mercoledì 30 settembre 2020

IL REIKI - L'ENERGIA CHE È IN ME (Un "canale" sempre attivo)


La "disciplina" Reiki è una via per conoscerti meglio e riportare la serenità nella tua vita, il benessere nel tuo corpo, la gioia nel tuo cuore, la pace nella tua mente.
Non è altro che "esercizio" per tornare, riabituarsi a quello che eravamo al momento della nascita, in modo prevalente... essenza spirituale.
Il "metodo" Reiki consente, attraverso "iniziazioni", o "armonizzazioni" di diventare canale attivo di energia equilibrata, ripristinando quella connessione energetica tra l'umano e il cosmico che i tanti condizionamenti culturali e sociali hanno in parte oscurato, facendo sì che l'uomo smarrisse la consapevolezza di essere capace di conoscersi, riequilibrarsi e addirittura guarire.
Ciò che in tempi odierni chiamiamo "positività" o "atteggiamento di apertura" alle buone possibilità, nasce quindi dal ristabilirsi casuale o cercato di tale connessione, e gli effetti benefici sono noti, sia a livello fisico che psichico.
La parola Reiki si compone di due sillabe. "Rei" descrive l'aspetto illimitato ed universale di quest'energia, mentre "Ki" è ogni parte individualizzata del Rei, ovvero la forza vitale che ha preso una specifica forma e permea individualmente tutto ciò che esiste.
Reiki è "Energia Universale".
Questo sistema straordinario fu scoperto da un monaco buddista, Mikao Usui, che lo strutturò metodicamente in vari livelli conoscitivi ed esperienziali. Dopo l'iniziazione che riporta alla consapevolezza della propria energia, e il percorso dei vari livelli si arriva ad essere pronti alla pratica di questo metodo unico che la scienza non ricusa ma affianca alle terapie tradizionali.
Il "buon dottore" che aveva catturato un po' alla volta la Nostra attenzione, sorrideva mentre ricordava il Suo approccio con l'iniziazione. Tutto gli pareva un'autentica "illusione", magari da condividere come una "storiella" di maghi e guaritori, invece ne era rimasto stupito ed ora affermava quasi di "aver paura di tale cosa", tanto sembrava superasse ogni potenzialità umana.
L'immagine può contenere: una o più persone, il seguente testo "reiki"

IL REIKI - L'ENERGIA CHE È IN ME (Chiarezza e libertà)


Fino all'adolescenza non siamo protagonisti della Nostra vita, subiamo decisioni e conseguenze. Se tale cosa avviene poi senza un minimo margine di autonomia, l'ingresso nel "mondo degli adulti" sarà traumatico perché caratterizzato dalla confusione. Da che parte stare?

Pochi decidono di non scegliere, e restano là dove son sempre stati, i restanti si lasciano affascinare dalla realtà virtuale e diventano le copie di se stessi, brutte copie perché false. Entrambe le decisioni privano della libertà e svuotano di energia.

E il tempo passa e si resta "adulti a metà ".

Quanti conservano ancora il coraggio delle proprie idee e dell'agire? Non molti, credo. In qualsiasi ambito si teme il confronto sincero, il giudizio, per non fare brutta figura si seguono le "correnti" o le "mode".

Un esempio? Chissà perché gli exit pool, le cosiddette proiezioni all'uscita dai seggi elettorali non c'azzeccano mai... o quasi, dipende sempre dal grado d'insoddisfazione generale più o meno palese.

E questo è l'esempio più banale, che comunque nel tempo e in modo diffuso azzera la capacità di decidere consapevolmente quale politica abbracciare.

Dall'evidenza dei fatti nasce la verità che interpretata dal soggetto lo lascia comunque libero, a meno che questi non si lasci strattonare perdendo di vista la chiarezza del Suo essere.

Per timore di perdere la libertà, tra scelte sconsiderate con mea culpa a scoppio ritardato inutili e selfie a bocca larga e denti stretti sui social come niente fosse, ci stiamo imprigionando da soli. Senza contare tutti i "grandi fratelli" senza mascherine e dal pianto continuo.

Credo sia il tempo di tornare alle origini, a "Via col vento" e a Giulio Verne, al profumo della carta stampata e ai giusti e sani film mentali che facevano sognare e non finire in analisi.

Ci serve "chiarezza" per vedere il Nostro vero volto e non perdere "energia" vitale.

L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, oceano, spazio all'aperto e natura, il seguente testo ""Liberi di sognare, senza far rumore""

lunedì 28 settembre 2020

IL REIKI - L'ENERGIA CHE È IN ME (L'equilibrio energetico)


La pratica del Reiki tende alla stabilità dell'energia.
Penso comunque che per ristabilire l'equilibrio energetico sia necessario averne avuto uno buono a monte. Conoscere bene se stessi, avere la consapevolezza delle proprie potenzialità e dei limiti, apprezzarsi nonostante questi, ovviamente cercando di migliorarsi senza però farne un dramma. Anche perché un limite potrebbe addirittura costituire un'opportunità più o meno celata.
E torno a parlare di me. Faccio mente locale, da quando cominciai a farmi domande e crearmi problemi.
Le mie potenzialità?
La buona memoria, l'intuito, il senso del dovere... magari quest'ultimo un po' esagerato, quasi un limite.
I miei limiti?
La timidezza e il bisogno continuo di conferme.
Dare priorità ai limiti annullò la stima di me stessa, quando invece sarebbe stato sufficiente essere com'ero senza ostinatamente cercare termini di paragone, confronti da cui venivo fuori sempre perdente.
Un'esperienza estrema mette di fronte a se stessi, nessuno a confronto nel bene e nel male, la voglia di "emergere" nel vero senso della parola, fa comprendere quanto ognuno sia davvero "unico" e apprezzabile per questa Sua unicità, doti e limiti compresi.
In rete ho trovato una favola molto bella, significativa della tradizione cinese. Apprezzarsi per quello che si è, non temere il giudizio altrui, è prova di grande "onestà", virtù oggi alquanto rara...
IL SEME DI KAORI
C’era una volta in Cina un principe che non aveva ancora trovato moglie. Il padre era preoccupato perché la legge stabiliva che alla sua morte il figlio poteva diventare imperatore solo se prima si fosse sposato.
Il principe seguì il consiglio di un saggio e decise di radunare a palazzo tutte le fanciulle del suo regno.
Il giorno stabilito si presentarono a palazzo le più belle e affascinanti fanciulle del regno, avvolte in abiti ricchi e luccicanti.
Tra loro c’era anche la figlia di una serva del re, Kaori, che non era bella. Non era neanche ricca. La madre aveva cercato inutilmente di trattenerla a casa.
Kaori era stata irremovibile, sarebbe andata a palazzo almeno per stare qualche minuto accanto al principe.
Il principe annunciò la sua sfida...
"A ciascuna di voi darò un seme, e colei che fra sei mesi mi porterà il fiore più bello diventerà mia sposa, la futura imperatrice”
Kaori prese il suo seme e appena tornata a casa, lo piantò in un grande vaso di argilla. Ogni giorno gli portava acqua, si assicurava che non patisse il freddo, che non assorbisse troppa umidità, che i raggi del sole non lo colpissero direttamente e troppo a lungo.
Dopo un mese dalla terra del vaso di terracotta non era spuntato alcun germoglio. Nulla. Kaori consultò anziani giardinieri, applicò i loro consigli. Non crebbe nulla. Dopo sei mesi il seme non era cresciuto. Niente. Neanche una minuscola fogliolina.
Arrivato il giorno dell’udienza dal principe, Kaori decise di portargli ugualmente il suo vaso, come segno del suo amore paziente.
Giunta a palazzo, Kaori si mise in fila dietro a centinaia di giovani donne che tenevano tra le mani fiori bellissimi, stupendi, dai profumi inebrianti. Il principe ammirava ogni fiore che passava davanti a lui.
Quando le si presentò davanti Kaori, il principe scrutò il vaso colmo solo di terra con grande attenzione. Dopo di lei sfilarono altre fanciulle, tutte orgogliose dei loro magnifici fiori. Alla fine il principe si alzò dal trono e annunciò la sua decisione...
“La mia sposa sarà quella giovane donna che tiene il vaso di terracotta da cui non è cresciuto alcun fiore”
Le altre reagirono malamente perché stupite da ciò che consideravano un'ingiustizia.
Il principe le fece tacere e poi spiegò le sue motivazioni ...
“Quella donna è l’unica che ha saputo far crescere il fiore dell’onestà. È degna di diventare imperatrice. I semi che vi ho dato erano senza vita, sterili. Non avrebbe mai potuto crescere nulla da quei semi”
Kaori e il principe si sposarono il primo giorno di primavera e la loro vita insieme fu felice.
Non serve competere a sgomitate, probabilmente la Vita chiede altro per il ruolo che dovrai sostenere.
Di certo niente per apparire ciò che non si è, ma tenacia e pazienza nel coltivare il meglio di sé, introvabile in altri perché unico.
L'immagine può contenere: pianta, fiore, spazio all'aperto e natura

domenica 27 settembre 2020

IL REIKI - L'ENERGIA CHE È IN ME (Il punto di partenza)


Così con il Reiki andiamo avanti, e se il progetto di iniziazione andrà in porto, credo proprio sarà un'esperienza incredibile.
E pensare che già solo a sentirne parlare sette anni fa, mi venne voglia di sperimentare, poi la cosa finì lì perché non c'era abbastanza tempo ed alcuni erano di certo più meritevoli di me in quanto a priorità.
Il medico che volle condividere la Sua esperienza di iniziazione alla "disciplina" Reiki, aveva esordito con un'affermazione che nell'immediato sembrò provocatoria... - Sono contento di essere qui tra Voi e non altrove a parlare di questa mia esperienza. Voi siete "fortunati"...
Fortunati Noi?... un'assemblea di pazienti oncologici, i Loro accompagnatori quasi tutti parenti stretti, ed altri pochi che comunque con il cancro "convivono" professionalmente, perchè alla fine di convivenza si tratta in quanto è impossibile nel tempo non entrare in empatia con Chi soffre e necessita di aiuto.
- Noi tutti qui, siamo fortunati perchè vediamo cose che Altri non vedono...
Certo, questo era sicuro. Chiunque si è trovato a vivere un tumore lo afferma... è come passare dalla penombra, poi in una zona di buio e alla fine in "piena luce", ove tutto appare più chiaro nei minimi particolari.
E quel che è stato non conta più perchè era parzialmente oscurato... e quel che sarà non preoccupa perchè ormai non c'è più niente da scoprire.
Allora se il "percorso" è stato fatto nel modo giusto, strategico per la riconquista di se stessi, si comincia a stare bene, a guardare avanti con l'ansia benigna della speranza e non quella ossessiva del futuro ad ogni costo.
Il Reiki può essere un aiuto nella condizione di malattia, praticarlo rende più vivi, più positivi, più propensi ché l'energia vitale prevalga sulla sofferenza. Perchè significa liberarsi da quel senso illusorio di separazione dal tutto, e acquisire invece la consapevolezza di essere un tutt'uno con l'Universo.
Essere iniziati al Reiki e praticarlo, significa entrare in contatto col proprio Cuore, la porta di collegamento per qualsiasi tipo di guarigione.
Ma prendiamo ora in considerazione questi 5 principi:
SOLO PER OGGI...
vivrò la propensione alla gratitudine
SOLO PER OGGI...
non mi preoccuperò
SOLO PER OGGI...
non mi arrabbierò
SOLO PER OGGI...
farò il mio lavoro onestamente
SOLO PER OGGI...
mostrerò amore e rispetto per ogni essere vivente.
Basterebbe l'osservanza di questi soli, basati sulla validità del momento presente
giorno per giorno, per raggiungere il benessere interiore... stare bene.
Rileggete con calma ed attenzione, poi riflettete. Io dico che avrete fatto già un grande passo, la partenza che serve.
L'immagine può contenere: il seguente testo "The Principles of REIKI Just for today I will live the attitude of gratitude Just for today I will not worry Just for today I will not anger Just for today I will do my work honestly Just for today I will show love and respect for every living thing"

IL REIKI - L'ENERGIA CHE È IN ME (Introduzione)


Come introduzione al Reiki, una citazione alla larga...
"Se c'è un rimedio ad un problema, perchè preoccuparci?
E se non c'è rimedio, perchè allora preoccuparci?"
... che poi molto somiglia alla mia convinzione che ripetuta come un mantra sempre più si stabilisce alla base del mio "stile" di vita.
"Tutto va come deve andare e non può diversamente"... e allora a cosa serve ribellarsi, conviene molto di più adattarsi alle situazioni, con ovvia strategia e non ci si sentirà separati da quella condizione che rifiutiamo, bensì "diversamente uniti" comunque "parte" di quella stessa.
Credere in questo, penso sia già "percezione" dell' "energia" che c'appartiene, percezione ma non consapevolezza che invece si raggiunge con disciplina nell'intento di arrivare all'armonizzazione interiore, al benessere fisico e mentale.
È meraviglioso rendersi conto che l'energia interna, Nostra di diritto fin dalla nascita, esiste in Noi e avulsa da Noi, comunque c'è ed è forte.
Capisco ora la ragione per cui non ho voluto e non voglio "archiviare" quello che mi è successo.
Vivo da paziente "potenzialmente" guarita perchè pensare "costantemente" ma non "ossessivamente" ad un remoto, eventuale ritorno mi dona paradossalmente serenità. E non c'è più paura, perché so già come dovrei/potrei affrontare l'evento, considerando naturalmente anche l'imprevedibile.
I "particolari" fortemente sentiti durante l'incontro di sette anni fa sul Reiki erano analogie con alcune mie felici "intuizioni" cui mi ero aggrappata quando stavo male, prima tra tutte evitare ogni preoccupazione, concentrarmi sul momento che stavo vivendo, aiutarmi con la preghiera.
La malattia è un evento come tanti che percorrono la vita di tutti, io pure ero viva, ed allora perchè mai avrei dovuto essere esente da quella "possibilità"?
E poi... ce l'avessi fatta o meno, la mia "storia" sarebbe comunque sopravvissuta.
A questa conclusione arrivai in piena "ignoranza", dando ascolto solo a ciò che provavo, facendomi coinvolgere totalmente.
Sarà stata opera di "energia"!?
Forse quella stessa che sento presente e forte tuttora, e con cui cerco di impegnarmi per gli Altri.
Qualcosa di simile alla pratica del Reiki, che però prevede l'uso delle mani, parte da una sorta di armonia, non è pranoterapia ma porta ugualmente benessere.
L'immagine può contenere: il seguente testo "Reiki is Universal Life Energy 正 霊 気"


sabato 26 settembre 2020

UN GRANDE POTENZIALE IN OGNI UOMO


In ognuno è presente la capacità di trasmettere energia veicolandola, e in questo modo aiutare l'Altro praticamente a rialzarsi e stare meglio. Non solo speranza a parole quindi, ma anche in modo concreto.
Oggi sono stata in reparto più a lungo perché ho accompagnato mio padre a visita, così nell'attesa ho tenuto compagnia ad una paziente al Suo primo appuntamento con la terapia.
Ho notato subito che era abbastanza serena, positiva, propensa a condividere non solo l'esperienza del momento. Pareva fosse una "veterana" della situazione.
E poi, "carica di energia", come Lei stessa ha affermato.
Senti senti, ho capito perché... ha una cognata che ha cominciato a praticarle il "Reiki". A Noi del GAMA un po' di tempo fa, fu "illustrata" questa tecnica e qualcuno la sperimentò pure, anche con un certo beneficio.
Un medico che aveva imparato tutto ciò che si doveva sapere, da "discepolo" si fece "maestro" di Noi Tutti, ritenendo che fossimo i più adatti a recepire questo tipo di "messaggio".
Tenne a precisare che al corso aveva partecipato perchè inviato dal primario e affatto convinto che fosse tempo speso bene, nonostante questo però, poi si era rivelato con Sua stessa meraviglia un forte "veicolo" di energia.
Il Reiki va visto come un supporto, un complemento... in altre parole, aiuto per ricongiungersi, dopo averla ritrovata, alla propria vera essenza, che altro non è che Luce ed Amore.
Il Reiki non è magia, non è una religione nè tanto meno una terapia alternativa. È un "sistema di vita" che stabilisce una connessione diretta tra l'essere umano e l'energia primaria della creazione.
Riscontrati dei "particolari" fortemente sentiti, cominciai allora a far ricerche in rete, a leggere ed approfondire.
Ora ho pensato... che ne dite se condivido quello che ho appreso ed altro riguardo l'argomento, magari anche alcune mie "intuizioni" personali?
Potrebbe essere uno spiraglio, uno stimolo, un tentativo di aiuto in più. O no... ?
L'energia va condivisa in potenza già come pensiero propositivo, in atto poi diventa grande virtù.
Fatemi sapere...
L'immagine può contenere: fiore e pianta

venerdì 25 settembre 2020

IL SEME DELL'AUTOSTIMA


L'Autostima non è un bene in dotazione, la si costruisce passo dopo passo, sin dai primi giorni di vita e ha a che fare, soprattutto con il rapporto che i genitori riescono a instaurare con il proprio piccolo, con la loro capacità di infondergli sicurezza e fiducia in se stesso e negli altri.
Un bambino si basa solo su criteri esterni per confermare il proprio valore. Si aspetta che siano le persone più vicine, genitori, nonni, insegnanti a dimostrare amore e approvazione, vivendo così una totale dipendenza.
Con gli anni e in modo graduale prende consapevolezza di ciò che è, di cosa gli piace fare, e delle peculiarità che lo differenziano dagli altri.
Ognuno è unico e irripetibile, con talenti più o meno comprovati.
Un talento si manifesta naturalmente così, come una passione, da subito ed è quasi "prodigio", ma quanti vanno in crisi perché credono di non valere nulla, non avendo modo di confrontarsi, mettersi alla prova...?
Benedetta autostima, va coltivata è vero, ma occorre pure che qualcuno il seme l'abbia posto, protetto... accarezzato.
Racconto un po' di me, visto che ho attribuito alla scarsa autostima di un tempo l'interruzione degli studi universitari.
Diligente e studiosa con ottimi risultati fino all'ultimo anno di liceo, quando portavo a casa un bel voto forse mi avrebbe fatto bene qualche elogio in più, invece andavo avanti da sola, vivendo di rendita.
Secondo il pensiero di mio padre, ogni volta facevo appena la metà del mio dovere.
Così cercai di fare in fretta l'altra metà, concludere, ma senza luce, calore mi persi nell'errata convinzione che mai sarei diventata ad "alto fusto".
Il resto è noto, come lo è altrettanto che sono qui, e dopo tante occasioni perse e inutile sofferenza, ho compreso che avrei dovuto ad un certo punto rendermi autonoma dal modello paterno.
Lui ed io, legati da un immenso affetto, intelligenza simile ma diversi in quanto a personalità e "talenti".
L'immagine può contenere: pianta, natura e spazio all'aperto