martedì 30 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.74) (La grande strategia dell'Amore)

Arriverà domani... e sarà un'altra Settimana Santa, la seconda anomala per forma ma da vivere ancora più intensamente nella sostanza.
Ci riconcilieremo grazie al perdono, con la consapevolezza di quanto siamo miseri e paurosi, sperando nella misericordia, e che tutto questo passi.
In un brutto periodo che pare un'eternità, con l'avvicendarsi tormentato dei giorni, poco o tanto che sia, dobbiamo accantonare spesso atteggiamenti dannosi e ricorrere all'Amore, per impedire al Cuore di chiudersi, per aver fiducia e nutrire speranza.
Le Opere dell'Amore.
Le opere dell'amore
sono sempre opere di pace.
Ogni volta che dividerai
il tuo amore con gli altri,
ti accorgerai della pace
che giunge a te e a loro.
Dove c'è pace c'è Dio,
è così che Dio riversa pace
e gioia nei nostri cuori.
- Madre Teresa di Calcutta -
Una sorta di ricarica naturale, potenziata al massimo, che fa bene pure al sistema immunitario e a livello psicologico.
Non serve affannarsi... farsi prendere dalla stizza, poco aiuta proiettarsi a lungo nel futuro.
Ogni sera mi limito a pensare al domani immediato, ai frutti delle opere di Dio che coglierò e a quanto saprò seminare perché niente vada perso.
Prendo l'impegno a migliorarmi, e già mi sento meglio, "intera" dentro e solo questo veramente conta.
Penso a domani, lunedì di un'altra Settimana Santa, e anomala più non è.
La "pace" è scesa in me.
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lunedì 29 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.73) (Dedicato ai giorni persi)

Ho aspettato questo fine settimana con ansia. Sentivo stranamente il bisogno di chiudermi "a riccio", non proprio isolarmi, piuttosto concedermi lo spazio giusto per raccogliere le idee. Tante e varie, come del resto i sentimenti di questi ultimi mesi infiniti.
Decisioni prese e poi sospese, confusione e disorientamento, come volteggiare bendati e poi fermarsi di colpo, a rischio caduta.
Ho parlato già del silenzio come mio rifugio in generale, in particolari circostanze, e in questo periodo assai duro per Tutti.
È per recuperare i giorni persi, perché il mio tacere dia da pensare a tutte le volte che non mi è stato donato l'ascolto, senza pretesa di essere capita, che è cosa difficile sempre, in questo momento storico quasi impossibile.
Condivido una bellissima preghiera in cui si evidenziano le tante virtù del Silenzio.
La grandezza del silenzio (di S. Giovanni della Croce)
Il Silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci a Dio la difesa del tuo onore
Il Silenzio è magnanimità:
quando non riveli le colpe dei fratelli
quando perdoni senza indagare nel passato
quando invece di condannare intercedi
Il Silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi consolazioni fuori di Dio
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli
Il Silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli
quando non chiedi plauso e riconoscimenti
quando lasci che il tuo agire possa essere male interpretato
quando dai ad altri il merito e la gloria dell’impresa
Il Silenzio è fede:
quando taci perché è Lui che agisce
quando rinunci alle voci del mondo
per stare alla sua presenza
quando non cerchi comprensione
perché ti basta essere capito e usato da Lui
Il Silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocere e uccidere
Infine il Silenzio è adorazione:
quando abbracci la Croce, senza chiedere il perché
nell’intima certezza che questa è l’unica Via giusta.
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domenica 28 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.72) (Il silenzio buono)

  Non sempre se resto in silenzio è perché mi mancano le parole, ce le avrei e pure giuste, solo non è quello il momento. A volte tacere è l'unica proposta ed anche risposta.

Quando di fronte hai la paura sotto le mentite spoglie di incertezza, la sfiducia che rasenta di nuovo la rabbia, che potresti mai dire? E del dolore, così all'improvviso?
Parole di compassione sgomenterebbero, altre intese a sdrammatizzare risulterebbero ipocrite, banali... inutili. Meglio il silenzio allora, e una carezza pure da lontano o... come si è soliti dire ora... "da remoto".
Poche parole quindi, e tanto silenzio, che pure assorda, ma almeno non fa danni.
Sono certe situazioni che fanno rumore, e ad un certo punto pure se ormai sono abituata, sento il bisogno di appartarmi in me stessa.
È un modo per riprendermi, vivendo il silenzio che ricarica, quello buono.
Un po' come succedeva quando facevo chemio e nel pomeriggio mi chiudevo in camera, con gli occhi chiusi, una tuta pulita, sdraiata su lenzuola profumate di fresco.
Una scelta, quella del silenzio che è ora terapia per l'anima, con pochi effetti collaterali, tra cui quello di non essere capiti, e l'opportunità però di elaborare ogni cosa secondo i propri tempi.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante spazio al chiuso

sabato 27 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ".(n.71) (Corde ad alta tensione per massima fragilità)

Dagli occhi della memoria un'immagine strana, come è strano il periodo che stiamo vivendo.
Sono trascorsi tre mesi di quest'altro anno e non mi pare affatto diverso da quello precedente. Anzi.
Confusione massima e corde ad alta tensione.
Basta una scintilla e scoppia un incendio.
Cade un sassolino e pare prossima una frana.
Lucidità... addio.
Eppure sento di dover essere grata per quell'immagine strana, ricordata all'improvviso.
Una scatolina trasparente che amavo riempire di sabbia oltre l'orlo, per vedere poi i granelli insieme venir via piano all'inizio, e tanto velocemente all'improvviso.
Ne rimaneva comunque uno strato sottile sul fondo, quel che bastava per non ricominciare da zero.
Metafora si e no per riferire ciò che provo, ora che pare sia sfuggito tutto di mano.
Ma è solo un attimo, mi mancavano le parole, le ho ritrovate.
Riprenderò ciò che ho perso. La serenità che... dicono... io dono, la gratificazione da più di un sorriso.
Nei giorni scorsi ho percepito troppe note stonate, messe insieme su un pentagramma da immaginare, fatte passare per provvisoria ma necessaria melodia. Al solito e per eccesso di ottimismo ho voluto crederci, e mi sono allontanata dalla buona meta.
Ora riprenderò la via. E a quel Qualcuno dovrò sempre dire... grazie.
Perché mi fa incontrare anche "da remoto" le persone " a modo" . Tanti insegnamenti e qualche carezza pure da lontano
Il tempo va in economia. Più ne investi, meno ti costa, ancor più ne guadagni.
Mi è mancato quel tempo a forza risparmiato.
Non mi è servito e l'ho perso per strada. Pure con le mie forze.
Ora ho un bel gran da fare per recuperare tutto. Davvero tutto quel che ho lasciato dietro.
Potrebbe essere un primo piano raffigurante margherita africana e natura

venerdì 26 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ (n.70) (Per fortuna ci sei Tu, ci sono io, ci siamo Noi)

Insieme, per quelle relazioni umane che sono il fulcro su cui fa leva la vita di ognuno.
"La vera gioia si trova nelle relazioni affettuose, nel sentirsi insieme, lontano da «io» e «me», dove c'è «noi»"
- Leo Buscaglia -.
Parenti, amici, semplici conoscenti.
Legami di sangue, legami acquisiti.
Relazione lavorativa, relazione d'aiuto.
La Vita ne offre di opportunità per dare senso ad un'esistenza non da spettatori ma da protagonisti.
Si tratta di "seminare", "curare", "coltivare" ogni relazione, credere nel valore di ognuna, e proiettarsi nel futuro, perché qualcosa resti come esempio, "seme buono" da perpetuare.
"Scusarsi non significa sempre che tu hai sbagliato e l'altro ha ragione. Significa semplicemente che tieni più a quella relazione del tuo orgoglio".
(Anonimo)
Se avrai ben seminato, il raccolto non deluderà. Cultura contadina ma anche sacrosanta verità, verificabile ogni giorno nelle relazioni umane, da quelle più strette, intime e familiari alle frequenti conoscenze.
Dipenderà da come ti porgi, da quanto di Te stesso avrai dato senza nutrire troppe aspettative.
Dovrebbe essere normale per un genitore, donarsi ad ogni figlio in modo equo e gratuito, e il "buon raccolto" c'è il giorno che non sarà più. Concordia tra fratelli, la vera e unica eredità d'amore.
Altro "seme buono" quando toccherà loro lasciarsi dietro il miglior raccolto.
Pensando a tutti i miei incontri, alle conoscenze, alle relazioni umane che ho instaurato, mi ritrovo a riconsiderare questa "mia" vita, unica ma non a se stante, che va parallela ad altre, anch'esse uniche ma non a se stanti come binari di un'estesa ferrovia.
Stazioni diverse, in tempi diversi, ma necessariamente gli uni paralleli agli altri. Esistenze che si avvalgono di altre, vite umane come binari.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto e albero

giovedì 25 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.69) (Pensando "alla grande")

Che cosa vuoi fare da grande?
È la domanda solita che si fa ai bambini, io ai miei figli lo chiedevo periodicamente, quasi per testarne l'evoluzione.
Tediosamente e scioccamente, dico ora, primo, perché non avendo possibilità di larga scelta per scarsa conoscenza, le risposte erano sempre le stesse, secondo... a lungo andare presero a rispondere con un'altra domanda...
Che cosa vuoi fare da grande?
Seguiva...
Che si mangia oggi?
Eppure una volta mio figlio a cinque anni rispose...
Niente!... non voglio fare niente.
Mi prese l'ansia, e restai basita.
Compresi, riflettendo, che poteva essere l'unica risposta possibile a quell'età, quindi non chiesi più.
L'essere umano è in continuo divenire nella realizzazione piena di se stesso, un bambino che si affaccia alla vita non potrà rispondere che per sentito dire, fino a quando sentirà in sé che non ha risposta, ma da sé dovrà cercarla nel tempo.
Quando ero piccolissima mi chiedevano... che cosa vuoi fare da grande?
La mamma.
Perché era il mio unico modello di vita.
Stessa domanda quando frequentavo le elementari, e la risposta era...
La maestra.
Gli anni passavano e continuai ad interrogarmi...
La prof, la dott.ssa... ecc. ecc.
Sono mamma e nulla più, e fui inquieta ed ebbi rimpianti, poi all'improvviso qualcosa cambiò, e diventai "artigiana della mia vita".
Un mestiere che non prevede pensionamento, perché non si smette mai di plasmarsi, amare, cambiare per sentirsi sempre pienamente se stessi.
"Non possiamo fare grandi cose nella vita, ma possiamo fare piccole cose con grande amore"
- Madre Teresa -
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mercoledì 24 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.68) (Qualche pensiero e una preghiera)

Decimo incontro GAMA ON LINE.
Davvero i pomeriggi online stanno diventando una "tappa importante della Nostra crescita personale", e sarà una delle poche cose, se non l'unica che sentiremo di poter salvare quando la pandemia finalmente sarà passata.
Un incontro a tutta condivisione.
Ricordi, pensieri ed emozioni. Una preghiera alla Madre Celeste da parte di ognuno, per celebrare la ricorrenza odierna della Madonna dei Sette veli, patrona della Nostra città. Storia e Fede nella tradizione locale.
Un vissuto forte va elaborato perché non resti ferita viva, e cicatrizzi invece in modo sano, lasciando un segno appena visibile, vittoria e promemoria per un futuro di "tappe" in continua crescita.
Stasera ho condiviso alcune pagine del mio diario, sempre aperto tra il "step by step" e il "work in progress", con commozione e "ammirazione" per me stessa. Perché quando si rilegge ciò che si è scritto, soprattutto ad alta voce, succede un fatto strano, quasi uno "sdoppiamento", e piangi rivivendo il momento, e sorridi inorgoglito, in quanto mai avresti pensato di arrivare a tanto, e ti senti forte, sempre vulnerabile ma forte e capace.
Due periodi della stessa epoca a confronto, nel primo protagonista la paura che quasi mozza le frasi, didascalie di un'immagine che si rifiuta. Segue un intervallo di due anni che fa spazio ad una nuova consapevolezza, alla scoperta della "vera persona", mai apprezzata dalla persona stessa.
Nel primo periodo lo sguardo è rivolto all'esterno, a ciò che potrà succedere.
Nel secondo è continua introspezione e ormai certezza che il "Qui e Ora" sarà la chiave, la modalità giusta per farcela.
Cominciai a scrivere per non pensare, scoprii che scrivendo prendevo le distanze dall'"evento".
Non ho mai scritto perché Altri leggessero, ma per "stare bene", poi ho scoperto che si sentiva bene anche Chi mi leggeva. E da questo ho tratto motivazione per continuare.
La "scrittura" è una grande risorsa. È un mezzo per elaborare e metabolizzare.
Con poche parole efficaci si può esprimere gioia o tristezza, correggere ansia che diventa timore, e poi lucidità.
Tutti possono scrivere per trarne beneficio.
Ultima parte dell'incontro impegnata dalle preghiere rivolte alla Madre Celeste.
Alcune spontanee, altre citate. Invocazioni e lodi, vissute con intensa partecipazione.
Un bel momento spirituale, una catechesi non programmata, la sensazione di fede ravvivata come da acqua di fonte.
Un canto mariano, "tenero" e bellissimo, ha concluso l'incontro. Due ore fruttuose volate in serena compagnia.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante libro

martedì 23 marzo 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ (n.68) (Se la Vita fosse poesia)

Oggi giornata mondiale dedicata alla Poesia, la forma letteraria che esprime e trasmette rapida le emozioni.
Lo fa per "immagini" colte in modo differente da Chi legge, arriva diretta come "melodia".
Pittura e Musica insieme, è come una dama che resta tale anche in umile veste.
LA POESIA DELLA VITA
Bisogna essere felici di nulla,
magari di una goccia d’acqua
oppure di un filo di vento.
Di un animaletto che si posa
sul tuo braccio o del profumo
che viene dal giardino.
Bisogna camminare su questa terra con le braccia tese verso qualcosa che verrà
e avere occhi sereni per tutte le incertezze del destino.
Bisogna saper contare le stelle,
amare tutti i palpiti del cielo
e ricordarsi sempre di chi ci vuole bene.
Solo così il tempo passerà senza rimpianti e un giorno potremo raccontare di aver avuto tanto
dalla vita.
- Manolo Alvarez, poeta contadino spagnolo -
Se la Vita fosse poesia, sarebbe sentimento per una realtà ridotta all'essenziale.
Definizione personalissima, ricavata da un momento non proprio di sconforto, piuttosto di consapevole demotivazione. Per cui lasciata a se stessa ogni incombenza, da me son venuti fuori dei versi strani, quasi eco kafkiana...
TRA LE RIGHE (Estemporanea)
Mi alzo,
mi lavo,
mi vesto.
Aspettando che spiova.
Mi affaccio alla finestra.
Cucino e stiro.
Penso.
Aspettando che spiova.
Pranzo.
Lavo i piatti.
Respiro e ricordo.
Aspettando che spiova.
Sera.
Guardo le stelle e sospiro.
Chiudo gli occhi.
Aspettando che spiova.
Vorrei essere una formica, un'ape, un lombrico.
Per loro non è mai piovuto.
Il senso è tutto racchiuso alla fine, nel desiderio di essere un insetto, che semplicemente vive la sua vita, inconsapevole.
Mentre Noi aspettiamo qualcosa succeda, passando da un colore all'altro, senza più riconoscerne il senso.
Semplici questi miei versi estemporanei, sintetici come altri di Chi davvero può definirsi poeta.
Il tacito intento è veicolare veloci le emozioni, quando hanno fretta di arrivare.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "2 m r Giornata Mondiale della ESIA"