lunedì 31 agosto 2020

ESTATE



Il gran caldo di oggi mi ha riportato alle varie stagioni estive della mia vita, a quelle della mia infanzia quando erano altri a dover pensare a me, e poi alla villeggiatura al mare coi miei bambini, da sola perché il loro papà restava in città a lavorare. Non mi piaceva molto questo tipo di vacanza, e la scelta di stare da una parte in modo riservato veniva forzatamente intesa come tristezza.

Vedova o separata... ? Né l'una né l'altra cosa, solo scocciata, soprattutto perché più di qualcuno non pensava ai fatti propri.

Comunque passarono tante estati così, fino a quando i figli furono abbastanza grandi per scegliere come trascorrere le proprie vacanze.

Oggi il sudore scendeva a rivoli, e per corrispondenza al contrario sono tornata a quell'estate coi drenaggi e la parrucca, quando nonostante tutto non me ne veniva giù manco una goccia.

Già... certe esperienze insegnano, di esse si fa tesoro, comunque non si dimenticano.

E per addolcirne il ricordo, pure solo per me stessa, anche in questo caso ricorro alla metafora. Funziona.

Così mentre mi riprendo da una giornata tra le più calde di questo torrido agosto, penso a quante conseguenze portano le bufere ma pure le "tempeste in un bicchiere"... sembra che passino e passano davvero ma quel che resta del passaggio lascia i segni, pure se è bonaccia, anche con la quiete.

Come conchiglie vuote sulla sabbia bagnata. Sono vuote perché ci hanno rimesso la vita, ma nell'approdo alla riva sperano in una nuova con quello che resta.

Nello specifico io mi accontenterei di molte estati ancora, comunque sia.


SONO SOLO PAROLE...



Che potenza però, sono solo parole, e possono far molto bene al Cuore o altrettanto male.

Dipende. Dipende dal contesto e dalle situazioni, comunque occorre sempre una scelta adeguata. Pensare prima di parlare, anche di rispondere. Pensare pure prima di scrivere, anzi soprattutto, perché se "verba volant, scripta manent", e lasciano il segno.

Poi succede che a volte le parole non bastino, perché se ascoltate distrattamente si perdono nel vento. Allora servirà accompagnarle con forte convinzione così diventano "convincimento", pari ad un abbraccio che resta per sempre, e può arrivare a lasciar radici nell'anima.

Parole pesate, leggere ma importanti, in pratica quelle che ognuno vorrebbe sentirsi dire.

Si impara a trovare le parole giuste, solo esercitandosi al silenzio. È il silenzio infatti a suggerire le situazioni, ed è facendo silenzio dentro sé che si conciliano atteggiamenti e parole con l'ascolto e la dovuta riflessione, e il sorriso che non dovrà mai mancare. Così, forse dopo tanto, potrà capitare di sentirsi rivolte parole altrettanto giuste perché motivanti a continuare, di cui non essere grati mai abbastanza...

Le "parole giuste" sono quelle che in armonia coinvolgono, e non escludono.

Quelle che pure col rimprovero coccolano, non mostrano delusione.

Le parole giuste sono quelle da cui Tutti sempre e per sempre dovranno sentirsi accarezzati.

sabato 29 agosto 2020

MI MANCA L'ABBRACCIO



("Dentro un abbraccio puoi piangere e ridere, trovare il calore che manca")

Mi trattengo a stento, e per non restarci male all'ovvia mancanza di corrispondenza, metto le mani dietro la schiena o giocherello con il portachiavi.

Mi manca fortemente l'abbraccio, quello della conoscenza, del ritrovarsi, la stretta che dà calore ad un Cuore quando gela.

È difficilissimo per me "astenermi", è come andassi in apnea, poi il respiro torna, ma devo concentrarmi ed ascoltarlo per riuscire ad abbracciare con gli occhi in primis e stringere forte poi con le parole.

Perché sono fatta così, mi piace percepire sintonia e far sentire vicinanza, anche al primo incontro o dopo tanto tempo.

Amo il contatto fisico, non invadente, affatto a sproposito, spontaneo e naturale. Il tocco delicato di una carezza, stringere la mano, cingere le spalle per sorreggere ed accompagnare. La forza di un abbraccio per non sentirsi soli.

La massima espressione del contatto fisico oltre la fisicità. Trasmette forza, riporta l'equilibrio quando pare tutto perso, è come riuscire a non far cadere un corpo che imprevedibilmente si abbandona.

Per il momento, purtroppo ogni abbraccio ancora resta vuoto, baci e carezze si perdono nell'aria. Rivedi un'Amica dopo mesi causa lockdown, e sembra una violenza rimanere lì impalate a far gioire i soli sguardi. Così deve essere, occorre andare cauti, mostrarsi estranei che si evitano come "antipatici a pelle".

E a Noi, tanto lontani da tale "scostumanza", tocca ricordare il profumo di una tenerezza inaspettata.


venerdì 28 agosto 2020

AL RIPARO...



... ovvero ritornando al mio "spazio azzurro", quell'angolo che scelsi per me sola, dove ripararmi lasciando fuori ansie, preoccupazioni, controversie.

Quando sono qui a scrivere, a confrontarmi coi pensieri, dimentico tutto, in particolare la fragilità che mi fa impotente di fronte al destino altrui. È difficile restare a guardare una volta che hai intuito, e poi sai tante cose, nasce così il dissidio tra la consapevolezza che vivi come una conquista e il rammarico di non poter tornare indietro alla "beata ignoranza" almeno qualche volta.

Il mio spazio azzurro, "arredato" sempre in modo diverso, secondo lo stato d'animo del momento, solo per far stare bene, ché se stanno bene gli Altri, starò bene anch'io.

Una scelta accurata di parole, senza prendere posizione netta, perché la verità o la virtù è sempre nel mezzo, e Tutti leggendo, possano sentirsi a casa, insieme.

- Quando dicevo: "Il mio piede vacilla", la tua grazia, Signore, mi ha sostenuto. Quand'ero oppresso dall'angoscia, il tuo conforto mi ha consolato... il Signore è mia difesa, roccia del mio rifugio è il mio Dio.

(Salmo 94) -

Perché stasera addirittura un salmo per citazione?

Perché è un periodo difficile per Tutti, precarietà e senso di vuoto la fanno da padroni, e Chi crede trova rifugio solo nella Fede.

Essere umili nel chiedere, perfettamente consapevoli della propria inadeguatezza.

E arriva provvidenziale la "mano che cercavi"... a sollevare, fermare, accarezzare.

Chi credente non è, avendo bisogno di fisicità reale potrebbe replicare che è solo nell'uomo stesso, nella psiche la capacità di alzarsi dopo la "caduta", fermarsi in tempo per non ricadere... e la "carezza"? La troverebbe nel desiderio poi realizzato di non pensarci più e continuare.

Che si pensi così va anche bene, basta crederci e andare avanti.

Uno spazio azzurro o un tetto di cartone, comunque sia... al riparo.

giovedì 27 agosto 2020

NOI... FUORI DI SE(N)NO



La parentesi ci sta, perché Noi che abbiamo vissuto il tumore al seno, ogni tanto ci sentiamo "fuori". Fuori dai canoni e fuori di testa, e dobbiamo mettercela tutta per rientrare e cercare una stabilità che comunque resta precaria.

Un supporto psicologico all'inizio aiuta, è far comprendere che la vita è oltre un seno, che puoi perdere una mammella, anche due, ma alla fine respiri, vivi, se sei fortunata invecchi pure, allora di che ti lamenti? Fattene una ragione, e non tirare a campa'. Vivi.

L'altro giorno sono uscita e mi vedevo strana... riferiva stamattina una paziente con protesi esterna da cinque anni... la "cosa" era salita su, allora sono tornata a casa ad aggiustarmi. Meno male che sono abituata a questi incidenti...

E ne parlava ridendo...

Sai cos'è...? Che nessuno pensava che sarei arrivata a cinque anni, manco io. Ancora non ci credo, per giunta mi sento pure bene... che altro posso volere?

Niente... assolutamente niente, mi sono detta, anzi lo penso anche per me, ricostruita... si fa per dire... da otto anni, che se ne fa ogni giorno una ragione grazie alla forza di volontà e della mente.

È grande e nello stesso tempo assurda la forza della mente... di che cosa è capace. Costruire fantasie che fanno presto a trasformarsi in fantasmi più temibili delle cose reali, oppure ridimensionare difficoltà inaccettabili.

Del resto "eroi senza medaglia" quali siamo, qualche volta da "intrattabili, complicati, lunatici" ci comportiamo, e magari dopo un po' diventiamo tutt'altro... saggi, forti per pazienza, padroni del mondo, e per assurdo, a volte convinti persino di poter volare.

La Forza della Mente... avere consapevolezza dei propri pensieri, saper gestire le emozioni in un benefico e vitale dinamismo.

A Chi non è mai capitato di sentirsi bloccato in un momento di particolare fragilità, o anche nella quotidianità? Responsabili sono i pensieri, quelli che frenano e impediscono di muoversi perché è coinvolta la volontà di esserci, l'incertezza della possibile soluzione.

Facciamo dei Nostri pensieri la "strategia" più efficace... la "soluzione" è lì, nella mente.

mercoledì 26 agosto 2020

PIOGGIA TRANQUILLA E FORTE TEMPORALE


Non so se è solo un mio pensiero, ma da quando fu Covid 19 tutto è situazione estrema, o si vive tale, come fosse prossima la fine del mondo.

Le zanzare diventano cavallette, un virus... sempre quello, il "su citato" pare arrivato ad annientare l'umanità, una pioggia battente infine è il diluvio universale, solo che oggi manca un uomo degno pari a Noè e ognuno deve arrangiarsi da sé, con ansia da precarietà e timori per il futuro.

Il battito cardiaco accelera di fronte a temporali che non sono più gli stessi, si creano vortici ingestibili di pensiero, e pure se il fenomeno si ripresenta, è sempre come fosse la prima volta.

Personalmente cerco di mantenere l'equilibrio, anche se negli ultimi tempi faccio fatica. Credo sia imputabile a quei tre mesi di isolamento difficili da archiviare, e comunque tengo duro e non perdo le speranze.

Sarà ché io adoro le metafore, stasera infatti in alcuni messaggi condivisi, foto e parole, ho letto un bel messaggio positivo.

Nuvole cupe ma all'orizzonte una rosea schiarita. Tornerà il sereno, dai colori caldi e rassicuranti dell'autunno ormai prossimo, come già anticipa una pioggia tranquilla, rilassante e di buona compagnia.


lunedì 24 agosto 2020

BUONANOTTE... coi ricordi


Conservo una lampada a lumino, è lì sul tavolo in soggiorno, stasera ho acceso la piccola luce e ho scattato una foto. Fu il dono di un'Amica tra quelle che incontro. Lo so, non si dovrebbe accettare regali, però alcune volte è davvero impossibile, il modo, lo sguardo, le parole smorzano ogni replica.

Così iniziano i ricordi, anzi in verità è da stamattina che continuano a farsi avanti quasi volessero riferirmi qualcosa, forse una data, forse due... chissà. Ma io non dimentico niente e nessuno, perché le persone le porto, come gli eventi e le date nella memoria del Cuore. E non cancello, al massimo archivio con opzione "recupero rapido" quando voglio regalarmi una carezza. Speciale, unica, tra le tanto care.

Da "mamma Ripalta" in poi, l'accogliente nonnina, veterana di tumori ed interventi, dieci anni fa aveva 92 anni, oggi chissà se è ancora, di certo vive nelle parole dette per confortarmi, nella memoria del Suo coraggio e della fiducia ostinata nel futuro, per Lei sempre ancora da vivere e scoprire. Eh già, perché l'entusiasmo non è che si scarica con l'età, anzi...

E da mamma Ripalta in poi... tante altre conoscenze, diventate in seguito relazioni da cui ho ricevuto tanto. Una scuola di vita insomma, per cui ho imparato a scegliere le parole, poche ed appropriate, a perfezionare l'ascolto senza giudicare, a farmi da parte quando il momento lo fa intendere, a non scordarmi del "dopo", persone, emozioni, anniversari.

Un nome, una data... tanti paragrafi di una storia.

PROMESSE


Parlerò di promesse, ovvero di impegni presi a parole o silenziosi con se stessi, di quei "sempre e per sempre" che solo ripeterli danno i brividi.

A pensarci bene tutta la vita si va a fare e chiedere promesse, non importa se portate a termine o meno, dipende dai soggetti e dall'importanza data all'impegno.

Prometti che farai il bravo... dice la mamma al Suo bambino, e questi promette e in quel momento è sincero e ci crede, perché tanto è sempre e solo bravo dal suo punto di vista, se poi per la mamma non è così, lui un po' va in crisi ma poi si capacita, non è un suo problema e continuerà ad essere il bimbo di sempre che dovrà sempre promettere. Un esercizio per la vita.

E da adulto forse prometterà amore per sempre, senza tener conto che a volte le situazioni cambiano e pure le persone cambiano, ma quando è preso dal sentimento ci crede, è sincero, e quel momento è fisso ed eterno nel tempo.

Poi ci sono le "promesse serie", quelle che arrivano ai bivi imposti dalla Vita, gli impegni presi in silenzio con se stessi...

Prometto che non mi arrenderò mai. Ogni volta che cadrò, sarò pronto a rialzarmi. Ce la farò... prometto che ce la metterò tutta.

E invece la fatica è tanta, il coraggio viene meno...

Nessuno mai ha detto che non avremmo sofferto e pianto, in compenso non saremmo stati soli ad affrontare le difficoltà e ogni dolore avrebbe avuto fine.

E al posto delle lacrime?

Solo sorrisi. È una promessa.

domenica 23 agosto 2020

VELO CHE NON CELA


La foto condivisa da un Amico stamani è stata d'ispirazione per i miei pensieri.

La vista dello specchio di mare in trasparenza acquieta all'istante. Un pugno di sabbia sul fondo, tremule ombre in superficie. Metafora calzante delle Nostre coscienze in questo momento, bisognose di essenzialità e trasparenza. Nessuno che agiti le acque e che si lasci il tutto al tempo.

La Trasparenza è una grande qualità, non ha segreti, non cela misteri. Tutto appare com'è, e per Chi apprezza è spunto di conoscenze e insegnamenti nuovi.

Quindi... parole chiare per farsi capire senza fraintendimenti, verità sempre e a tutti i costi per non rendere gravoso l'animo, sguardo fisso e mai chino per far arrivare quei "messaggi" oltre le parole.

Anche quando si è molto diretti, dopo un momento di perplessità, la trasparenza è apprezzata. Tulle leggero che nulla nasconde, si guarda attraverso ed è solo sincerità.

Trasparenza, per girare pagina senza rimuginare, dopo aver preso consapevolezza di quel che succede e porta senza effettiva volontà ad affrettarsi nel conto in sospeso.

Francamente sono stufa di arrancare, contando fino a dieci, e poi tornare indietro. Pare che questo torrido mese d'agosto sia stato preso dalla sindrome dei "dieci piccoli indiani", come in quel racconto del brivido di Agatha Christie, ad uno ad uno in meno per arrivare a... nessuno. Sono stufa, ma non stanca. Significa che continuerò, cercando di aggirare l'inganno teso da una realtà che confonde, socchiuderò gli occhi, come nel dormiveglia, per metabolizzare gli eventi, e aspetterò che passi il momento.

sabato 22 agosto 2020

UN PESO INUTILE


La Vita ne fornisce già tanti, difficili e inutili, diventano poi prove da sforzo che uscirne lucidi sia pur segnati è autentica vittoria, e Noi...? Complicati, contorti e con un accenno di masochismo ci carichiamo di altro peso che si alimenta da sé nel tempo, e fa male davvero, tanto male.
C'è un denominatore comune tra i racconti delle persone che incontro. Non tutti vivono la "pausa forzata" come fosse "punto fermo e andare a capo". Temono di perdere riferimenti e tornano a "rileggersi", e in questo modo non "scrivono" nulla di nuovo, restano fermi e si caricano di altri fardelli, senza ricaricarsi di energia.
Molti tra coloro che raccontano la propria storia di malattia parlano di rimpianti e sensi di colpa. Nulla di strano, visto che è cosa piuttosto comune, bisognerebbe però non "farsi male" più del dovuto. Errori, mancanze, persino fallimenti non sono altro che esperienze da rivalutare, perché c'è tanto da imparare.
E che dire della pretesa di voler gestire tutto, anche l'imprevedibile e le azioni altrui?
La Vita va come deve andare, e non lo manda a dire. Andiamo avanti anche Noi, cercando di evitare buche profonde e fa niente, ogni tanto finire in una pozzanghera.
Come affermano queste parole non mie ma di qualcuno avvezzo a guardarsi dentro.
* Solo per oggi, e domani ancora…
Alzati presto. Fai un sorriso
Lascia andare i sensi di colpa, non guardarti indietro.
Fai un piano, credi in te stesso.
Goditi ciò che sei. Accetta la tua umanità.
Chiedi aiuto, e accetta ciò che gli altri hanno da darti.
Ringrazia.
Cambia, senza indugio e con coraggio.
Accetta ciò che non puoi cambiare. Sii paziente.
Mantieni le promesse, quelle del tuo cuore.
Non indugiare sul passato.
Vivi con amore ogni momento. Costruisci un domani migliore.
Apri il tuo cuore, esplora la tua anima.
Ricorda, i miracoli accadono.
Sorridi.*
- Stephen Littleword -
L'immagine può contenere: il seguente testo "E molte volte, in effetti, l'unica colpa che hai è il senso di colpa che non dovresti avere. Germano Milite"

venerdì 21 agosto 2020

VIAGGIO INTERIORE

 2020... anno di passaggio, anno dei "sospesi", progetti e sogni, Noi stessi in sospeso, tra un recente passato bruscamente interrotto, un presente che arranca e un futuro che... prendere o lasciare, non si sa.

Anche le vacanze stanno andando squilibrate, Chi tanto e Chi niente, qualcuno poi ha preferito fermarsi e fare il punto su se stesso, visto che non si riconosce più e si sente parte del momento persino in modo esagerato.
C'è Chi sogna di viaggiare e non si stanca mai, pure se parte e torna e poi riparte.
C'è Chi fa della vita un sogno da realizzare, e con la fantasia è un continuo andirivieni, un viaggio ideale
C'è Chi vive la vita come un viaggio, una data di partenza ed una meta che è pure un traguardo, questo uguale per Tutti. E quelli che incontra diventano compagni di viaggio con cui condividere esperienze, sentimenti ed emozioni.
E ancora c'è Chi intraprende un "viaggio interiore" per ritrovare se stesso. Non sarà facile perché dovrà fare i conti con paure e debolezze e pure molti rimpianti, ma alla fine raggiungere il traguardo sarà grande soddisfazione perché lo porterà a realizzare la propria "leggenda personale", passioni e sogni inseguiti da una vita.
La vita è un percorso, un viaggio interiore dentro di noi, alla scoperta di chi siamo realmente, di cosa ci anima.
Dovremmo imparare a credere di più in noi, nei nostri doni, nelle nostre potenzialità, imparare ad ascoltare i segnali che ci manda il nostro corpo... perché i malesseri interiori ci corrodono... lottare per la nostra libertà interiore.
Non è facile ma non è neppure un’illusione.
L’illusione è credere che si possa ancora andare avanti lasciando tutto inalterato, nella certezza che tanto non può succedere nulla di peggio.
La missione più importante è essere, prima di avere, perché quest’ultimo arriva come logica conseguenza.

giovedì 20 agosto 2020

NULLA RESTA UGUALE NEL BENE E NEL MALE



È peculiarità del tempo che passa, impietoso ma consapevole, niente resta uguale.

Quante volte vorremmo mettere in pausa il "tempo", fermarlo insieme con le emozioni che l'hanno accompagnato.

Ma riflettiamo, non sarebbe la stessa cosa.

La magia e il fascino, la gioia o lo struggimento non sarebbero più i Nostri perché localizzati in altri contesti.

Il tempo che si vive "Qui e Ora" va inteso come unico e speciale, comunque sia, comunque vada.

Una condizione cambia bruscamente tanto da far temere, poi in un certo senso si stabilizza sia pure nella precarietà...

Questa non è la mia vita, non posso viverla.

È vita uguale scandita da un tempo diverso, ciò che è intorno va da sé, a Te conviene assecondare l'andamento senza pretendere di andare al passo.

Col trascorrere degli anni muta l'età. Ti guardi allo specchio e non riconosci l'immagine riflessa, perché quella che in realtà vuoi vedere è solo condivisa dai ricordi, poi fai i conti con le forze, l'energia che non è più la stessa, e la consapevolezza... il tempo ora davvero va più in fretta e diventa prezioso.

Rubi una pausa, ma pure se il Tempo per un po' si ferma, bisogna comunque andare avanti, perché a volte ci sono situazioni che vanno oltre lo Spazio e il Tempo ed è la sola volontà capace di gestirle.

Sembra impossibile... ma niente è impossibile mai.

Nota positiva, comprendi che il tempo è trascorso quando per partire hai bisogno di poco.

Qualche effetto personale, il minimo necessario, e un piccolo diario, giusto per qualche nota dal meglio delle emozioni.

martedì 18 agosto 2020

GRATITUDINE E COMUNICAZIONE


Ogni giornata vissuta nella sua pienezza è fatta di esperienze, momenti di relazione.

Così quando volge alla naturale conclusione è quasi istintivo pensare ad una sintesi che resti a memoria, quale insegnamento.

Mi chiedevo appunto, ci può essere nesso o relazione tra gratitudine e comunicazione?

Credo bisognerebbe pensarci, sicuramente si farebbero meno danni e molti rapporti sarebbero migliori.

Anche lasciando passare una certa presunzione, la gratitudine ci sta. Ci si crede superiori per un qualsiasi motivo? Di certo non sarà per proprio merito, grati alla Vita che ha permesso tanto e tale privilegio di cui non vantarsi mai.

Comunicazione e gratitudine prevedono l' "apertura" all'Altro.

La gratitudine in particolare è quel momento in cui semplicemente ti senti sopraffatto dall'apertura del Tuo Cuore, e dimentico di Te stesso ti predisponi verso l'Altro con pazienza e gentilezza.

Ci si relaziona con le parole che, ahimé non sempre son felici e per questo non facili da digerire per l'altra parte.

Parole sofferte che non risparmiano nessuno, parole esagerate, rovesciate addosso per liberarsi di un peso. Parole trattenute a stento per sollevare da un peso, un'ansia nota che si vorrebbe cancellata del tutto.

E' strano poi quando le due cose capitano nello stesso giorno, quasi contemporaneamente. Inevitabile è sentirsi sdoppiati, non riconoscersi più. Sono quella che non si trattiene e va ad oltranza, pare incurante sia pur sofferente? O colei che per troppa cura soffre e si trattiene a stento?

Quanto dolore c'è dietro questi atteggiamenti, ma anche "durante" e "dopo" perché è violentata la propria natura, l'innata in ogni essere umano... l'esprimersi con parole "in piena" senza remore né fare del male. La "maschera tragica" a due facce è "ingombro" pesante da indossare, soprattutto dopo la dolorosa esperienza che un giorno mi vide dall'altra parte.

Eppure, facendo scivolar via ogni zavorra del passato ché al presente ormai non potrebbe più riguardare, basterebbe

pronunciare una sola parola, grazie.

Grazie alla Vita perché ci sono, grazie a Te perché ci sei e mi ascolti, e a volte pure fingi di non sentire parole sofferte che non risparmiano nessuno.

L'immagine può contenere: pianta, fiore e spazio all'aperto

FERRAGOSTO... IL GIORNO DOPO


Silenzio prima e dopo. Causa covid, ciò che da sempre caratterizzava la festa di mezza estate, stavolta non c'è stato. Alcuna sagra, nessuna bancarella neppure sparuta, cielo buio a mezzanotte.

Silenzio fuori e dentro, e forse non è un male. Si medita su quel che si dava per scontato e usuale, la cui mancanza è ora evidenziata dall'essenziale.

L'uso delle tradizioni è cognizione acquisita che si tramanda di generazione in generazione, ed è legato ad un fattore culturale, ambientale e pure religioso. Seguire le tradizioni è in un certo senso sentire l'appartenenza e dimostrarlo.

Sono riti e rituali, abitudini conviviali, qualcosa che accomuna insomma, ma forse allontana dall'essenziale, percepito da ognuno in modo diverso.

Arriva, è vero, il tempo della consapevolezza, la maturità o autunno della vita, e si sfronda il superfluo, ma è altrettanto vero che a causa di esperienze estreme, questo può essere anticipato.

Si pota per una "nuova stagione" e intanto si gode della gioia dell'attesa.

Quindi quest'anno Ferragosto dimesso, più tempo e spazio per sé, per accogliere e pensare, proiettati verso l'autunno, ché l'estate è ormai alle spalle.

Ancora una metafora, stavolta involontaria, ove l'estate rappresenta l'abitudine senza pensarci, l'autunno al contrario i colori rassicuranti della consapevolezza.

Più si va avanti negli anni maggiormente si è facili alla commozione, al batticuore... a guardare la Natura e le sue creature e a sentirle proprie. Tutt'uno con l'universo emotivo.

Responsabile è l'età che avanza col suo bagaglio di esperienze,

si getta poi la zavorra e resta l' Essenziale.

L' Uomo che sente e della Vita coglie il meglio.

L'immagine può contenere: cielo, nuvola, albero, pianta, spazio all'aperto e natura

lunedì 17 agosto 2020

COME FUOCHI D'ARTIFICIO A FERRAGOSTO


Premessa importante, sono una madre come tante, che ama, pensa e non si controlla, e alla fine fa "troppo". Pensa, a volte parla e soprattutto ama troppo.

Così anche stavolta è andata, nel senso... mia figlia è partita. È stata un mese, la permanenza più lunga da quando è andata via, e insomma è stato come essere tornati indietro, nel bene e nel male.

Ed ora più di sempre mi ha lasciato il vuoto.

Quando arriva è come dovessi affrontare un esame, e questo ogni volta. Osserva e critica, discute, rimprovera... c'è sempre più di un errore da "matita blu". Poi, va via e si porta un pezzo di Cuore, ed io che con l'età sono facile alle lacrime, faccio fatica.

Lei lo sa bene, così oggi nel salutarmi "ha stemperato" così...

Se ti accorgi che ti manco, pensa a quando ti faccio innervosire.

Già, ognuno a proprio modo i figli sono così, con la scusa di tirarti su in realtà si fanno forza loro.

Va be', deve andare in questo modo, e intanto penso già alla prossima venuta.

Del fatto che mia figlia mi esamina tutte le volte non me la prendo. E come potrei? Non la conoscessi, magari sarei capace anche di metterle un muso senza fine. Ma io sono Sua madre o meglio la Mamma e se non è la mamma a comprendere e girar pagina, Chi lo potrà mai fare?

Una volta ascoltai in chiesa durante un'omelia...

Nessuno è più simile a Gesù Cristo della mamma... ha dato la Vita, perdona ed accoglie sempre... ed oggi io aggiungo, è anche capace di un Amore "troppo" grande, praticamente immenso.

E alla resa dei conti neanche basta, serve pure notevole comprensione e infinita pazienza per contrastare un livore latente che viene dal profondo.

Quella generazione anni '80 fa scontare a Noi disagio e malcontento quasi avessimo la colpa di averli messi al mondo nell'epoca sbagliata.

Bisogna pazientare, e sperare che qualcosa presto cambi... la responsabilità, io credo sia tutta di questo difficile momento che agli occhi dei figli appare come un'età senza futuro. Loro intanto restano per Noi sempre unici e speciali, oltre ad essere tanto amati.

Non mancano quei conflitti che se pur dolorosi comunque fanno crescere e capire molte cose, come imparare a non lasciarsi andare con parole che "portano peso", perché spesso l'istinto e la rabbia prendono il sopravvento e si combina "il guaio".

Per Amore bisogna impegnarsi a contare non fino a 10 prima di parlare, bensì fino a 50... a questo punto sarà dimenticato tutto quanto e non solo le parole dettate dall'irritazione del momento.

Ai figli ormai adulti non si può donare niente che non sia esclusivamente a Loro vantaggio... lo so bene, ho imparato non senza sofferenza a sacrificare il mio "io" perché fossero liberi di fare scelte non condizionate.

Ho commesso però errori di valutazione... questo lo ammetto, e ho pagato a mie spese riconoscendo la superficialità di giudizio e un pizzico di egoismo.

Ora ho imparato... guardo da lontano, il più delle volte taccio ma manca ancora tanto. Non sono i libri ad insegnartelo e non è un diploma a farti mamma.

domenica 16 agosto 2020

CHE SIA NATALE O PASQUA O FERRAGOSTO


Sarebbe fantastico se i guai, ma quelli seri si prendessero una pausa, andassero in ferie pure loro. Perché no, almeno a Ferragosto, un giorno solo per sentirsi bene, non avere problemi, vivere come in vacanza, aspettando di ricominciare.

E invece... tre passi avanti e sei indietro con quello che hai dentro e fuori che sembra remare contro.

Un "prologo" pesante? Probabile, però riflette la realtà di molti che vivono un "momento contro", e sperano che cambi la convergenza astrale e subito dopo disperano perché tutto va male.

Le "situazioni particolari", quelle a Noi ben note pesano tanto sempre, ancor più nei giorni di festa e vacanza. Il proprio stato d'animo, tra note palesemente amare e altre forzatamente dolci, stride con la schietta spensieratezza e l'allegria intorno.

La parte razionale è mortificata dalla condizione, quella irrazionale è arrabbiata per un atteggiamento che percepisce come indifferenza.

Quanto dolore... ma è la Vita che va e non può andare diversamente, e se pure ci si sente astratti, a questa si continua ad appartenere. Bene si fa allora a condividere pensieri ed emozioni, in questo modo si riprende il contatto con la realtà intorno, e si ricomincia a vivere... col dolore, è vero soprattutto con il dolore, stemperato però dall'affetto di Chi ogni giorno tiene a dimostrarlo.

UNA FAVOLA IN DONO


Avrei voluto raccontarla per filo e per segno, così come l'ho ascoltata lasciandomi senza parole, e Chi mi conosce sa bene che questa cosa è assai difficile accada, ma è una storia così delicata e bella che temerei sciuparla rendendola banale. Mi limiterò a qualche accenno per questa favola che è pura poesia.

Una sera, una conoscenza per caso, una corte serrata... poi esattamente un anno dopo, il matrimonio. Dieci anni di differenza e non sentirli, Lui così giovane, come un innamorato d'altri tempi l'aveva conquistata con le parole scritte in una lettera, continua a farlo ogni giorno pure coi baci che la fanno sentire come adolescente.

Trascorrono nove anni, una briciola di eternità, e un giorno Lei scopre di essere malata. Intervento, cominciano le cure, e Lui sempre accanto senza farle pesare mai un amore a metà.

Per Te darei la vita... e pare un voto, quasi una promessa. E ancora baci che fanno tenerezza e che guariscono, baci senza cercare l'occasione, baci inaspettati, baci prima di dormire come pausa di giorni senza fine.

Una sera, la partita della squadra del cuore in tv, l'intervallo tra il primo e il secondo tempo, qualche commento e Lui all'improvviso sta male, perde conoscenza e Lei... così in una manciata di minuti resta sola, sola col ricordo di quei baci che ora dovrà cercare in ogni alito di vento, nell'unica foglia che cadrà a primavera, nel suo nome pronunciato per caso da qualcuno proprio nel momento che lo starà pensando intensamente.

Di Lui parlo al presente, te lo faccio conoscere...

... e mi mostra una foto. Non riesco a trattenere due sole lacrime, le faccio passare per sudore, mentre Lei sorride con tanto e tale dolore dentro.

Mi ha regalato una favola... dice... lunga nove anni, vissuti intensamente. Non piango per averlo perso, ringrazio perché l'ho avuto accanto.

Sono tornata a casa e non ho sentito più il caldo di questo torrido agosto, non ho provato né fame né sete, ma la gioia soffusa che solo la speranza d'Amore può donare.

venerdì 14 agosto 2020

ACCORCIAMO LE DISTANZE

 


Come ti chiami?

È la domanda di rito, praticamente spontanea, segue il semplice buongiorno pronunciato a mezza voce, perché non sai, non puoi andare oltre un certo tono.

La risposta arriva quasi sempre allo stesso modo, prima il cognome e poi il nome di battesimo, come a scuola o al servizio di leva, quelli di una volta ovviamente...

No no, solo il nome... rispondo allora, così quando c'incontriamo qui o altrove possiamo salutarci come vecchi amici, se ti va. 

Certo, mi fa piacere...

In questo modo accorcio le distanze o almeno ci provo, visto che siamo Tutti nella stessa barca e sotto lo stesso cielo, ed è incoraggiante poi scoprire il più delle volte che si rema nella medesima direzione, guidati dalla medesima stella.

Qualcuno però c'è, sia pur raramente che fa intendere con un dito sulle labbra o fingendo di dormire oppure dicendolo chiaro e tondo, di voler stare per proprio conto, una sorta di distanza di sicurezza assolutamente da rispettare. Dispiace un po', ma si evita di arrecare disturbo perché le presenze non s'impongono nemmeno a fin di bene.

Cercare di accorciare le distanze sin dal primo incontro, pur nel massimo rispetto della volontà altrui, serve a stabilire una certa sintonia, per cui la "differenza di livello" è solo quella che si vede, uno è seduto o sdraiato e l'altro in piedi, ma grazie all'ascolto empatico, altro dislivello non c'è.

Ed ancora, si prova tenerezza già a quella risposta cognome-nome, perché si percepisce il rispetto per quel camice che aiuta a portare il peso.

Tenerezza... forse è l'unico sentimento che fa sorridere e stringere il Cuore contemporaneamente.

Pacata compagna, sorride e si commuove poi con occhi lucidi.

Accorcia le distanze col sorriso, abbraccia con l'accenno di una lacrima.

giovedì 13 agosto 2020

I BAMBINI CI GUARDANO


I bambini di oggi abituati a continui stimoli, sono più perspicaci e in più anche bravi ad esprimere con parole semplici concetti profondi. Osservano, elaborano e concludono. Spesso hanno da insegnare a molti adulti.

Continuate a leggere e credo mi darete ragione.

I figli possono diventare genitori dei propri genitori e imparano a vivere il valore della reciprocità.

È così... succede praticamente sempre quando i genitori sono molto avanti negli anni, ma anche in alcuni casi ben precisi, seri e dall'esito incerto. Reazioni e comportamenti sono solitamente gli stessi.

Oggi ho incontrato una mamma della mia età in terapia, era con Sua figlia che ha raccontato di averla accolta nella propria casa per esserle vicino 24 ore al giorno. Il Suo bambino, sei anni, notando tanto e tale amore, le dice sempre... ora nonna è la tua bimba, proprio come me.

Che dire? Mi sono commossa, anche per certi ricordi...

Madre e figlia, la prima che si "appoggia" alla seconda ed entrambe serene...

Ognuna sa che l'Altra c'è, e sono insieme per un'inversione di ruoli che è qualcosa in più di un debito di riconoscenza.

I bambini ci guardano, giudicano, prendono esempio. Così si formano, e quello che avremo trasmesso loro, un giorno potrebbe a Noi tornare indietro.

L'immagine può contenere: una o più persone, il seguente testo "Un grammo di buon esempio vale più di un quintale di parole. (San Francesco di Sales)"

mercoledì 12 agosto 2020

STELLE AMICHE


Come ogni evento di quest'anno anche la notte di San Lorenzo è giunta in volata, quasi volesse in fretta e furia inondarci di stelle. Perché abbiamo un gran bisogno di destare desideri e sogni sopiti da troppo tempo.

Sono stata sempre affascinata dal fenomeno delle stelle cadenti nelle notti di mezza estate. Ovunque fossi, chiudevo gli occhi per rendere fitta l'oscurità della notte e poi in silenzio esprimevo la "lista" dei miei desideri, ché almeno uno potesse realizzarsi. Puntualmente questo non accadeva, ma non restavo delusa perché era la motivazione per fissare un altro appuntamento senza sentirmi in colpa del chiedere ripetuto e continuo.

Oggi la qualità dei miei desideri è totalmente cambiata, per questo ci spero veramente ogni volta che alzo lo sguardo al cielo.

Non mi perdo d'animo, confido sempre di riuscire a vedere la mia stella mentre cade e di esprimere il desiderio.

Ne fisso qualcuna che vuol farsi strada e accende tutte le risorse. Basterà, come sufficiente è ogni tentativo di speranza.

È questa una notte magica, un po' come quella di Natale o dell'Epifania, è un momento di attesa.

Dovrebbe esserci una notte di San Lorenzo per ogni giorno dell'anno e ci sarebbe meno gente disperata in giro, non proprio felice ma sicuramente in trepidante attesa che prima o poi qualcosa cambierà.

L'aria calda nonostante l'ora, invita ad indugiare. Non mi stancherei mai di guardare il cielo in qualsiasi notte dell'anno, stanotte poi... come potrei?

Un pensiero, e nell'oscurità voglio sperare che quelle poche stelle visibili siano gli Amici andati via da Noi, ora su in Cielo a brillare di luce propria.

Ognuno ha lasciato un segno, una sorta di testamento spirituale perchè la sofferenza non sia mai sacrificio vano...

Vorrei solo che fossero le ultime stelle "cadute" in Cielo da questa terra, anzi... che fosse concesso Loro di cadere di nuovo ma stavolta dal Cielo sulla terra, come le altre, quelle speciali nella notte di San Lorenzo.

Chiudo gli occhi... poi li riapro giusto nel momento che una stella cade.

Ecco... ho espresso il mio desiderio.

Forse è troppo grande, alquanto pretenzioso perchè altro non sono che un "microscopico" essere umano innanzi all'immensità dell'Infinito. Non si realizzerà, ma di certo stanotte mi è arrivata una risposta accompagnata da uno splendido sorriso.

Sarà questa la scia che continuerà ad illuminare ogni giorno della mia vita.

martedì 11 agosto 2020

LIMITI E CONDIVISIONE


Avete fatto mai qualcosa convinti che fosse la più giusta, appropriata, adatta alla situazione o al contesto, e invece poi si è rivelata un "flop" totale? A me è capitato, e nell'immediato l'ho presa male... primo limite... poi ho pensato "essermi sprecata" per niente... secondo limite, alla fine sono tornata in me, concludendo che il primo giusto esempio deve essere per se stessi. Modificare atteggiamento.

Quanti errori e quale travaglio pure nelle azioni a fin di bene...

Riflessione scaturita da una personale esperienza sempre in ambito oncologico.

Da qui la conferma, qualora ce ne fosse stato bisogno, dei tanti limiti imposti dalla fragilità umana.

Così potrai dirti paziente quanto vuoi, eppure arriva il giorno che sbrocchi.

Potrai considerarti resiliente all'infinito, e qualche volta senza forze inspiegabilmente sentirai mancare il respiro.

E che dire dell'ansia, dei timori, della paura...? Sono cose comuni in certe situazioni, ma anche necessarie per prendere consapevolezza del coraggio.

Limiti dell'essere umano che individualmente pesano, però condivisi ridimensionano il senso di solitudine e la perdita dell'autostima.

Il gruppo aiuta, e in più pure venire all'esterno, ove un "concorso" di opinioni ed ascolto potrà offrire ulteriore sostegno.

"Fare rete" insomma, dove ognuno mette la Sua parte, non gruppi nel gruppo, bensì condivisione tra grandi gruppi paralleli. Coltivando solo il proprio orto, il raccolto sarà esiguo, collaborando e mettendo in comune idee e braccia diverse, invece...

lunedì 10 agosto 2020

SENTIMENTI O RAZIONALITÀ?


TU dai troppa importanza ai sentimenti!

Mai avrei pensato che mi si potesse dire una cosa così, come fosse una colpa. È vero, per me i sentimenti sono al primo posto, contano molto, quindi al massimo sono portata ad enfatizzarli, ma questo è perché ho vissuto l'esperienza della malattia che lascia traccia profonda, non perdo certo la lucidità, altrimenti non potrei resistere, essere resiliente e prestare ascolto.

Una mezza giornata a riflettere su me stessa, a rimettermi in discussione per l'ennesima volta. Perché poi mi sono chiesta... ma davvero dall'esterno, e non mi riferisco solo agli estranei... mi si vede come un'illusa a colorare di rosa le nuvole grigie sulla propria testa? In più con la pretesa di mettere pennello e vernice in mano ad altri. Non è così. E a forza di pensarci ho trascorso una giornata che non sto a raccontare ma si può immaginare, ora però sono qui come ogni sera, sono più tranquilla e apprezzo l'altra metà del bicchiere, perché sarà pure quel che ho detto, però sono certa che dare importanza ai sentimenti può essere anche una componente dell'empatia che di sicuro non esclude la razionalità.

Non tutto va bene per Tutti. Parlare o tacere? Come far sentire la propria vicinanza a Chi vive un brutto momento?

Davvero difficile perché basta una parola inappropriata o di troppo e si sfora nell'invadenza, e al contrario se ci si avvale del silenzio come forma di rispetto, c'è il rischio di passare per indifferenti. Come comportarsi allora? Far sentire la "presenza" nei tempi e nella modalità che il caso richiede.

Non tutti riescono ad essere empatici, e molti sono al contrario inopportuni e arrivano a ferire. Parole inutili, modalità e tempo sbagliati. Si pensa a volte di dover dire qualcosa per forza, quando basterebbe stringere semplicemente la mano, regalare un abbraccio o riempire lo spazio del silenzio con lo sguardo. Anche una telefonata affettuosa ma non necessariamente indagatrice, un messaggio sereno e rassicurante potranno essere modi giusti per "esserci", sempre vagliando il caso.

Riflettiamo su questo breve racconto...

C'era una volta una bambina che aveva perso il suo compagno di giochi. Un giorno disse alla sua famiglia di essere andata a consolare la triste madre del bambino morto.

Che le hai detto?... le domandò il padre.

Niente... rispose la bambina.

Mi sono solo seduta sul suo grembo ed ho pianto con Lei.

Ecco, per me pure a volte basterebbe una cosa così.