lunedì 30 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.24) (Il "rifugio")




"Non c'è peggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria..."
Canto V dell'Inferno.
In questi giorni parole che risuonano dentro, quando penso che solo un paio di mesi fa la normalità era diversa, spesso giudicata noiosa e stressante, ed ora ricordata come un'oasi felice.
Bisogna superare la criticità del momento, si resta a casa, e si cerca di farlo in modo indolore, pasticciando e cucinando perché si sa, la creatività comporta amore, e l'amore aiuta. Si legge e si scrive, perché si sa, mettere su carta le proprie emozioni significa riproporle a se stessi "sminuzzate" e quindi "più digeribili", soprattutto quelle negative. E poi ci sono le piante sul balcone e i cassetti da riordinare, e cose infinite cose da fare, ma distrarsi non equivale a rimuovere, e perciò... ricominciamo.
Si ricomincia coi buoni propositi ogni giorno nella normalità di una quarantena.
Oggi mi sono giunte da più gruppi su WhatsApp vecchie foto, rivederle in ordine sparso mi ha ricordato quando cercavo di sistemare gli album di famiglia. Cercavo, perché non lo facevo volentieri, mi rattristava e quindi non portavo mai a termine l'impresa. Ed è ancora così per me, anche peggio.
Non amo molto rivedere fotografie datate, dove non sono raffigurati solo scorci ed ambienti ma pure persone. Ora poi con quello che stiamo vivendo...
Immagino qualcosa di diverso, preferisco pensare ad una foto immensa, l'insieme di "scatti" futuri... una sorta di puzzle della Vita che sarà.
Sarebbe molto meglio. I ricordi ben stretti in un pugno, alcun rimpianto o nostalgia, e solo un'unica speranza.

domenica 29 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.23) (Due volte "sopravvissuta")


A tarda sera, no... meglio a notte fonda due pensieri prepotenti, prevaricatori, segno che la mente non ce la fa più a reggere notizie devastanti e relativi dati, consegnati alla libera interpretazione di Chi non sa spiegarseli.
Dicevo, due pensieri. Primo, ci mancava pure l'ora legale domani, come ogni anno non è una novità, ma stavolta poteva saltare, visto che per Noi ne sono saltate di cose e chissà quante verranno meno ancora.
Secondo... e ascolto e leggo... e ancor più mi sento una "sopravvissuta". Pare quasi essere su una nuvola a metà tra terra e cielo, pronta a saltare o spiccare il volo, così come è destinato. Sospesa, al pari della vita, cui per la seconda volta mi aggrappo.
Non si possono pretendere certezze, è chiaro però vorrei capire, per farmene un'idea, per continuare a sperare.
Non si finisce mai, a cicli più o meno prevedibili qualcosa accade, e si deve ricominciare. Una sorta di gioco dell'oca con un solo dado, o la va o la spacca, e si torna indietro.
Sono serena e mortificata allo stesso tempo, perché non posso niente in questo momento, e in più a volte addirittura penso di subire la situazione "intorno al virus".
Stasera non trovo neppure la "mia stella", non la vedo, perché distratta dalle nubi grigie all'orizzonte.
Devo crederci come già fu una volta, passerà questo tempo buio, di certo passerà e da un triste ricordo spero possa nascere un luminoso firmamento.

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.22) (27 Marzo 2020 - Il silenzio assordante come di preghiera)


Il tempo dilatato salta i giorni, ancor più le ore. E' come fosse fermo all'inizio di questo mese, resta tutto tale e quale, promemoria per gli anni a venire, ché non si torni indietro mai più, e sia una "nuova alleanza" tra l'uomo e Dio.
Riordinavo e spolveravo, coi miei tempi lunghi non mi sbrigo mai, poi mi sono messa in pausa e ho acceso la televisione, canale 28... per un momento straordinario di preghiera con il Santo Padre, e la benedizione Urbi et Orbi, quella delle grandi occasioni, di solito s'impartisce quando è festa, ora è tutt'altro, si tratta di affidarsi a Dio...
"Non lasciarci soli, Signore nella tempesta".
Una tempesta che ha colto alla sprovvista, mettendo a nudo la fragilità umana. Pensavamo di poter fare tutto, e a meno dell'aiuto di Dio. E da qui culto sfrenato del proprio ego, avidità di ricchezza e di potere, dimentichi dell'amore e della solidarietà che fa "fratelli". Ed ora tra venti avversi e flutti agitati siamo in pena, abbiamo paura...
"Perché avete paura? Non avete ancora fede?"
Sono le parole che Gesù rivolge ai discepoli, destato mentre è la tempesta, dopo che ha messo a tacere il vento e reso calmo il mare.
Non dobbiamo perdere la fiducia, e credere ancora che nulla è perso. Questo tempo di quarantena è comunque un'opportunità per reimpostare la propria vita, cambiare rotta verso il porto sicuro che solo Dio sa. E' il tempo di "scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è".
Un uomo curvo e stanco percorre la strada, mentre lacrima il Cielo.
Quale dolore universale, lacrimava sulla piazza gremita di anime senza profilo. Nude alla preghiera rivolte, perchè presto taccia questo vento che sconvolge e si torni a navigare il mare calmo della quiete.

venerdì 27 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.21) (Aspettando che passi...)


Il vento... oggi è stata una giornata di vento, e di pioggia, tanto per non farci mancare niente, tanto per alimentare un certo malcontento.
E ho messo il cappello e la sciarpa al collo per stendere il bucato sullo stendino, per non prendere freddo e poi ammalarmi, ché ora proprio non si può.
E ho messo il cappello e la sciarpa al collo per provare l'ebrezza di uscire di casa, sistemata di tutto punto, quando c'è vento e c'è pioggia.
Aspettando che passi...
Il vento forte si leva all'improvviso, ancor più quando la quiete è profonda. Inaspettato, stupisce e a volte sgomenta perché non si è preparati. Stona con l'insieme, ma va comunque fronteggiato, e magari potrà tornare a favore.
Aspettando che passi...
E' metafora di ciò che accade, e ha sconvolto le vite, ora si tratterà di prendere decisioni, assumere posizioni chiare che non destabilizzino e in cui ci si possa ritrovare.
A patto di riconoscere il proprio stato e di valutare la possibilità di un eventuale quasi certo cambiamento.
All'essere umano a volte piace "sfrenatamente" autocommiserarsi e soprattutto attribuire ad altri la responsabilità di "quel qualcosa che non va", quindi tutto diventa arduo, ogni cosa difficile.
Eppure a volte è una situazione estrema che dà una brusca virata a quello che era prima, confuso e sbagliato.
A questo punto qualcuno negherebbe di sentirsi stressato e solo di fronte a questa pandemia? Non credo proprio.
Si è presentata con la vastità del mare infinito, ha causato il distacco da quella che fino a poco tempo prima era considerata l'unica realtà, in alcuni ha fatto nascere rabbia, paura e angoscia, e infine per Tutti è la sensazione di non poter fare nulla contro un nemico subdolo e invisibile. È vero, appare una situazione minacciosa più grande di Noi Tutti messi assieme, ma dobbiamo esserne convinti, Tutti insieme ne usciremo, sicuramente cambiati, comunque più consapevoli.

giovedì 26 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.20) (Ovunque sei, fai quello che puoi con quello che ti resta)




In questi giorni tristi di pandemia, io resto a casa, non mi dispiace e non mi dispiaceva neppure prima, ma pesa tanto non avere la facoltà della scelta di restare a casa o meno.
Eh, si capisce... sottolinea mio marito... quando ti privano di qualcosa, certo che non puoi mandarlo giù.
In parte è vero, eppure sono consapevole che ogni restrizione è necessaria, indispensabile se si vuole venirne fuori.
Cerchiamo di arrangiarci per far fruttare il tempo, che se pur dilatato, un giorno ricorderò come "il ritorno delle buone abitudini".
Allora stasera ho rifatto la pizza, è venuta meglio della volta precedente, e sono stata soddisfatta di me stessa, avendo dimostrato di essere brava e creativa non solo col "pensiero". Sarà l'età, mi son detta... e pure l'esperienza, o non saranno questo tipo di esperienze che abilitano e fanno crescere in ogni senso?
Quanti pensieri passano per la testa in un "giorno di mezzo", tra una piccola gioia e l'ansia tenuta a freno, quella che non può non esserci, tanto simile al travaglio prima di una nascita.
E nei giorni che mi toccano nel senso pieno della parola, mi muovo come camminassi sulle uova, a passi lenti e a volte incerti e con estrema delicatezza, per non rompere l'incanto per ciò che insegna un'esperienza estrema.
Oggi cercando appunti riguardanti gli eventi nell'ambito dell'attività del GAMA nel 2019, ho ritrovato una delle storie riportate da me, una bella storia. Era a metà di quel gennaio così lontano da coronavirus, contagiati, decessi e quant'altro priva della serenità questi Nostri giorni.
E' una storia molto semplice ma così bella che sono certa potrà alleggerire di tanto peso, far sentire meno spaventati e timorosi del futuro, e molto più fiduciosi.
Un paziente che non parlava più a causa dell'intervento subito, aveva tirato fuori dalla tasca, piegato con cura il "fiocco di tenerezza" capitato a Lui poco prima di Natale...
Ovunque sei, fai quello che puoi con quello che ti resta...
Poi aveva voluto che lo leggessi io ad alta voce, per sottolineare con un gesto significativo, quanto fosse azzeccato, giusto, quasi un consiglio o insegnamento. Quindi l'aveva ripreso, ripiegato più volte, e rimesso in tasca, sorridendo. In quella tasca ne aveva altri, tutti belli e infiocchettati, e li portava sempre con sé.
Credo siano queste, cose che regalano una serenità ad ampio spettro, che curano dentro e fuori.
Nulla avviene per caso, nemmeno certi incontri il cui ricordo torna, guarda caso, giusto un anno dopo.

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.19) (C'è un tempo per tutto)


Ci sta, è tutto incluso nel pacchetto in dotazione, ne diventiamo consapevoli nel momento in cui giocare diverte meno e i pensieri prendono il volo verso il futuro. Si dice età della ragione? Strano, perché è proprio dall'età della ragione in poi che poco si ragiona e meno spesso si apprezza il momento presente, comunque sia.
C'è un tempo per tutto, e se il tempo è fatto di momenti, questi non possono essere sempre uguali, buoni o pessimi, vanno vissuti in pieno semplicemente adeguandosi.
Stasera la "paternale" è per me stessa, ben mi sta, giornata da catalogare tra "quelle no", se mi si chiede... perché, rispondo che motivo reale non c'è, probabilmente è la "summa" di ciò che si vive in questi giorni, ma alla fine non sono la sola, per giunta avvezza all'esperienza che fa sentire sospesi, dovrei perciò ripetere di continuo... andrà tutto bene, e nell'intervallo tacere e sorridere, ché sortisce sempre un gran bell'effetto.
Eppure in una giornata così, scatta un meccanismo perverso che non porta nulla di buono. Malumore... stanchezza, nervosismo... dolori muscolari, irritabilità quindi sonnolenza. È tutto tempo perso che non sono tanto certa di recuperare, per lo meno non come vorrei. Gli anni procedono in fretta, irrispettosi dell'età che mi sento.
Accettare quel che succede non è facile, raramente in tempi brevi, si tenta in vari modi, si cercano scorciatoie e strategie, ma tant'è conviene adeguarsi, se non fa il suo tempo, non passa.
E intanto tra l'inizio e la fine, c'è da vivere coi suoi brevi momenti l' "Adesso", addolcito magari da una doppia camomilla a tarda sera.
"C'è un tempo per partire e uno per tornare.
C'è un tempo per sbagliare, uno per rimediare.
C'è un tempo per tergiversare, e uno per decidere.
C'è il tempo passato, il tempo che verrà, il tempo perso.
E poi c'è il tempo più importante:
Il tempo di ora.
Vivilo,
perché il tempo non aspetta tempo,
e la vita passa,
senza aspettare i tuoi tempi".
- Giorgia Stella -

martedì 24 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.18) (Anche questo passerà)




Terzo Incontro on line del GAMA. Si impiega e si mette a frutto questo tempo di quarantena, per ridimensionare il disagio dell'isolamento e colmare il vuoto di una solitudine all'improvviso.
Come trascorriamo questi Nostri giorni?
Mettiamo "vita" nelle occupazioni solite o straordinarie, oppure ci limitiamo a riempire la giornata per non pensare, purché si arrivi a sera?
Ognuno si è raccontato, ha palesato critiche sulla comunicazione non sempre giusta, a volte quasi strategica. Tanti pensieri e timori, l'ansia di non sapere, non riuscire ancora a vederne l'uscita.
Quando finirà? Una data non può essere stabilita, di certo non potrà essere una di quelle nominate nei vari decreti.
Molte le aspettative per il dopo pandemia, tutti concordi nell'affermare che tanto cambierà e nulla sarà come prima.
Condivisione a largo spettro quindi, che ha coinvolto anche emotivamente.
Andrà tutto bene? Diciamo che andrà tutto bene, a mio parere dipenderà dal modo in cui ognuno avrà vissuto questo "ritiro" imposto dalla Vita. Già, ogni tanto fa di questi "scherzi", stavolta davvero si è sbilanciata troppo, però alla fine tutto passa, e "anche questo passerà", espressione forse più veritiera ed appropriata, visto come stanno andando le cose.
La chiusura dell'incontro su questa "nota" mi ha suggerito pochi versi del tutto estemporanei.
Tutto passa. Forse non faremo in tempo a rendercene conto che sarà già passato.
Anche il peggio che mai avremmo creduto di questo momento.
Tanto passa, lo sappiamo che passa.
Come sempre.
Basta saper aspettare perché passa, tutto passa.
E ci lascerà così, Cuori non sopravvissuti, ma "diversamente sereni".

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.17) ("Ovunque proteggi")


Oggi è andata un po' meglio, cielo plumbeo, strade deserte, silenzio assoluto, comunque abbiamo vissuto questa prima domenica della stagione solo come "normalità speciale".
Ieri qualche lacrima l'ho spesa, le lacrime da sempre hanno costituito una valvola di sfogo per l'essere umano sotto pressione, incapace di reggere a lungo la "maschera" di persona forte, che si fa carico di ogni peso, e dice ad intervalli regolari... sta andando tutto bene. Ora poi meno che mai, la mascherina chirurgica è soffocante, e può limitarsi al massimo, timidamente in un soffio, ad un "andrà tutto bene". Così spera.
Già perché siamo in pausa, una pausa che a tratti va stretta ma è innegabile, almeno fa scoprire nuovi aspetti di una quotidianità data per scontata.
Oggi, IV Domenica di quaresima, è stata la domenica della "letizia". Il nato cieco vede grazie a Gesù, è un prescelto da Dio come Tutti Noi, quando ci ritroviamo nell'oscurità più profonda, e lo invochiamo con fede.
E Lui non abbandona, ci apre gli occhi e un piccolo lume diventa luce splendente, abbaglia e solo per questo pare lontana l'uscita. Così è spontaneo ripetere quello che mi dicevo e continuo a dire per Chi vive l'esperienza del tumore, bisogna credere fortemente di farcela, non sgomentarsi per quei numeri esagerati, veri o falsi che siano, solo i tecnici potranno interpretarli, non rendiamo Noi stessi interpreti esasperati del dolore comune.
Stasera va un po' meglio perché ho scelto le carezze, quelle che dona la Musica quando lenisce e cura.
Buonanotte allora, con questa bellissima canzone di Vinicio Capossela, "Ovunque proteggi".
Ascoltatela e lasciate trasportarvi dalle immagini. È importante addormentarsi sereni.

lunedì 23 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.16) (Quel che è troppo e ciò che manca)




In qualsiasi situazione, e ancor più in questa che stiamo vivendo, passare in modo repentino da un estremo all'altro, comporta il sentirsi destabilizzato a più riprese. Non per fare inutile polemica, anche perché sono nessuno e in quanto tale non credo proprio possa essere ascoltata, ma come si può nel giro di un mese pensare che un'influenza dai "numeri importanti" già da subito, non si trasformi in una pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero?
Un raffreddore? No, solo tosse e febbre. A volte manco queste. Comunque non ci riguarda affatto, poi ci riguarda solo in parte, alla fine riguarda tutti, anzi di più. Chiudiamo o non chiudiamo? Trasporti si... trasporti no, e come orda barbarica per falsa interpretazione del fenomeno fisico dei vasi comunicanti, un flusso di persone si riversa al sud. Che cosa succederà? A giorni la risposta, che si spera smentisca le previsioni, e intanto costretti, stretti e ristretti viviamo giorni privi di libertà.
E poiché non basta, di continuo bombardati da notizie devastanti. Se sono in cucina, sento la badante rumena del piano di sotto parlare del virus, sul balcone a stendere il bucato, la signora da quello di fronte parlare al telefono della nipotina che festeggia da sola il compleanno a causa del virus. Ormai si vive sui balconi o alle finestre. Naturalmente ai discorsi vari non mancano numeri e particolari. Noi restiamo a casa, ma le pareti non bastano a proteggerci. La mente è stanca e il Cuore è pieno da scoppiare. E poi ci mancano i contatti, quelli elementari, i genitori e i figli, i fratelli. Siamo tutti figli unici, orfani di affetti.
Mi si perdoni questo sfogo, arriva dopo l'ennesimo aggiornamento di ulteriori restrizioni.
Così mentre tra alti e bassi la giornata arriva a sera, cerco l'equilibrio e penso che un altro giorno ci sarà e non dovrà andare sprecato.
Non serve affannarsi... farsi prendere dalla stizza, poco aiuta proiettarsi a lungo nel futuro.
Allora mi limito a pensare al domani immediato, ai frutti delle opere di Dio che coglierò e a quanto saprò seminare perché Altri facciano lo stesso.
Allora chiudo gli occhi, penso a domani, prima domenica di una strana primavera, ed è finalmente quiete in me.
Quando tutto manca per fortuna ho sempre il mio silenzio.
Momenti della giornata sono avvolti dal silenzio perché ne comprendo la grande potenzialità.
Mi piace respirarlo.
Mi proteggo in uno spazio mio per non romperne l'incanto.
Non mi accorgo affatto di essere sola, e mi conforta il calore dei ricordi.
Il silenzio è conciliatore, rammenta le distanze da ogni tipo di rumore , e l'appartarsi nell'unico spazio che ne è privo. In se stessi.

domenica 22 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.15) (Corsi e ricorsi storici)



Un profumo, il sapore o un colore, persino un oggetto o una cosa che dà la sensazione di aver già vissuto quel momento.
Dei fogli sparsi tra le pagine di un libro, fanno da modesto promemoria, versi senza pretese.
Un "corsi e ricorsi storici" che proprio tale non è, perché simile ma non uguale ciò che vivo, in quanto è "momento storico" diverso.
E mi accorgo così che tutto è "più o meno" come allora, ma la condizione è completamente diversa. A quell'epoca ero io sola a percepire appena le sfumature di una stagione nuova ma senza tempo, oggi colgo la pienezza di un dolore globale che nel tempo si è perso.
Dolore e sofferenza appartengono all'uomo e ciclicamente si ripresentano per insegnare qualcosa. Imparare non è affatto semplice.
Esorcizzo la paura, elaboro ogni genere di sofferenza, scrivendo. Ne traggo immediato beneficio perché è un modo di adattarmi al presente, non gli vado contro ma l'assecondo.
E a segnare le pagine di quel libro, tra i miei scritti di questi ultimi dieci anni, ho ritrovato la solita "composizione", questa la trascriverò ogni giorno, in attesa di poter tirare un sospiro di sollievo.
Intanto la propongo stasera prima di andare, a chiusura dei miei brevi pensieri.
ERA LA STESSA STAGIONE...
Era la stessa stagione, erano gli stessi giorni.
Il vissuto sembra un sogno lontano, quasi un incubo capitato per sbaglio.
All'improvviso il dubbio... e se torna?
Sarà stato il racconto commosso di una controfavola che pareva senza fine, le storie ad Altri, così tanto per dire.
Ma poi... perché mai dovrebbe tornare?
Amare e raccontare favole, è meglio... così non potrà tornare. Mai più.

sabato 21 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.14) (Tornare a casa)


Secondo incontro GAMA on line. Dopo un rapido aggiornamento sui Nostri stati d'animo avendo cercato di modificare recenti abitudini acquisite in questo tempo del coronavirus, la life coach Tiziana ha proposto il tema del "respiro consapevole".
La consapevolezza del respiro parte dal "Conosci te stesso" per ritornare a te stesso.
Ciò comporta focalizzare attenzione sui propri pensieri, contatto con il corpo, acquisire esperienza della realtà senza condizionamenti. Si tratta di osservare senza giudicare, cosa per niente facile se non si è consapevoli di "essere sovrani solo della propria patria che è all'interno" (James Bugental).
La "presenza mentale" è potente, è energia e vita, diventa terapia.
Nella quotidianità spesso siamo sconnessi col momento presente, il corpo è da una parte, qui... e la mente da un'altra... nel passato o nel futuro, così ci ritroviamo destabilizzati. Ogni volta che questo avviene possiamo tornare al respiro per raccogliere e ancorare la mente.
Respirare consapevolmente è sentire attentamente l'inspirazione e l'espirazione.
Il respiro è la somma di corpo ed emozioni, riporta la mente al corpo, entrambi così pienamente presenti "qui e ora" e in contatto con la vita.
Dalla teoria alla pratica, un esercizio di respirazione consapevole.
- Posizione comoda e rilassata
- Respiro libero
- Percepire il flusso dell'aria che entra ed esce dal naso
- Rilassare i muscoli del viso e accennare un sorriso
- Accogliere tutti i pensieri
- Lasciar andare i pensieri, e tornare al respiro, ovvero "tornare a casa" (Thich Nhat Hanh).
Inspirando ed espirando, dimoro nel momento presente e so che è un momento meraviglioso.
Quando inspiri, torni a te stesso.
Quando respiri, rilasci ogni tensione.

giovedì 19 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.13) (Il Risveglio)


Con l'avvicinarsi di un temporale prende una strana inquietudine. Sarà per l'aria rarefatta, il brontolio di un tuono in lontananza, il profumo umido della terra, l'odore aspro del selciato. Sensazioni fisiche sempre uguali che mettono in allarme, e così si aspetta...
Mi pare aver detto già di queste e delle emozioni provate da me nel tempo attuale, sono identiche a dieci anni fa, stesso periodo, quando ero malata.
Le esperienze estreme, come forti temporali che sconcertano nella bella stagione, affinano i sensi, fanno scoprire le ricchezze autentiche.
Scartabellando tra i miei scritti dell'epoca, ho trovato questa "composizione", sarebbe pretenzioso definirli "versi", ma è certo che parola per parola, tutto nacque spontaneo come espressione di un'anima desiderosa di rinascita, esattamente come oggi.
Leggetela, e dite se non pare essere stata scritta in questo tempo difficile.
"RISVEGLIO
Dalla finestra lasciata socchiusa entra la prima luce dell'alba. L'accompagna il profumo dell'aria, odorosa di erba novella e rugiada.
Comincia a far giorno presto, ora che Primavera è alle porte.
Gli occhi ancora chiusi e un braccio fuori dal lenzuolo per sentirne il tepore,
il palmo della mano aperto, che si chiude a pugno per trattenere le sensazioni uniche del momento.
Una notte tranquilla come non capitava da tempo,
per un risveglio sereno di un giorno con poche aspettative".
Leggo più volte, e focalizzo il pensiero sugli occhi feriti dal primo raggio del giorno.
Fu ieri, è stato oggi, lo sarà domani.
Come fosse entusiasmo al risveglio mattutino, lo sguardo sa trasmettere speranza. Passa dai ricordi, attraverso una serie di emozioni ancora a pelle, fino ad una quiete d'animo. E comunica e ristabilisce una certa calma.
Tornano lucidità e pensieri positivi, e il contagio, quello sano passa a Chi è vicino, poi piano piano tutto intorno.
Ed è serenità.

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.12) (Inaspettata Gioia)


Ho una visione in genere ottimistica e sono in assoluto convinta che l'essere umano sia tendenzialmente rivolto alla "gioia", che è un po' come dire la felicità ma con più modeste pretese, senza presunzione.
Premesso questo, tutta l'esistenza è una ricerca continua alla gioia, anche quando l'animo pare uno yoyo con un cordino sottile, che va giù velocemente e poi risale frenando la corsa.
In situazioni normali, quando ci si può concentrare e nulla turba, la si trova in se stessi magari impegnandosi nel donarla ad Altri. Un grandioso progetto che trova realizzazione nella "condivisione" giusta in ogni occasione.
In quest'ottica pure una situazione estrema come l'attuale acquista senso e diventa un'opportunità. C'è da esserne convinti, osservare le regole e nel piccolo accontentarsi, cercando il motivo valido e il fine ultimo per cui essere contenti comunque, e sarà molto più semplice di quello che si possa credere.
Si può provare gioia quindi anche in momenti tanto difficili? Certo, perché è proprio allora che basta poco, una piccola cosa per gioire. Una canzone giusta al momento giusto, il profumo della primavera ormai alle porte, persino ritrovare qualcosa che pensavi aver perso, mentre riordini un cassetto durante la quarantena.
Perché in realtà la Gioia è una conquista, una meta ambita, un traguardo da raggiungere.
Germoglia sotto la cenere, poi come da favilla, esplode all'improvviso.
Mai soffocarla allora, anzi proteggerla da minacciosi venti avversi.

martedì 17 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.11) (Tutto come sempre...)




Il GAMA non si ferma, convinti Tutti che se una via d'uscita non c'è, la si crea, oggi solito incontro ma in modalità diversa.
Al tempo del coronavirus, sperando nell'Arcobaleno al più presto, tra didattica a distanza e trasmissioni televisive senza interventi in studio ma da lontano, il Nostro gruppo non poteva essere da meno, e oggi è andato in "video conferenza" su Skype, grazie allo spirito d'iniziativa e al supporto della Nostra life coach, Tiziana.
Tema centrale ovviamente, il duro periodo che stiamo vivendo, strattonati tra un doloroso "contatore" e una comunicazione esasperata da enfasi e fake news, che poi diventano "catene" sui social con inevitabile "terrorismo psicologico".
Come contrastare il fenomeno? Cominciando ad esempio a "dosarsi" le informazioni, riempiendo gli spazi vuoti di questa quarantena con la lettura, la musica, oppure dedicandosi a qualche passione riposta in un cassetto. E la preghiera? Non può essere messa da parte proprio ora che le chiese hanno sospeso le celebrazioni per i fedeli, se siamo cattolici e soprattutto cristiani dobbiamo praticare personalmente la fede che professiamo.
È stato molto bello e rassicurante rivedersi, ed anche stimolante. In parte è stato recuperato il contatto che manca. Fisicità a distanza, per ora dovrà bastare.
Abbiamo sviscerato timori e ansie, suggerito strategie, insomma distanti ma uniti più che mai.
Dall'incontro è venuta fuori anche l'esigenza comune di qualche modifica nella conduzione della chat su WhatsApp, troppo ricca di messaggi eterogenei, link obsoleti e ripetitivi. Certamente studieremo qualcosa, magari facendo ognuno la propria parte sentita e specifica.
Ah... dimenticavo.
Non sono mancati neppure i fiocchi finali. Nell'essenzialità tutto come sempre.
Prossimo incontro in video conferenza, GIOVEDÌ 19, ORE 17,30/19,00.

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.10) (Prove tecniche di condivisione)


A parte l'isolamento, che fa pure la sua parte, ciò che pesa di questa quarantena è la mancanza del "contatto". Sospesi abbracci e carezze, saluti quindi a distanza, meglio se virtuali. Passeggiate limitate al proprio quartiere, meglio soli sia pure ben accompagnati.
Gruppi, riunioni, feste e convegni... manco a parlarne. Un vero delirio.
È come se di una "trama a più fili" fosse stata tagliata la metà, in attesa di essere ricucita. Credo nasca da qui il sentirsi sospesi, la visione della vita propria e altrui in stand by.
Dieci anni fa ci pensò mia figlia a connettermi con l'esterno, quando all'inizio per scelta mi chiusi a riccio. Lo fece ponendo uno schermo reale davanti a un mondo virtuale, perché prendessi coraggio e mi sentissi protetta. E fu veramente così, presi a fare conoscenze, alcune diventarono belle amicizie nella realtà, ed è realtà che continua perché "curata" ogni giorno.
Domani se tutto fosse stato tranquillo, ci sarebbe stato il solito incontro del GAMA, non ci sarà, ma a cercarla una via d'uscita, un modo c'è sempre, così grazie a Skype qualcosa combineremo.
Questo pomeriggio grandi prove di condivisione. Entusiasmo nel rivederci quasi tutti, pure limitati entro quadratini, un po' di confusione ma si può migliorare.
Domani riproveremo con le stesse modalità. La tecnologia è di grande supporto, e ne approfittiamo, davvero oggi solo Chi non vuole non può.

domenica 15 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.9) (Una "lavata di testa")


Una metafora per metà, la quarantena a tratti fa andar di matto o in tristezza, oggi, sabato atipico, silenzioso e cupo, ero nervosa e con la malinconia addosso.
Ma si può? Certo i motivi non mancano, però non dovrei scordare che la negatività non paga, e aggiustarsi la vita al contrario conviene. Per dirla volgarmente, porta bene.
Tralasciando spunti di un certo peso, ché già troppi ci opprimono dalla mattina alla sera, stasera riflessioni da... una semplice "lavata di testa". Proprio così. E s'intenda come è scritto. Lavata di testa = Shampoo.
Le mie parrucchiere, è noto, da due giorni sono in "ferie forzate", e oggi ho dovuto arrangiarmi da sola. Shampoo e piega "faccio da me".
I miei capelli sono corti, ma ugualmente è un'impresa, il braccio destro è penalizzato e l'operazione di asciugatura richiede un tempo doppio. Ogni tre minuti, braccio in pausa per ricaricarsi. E dire che il mio phon è uno di quelli con tutto incorporato, spazzola compresa, però... va be', meglio non lamentarsi, considerando le attuali restrizioni almeno i capelli ci sono. Coi "colpi di luna", non più trattati né stressati, piuttosto docili.
Per apprezzare in pieno quello che hai, devi aver temuto di perderlo per sempre. Per qualche tempo restai senza capelli e sembrò un'eternità. Tornai ad averli, e fu come assistere ad un miracolo. Credo sarà lo stesso, quando riavrò la facoltà di scegliere se uscire o meno, andare dove voglio. Quando ne parlerò e mi sembrerà cosa lontana.
Del periodo "senza capelli" porto una grande "tenerezza" per me stessa. Le "strategie", le "coccole speciali" che io mi riservavo, perché nessuno poteva più di me...
A pensarci, la vita è proprio strana, offre situazioni completamente capovolte che, è vero, disorientano ma fanno capire quanto non possano esistere opinioni ferme ed oggettive.
Tutto è mutevole e passeggero, come del resto lo è la vita stessa. Peccato però poco si pensi a questo.
Comunque ora è tempo di pensare positivo,
metterci massima energia perché il virus sloggi al più presto.
Un'amica un po' di tempo fa mi aveva suggerito di ripetere continuamente col pensiero... andrà tutto bene andrà tutto bene andrà tutto bene... come un ritornello stonato, e infatti alla fine, come capitava coi dischi d'epoca, quelli di vinile quando si spuntava la puntina, non capivo più cosa stessi dicendo e rinunciai, tanto... pensavo... tutto va come deve andare. E poi andò bene, se sono qua...
Ed ora pure, io ci conto che vada bene. E sicuramente... ANDRÀ TUTTO BENE. È semplice questione di "maiuscole".

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.8) (Se mi chiami...)


Se mi chiami, io ci sono... ovvero come sopravvivere con relativo danno ad esperienze estreme. Una quarantena ad esempio, o un lungo percorso di malattia.
Alzo il braccio destro, a fatica per esclamare... Presente! Quest'anno festeggio, si fa per dire, l'investitura di lungosopravvivente in un modo del tutto originale, una quarantena per pandemia, e non è che sia così semplice... però oggi come dieci anni fa per compagnia, supporto, e tanto altro c'è Beauty, la Nostra cagnolina. Dieci anni e non mostrarli, stessa "verve", disponibilità, forza, tali da far dimenticare ogni giorno e più volte al giorno, il disagio di un ritiro forzato.
Pet Therapy, è cosa nota, efficace terapia a largo spettro, senza alcun effetto collaterale.
Unica condizione, l'amore per gli animali.
Di Beauty ho scritto più volte, trovo giusto ogni tanto dedicarle un angolino, perché molte lacrime ha ricacciato indietro con la sua inconsapevole allegria. Diede poi uno scossone a quella dannata voglia di lasciarmi andare quando credevo di non farcela più, e regalò normalità a giornate altrimenti vissute tra angoscia e agitazione.
Guardarla mentre dorme, è ancora per me il suo dono più bello... seda l'ansia, cancella tutti i brutti pensieri.
Piccola, dolce Biù Biù...
Un "pet" è "ansiolitico" naturale, ripeto senza effetti collaterali, la cui assuefazione è puro benessere per l'animo.
Terapia espressamente consigliata.

venerdì 13 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.7) (La luce e l'abbraccio)




Pian piano ci adattiamo alla nuova condizione.
Pochi passi sotto il portone di casa, al mattino e fino a quando è ancora chiaro, perché abbiamo bisogno di luce per vederne la Luce.
Parole di speranza condivise in ogni modo, sorrisi disegnati, descritti per non sentirci soli. Non sono abbracci, ma cerchiamo di farceli bastare. Pensare che a volte si provava fastidio per le strette di mano, troppo calorose o al contrario fredde o sudaticce... ora mancano anche quelle.
E come si fa senza tutto questo a sentirsi rassicurati, a curare l'ansia che prende?
Ricordo che cercavo l'abbraccio come pane che sfama, se poi mi si diceva... tranquilla, ne verrai fuori, allora era ricarica per autonomia di più giorni. E abbracci dopo abbracci, vidi la luce, e pure fino a qualche settimana fa ho abbracciato per dare e darmi forza e continuare. Ora pare tutto così remoto...
Quando finisce il giorno e cala la sera, sai che scenderà la notte, ma questa durerà lo spazio di ore, non sarà per sempre.
Se imbocchi una galleria, andrai incontro all'oscurità per un tempo relativamente lungo o breve, ma già mentre avanzi, vedi una luce in fondo e prendi animo perché diventa sempre più chiaro, e il buio dà spazio alla luce.
Al momento la luce trova solo spiragli e gli abbracci sono virtuali, siamo a casa e dobbiamo immaginare di essere altrove, per fortuna non c'è limite a sogni e progetti, è già qualcosa... Noi "adulti" fatti abbiamo vissuto spesso solo di questi.
Tutta la vita è un alternarsi di luce ed oscurità, e sapersi adattare alla realtà del momento vuol dire "farsi le ossa", diventare resistenti... sarà come "vaccinarsi" contro altri eventuali accadimenti.
Intanto concediamoci un abbraccio da lontano, che veicoli Amore e Speranza.
Sarà come se tanti Cuori battendo all'unisono sia pure con ritmo diverso per le ansie, le inquietudini, ad un certo punto si stringessero insieme per darsi slancio fino all'uscita.

giovedì 12 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.6) (Alla finestra e svoltato l'angolo)




E per fortuna che stamattina ho cercato di fare una ricarica di sole, buonumore, quasi normalità. Da circa tre ore infatti nuovo aggiornamento, ulteriori restrizioni in vigore da subito. Tutti gli esercizi commerciali chiusi, fatta eccezione per quelli di prima necessità. Ora davvero c'è la percezione che manchi l'aria, sia preclusa la libertà, anche se così non è, perché sia pur duro e faticoso, era un provvedimento necessario.
Che diamine... veramente mi pare essere tornata indietro dieci anni, stesse sensazioni, voler dormire il tempo essenziale per un sogno, nella speranza di svegliarsi poi, con la gioia di essere fuori da un incubo.
Stamattina come prima cosa ho aperto la finestra, la luce già bella chiara, un buon profumo d'erba, e il cinguettio di uccelli ben distinti. Confesso di averci fatto caso raramente a quest'ultima cosa, quando ci mettevo orecchio sembravano tutti della stessa famiglia, e non è così perché oggi era melodia articolata.
Una giornata di sole, preludio di primavera e di buonumore, nonostante tutto.
Dopo quasi una settimana di ritiro, ho persino pensato di poter scendere da casa, svoltare l'angolo ed entrare nel negozio di generi alimentari, piccolo ma gestito da tre Persone dal Cuore grande, le stesse che dieci anni fa aiutarono i miei figli inesperti in tutto, ad andare avanti.
Il bene che si riceve non si dimentica, anzi col tempo diventa stima e gratitudine.
Così ho fatto un po' di spesa e sono rientrata, confusa, frastornata ma con la sensazione di timida ripresa. Stasera poi le ultimissime, sperando siano le ultime davvero e che gli esiti non si facciano aspettare.
Una vera Quaresima quest'anno, credenti o meno, tutti a digiuno di abitudini e libertà. Sicuro dopo ne verremo fuori più che rinnovati.
Io la penso esattamente così. E mentre stasera, all'ennesimo messaggio di mia figlia che, costretta a fermarsi, pare essere diventata quella che non è mai stata, e per un lungo e concitato discorso dell'altro figlio, quasi sempre silenzioso, due lacrime mi sono scese senza rendermene conto, mi sono convinta alla fine che doveva essere così, per ritrovarci al punto di partenza, per ricominciare, sperando in un giorno tutto nuovo.

mercoledì 11 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.5) (In tuta e ciabatte)




Quanto rassicurante è cercare una qualsiasi certezza del momento, senza andare troppo avanti, né pretendere risposte. Se l'impresa riesce, la cosa diventa valido supporto.
Noi restiamo a casa. Oggi è stato ripetuto all'infinito, a volte senza sentirne peso, altre un po' meno, perché non abbastanza considerati i tanti vantaggi oltre quello grande ed importante, contenere il contagio.
Leggere e scrivere, ascoltare musica e dedicarsi a ciò che piace, mettere ordine nei cassetti e... dentro di sé, ritrovarsi insomma.
E poi non ultimo anche sentirsi comodi in tuta e ciabatte, magari abbinando una maglietta allegra e un paio d'orecchini spiritosi, giusto così per non sembrare casalinga troppo disperata.
Pensavo... certo che l'esperienza pregressa del tumore oggi mi sta dando davvero una grossa mano, con la consapevolezza acquisita vado per strategie quotidiane di sopravvivenza, a tutto vantaggio della mente. Meglio così, plauso per me.
E l'uomo... come dovrebbe aggirarsi per casa in questo periodo? Stesso outfit della compagna, meno gli orecchini, e al posto di questi, calzini colorati con barche e pesciolini, come vidi ai piedi di un paziente qualche tempo fa.
Sai... mi disse... è per sdrammatizzare un po' la situazione.
Proprio quello che intendiamo fare Noi, qui e insieme, ogni giorno di questi giorni anomali ma superabili. Me ne convinco e ce la metto tutta, sperando di poter presto parlarne al passato, e ricordare nella maniera giusta.
Perché i momenti brutti non vanno considerati a se stanti, ma come tappe di crescita individuale, e se a ciò si aggiunge che niente è tanto terribile da non avere fine, si comprende bene come del passato restino, anche se non al massimo livello, solo le positività.
Già...gli esami non finiscono mai, era il titolo di una nota commedia di Eduardo De Filippo e ogni volta che serve, un'affermazione sempre valida ed attuale. Nella vita siamo sempre sottoposti a prove più o meno difficili e nella misura in cui ci riveliamo capaci di superarle dipende la nostra statura morale e la forza di andare avanti.
Alla base di ogni esperienza resta comunque basilare un atteggiamento mentale estremamente positivo, che spianerà la strada mentre ci lasceremo dietro tanti piccoli sassolini per ritrovare ciò che avevamo creduto perso per sempre. La Nostra vita fatta di certezze.

martedì 10 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.4) ("Io resto a casa")


È ufficiale, l'Italia intera da poche ore è zona rossa, e da domani Tutti resteranno a casa, o dovrebbero restare... se potessero o volessero, così meno contatti, baci e abbracci e discorsi inutili che non portano a niente. Restrizioni da alcuni giudicate assurde, comunque necessarie, anzi andavano imposte da tempo e si sarebbero evitati fatti assai spiacevoli. Tant'è non viene chiesto nulla di impossibile, solo massima cautela per il bene generale. È dura restare reclusi nella propria casa, è vero, ma dopo tutto non è la "cella" di un carcere, no?! E allora si può fare, e si fa.
A proposito, sempre oggi... rivolta all'interno della Casa Circondariale e fuga in massa di un bel numero di detenuti. Ci voleva mancare? Ovvio che no, se piove sempre sul bagnato...
Va be', allora tornando a casa, è importante mantenersi calmi e sereni, cosa alquanto difficile data la situazione. Quando un pensiero preme, preme, poi finisce con l'opprimere, allora vengono meno lucidità e spirito organizzativo, i tempi si dilatano troppo e il nervosismo aumenta.
Che cosa si può fare?
Pregare... meditare, anche praticare esercizi di rilassamento. Respirare profondamente e "frazionare" le proprie paure, consapevoli delle sensazioni fisiche. Tutto questo aiuta, si può fare "restando a casa", sarà motivazione a farlo.
Ricordo che agli inizi della malattia, quando vivevo gli alti e bassi di un'accettazione non ancora stabile, cominciavo la giornata con la preghiera, il "Padre Nostro" in particolare, non sempre riuscivo ad arrivare fino alla fine perché presa da pensieri diversi, però l'ansia trovava pace ed io pure. Era un momento difficile, come difficile è questo che stiamo vivendo, ma quando sarà passato, ci troverà più forti, meno complicati e soprattutto grati a questa Vita, tante volte non apprezzata in pieno.
Tra le mie ultime "amicizie" su fb, ho incontrato Alessandra Jayada Lifavi, è una Persona favolosa. Leggete che cosa suggerisce per superare la paura da "altro da sé". Proviamoci Insieme.
MEDITAZIONE BREVE
trova anche solo 3 min per te
respira profondamente.
lascia che tutto ciò che emerge nel tuo spazio trovi accoglienza, senza nessun giudizio.
se la mente continua a pensare, va bene, guarda la tua mente che pensa, come se fossi seduto/a sulla riva di un fiume che scorre.
Se guardi la tua mente, non sei la tua mente.
Accogli qualsiasi cosa si presenti nel tuo spazio senza nessuna manipolazione.
La colonna vertebrale resta diritta
Respira profondamente.
Resta in presenza di ogni cosa che emerge nel tuo spazio: accogli la tua umanità.
Chiudi gli occhi per qualche minuto continuando a respirare profondamente e ad osservare.
- Alessandra Jayada Lifavi -

lunedì 9 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.3) (Era di Marzo...)


Pensavo... in questi giorni di ritiro forzato quale grande possibilità offrono i social, ovviamente ben usati. Informare e comunicare, scrivere e condividere... persino "poetare", vestire delle sole emozioni. Certo nella realtà è tutt'altra cosa, però quando forza maggiore limita, si può essere "veri" il più possibile pure dietro uno schermo o un display, basta volerlo e possono venir fuori davvero cose valide, belle.
Mia figlia fu l'artefice del mio battesimo nel virtuale, ignorante e piena di pregiudizi com'ero non mi sarei mai cimentata, poi complice anche la malattia, m'inoltrai e presi a fare tutto seriamente.
Era di Marzo... 8 Marzo o giù di lì. Più o meno come oggi con mimosa sottotono. E sensazione che molte cose sarebbero cambiate.
È incredibile che un periodo così difficile, con un pensiero lineare che riporta all' "essenziale", possa far riconciliare con se stessi, con la realtà circostante, dopo aver abbandonato antiche convinzioni, apparse sciocche all'improvviso.
Un semplice pensiero e il susseguirsi di fatti, veloci come vento di fine inverno.
Ed era di questi tempi, fine inverno appunto, che un esame solitamente di routine, mi tolse il respiro per il senso di colpa. Iniziò tutto da quel giorno, e pareva una beffa della Vita, ricevere una diagnosi di tumore alla mammella nel giorno della Festa della Donna, ma poi passò, e da allora furono molte altre stagioni.
Così passerà anche questa, possiamo esserne certi, e ricorderemo un 8 Marzo col profumo della mimosa portato via dal vento, e solo per un po' dimenticato.