…
mai…
- Herman Hesse -
CANTANDO SOTTO LE STELLE...
Non possiamo cambiare la direzione del vento, però possiamo accomodare le vele per navigare sereni.

LA TUA LEGGENDA PERSONALE




Paulo Coelho in "L'Alchimista" racconta del pastore Santiago che contrario al parere dei genitori, non prende i voti ma si mette in viaggio per seguire un sogno. Per la via incontra il re di Salem, Melchisedek e per le Sue parole gli si illumina un mondo, quello che già aveva in sé ma di cui non aveva piena consapevolezza. La Sua "Leggenda Personale".
La Leggenda Personale è quello che ognuno ha sempre desiderato fare. Tutti, all'inizio della gioventù, sanno qual è, in quel periodo della vita tutto è chiaro, tutto è possibile, e gli uomini non hanno paura di sognare e di desiderare tutto quello che vorrebbero veder fare nella vita. Ma poi, a mano a mano che il tempo passa, una misteriosa forza comincia a tentare di dimostrare come sia impossibile realizzare la Leggenda Personale. Sono le forze che sembrano negative, ma che in realtà ti insegnano a realizzare la tua Leggenda Personale. Preparano il tuo spirito e la tua volontà. Perché esiste una grande verità, chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato nell'anima dell'Universo. Quella cosa rappresenta la tua missione sulla terra. L'Anima del Mondo è alimentata dalla felicità degli uomini. O dall'infelicità, dall'invidia, dalla gelosia. Realizzare la propria Leggenda Personale è il solo dovere degli uomini. Tutto è una sola cosa. E quando desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio.
Sarà necessario perciò superare i quattro grandi ostacoli che fanno da impedimento alla realizzazione del sogno.
Il primo è la falsa convinzione inculcata nell'infanzia sull'impossibilità di rendere concreto un desiderio. Il secondo è l'amore, il terzo e il quarto... la paura. Paura di sbagliare, persino alla fine, paura di realizzare il sogno.
Come si farà allora a capire quando si è veramente davanti alla propria Leggenda Personale? Semplice, basta seguire i propri istinti, cercando di raggiungere un obiettivo determinato, fortemente desiderato. Questa leggenda personale si realizzerà, ma solo se si desidera una cosa con tutta la volontà.
Siamo chiamati a questo, si può dire sia l'obiettivo degli obiettivi. Qualcosa che si avverte ogni giorno e un po' per volta si concretizza, o in modo eclatante dopo un evento traumatico. Una vera e propria "svolta di vita".

domenica 15 dicembre 2019

LA' DOVE NASCONO LE EMOZIONI (quarta parte)



 Le 4 dimensioni fondamentali dell'intelligenza emotiva sono:

- Percezione, valutazione ed espressione delle emozioni
- Facilitazione emozionale del pensiero, cioè usare le emozioni per facilitare il pensiero
- Comprensione e analisi delle emozioni
- Regolazione consapevole delle emozioni che promuove la crescita emozionale ed intellettiva.

L'intelligenza emotiva presiede a:

- Controllo delle emozioni (auto-controllo e empatia)
- Superamento dello stress
- Sviluppo dell'attenzione (focus)
- Influenzamento positivo

Schema di Goleman

Consapevolezza di sé (delle proprie emozioni) > Gestione di sé > Gestione degli altri
Consapevolezza di sé > Consapevolezza degli altri > Gestione degli altri

Come si sviluppa?

1) Sviluppare un alto grado di autoconsapevolezza
2) Gestire le proprie emozioni
3) Motivare se stessi
4) Sviluppare capacità di comunicazioni efficaci
5) Sviluppare competenza nei rapporti interpersonali

L'autoconsapevolezza rappresenta il "punto fondamentale dell'Intelligenza Emotiva" poiché solo attraverso di essa è possibile massimizzare i risultati che si ottengono  con la comunicazione efficace, con l'esperienza interpersonale e la capacità di automotivarsi.
(continua)


sabato 14 dicembre 2019

E' NATALE OGNI VOLTA CHE SORRIDI ALL'ALTRO E GLI TENDI LA MANO

Dicono Tutti, e Chi non lo dice di certo lo pensa, che la frase su quel "fiocco" capitato per caso, è fatta apposta, proprio giusta al momento giusto. Non si direbbe per semplici parole, ma si percepiscono come cercate o pensate con tanta cura perché arrivino a segno, quindi funzionano sempre e diventano così piccoli tesori da custodire.
Stamattina 250 fiocchi su altrettante stelle di Natale, non sono proprio andate a ruba perché il periodo è inflazionato, però molte sono prenotate ed altre sicuramente andranno via alla festa di domenica sera. Comunque alla fine, di questa iniziativa sarà decretato il successo, come sempre succede quando si mette impegno e fiducia, e nello specifico si è riusciti a strappare un sorriso o un'esclamazione di meraviglia.
Questo pensiero è assolutamente scritto per me!
Gioiosa sensazione di sintonia.
Ma guarda un po', su 250 che ho scritto, sono andata a prendere questo. Mio pensiero immediato quando ho letto quello destinato a me. Il primo dei tanti, legato con un nastrino dorato senza averlo letto, attaccato alla "stellina prova" rimasta a casa...
"E' Natale ogni volta che sorridi all'altro e gli tendi la mano"... e in questo io ci credo davvero tanto, e lo metto in pratica sempre con tutto il Cuore, altrimenti non potrei. Non è cosa che s'improvvisa, è disposizione d'animo che indossata, diventa una "seconda pelle", suda e diventa gelida secondo l'emozione del momento, avvizzisce per gli anni ma riprende vigore dall'esperienza.
Natale è quando vai verso l'Altro e ti fai Natale per Lui. Si potrebbe senza l'entusiasmo di poter dare e ricevere un dono?

giovedì 12 dicembre 2019

LA' DOVE NASCONO LE EMOZIONI (terza parte)



Secondo Goleman qualcosa sta cambiando, la "persona" non è più valutata per intelligenza da QI e preparazione ma anche prendendo in considerazione il modo di comportarsi con sé e gli altri.
Ogni persona è dotata di almeno sette intelligenze ovvero, è intelligente in almeno sette modi diversi.
Il primo psicologo che ha parlato di Intelligenze Multiple è stato Gardner nel 1983.
- Intelligenza logico/matematica
- Intelligenza linguistico/verbale
- Intelligenza visivo/spaziale
- Intelligenza musicale
- Intelligenza cinestetica
- Intelligenza intrapersonale
- Intelligenza interpersonale
Daniel Goleman così definisce l'intelligenza emotiva. Capacità di servirsi di meta-abilità nella gestione dell'esperienza emotiva, ovvero, la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali.
Il concetto di intelligenza emotiva nacque nel 1990 ad opera di due psicologi, Peter Salovey e John Mayer, che la definirono per la prima volta in termini ufficiali come la capacità di monitorare e dominare emozioni proprie e altrui e di usarle per guidare il pensiero e l'azione.
(continua)


LA' DOVE NASCONO LE EMOZIONI (seconda parte)



Con il cervello rettiliano impulsi ed emozioni si manifestano attraverso risposte istintive e linguaggio del corpo.
Col sistema limbico (cervello mammaliano) si reagisce alle esperienze somatiche e sensoriali attraverso una memoria implicita che guida le emozioni.
La corteccia frontale (cervello "homo sapiens") svolge funzioni emozionali e cognitive, regola il linguaggio verbale, le funzioni coscienti, la consapevolezza.
Secondo Goleman le Nostre emozioni sono l'esito di disposizioni profonde, che vanno comprese e possibilmente indirizzate positivamente. Le azioni e interazioni umane sono esposte a fenomeni che hanno specifiche origini neurali.
Numerose strutture corticali e sottocorticali sono coinvolte nella regolazione delle emozioni e nell'associazione di queste con i ricordi e le sensazioni.
- Corteccia Cingolata
- Amigdala
- Ipotalamo
- Ippocampo
- Giro Paraippocampale
- Corteccia Orbito-frontale
- Tronco Encefalico
L'Ipotalamo è responsabile delle risposte vegetative in relazione a stimoli che generano emozioni.
- frequenza cardiaca
- temperatura corporea
- pressione arteriosa
- sudorazione
- ritmo respiratorio
- contrazione gastrica
L'Ipotalamo regola l'OMEOSTASI, mantiene cioè stabili le condizioni dell'organismo.
L'Amigdala, a forma di mandorla, è la ghiandola delle emozioni. E' responsabile dell'apprendimento e memoria atavica. Risponde immediatamente ed inconsciamente a tutti i segnali di pericolo. Riceve stimoli acustici e visivi.
L'Ippocampo è responsabile dell'apprendimento e della memorizzazione cosciente. La principale funzione dell'ippocampo sta nel fornire un ricordo particolareggiato, vitale per il significato emozionale.
Come si elabora un'emozione?
- Percezione ed interpretazione dello stimolo emotigeno
- Reazione fisiologica allo stimolo ( espressioni vegetative e motorie - esperienza dell'emozione - riconoscimento dell'altrui stato emozionale)
(continua)

mercoledì 11 dicembre 2019

LA' DOVE NASCONO LE EMOZIONI (prima parte)



Ultimo incontro del GAMA prima delle festività natalizie. Variegato e con un momento iniziale "dolce e a tutto gusto", ha offerto inoltre anche stavolta, con la condivisione di due storie forti, spunti di riflessione.
Dalla piena gratificazione per il susseguirsi di successi al sentirsi per questo quasi invincibile. Dal senso di inadeguatezza per non aver saputo fronteggiare una situazione d'emergenza al dolore per una perdita, alla serie di esperienze controverse.
Il senso del dovere e il caricarsi di responsabilità che portano a vivere l'esistenza intera come una "sfida" continua, e le difficoltà come momenti intensi di crescita. E ancora essere spettatori dell'altrui dolore, dell'ingiustizia e per questo entrare in crisi con se stesso e tutto quello in cui si è creduto. Poi finalmente ritrovare la "pace interiore" quando s'incontra il "proprio momento", far pace col mondo e con Dio.
L'ascolto attento di Chi si racconta coinvolge ed emoziona a sua volta, ma ancor più efficace sarebbe la "narrazione scritta", in primis per Chi scrive e poi per il lettore che potrebbe ritrovarsi in alcune situazioni e ricavarne ulteriore esperienza.
Terminata la condivisione del "compito a casa", si è preso a trattare la parte neurobiologica dell'intelligenza emotiva, ovvero "là dove nascono le emozioni".
Tutto parte dal cervello che tramite i due emisferi di funzionalità diversa porta all'esperienza.
L'emisfero sinistro è "razionale" (pensiero analitico, logica, linguaggio, scienza e matematica), l'emisfero destro è "creativo" (benessere, intuizione, creatività, arte e musica).
Paul Maclean propone la teoria del "cervello uno e trino", tre parti evolutesi nel tempo.
- Rettiliano
- Mammaliano
- Neocorteccia
Le "reazioni ancestrali" ( aggressività, esaltazione, blocco) sono ataviche, istintive e non controllabili.
(continua)

lunedì 9 dicembre 2019

WORK IN PROGRESS CON AMORE



Contare i quadretti...
Credo l'abbia fatto l'ultima volta quando confezionai a filet il bordo per una mensola.
Ritagliare con cura rettangoli tutti uguali e scrivere dei pensieri.
Farne piccole pergamene, strette da un nastrino che per l'occasione sarà dorato. Accompagneranno piccole stelle di Natale per un evento solidale.
Quando proposi questo "progettino" sembrava poca cosa, semplice, fattibile come addobbare per Natale la casa delle bambole, cosa tra l'altro fatta in passato non so quante volte, per amore e con amore, perché se questo non c'è tutto può sembrare inutile, banale, semplicemente superfluo. Riflettendo poi, a volte è l'insignificante ma solo in apparenza che può dare maggiore soddisfazione.
Così mi sono cimentata nella realizzazione del progettino e vado avanti da giorni e ancora non ho terminato. E tra callo dello scrittore, occhi che s'incrociano e dita che si accavallano sono pure contenta.
Roba da matti... ma solo a te vengono 'ste idee.
Il grillo parlante al negativo non manca mai, e non tiene conto di quanto sia importante, vitale per me ciò che penso e faccio.
Non so se sono veramente forte come voglio apparire o la mia è solo una maschera che mi aiuta a crederlo... work in progress comunque... dall'inizio così duro ad oggi. Non è stata completamente forza mia, lo so bene, ma ora sta a me non farle perdere vigore.
A volte però, soprattutto quando sono sola in casa, i pensieri cominciano a scorrere veloci come fotogrammi di una pellicola in accelerazione, e ricordi, paure, progetti mancati, speranze si susseguono senza pause e poi mi lasciano stanca. Ed è a questo punto che dubito della mia forza, tendo a piegarmi su me stessa, ma reagisco, alzo la testa e vado avanti. Continuo ad andare avanti e mi convinco di essere forte. Lo penso io e lo pensano gli Altri, quelli che incontro e soprattutto Chi mi è vicino, che sa ma tende a rimuovere ogni volta che parlo delle mie "giornate speciali", scandite da un tempo senza ore, minuti, secondi...

domenica 8 dicembre 2019

NONNA MARIA



Il mio nome di battesimo fu tappa obbligata, a quei tempi era così, primo figlio maschio... come il nonno paterno, figlia femmina... come la nonna paterna. Un diritto/dovere di primogenitura che mi toccò pienamente visto che entrambe le nonne portavano il nome che mi accompagna da oltre sessant'anni, che ora ci sta data l'età, e suona pure bene se tra me sussurro... nonna Maria.
Stamattina eravamo in vena di ricordi belli, mio marito ed io, e ad entrambi è tornata in mente la "mia nonna Maria", la mamma di mia madre. Lui l'aveva conosciuta quando ci fidanzammo, era ancora una donna validissima che si faceva sentire, e come si suol dire... a chi dava e chi prometteva. Per Lei era diritto acquisito perché da sempre aveva abitato con Noi, aveva allevato i figli dell'unica figlia, avuta da un breve matrimonio, solo due anni. Vedova a 27, non si era più risposata. Donna forte e volitiva aveva resistito ad ogni genere di difficoltà, lavorato per darsi da vivere, respinto in modo energico e a volte pure violento tutte le "ambasciate" per un possibile secondo matrimonio.
Eh... mica vuoi rimanere così!?... le dicevano.
Così come?!... replicava Lei... fatevi i fatti vostri.
Trascorsero gli anni, visse il dolore della guerra, onestamente le alterne vicende dell'immediato dopoguerra. Si accollò con pochi soldi l'onere di una figlia sposata giovanissima e il peso di una mamma anziana quasi per niente autosufficiente.
Di mia nonna ricordo distintamente il profumo di biscotti quando avevo la febbre e mi cullava tra le braccia, e i rombi e i
quadrotti di zucchero caramellato. Io ero la Sua nipote preferita, forse perché la prima, e non ne faceva mistero contro la volontà di mia madre.
Il ricordo di Lei oggi mi ha commosso, anzi ci ha commosso... poi stasera tra le mie cose ho trovato un testo che parla di nonne... coincidenza ? Chissà... la Vita tramite varie connessioni ama parlarci così...

Lettera di una nonna a sua nipote


Io ti guardo mia caramia dolcissima figlia, mia nipote. Sei la figlia di mia figlia, la tua pelle è levigata, i tuoi occhi di velluto e i capelli come l’ebano.
 E guardo te, mia piccina, i tuoi occhi da orientale, il tuo sguardo seducente.
 Sei bella, sei la mia speranza.
Le tue radici affondano in me e il mio futuro affonda in te.
Io ti guardo, mia piccola e ti parlo, ti racconto del passato, del tempo in cui la tua mamma era come te e come te voleva sapere, voleva conoscere le verità assolute, voleva le risposte che non ci sono, ai perché di una bimba.
Ti consegno i miei ricordi, mia cara, perché vivano in te e non si spengano mai.
Nei racconti che io ti trasmetto c’è la storia della tua famiglia, c’è un filo conduttore che dalle generazioni di un tempo lontano passa attraverso la mia anima, attraverso quella della tua mamma e arriva fino a te. Nell’infinito ripetersi delle generazioni, in un momento qualunque tra passato e futuro, c’è una piccola isola del tempo dove hanno abitato i tuoi padri e i loro padri e dove tu vivi e vivranno i tuoi figli e i figli dei tuoi figli. Un’isola di cui tu serberai ricordo attraverso me e il ricordo è una fiamma che avvolge e rigenera il tempo perché con essa il passato rinasce a nuova vita.
Nascosti nel mio cuore ci sono i dolori e la fatica del mio corpo che ha perso lo slancio e l’agilità di un tempo e restano celati giù nel profondo, perché più forte è la gioia di vederti, la gioia di sapere che tu ci sarai domani, se anche io non ci sarò e io rivivrò in te.
Io ti guardo, mia piccola e ti sorrido, perché di me ti rimangano un ricordo e un’immagine di letizia ed allegria. Perché tu possa portare in te una piccola parte gioiosa di me.
Io ti guardo, mia piccola, mia figlia di mia figlia e sono felice.

sabato 7 dicembre 2019

PENSIERI SOTTOSOPRA

Pioggia o nebbia in questi ultimi giorni, comunque pensieri sottosopra. E la prima settimana è quasi andata, abbiamo fatto pure l'albero che si è aggiunto al presepe pronto tutto l'anno, ora cerchiamo di allestirci l'animo, ché è più importante.
In questo periodo prende una frenesia tale che se per un'ora solamente ci fermassimo a pensare, comprenderemmo l'inutilità di tutto quanto. Creare una scenografia per la recita dell'anno, e poi? Natale passerà, e quando le luci saranno spente, ognuno nell'angolo assegnato e il palco solo per la polvere.
La penso così da quando per esperienza penso allo stato d'animo costretto a scontrarsi con la realtà che è intorno. Quando gli Altri vivono e ti senti spento dentro.
Primo pensiero sottosopra. Segue altro.
Sai, io ti seguo sempre, mi piace ciò che scrivi, però... com'è che certi tuoi pensieri perdono a volte di speranza... o sono io a percepire tale cosa?
Domanda a bruciapelo di un'amica incontrata per caso qualche giorno fa...
Può essere... le ho risposto immediatamente... perché è così la Vita, un sali e scendi, un darsi forza e poi ridimensionarsi per non illudersi, non che lo faccia apposta, si capisce.
Mi dispiace però...
Certo, anche a me. Ma così è la vita di Chi ne ha passate e ne vede passare, comunque tutto sommato è un modo come un altro per temprarsi.
Per il momento, secondo dei sottosopra.
E stamani ancora... da persona diversa che potrebbe capire e forse per fragilità a volte difetta...
Non è che tutte queste emozioni faranno rivivere i momenti di dolore?
Personalmente mi aiutano ad andarci contro, forse in questo mese un po' a fatica, ma continuo a far le scale due per volta, e solo ogni tanto temo di cadere.
Finalmente ci siamo rimessi in riga.
Metafora giusta che rimette a posto tutti i pensieri.


SUCCEDE...



Già, succede che la stanchezza sia tanta e tale che la mente è come ottenebrata, e le parole vengano meno. Non i pensieri, solo le parole.
Giornate intense queste che precedono il periodo delle feste, tante cose da fare, molto da preparare. Si cerca di coinvolgere, in famiglia e fuori, non sempre viene bene però, e allora penso... sarò, farò abbastanza... chissà.
E' che Dicembre è un mese un po' così per me, pressano quei benedetti ricordi e certe storie, non lo nascondo, mi fanno più male che in altri mesi dell'anno.
Ma Chi te lo fa fare...?! Dice qualcuno, vedendomi assorta, penetrando nei pensieri, altri al contrario per lo stesso motivo, mi guardano nel profondo e poi...
Come Te, nessuno mai... e questa affermazione quasi mi turba, perché non vorrei mostarmi a nudo e in fondo mica è vero che sono l'unica a caricarmi delle pene altrui. E' peculiarità del "Cuore intelligente", e per fortuna non tutti sono "stupidi dentro".
Va be', stasera va così... scrivo e mi paiono frasi insensate, succede...
Succede quando la Mente rincorre il Cuore, e questo si nasconde, così perde il filo e la via.
Non ho qualifiche se non una "sensibilità sfrenata" e un buon intuito, manca qualche dettaglio ma posso migliorare. Lo vorrei tanto, per le persone che incontro, per quelle care, e perché nella vita non si finisce mai, intanto mi impegno nelle piccole cose, a trovare le parole, a combinarle insieme per alleviare il dolore... è pretenzioso?
Ovvio, normalmente lasciano il tempo che trovano, ma in certe situazioni sono carezze, lenimento per l'anima. Ed io ci provo.