domenica 22 marzo 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.15) (Corsi e ricorsi storici)



Un profumo, il sapore o un colore, persino un oggetto o una cosa che dà la sensazione di aver già vissuto quel momento.
Dei fogli sparsi tra le pagine di un libro, fanno da modesto promemoria, versi senza pretese.
Un "corsi e ricorsi storici" che proprio tale non è, perché simile ma non uguale ciò che vivo, in quanto è "momento storico" diverso.
E mi accorgo così che tutto è "più o meno" come allora, ma la condizione è completamente diversa. A quell'epoca ero io sola a percepire appena le sfumature di una stagione nuova ma senza tempo, oggi colgo la pienezza di un dolore globale che nel tempo si è perso.
Dolore e sofferenza appartengono all'uomo e ciclicamente si ripresentano per insegnare qualcosa. Imparare non è affatto semplice.
Esorcizzo la paura, elaboro ogni genere di sofferenza, scrivendo. Ne traggo immediato beneficio perché è un modo di adattarmi al presente, non gli vado contro ma l'assecondo.
E a segnare le pagine di quel libro, tra i miei scritti di questi ultimi dieci anni, ho ritrovato la solita "composizione", questa la trascriverò ogni giorno, in attesa di poter tirare un sospiro di sollievo.
Intanto la propongo stasera prima di andare, a chiusura dei miei brevi pensieri.
ERA LA STESSA STAGIONE...
Era la stessa stagione, erano gli stessi giorni.
Il vissuto sembra un sogno lontano, quasi un incubo capitato per sbaglio.
All'improvviso il dubbio... e se torna?
Sarà stato il racconto commosso di una controfavola che pareva senza fine, le storie ad Altri, così tanto per dire.
Ma poi... perché mai dovrebbe tornare?
Amare e raccontare favole, è meglio... così non potrà tornare. Mai più.

Nessun commento:

Posta un commento