martedì 31 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.45) (Da Nord a Sud...)

Ci si perde a volte in inutili e futili disquisizioni incentrate su differenze tra Nord e Sud. Primati, preferenze... prima di tutto o meglio al di sopra di tutto, non scordiamo che siamo "Italia", centro incluso. Per me "nord" e "sud" sono solo due dei quattro punti cardinali, importanti, importantissimi per orientarsi. L'orientamento... il mio grande problema soprattutto quando ero più giovane. Sarei stata capace di perdermi su due strade parallele. Sentivo sempre il bisogno di accompagnarmi a qualcuno, e l'insicurezza cresceva anche in senso lato, tanto da non essere abbastanza autonoma neanche nell'orientarmi tra iniziative e decisioni da prendere. Ma si sa, devi perderti almeno una volta nella vita per imparare, e non sbagliare più strada. Così all'improvviso, ero già grande... il mio Nord! Sempre là, sempre fisso e tanto "amico". Da allora non mi perdo mai. E se un domani dovesse accadere, ma penso proprio sarebbe per scelta, saprò che la strada intrapresa sarà non sbagliata, ma solo un'altra strada. E tornando all'inizio e per concludere, la differenza tra Nord e Sud la fanno solo coloro che ci vedono differenze. Conoscevo una paziente venuta da Venezia a curarsi al Sud. Qui viveva il Suo unico figlio che per motivi di lavoro non poteva raggiungerla neppure saltuariamente, così avevano deciso il contrario, ovvero... sarebbe venuta Lei. Una soluzione coraggiosa, a detta di qualcuno, persino rischiosa secondo altri, ma per Annamaria, questo il nome dell'amica, semplicemente felice. Perché l'affetto e il calore riscontrato al Sud, anche in ogni ambiente di cura l'aiutavano ad accettare ed affrontare tutte le difficoltà legate alla malattia. Lei, persona del Nord da generazioni, della mia città parlava solo bene. Responsabile la condizione? Sicuramente, ma merito pure degli occhi che sapevano guardare e del Suo Cuore grato.

lunedì 30 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.44) (Un libro parla per te)

Leggere il libro o vedere il film con la stessa trama? Io da sempre preferisco il libro, perché m'immergo nella storia, immagino ambienti e scenari, do un volto ai personaggi, soprattutto cerco d'interpretarne emozioni e sentimenti. "Se ti senti meno solo leggendo un libro, è perché capisci che qualcun altro ha provato i tuoi stessi sentimenti: un'anima gemella incontrata sulla carta." (Cit.) Mi torna in mente un personaggio di Ibsen, Nora, protagonista di "Casa di bambola". Lessi l'opera molto prima di ammalarmi, mi piacque, mi lasciò un senso di inquietudine "in attesa", come quando sentì odor di pioggia nell'aria, il cielo è sereno con le nubi all'orizzonte. Ho riletto "Casa di bambola" subito dopo aver terminato le cure, lo rileggo ancora ogni tanto, e dall'inquietudine sono passata per il pianto, la ribellione... la consapevolezza. Quando si dice leggere come passatempo... un libro, quello giusto, fa quasi sempre da stimolo per "leggersi dentro", farsi domande e riuscire persino a darne le risposte, non importa se risulterà dolore, comunque sarà la catarsi che mancava. Accade che la Vita ponga di fronte a prove che non avresti mai pensato. Credevi ogni facile cosa scontata, gratuita ed il resto che non fosse tale, impossibile. Quando all'improvviso la realtà appare diversa, cominci a dubitare del ruolo, persino a provar nausea per ciò che un tempo dava piacere. Vorresti dire... basta!... Volentieri dormiresti a lungo e profondamente, per risvegliarti dopo aver cancellato tutto. Sarà dura all'inizio, ma una grande capacità di adattamento e un senso di autentica libertà aiuteranno nel tempo. Resettare la propria vita e ricominciare con tanto spazio nuovo da riempire, guardarsi allo specchio e vedere quello che si era sempre pensato, un'immagine che muta naturalmente per il passar del tempo e non per uno scherzo del destino.

domenica 29 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.43) (La Vita parla...)

... a Chi sa, può, vuole intendere. Giorni fa ho incontrato una paziente alla Sua prima chemio. Abbastanza tranquilla, ha accettato più di un cioccolatino... Li porto ai bambini... dice, prende quindi il cellulare, mentre io mi dirigo verso un'altra persona. Eh... Noi donne siamo capaci di accudire pure in condizioni di massima debolezza... A queste mie parole, replica ad altre per altro, sott'occhio ho visto levarsi un pollice di approvazione. Era la paziente di prima, aveva ascoltato e ci teneva a far sapere quanto fosse d'accordo. Puoi venire da me? Ho capito che "ti piace" ascoltare, ed io ho bisogno di parlare... Una richiesta tanto esplicita non mi era mai capitata, per questo naturale da parte mia è stato accoglierla, quasi fosse stato un ordine. La Fede... è la Fede a permettere di fare anche le cose che si pensa impossibili. Voglio farti una confidenza. Ho scoperto la malattia per caso, qualche disturbo insignificante ma senza sintomi. All'inizio ero disperata, non facevo altro che piangere. Poi mi sono abbandonata a Dio. Volevo fidarmi di Lui. Così... sai che cosa era scritto sul referto della diagnosi? Neoplasia circolare, simile ad una coroncina di rosario. L'aveva scritto un medico, capisci...? Non è incredibile? Sei stata graziata, mi hanno pure detto... il tuo caso rientra nella percentuale più bassa tra quelli che ce la fanno. Operabile, curabile... un miracolo. Io non aggiungo altro. Senza parole come qualche giorno fa.

LA VITA E OLTRE ( n.42) (Nella Memoria...)

Non amo in genere fare retorica per celebrare giornate come questa, e nello specifico del resto la data parla da sé, 27 Gennaio, e immediatanente si palesano quasi 80 anni da un pezzo dì storia che si vorrebbe cancellare. Ma se fosse possibile resterebbero comunque indelebili due nomi, Liliana Segre, sopravvissuta "per caso" all'orrore di Auschwitz, e Anna Frank che invece lasciò testimonianza del tentativo di sfuggirvi. Non so quante volte ho letto e riletto il "Diario di Anna Frank". Mio padre me lo regalò quando ebbi tredici anni, la stessa età di Anna. Lessi ogni pagina con un'immedesimazione tale da vivere i piccoli drammi e le rare gioie di quella ragazzina, diventata poi simbolo di un triste momento storico. Rileggendo negli anni senza mai stancarmi, ne ho tratto sempre considerazioni profonde al di fuori pure del contesto storico specifico. Tanto da azzardare una nuova definizione dell'opera... "autobiografia di buoni sentimenti - diario di speranza mai persa". Al termine di questa giornata, è Anna a condividere speranza con le Sue parole... "È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo..." ... mentre ritornano ancora quelle di Liliana Segre. "Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati" Crediamoci anche Noi. Insieme.

venerdì 27 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.41) (Ascoltiamo ciò che dice il corpo)

Nel campo della malattia massima è la centralità del corpo. Se imparassimo ad ascoltarlo e ad interpretarne i segnali, forse eviteremmo di ammalarci. Si parte quindi dal corpo, sede di affetti, di emozioni e mezzo di relazione, per migliorare la propria consapevolezza o presenza mentale, energia che si genera essendo consapevoli di tutto ciò che sta accadendo nel momento presente. Da volontari approccio al paziente e conseguente relazione saranno con la consapevolezza in gran parte facilitati. Intuito e discrezione, senso dell'opportunità e garbo, e prossemica che ben predispone all'ascolto, avranno poi un ruolo pure importante. "O mano minuta insegnami ad abbracciare un uomo come la sete abbraccia l'acqua". (Ocean Vuong) Ho trovato questa frase e ne sono rimasta incantata. Le mani portano all'"abbraccio", all'unità e ad annullare la solitudine. Le mani colmano il vuoto. Pian piano stiamo tornando agli abbracci, quelli fisici intendo, finora abbiamo cercato di stabilire un contatto con lo sguardo, le parole, persino la prossemica, porgendoci all'altro con com-passione. Qualsiasi forma di contatto serve per raggiungere la sintonia in una relazione. Non siamo abituati? Bene, dovremo esercitarci. Esercizi pratici per superare pudore e timidezza, liberarci da vecchie convinzioni e obsolete convenzioni. Non servono molte parole per comunicare quel che serve. Ciò che non comprendo io, intendi Tu. Dove non arrivi Tu, riesco io. Assecondare per andare insieme E poi c'è la Vita che parla coi fatti, e pure quella l'ascoltiamo insieme.

LA VITA E OLTRE (n.40) (La memoria è cosa viva)

I miei pensieri stasera girano intorno. Intorno alle tante storie ascoltate, ad altre di cui sono spettatrice... intorno alla mia età. E naturale pare una domanda. Che cosa si può temere di più da qua a... (esagerando e per assurdo) cent'anni? Rispondo per me, e tolgo molti dall'imbarazzo... io temo di essere dimenticata, come non fossi mai stata, nel bene e nel male... cancellata. Giuro, durante la malattia questo pensiero mi dava il maggior dolore, mi sfiancava quasi e mentre sentivo di cedere, uno spirito di ribellione e rivalsa mi rimetteva in piedi, come un colpo di reni all'improvviso. Avevo ancora tanto da fare, da donare ma il tempo non poteva essere interamente mio. Decisi di fermarlo mettendo nero su bianco. Commentai ogni giorno di timore ma pure i giorni di speranza. Col tempo rileggendo rammentai le emozioni e guarii nell'anima. Oggi rimembro ogni cosa, essere caduta più volte e aver avuto la forte voglia di rialzarmi, aver visto tanto lontano il traguardo e poi averlo raggiunto. Un'autentica celebrazione. Quel traguardo la consapevolezza me lo pone sempre, ogni volta, comunque sia, comunque vada. Del resto si accettano le cose così come sono, si vivono come momenti temporanei restando lucidi e fermi, credendo con forza che qualcosa cambierà. Non può non essere così, altrimenti non avrebbe senso una vita che continua, nonostante tutto. Siamo il frutto delle Nostre esperienze, e i ricordi documentano il loro passaggio. Nessun evento, neanche il più triste va scartato, cestinato, al massimo occuperà un "angolo" nascosto della memoria, e quando ogni tanto tornerà alla luce, integro come appare, ci rammenterà la Nostra di integrità, trascurata, sottovalutata. Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre - James Matthew Barrie -

mercoledì 25 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.39) (Essere e Fare)

Tema importante all'ultimo incontro GAMA. Quanti sono i benefici della Mindfulness? Si torna all'argomento di sempre dopo una meditazione un po' più lunga per sentire ogni parte del corpo e venire a contatto col proprio sé tramite la respirazione consapevole. Da qui... l'importanza dell'ESSERE e del FARE. Siamo più Essere o Fare? In teoria un po' e un po', ma soprattutto la priorità dell'uno sull'altro è legata all'età. Da giovani l'educazione ricevuta e il conseguente senso del dovere, la voglia di realizzarsi, portano a fare cose incessantemente, forse a discapito dell'essere, fatto di aspirazioni più confacenti alla propria natura. Col tempo si impara ad amarsi di più, ad ascoltarsi, a fare ciò che si desidera in quel momento e basta. Essere Qui e Ora, insomma perché non c'è da dimostrare niente ad alcuno, ma bisogna solo stare bene con se stessi. Si comincia a Vivere davvero. Per Vivere occorre passare dal fare all’Essere. Essere vuol dire tornare ad essere consapevoli di sé e del momento, smettendo di fare sempre di più in quella che pare una gara in cui nessuno vincerà. Il paradosso alla fine è che più si fa e meno si ottiene. Viceversa, più si è più si riesce a realizzare. Il passaggio dal fare all’essere comporta una Vita vissuta senza sforzo in cui i risultati arrivano in maniera quasi inaspettata, facile, gioiosa. La tirannia delle ore e dei minuti a volte impedisce di essere quanto si vorrebbe. Il desiderio sarebbe esserci molto di più, non per contare di fronte al giudizio altrui, ma per dar conto a sé quando si ha sempre voglia di darsi da fare con un "efficace" gran da fare.

LA VITA E OLTRE (n.38) (Senza perdere di vista la meta)

Può accadere che ci si faccia prendere da delirio di onnipotenza, una sorta di euforia che fa credere di essere infallibile. Il rischio c'è se ci si astrae dal "tutto" di cui si fa parte e che è motivazione e fine ultimo. Chi vuol essere "accanto" non può andare in autonomia di intenti perché ogni Sua azione è una "piccola tessera" di un grande mosaico. Il Bene dell'Altro. Stasera ho preparato tutte le mie cose, che poi in realtà non sono mie. Il sacchetto rosso delle dolcezze e il piccolo cestino coi fiocchetti, e le penne e le brochure del GAMA, e una confezione di fazzolettini, perché si sa qualche lacrima ci scappa, pure se non è detto sia sempre di disperazione... E poi le fotocopie degli incontri e il cuore rosso con gli aggiornamenti di speranza. Sono contenta anzi felice di fare tutto questo, come lo sono i miei colleghi, perché accompagnare, sostenere, aiutare... e riuscire a strappare un impensabile sorriso dà un senso al nostro esserci, e poi fa sentire utili e persino forti. Siamo un insieme che non vuole apparire, ma restare. Non importa se il nome nostro sarà scordato. "Una goccia strappata dall'oceano perisce inutilmente. Se rimane parte dell'oceano ne condivide la gloria di sorreggere una flotta di poderose navi" - Gandhi -

martedì 24 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.37) (Dammi tempo...)

Ho conosciuto una persona con cui sono entrata subito in sintonia. Quando si dice che le anime simili si riconoscono è pura verità. La prima volta stava leggendo di Mindfulness, risorse interiori e di quant'altro ci occupiamo Noi dell'auto mutuo aiuto. Naturale fu perciò invitarla ai nostri incontri, e altrettanto fu per Lei partecipare. Temi approfonditi anche nelle nostre conversazioni private, che hanno permesso di conoscerci meglio. Lei vivendo la malattia rimpiange il tempo perso a rimandare. Aveva tanti sogni e progetti, ma anche qualcuno di cui prendersi cura. Lo farò dopo... si ripeteva... al tempo giusto. Ed ora si rende conto di non aver fatto in tempo. Già... si pensa sempre averne tanto, ma gli anni passano in fretta, e forse solo in parte i molti progetti saranno realizzati. E comunque, poiché cambiano tante cose, difficilmente corrisponderanno all'idea iniziale. Dammi ancora un po' di tempo, Signore... Lei prega... ho ancora tante cose da fare. Pregai anch'io così e prego tuttora. Mai piangersi addosso però, perché una vita non è mai vissuta inutilmente. Per questo senza rimpianti cancella ciò che è da cancellare... salva il salvabile, quello che hai saputo costruire. Metti un punto e vai avanti, guardando al futuro, che sia lungo breve, sarà vissuto con impegno e consapevolezza. E ricorda, si costruisce sul Presente, titolato per capacità e meriti di Cuore. Un promemoria che mi ripeto spesso quando penso... vorrei averlo fatto, mannaggia! E mi prende la tristezza. Ma poi torno sempre al momento che vivo, e con un profondo respiro mi carico di leggerezza. Qualcosa ho recuperato. Vedrai... le dirò... potrai recuperare anche Tu.

lunedì 23 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.36) (Guerrieri...?)

Che cosa ne pensate del termine guerriero/a riferito ad un malato/a di tumore. Lo trovate assolutamente appropriato, opportuno? Personalmente non mi sono mai definita una guerriera, solo una persona che ha lottato ma che volentieri avrebbe disertato, se avesse potuto, e ancora lotta però con se stessa per imparare a vivere, valutando e scegliendo, superando le paure e affrontando qualsiasi cosa le si presenti. E questo farà fino alla fine della "strada". Sarebbe semplicistico definirmi guerriera ora, se mi si dice... tranquilla, ormai ne sei fuori. Sono in stand by, per me... per Altri, una survivor, lungosopravvivente. Fino a questo momento, aggiungo... e finché sarà. A me sta bene. Intanto il giornalista Pigi Battista che convive con il cancro, è stanco di essere chiamato guerriero. Dice: “Non chiamateci guerrieri, non abusate della magniloquenza del ‘sta lottando come un leone’, non gonfiate il petto con il ‘non arrendersi mai’, rivolto a chi si aggrappa con tutte le sue forze alla speranza che il cancro non prenda il sopravvento. Così, bellicosi come apparite, non ci fate del bene, non ci incoraggiate, anzi, aggiungete angoscia ad angoscia. Morire sarebbe una resa? Soccombere significa non aver guerreggiato bene? Dove si sbaglia? Che tattica avremmo dovuto usare? Forse al dolore bisogna aggiungere l’umiliazione di una battaglia campale condotta male? Sappiate che soffrire per scacciare l’ospite indesiderato, come lo chiamava con una sensibilità che ancora mi commuove Gianluca Vialli, non è come ne “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman dove Max von Sydow gioca a scacchi con la morte? E, se sbagli la mossa del cavallo, allora meriti la sconfitta definitiva? Il cancro ha fatto scacco matto. La ‘guerra’ contro il cancro è, piuttosto, una sequenza di notti insonni, di paura quando entri nel tubo della risonanza magnetica o della tac, del terrore di guardare negli occhi chi ti ha appena fatto un esame, di gioia se quegli occhi esprimono soddisfazione. Un altro ostacolo superato, tra un po’ ne arriverà un altro. Una ‘guerra’ fatta di attese, sofferenze - sono i farmaci - debolezza, dove sai che la tua volontà è importante, ma non è l’arma determinante, e che invece degli squilli di tromba di chi ti esorta a fare il gladiatore, chi si sta impegnando allo spasimo per uscirne vivo avrebbe bisogno di affetto, di vicinanza, di attenzione, di ascolto, di non essere lasciato solo, di vita, e ha bisogno di oncologi che sono sempre più bravi, della scienza che continua a mettere appunto cure sempre più efficaci e plurali. La ‘guerra’ la fa la ricerca condotta da eroi e spesso trascurata da chi ha le redini dell’autorità pubblica. Lo dico per fatto personale. Scusate l’impudicizia, ma non ne potevo più”. Che dite... ci pensiamo su, pure se domani è domenica?

sabato 21 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.35) (Solita routine straordinaria)

Penultimo appuntamento per il follow up, e al solito alcuna voglia di andarci, ma intanto... Così pensavo ieri nel più assoluto silenzio, senza fare domande né cercare risposte. Mi piace mettermi da parte spesso e pensare in silenzio. Scontato pensare in silenzio? Per molti lo sarà, non per me solita fare soliloqui, rivolgere domande a Chi mi sta accanto e darmi da sola le risposte. Non è prevaricazione, solo consapevole presa di coscienza per esonerarlo come ho sempre fatto e poi perché non capirebbe il complicato senso di una semplice routine. Una routine straordinaria nell'ordinaria per cui adottare strategie e far passare in fretta giorni e appuntamenti. Alla fine qualcosa di buono viene fuori, anche se non si crede possibile, pure in una giornata programmata che non piace per niente. Conviene tener conto di un'eventualità piacevole, oppure pensare a un che di fruibile e mettercelo apposta come parentesi o asterisco, pausa o ricordo per continuare ed arrivare a sera. Sveglia che non era ancora giorno, ho svolto il "minimo sindacale" che la casa impone, e con mio marito ci siamo avviati verso l'ospedale. Non c'è stato molto da aspettare, così finito l'esame, ho proposto una ricca colazione al bar, seduti al tavolino come fossimo in vacanza. Stavolta non al bar dell'ospedale, perché ormai la mia dolce metà ha metabolizzato l'altra "faccia" della mia vita, e non voglio più infierire. Solo dolcezza. Cappuccino, cornetto e una carezza. E dopo? Una mattinata di shopping di cose inutili che fanno serenità e spensieratezza.

LA VITA E OLTRE (n.34) (Il metro della Vita)

Mattinata in ospedale e pomeriggio con l'"altra realtà", quella che mio marito definisce "vita normale". Diciamo che personalmente do ad entrambe una valutazione diversa, forse poco razionale, ma sentita. Due metri diversi, o meglio "valute inconvertibili". Ma dove l'uomo mostra il proprio valore? Nella vita normale fatta di corse e rincorse, crucci e affanni, problemi risolvibili con la calma del pensiero, oppure quando la Vita va giù pesante e imprigiona nella precarietà assoluta e continua di una malattia? Pare che tutto possa servire, e in realtà basta davvero poco, ad esempio occhi nuovi che sappiano guardare, ecco... solo quelli sarebbero sufficienti. Per guardarsi dentro, intorno, lontano. Fare un bilancio senza sapere di economia, sentirsi ricchi di qualcosa, persino per il gusto di assaporare la focaccia che dava nausea fino al giorno prima, o poveri di speranza per continuare, affrontare, senza alcuna certezza se non l'attimo presente. Cadere più volte, e altrettante trovare la forza di rialzarsi, meravigliati e fiduciosi. Con continuo allenamento acquisire la consapevolezza di quanto tutto sia precario e la necessità di aggrapparsi a piccole certezze, proprio piccole, come ritrovare cose perse o dimenticate. Non perdere per strada la pazienza e la gratitudine sempre e comunque. E poi riprendere a guardare avanti, a girare pagina perdonandosi e giustificando non solo se stessi.

venerdì 20 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.33) (Crederci sempre per affinità)

È un attimo, se si è affini lo si comprende subito, da poche parole e anche no, pure solo dallo sguardo. Nasce così la sintonia, quando si hanno le stesse note dentro. E anche nella fragilità ci si scoprirà tanto preziosi per ricchezza interiore e risorse condivisibili. Gli animi in sintonia procedono così, fragili e preziosi. Si vengono incontro e poi si mettono l'uno a fianco dell'altro, e in silenzio condividono la via, pure se accidentata e tortuosa. Gli animi in sintonia si scambiano affettuosità senza nemmeno sfiorarsi, sguardi d'intesa e complicità come di Chi unisce le forze per far fronte comune contro un ostacolo o un nemico. E i momenti bui vissuti intensamente insieme, aspettando speranzosi il primo chiarore del nuovo giorno. Per questo Chi non ha le stesse note dentro non capirà mai la paura di una notte insonne, l'immaginarsi cieco e sordo per non capire, la richiesta d'aiuto tra le righe perché sente il respiro mancare. Ne sento raccontare, osservo e porgo ascolto, e pure se mi sforzo di restare lucida, vengo coinvolta quasi totalmente. Forse perché io so quanto importante possa essere appigliarsi a qualcosa di incredibile per Altri. È la replica a quegli sguardi sfiduciati, non rassegnati, diciamo pure ormai indifferenti. Gli Altri, "i più"... ma in fondo che cosa ne sanno gli Altri, di tutto quello che comporta una malattia quando priva di un pezzetto di Vita. Anche se non te ne rendi conto, pure se non vuoi. Soprattutto perdi la tranquillità, il senso di ogni cosa scontata ... la Pace con te stesso e l'equilibrio. Ma poiché la malattia insegna che devi "riacchiappare" tutto in fretta, non smetti di cercare e infine lo trovi quel punto fermo che mancava. Preoccupati ma non più di tanto, può scordarsi di Te l'uomo non certo Chi è al di sopra di lui e tutto vede e sa. E così vai avanti, con la consapevolezza che il miracolo più grande è in ognuno. Sta a Te percepire il Tuo, crederci e viverlo.

giovedì 19 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.32) (Insieme è meglio)

Primo incontro di formazione per volontari operativi in campo oncologico, andato. E anche molto bene, oserei dire. Tra i presenti continua interazione, e dai racconti di esperienze degli stessi molti spunti di riflessione. La formazione è importante per Chi sceglie il volontariato in generale, diventa fondamentale nell'ambito oncologico. Chi è il Volontario? È la persona che mette a disposizione il proprio tempo e la propria capacità per gli altri. Opera in modo libero e gratuito promuovendo risposte creative ed efficaci ai bisogni di coloro che vivono momenti di grave difficoltà. Non ci s'improvvisa, occorrono altresì una certa predisposizione e la buona volontà. Non bastano comunque la predisposizione, la buona volontà e le tante doti innate, per essere un bravo volontario in campo oncologico soprattutto e non solo, occorre formarsi ed essere informato almeno in linea generale. Quindi qualche nozione sulla patologia, riguardo alla psicologia del paziente, considerando sempre che non si è medici e nemmeno psicologi, ma "uomini" che mettono a disposizione la propria "umanità". E continuando... Non sono mancate domande da parte di un aspirante volontario, che per la prima volta si avvicina a questo tipo di attività. Il "perché" del camice. Il camice è una divisa, identifica il ruolo, il cartellino con il nome e il logo di un'associazione riporta all'appartenenza. Come comportarsi se tra i pazienti si riconosce qualcuno che mostra di non conoscerti. In questo caso si asseconda la sua volontà, per privacy e considerando pure il momento, magari non c'è stata ancora l'accettazione dell'evento e si prova una sorta di pudore. La disponibilità "oltre il servizio" in ospedale. La disponibilità è individuale e dipende da molti fattori. Tempo innanzitutto, capacità di lasciarsi coinvolgere emotivamente ma poi riprendersi rapidamente. Si è parlato di qualità indispensabili (sensibilità, buonsenso, intuito, senso dell'opportunità, discrezione...), modalità di approccio e "ascolto empatico". Le parole giuste? Solo quelle "pensate", altrimenti meglio il silenzio. Quel silenzio che tuttavia non risulterà mai vuoto perché fatto di pensiero dedicato, sorriso e sguardo amorevole come una carezza. E quando il carico sarà stato molto pesante? Ognuno troverà modo e maniera di alleggerirsi per poter ricominciare. La meditazione, la preghiera ad esempio sono assai valide, ma anche rivivere mentalmente ogni incontro per ricavarne una nota positiva può essere d'aiuto per ricaricarsi di motivazione. Infine non dimenticare che nel "servizio" due fragilità a confronto si arricchiscono della reciproca umanità.

mercoledì 18 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.31) ("Grazie" sempre per tutto)

Non s'insegna più la bellezza del "grazie". Dire grazie è oggi un'insolita opzione. Tutto è diventato un diritto scontato, a cominciare dalla vita, quando non è affatto detto che dovevamo esserci per forza. La capacità di essere grati è insita nell'uomo, solo che non sempre ne è consapevole. Le opportunità per riportare alla luce il senso di gratitudine però non mancano. Le relazioni ad esempio, con la gratitudine per Chi è vicino, per l'amico di sempre, ma pure per il conoscente o lo sconosciuto che incrocia il Tuo sguardo, sorride e augura buongiorno. Niente è dovuto da alcuno, sia genitore, compagno/a, figli, amici, e per questo nulla puoi rimproverare quando l'aspettativa è disattesa. Ugualmente sarai grato per quel poco o niente nella Tua vita. Anch'io stasera (e non solo) voglio dire grazie. Grazie a questo giorno, l'ennesimo dello strapuntino di questa mia vita, grazie agli acciacchi presenti perché mi fanno sentire viva. E ancora... Io dico grazie ad ogni organo, arto della mia parte destra. All'orecchio che sente meno del suo gemello, all'occhio che è più miope dell'altro. Al mio fegato "bello grasso", così definito dall'ecografista. Alla mano destra col suo indice artrosico e all'omologo piede soggetto a crampi improvvisi. In ultimo ma non ultima sono grata alla parte mutilata di me, perché mi ha fatto scoprire che si può vedere in una cicatrice un atipico ma ugualmente efficace sorriso. Perché grazie a questi, cicatrice e sorriso, sono viva, con tutto il resto. E infine anche se oggi è stato un triste anniversario, ringrazio il buon Padre perché mi ha donato una mamma bella e buona. Sempre sorridente e mai lamentosa, durante la Sua vita è stata d'esempio, prima di andar via ci ha lasciato molte parole e importanti raccomandazioni. Un'eredità d'Amore. Grazie alla memoria del Cuore, che non scorda, e pur con nostalgia continua per non far dimenticare.

lunedì 16 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.30) (E non finisce qui)

E mentre gli anni trascorrono e ne siamo interpreti e spettatori, fissiamo immagini per farne ricordi. 15 Gennaio 2022. Esattamente un anno fa presentavo il mio "Per i giorni persi". Grande era stata l'emozione qualche giorno prima, sfogliando la prima copia fresca di stampa, quasi un sogno poter parlarne ad un pubblico lì presente solo per me. Fu una serata bellissima, ma pur compiaciuta avrei voluto farmi da parte. Non ero abituata a tanto. Serata comunque importante, i miei pensieri svelati e l'anima allo specchio. Un piccolo compendio di vita. La mia vita come quella di molti altri, resa speciale da un'esperienza estrema. Lo spirito d'adattamento, la capacità di guardare con occhi diversi, la resilienza. Quella sera raccontai il valore dell'esperienza. La malattia, il volontariato, la pandemia. Il GAMA. La malattia oncologica e la pandemia, due esperienze a confronto, molto simili a livello di emozioni, individuale la prima, l'altra globale. Il volontariato e il gruppo di auto mutuo aiuto, la reazione e la soluzione. Come una Matrioska, l'una dentro l'altra.. Io sono più brava a scrivere che a parlare, quella volta fui sorpresa da me stessa, perché è il Cuore che chiede la parola sempre e comunque. A volte fa il leggero, altre tenta la riflessione, alla fine risulta commosso e pure tanto. Un anno è trascorso, dicevamo e da persona che ha vissuto la malattia e consapevolmente ha scelto di restare in campo, sento che posso, devo fare di più. Continuare a raccontare ad esempio, conservo pagine e pagine di "storie eroiche" di una semplicità estrema e tenere e coinvolgenti. Devo mettere solo nero su bianco, ancora una volta lasciar fare tutto al Cuore. .

LA VITA E OLTRE (n.29) (La risata cura)

Cura davvero la risata, basti pensare alle endorfine, al buonumore, alla qualità della vita. Anche nelle situazioni più difficili o in condizioni dolorose può scaturire una risata che fa la sua bella differenza. Allora dicevamo...? Ridere? Ma si! ... e che ve lo dico a fare?! Facciamocela una bella risata, ché tanto piangere non conviene. La "risata" è una calamita. Attira e trattiene. E questo, si... conviene! Per cui stasera chiudo in allegria anch'io. Smetto l'abito "serio" e vado di barzellette... Due in particolare, raccontate tempo fa da una paziente. Per inciso, contrariamente a quanto si possa pensare, dico che in un day Hospital oncologico non solo lacrime, e la risata è di casa nella sua piena autenticità. Così un giorno... "Siedi qua, sulla sponda. Voglio raccontarti due barzellette per ridere con te". Rimasi perplessa, di solito ascolto altro. Non so se sono preparata, penso. Poi mi siedo e Lei prende a raccontare, la barzelletta dei due carabinieri in "seria" difficoltà nel distinguere ognuno il proprio gatto... uno bianco e l'altro nero, e quella dei due morti in breve licenza con relativa lapide come documento di identità. Ovviamente scontata la prima, quanto imprevedibile e grottesca la seconda. E se in un primo momento avevo creduto di dover ridere per compiacere, a un certo punto mi ritrovai a farlo quasi senza accorgermene. E rideva Lei e ridevo io, in un crescendo... soprattutto io mentre mi immaginavo le situazioni incredibili e comiche, quando Noi stesse in quel preciso istante ne stavamo vivendo una paradossalmente serena.

domenica 15 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.28) (Angeli [in]consapevoli)

A breve ci sarà il primo incontro di formazione per volontari sereni e rasserenanti. Definizione che è già tutto un programma perché rappresenta in sintesi come devono essere dei volontari consapevoli, che non si improvvisano, tengono a formarsi, e poi si confrontano per primi con se stessi. Ove sono carenti, si impegnano a colmare. Quando cadono in errore, si correggono senza "fustigarsi", per poi riprendere con serenità. Serenità... la prima "dote" da trasmettere, perché è quella che si contrappone silente e benefica a Dolore e Sofferenza. Il Dolore, fisico, acuto e dalla sensazione immediata. La Sofferenza, che coinvolge anche l'animo e si prolunga nel tempo. Il Dolore è un linguaggio, un codice affettivo, che comunica e necessita di risposte che apportino sollievo. I volontari devono imparare ad interpretare tale linguaggio per diventare strumenti di sostegno. Un supporto a Chi chiede aiuto senza esprimerlo a parole. Dovranno essere sempre se stessi, ma pure intuitivi, accorti nella scelta delle parole, e soprattutto empatici. Quindi cercheranno di guardare le cose dal punto di vista di Chi hanno di fronte. Eviteranno un atteggiamento indifferente o distaccato, impersonale, freddo. Ma anche quello ispirato al pietismo. Essere vicino ad un paziente che ha un iter di malattia con un'evoluzione spesso negativa comporta il crearsi e l'accumularsi di tensioni emotive molto intense. I pazienti tenderanno a proiettare su chi lo assiste la propria angoscia di morte che deve essere rielaborata per poter tornare alla malattia in maniera positiva. Da solo probabilmente un volontario non riuscirà, sarà necessario sapere a Chi rivolgersi nei momenti inevitabili di disorientamento. Nulla è scontato, nemmeno per Noi veterani, anche se qualcuno... bontà sua... ci chiama "angeli". Vero è però che ognuno può essere l'Angelo di Chi è accanto in qualsiasi momento. Un po' di ascolto ed attenzione al bisogno, la consapevolezza di non essere solo per se stessi e poi... la gioia proprio di "esserci". Noi tutti quindi, angeli per caso, ma se volontari anche consapevoli.

sabato 14 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE ( n.27) (Nella normalità il senso della vita)

Sapevo che l'avrei rivisto oggi, il professore, umile e bravo, 86 anni e non mostrarli. Ricordate? Il giorno che feci la Sua conoscenza avevo intuito fosse uomo di cultura perché stava leggendo una rivista letteraria. Quando prese a parlare sembrò addirittura più giovane. Perché la Cultura ha pure questa capacità, mantenere giovani. - La Scuola, la Cultura migliorano l'uomo... sono Sue parole, e lo sa bene Lui, che disquisendo con me ed altri di cultura, ha scelto come vivere ogni giorno l' "anomalo" e non aver paura. Prima delle feste gli ho dato una copia del mio "Per i giorni persi"... - Lo leggerò con cura ed attenzione, e "le" saprò dire. Aspettavo con ansia il Suo giudizio, che oggi prontamente è arrivato non appena mi ha visto... - Mi sono commosso a cominciare dalla dedica, poi ho letto e riletto gli spunti di riflessione, mi hanno incuriosito le novità, come il respiro consapevole e la meditazione. Lo passerò a mia figlia che ha vissuto il "suo" stesso problema, sono convinto le sarà utile. Ciò che mi ha maggiormente convinto è il fatto che a scriverlo non sia stato un accademico, uno psicologo ma una persona normale, come me". Non poteva farmi un complimento più grande. Essere definita "normale" significa per me poter arrivare a tutti o quasi. I professoroni, i saccenti, chi ama giri di parole e concetti elaborati, non si ritroveranno, pazienza. Anzi chiedo loro umilmente scusa, ma è così rasserenante sentirsi normale... E poi risulta più facile dare alla vita un senso. Sono in tanti a condurne una senza, perchè cercano "il difficile", stanno dietro a cose sbagliate. Si può arricchire di significato la propria vita disponendosi ad amare gli altri, condividendo le proprie esperienze, creando qualcosa per un fine.

giovedì 12 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.26) (Tredici anni di storia)

Una copertina trasparente, impegnativa e foglio di prenotazione, referto dell'ultimo eco-addome. Tutto pronto per l'ennesimo esame di controllo. Scartabellando tra le "antiche carte" mi rendo conto che si fa sempre più fatica a cercare, trovare, raggruppare. Sono davvero tante. Gruppi e sottogruppi, capitoli e paragrafi di tredici anni di storia. Sia ben inteso, la cosa fa un immenso piacere, significa che il tempo è trascorso, e all'epoca chi l'avrebbe mai assicurato o almeno azzardato? È andata così fino a questo momento, ed io non posso che essere felice. Adesso però perché conservare i più vecchi referti, le ingombranti lastre ormai in disuso, gli esiti delle analisi cliniche mancanti di qualche voce che... ahimé, nel tempo si è aggiunta? Forse liberarsi di queste zavorre renderebbe più leggera ogni "notte prima dell'esame"... o no? Si e No. Si, perché si partirebbe dal momento presente, "ora" e tutto sarebbe più veloce. Poco ingombro e più spazio libero. No, perché le ombre del passato, vuoi o non vuoi, ritornano "qui" nella mente, magari meno nette ma con qualcosa di stabile che mette in dubbio le poche certezze rimaste. Così "Qui" e "Ora" che cosa resta? I ricordi si rincorrono, una preghiera a fior di labbra, un profondo respiro che chiama a raccolta tutte le risorse. E la Speranza, soprattutto quella, ancora e sempre.

LA VITA E OLTRE (n.25) (Dieci anni e...)

Oggi sono dieci anni di volontariato in oncologia, e in dieci anni ne ho fatti di incontri. Oggi è stata una giornata buona, nel senso che sono stata ben accolta, ma in dieci anni ci sono stati pure quei giorni "no", quando pareva fossi sbagliata con/per tutti. Ammetto che non sempre ho preso quei giorni "no" con filosofia, nel senso che mi facevo tanti scrupoli, mi venivano tanti dubbi... E magari il giorno dopo era tutto il contrario. Perché come è vero che non si può piacere a Tutti, altrettanto lo è che la patologia oncologica con le relative cure comporta sbalzi d'umore e una latente e costante sensazione di precarietà, per cui si preferisce restare per conto proprio, e a volte non volendo si arriva ad essere pure sgarbati. Succede, raramente ma capita di non entrare in sintonia con qualcuno. Lo intuisco in particolare da sopracciglia inarcate per darsi contegno ed essere tutt'uno col contesto, e labbra serrate per cui manco viene sprecato un saluto comprensibile, al massimo un mugugno... e tutto sommato è pure meglio così. È chiaro che non si è graditi, e se non sono io a non piacere, sicuramente lo sarà la mia presenza in quella situazione. Si mettono in conto entrambe le eventualità, ne ero pienamente consapevole ancor prima di cominciare. In alcuni momenti il ricordo di alcuni episodi ritorna, però non mi crea disappunto né lascia l'amarezza della delusione. Sono ricordi, appunti di esperienze. Allora... Ripenso a quel marito che ogni volta che mi vedeva, sembrava volesse "freddarmi" con lo sguardo. E ancora... Ricordo una paziente che al mio ingresso nella Sua stanza sistematicamente chiedeva che scacciassi una mosca, poi metteva l'indice della mano destra sulle labbra e mi intimava il silenzio. Noi rispettiamo ogni atteggiamento. Sono trascorsi dieci anni, e ormai ho imparato ad accettare quello che pare un "rifiuto" come una "doppia opportunità", per me come per chi mi sta di fronte. Non insisto, volgo lo sguardo verso altri occhi sorridenti che accolgono, poi se arriva un minimo cenno, come ad esempio la richiesta per un'arancia da sbucciare, mi butto a capofitto e parto alla conquista di un "grazie" stiracchiato ma sincero, che vale come tutto l'oro del mondo. Per me perché sono stata utile, per l'altro/a perché non si è sentito/a abbandonato/a a se stesso/a. Oggi comunque è stata una buona giornata, e stasera sento di poter amarmi di più.

mercoledì 11 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.24) (Natale a modo mio)

Primo incontro dopo le feste. Un gradito ritorno di alcuni amici, prova che uno dopo l'altro si mettono insieme gli anni, la Vita a volte può far allontanare, ma un legame speciale resta sempre. Raccontarsi in condivisione. Tema dell'incontro odierno. Come abbiamo trascorso le recenti festività? È andato tutto come desideravamo, altrimenti di questo tempo vissuto in maniera forzata possiamo salvare almeno qualcosa? Ogni anno è uguale. Molte aspettative, proposte e propositi "rivoluzionari", e poi... Il periodo, le situazioni del momento impongono diversamente. Guai a non condividerne l'opinione. A Natale puoi... Anzi devi, essere più buono. Magari poi non è così, perché se non lo sei mai buono, o credi di esserlo a modo tuo, perché a Natale potrebbe essere diverso? Solo per un po' di luci colorate, l'albero di ultima generazione e il panettone solidale? Ognuno di Noi ha raccontato la propria recente esperienza. Alcuni hanno seguito la "forzata routine" natalizia, ma c'è stato pure Chi ha avuto il coraggio di non farsi travolgere dalla consuetudine poco sentita e ha fatto più o meno consapevolmente ciò che da sempre desiderava. Un piccolo albero di Natale, una tavola apparecchiata per pochi, una rilassante e piacevole solitudine. Cantare insieme per far da stimolo alla nonna con poca memoria. Ricreare l'atmosfera natalizia dell'infanzia coi colori, le luci e i profumi di un tempo per non perdere e tramandare il valore della tradizione. Che dire poi del "caos" di quegli interminabili giorni? Forse è necessario per dare origine ad un'autentica rinascita, una sorta di cosmogonia. E Chi vive un momento buio addirittura trae dalla confusione del periodo natalizio la speranza, trova l'appoggio per poter continuare. Dopo l'oscurità finalmente la luce. Personalmente vorrei vivere il Natale senza forzature, nella sua essenza, creare una nuova tradizione, in un silenzio ovattato come i passi nella neve, nell'intimità profumata di un lungo inverno, ripercorrendo il peregrinare di Giuseppe e Maria prima che Gesù venisse alla luce. Già... giungere alla luce, alla rinascita e alla Resurrezione è sempre travaglio. Come travaglio è pure la nostalgia del tempo passato, del Natale da bambini, soprattutto quando nella casa di sempre una sedia o più resta vuota. Prima che l'incontro volgesse al termine un "gioco di carte". Da un magico mazzo di carte abbiamo scelto una a caso. Diciamo che ci siamo tutti ritrovati. Una descrizione azzeccata, un consiglio da seguire. Nessuno ha passato la mano, ma si è fermato a riflettere.

martedì 10 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.23) (Spente le luci sull'albero)

E se il presepe a casa mia ha ragion d'essere tutto l'anno, l'albero ha ormai le luci spente e domani, spoglio tornerà a dimora nella sua scatola, per restarci fino a dicembre. Rimuovere gli addobbi di Natale, dopo le festività, con gli anni, non lo percepisci più solo come noiosa incombenza, ma lo vivi come archiviassi un faldone di cose fatte, con indice e promemoria per il prossimo che sarà. Con questa azione, si ha pure la sensazione di rimuovere temporaneamente e solo fisicamente, le persone care che, anch'esse tornano alla loro routine. Lontano da casa. Alla loro vita. Il silenzio improvviso per quanto prevedibile amplifica il senso di vuoto. Togliendo l'albero, gli addobbi vari, è come salutassimo gli affetti, deponendoli in pacchi, accanto al nostro cuore. Socchiusi e mai chiusi. Ogni tanto il pensiero torna ai giorni festosi appena trascorsi, con l'augurio che è pure speranza di un altro Natale, e un altro... un altro ancora. Per associazione di idee il pensiero va al tempo che riposi le parrucche. Le avevo lasciate lì, sul comò per qualche giorno, un po' come si fa appunto con gli addobbi natalizi una volta che le feste son finite. Non ti va di archiviare subito un periodo, ti dà malinconia e aspetti un giorno, forse due, ma al terzo ti pare tutto anacronistico e in una volata metti via ogni cosa e non ci pensi più. Con le parrucche fu più o meno così. Le conservai senza rimpianto, con grande speranza e un po' di nostalgia per quel tempo che mi aveva visto in campo, convinta e determinata a ricostruire me stessa.

lunedì 9 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.22) (Al presepe)

Credo lo sappiate, conservo il presepe tutto l'anno. Ormai questo è il quinto anno che ha vissuto le quattro stagioni sulla parte ad angolo del mobile in soggiorno. È sotto la finestra, e il variare della luce, dei colori del cielo e delle fronde degli alberi gli fanno da sfondo. Per Noi è naturale vederlo in pieno solleone o vicino ad un ramo di fiori di pesco. E non ci fa più caso neanche Chi viene, e del resto sarebbe relativamente importante il contrario, convinti come siamo che Natale è tutti i giorni. Abbiamo deciso con mio marito di "respirare l'incanto" tutte le volte che vogliamo. Di seguire la stella quando ci sentiamo persi, di trovare compagnia quando ci sentiamo soli. Lo sguardo si perde tra le erte salite, si rasserena a valle fino alla grotta. La pace è, quando la si cerca e poi si trova, sfoltendo, smussando, tornando sulla via. Tutto con gioia. Riflessioni mentre guardo l'alternarsi di luci e colori nel mio presepe, ricordi che affollano la mente. Il presepe naif preparato coi miei bambini, tante figurine colorate, le loro ingenue ed entusiaste proposte. Il primo presepe di mio marito da fresco pensionato, quel giormo che mi coprì gli occhi perché lo vivessi come una sorpresa. Le luci non ancora spente in quel paesaggio incantato di stelle, la domenica che mia madre si spense. Dolcezza e malinconia nello scorcio di presente che sento fortemente mio.

domenica 8 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.21) (Dall'Altro la ricarica per continuare)

Dopo la pausa delle feste, da lunedì si riprende con gli incontri del gruppo. Passeremo da un tema all'altro, qualche anticipazione anche sui prossimi incontri di formazione. Così riprenderemo... e sarà ripartire speriamo facilmente, perché influenza stagionale e strascichi di Covid si danno un gran da fare per sabotare. Comunque restiamo amici, "Amici nelle difficoltà speciali", profondamente uniti da quel legame che una "particolare avventura" può regalare. Si fissano gli estremi di un invisibile filo, una relazione come fosse da sempre. Ed è sentimento unico e speciale, tanto simile all' Amicizia. Nasce in un momento, già nell'approccio e al primo sguardo che vuol comunicare. Poi arriva la parola giusta, la frase... lo posso immaginare. Anche io ho provato qualcosa di ciò che stai ora vivendo, ma penso che la Forza e il Coraggio potrò apprenderli da Te soltanto. E così ogni volta è una storia condivisa, un appuntamento, la convinzione di avere un Amico in più. Non un semplice conoscente, ma un amico... Amico. Ci pensavo da un bel po'... ma quante persone ho conosciuto in questi ultimi anni? Tante davvero. Prima con la "malattia sulle spalle", poi... "tra le braccia". E non è finita, né mi fiacca. A volte il dolore di una perdita mi infligge un colpo più grande delle mie capacità, mette in crisi la resilienza che più o meno credo di possedere, ma riesco comunque a rimettermi in piedi... a trovare l'equilibrio. E ritorno in corsa, prima quasi timidamente e poi decisa passo dopo passo. Oggi preparando i "fiocchi di tenerezza" per il prossimo incontro, ne ho scritto uno che ho sentito su misura per me, soprattutto dopo alcuni eventi recenti... "Ogni persona che passa nella Nostra vita è unica. Sempre lascia un po' di sé e si porta via un po' di Noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla". ... perché è come fosse da sempre.

sabato 7 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.20) (L'Empatia è tutt'altra cosa)

Per me "empatia" è come sentire in due con un unico Cuore, ritrovarsi in sintonia, "vestire" l'uno i panni dell'altro. Insomma sentirsi insieme in una condizione, fermi e quasi non rendersene conto. Empatia. Ora dimmelo Tu cos'è. È forse commiserare, chiedere ogni volta, parlare come situazione imporrebbe con frasi fatte, impostare voce e sguardo? Alla fine viene fuori la forzatura che è, basta una "domanda strana", e si capisce quel che sei. Una persona che indaga per valutare, per mostrarsi più interessata degli altri, e persino per esorcizzare la propria paura. "Di quanti centimetri è la tua ferita?" Non vorrei dire... ma che domanda è? Fa venire i brividi. L'empatia è tutt'altra cosa. È esserci pure senza stare. È trattenere nei pensieri. È la "compassione" la chiave di volta. Mettersi nei panni dell'Altro o almeno provarci, e se ci si scopre inadeguati, avere il coraggio e l'umiltà di farsi indietro. Perché non tutto è per Tutti. Dicono io sia empatica, ma mi chiedo sempre... fino a che punto? Ho intuito, sensibilità, ma soprattutto "non lascio andare". Basterà?

venerdì 6 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.19) (Buon Anno sincero)

Incontro conviviale d'inizio anno per dirci... bentrovati, ancora insieme, per caricarci di positività, per salutare con un arrivederci Chi di nuovo partirà. Un saluto per modo di dire, perché una "rete" come quella che è andata formandosi e per cui ci adoperiamo tutti, ciascuno con le sue peculiarità, con zelo e passione, mostra maglie sempre più fitte per sostenere cedimenti e cadute, e poi essere elastica da far rimbalzare e rimettere in piedi, sempre. Ampia ed importante, ben tesa da Noi Tutti Insieme. Incontrarsi in serenità per definire la "qualità di vita". Personalmente ritengo sia un'espressione intesa a ribadire un concetto, la vita è Vita a prescindere e con un valore intrinseco. Può essere poi difficile, sofferta, complicata, travagliata, oppure tutto il contrario di questo e mantenere immutata la sua peculiarità di bene prezioso. In conclusione deve essere impiegato il massimo impegno per "aggiustarla" e permettere che dia il meglio anche in condizioni sfavorevoli. Almeno a Natale! Ne parliamo spesso. Vivere come se niente fosse, anzi meglio alla luce di quello che è stato, se passato, alla luce di quello che è, visto che il domani non è dato conoscere. E poi cercare ad ogni costo la gioia nelle piccole cose, nel calore della famiglia, nell'amore per il prossimo di cui si riscopre la presenza e la necessità per fuggire dalla solitudine. Un tentativo, una consuetudine, o volontà di ricreare nello spazio solito qualche ora di gioiosa spensieratezza? Uno scambio di battute al crepitio del ceppo nel camino, nella magica atmosfera natalizia ove ogni angolo porta un segno, una stella, una piccola calza, ci siamo ritrovati a cena. Genuinità di cibo e sentimenti, tutto in piena condivisione. Non solo dovuta consuetudine annuale. Le feste volgono al termine, il "Nostro esserci" continua.

giovedì 5 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.18) (Quando a Natale...)

Quando capita a Natale o nei pressi, è più che logico si pensi poter non esserci di lì ad un anno. E allora o ci si chiude a chiave al di fuori del mondo, considerandosi già finiti, oppure si fa tutto e di più, esagerando per trarne gioia il più possibile. All'esterno la cosa genera qualche perplessità. Tutti sono sensibili, più o meno e a seconda delle occasioni. È un po' come la soglia del dolore, c'è Chi l'ha alta e Chi no, Chi sopporta e Chi piange per un graffio. Ma se in questo caso si dice apertamente di esserne consapevoli, la persona di grande sensibilità non sa di esserlo, magari intuisce quel qualcosa in più ma in certe situazioni è sempre disponibile a fare un passo indietro, a mettersi in discussione e poi riflettere per comprendere. È un importante e faticoso lavoro su se stessi, però credere in ciò che si sente lo impone. Succede, come stamattina, di voler tentare un approccio secondo l'estro e la risorsa del momento, e che l'approccio venga neutralizzato sul nascere.. - Un cioccolatino? - Signora... noi li produciamo. A volte si resta di sasso, non si trovano le giuste parole per replicare, ma poi si comprende che in effetti spesso non c'è nulla da replicare ma solo ascoltare... - Ora considerato come sto, devo vivere Natale tutti i giorni, e poiché comunque questo Natale doveva essere speciale, ho detto a mia moglie, stavolta ai nipotini un regalo grandissimo. Quest'anno ci sono, poi Chi lo sa... Ammutolita, gli ho accarezzato il ginocchio, mentre continuava a raccontarsi. E siamo stati lì per tutto il tempo. Sorrisi... sempre e comunque. Ascolto... a volontà. Tempo proprio da donare. Altri regali? Forse... ma soprattutto tanto tanto amore.

mercoledì 4 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.17) (Dal mio piccolo tesoro...)

Il 10 di questo mese saranno dieci anni da "volontaria ufficiale". Così prepotenti si fanno i ricordi, tante le storie ascoltate, molti i volti indimenticabili. Tutto rimasto in me. Noi siamo storie, tenere e avvincenti, lineari e ancor più spesso complicate, ma uniche, originali. Storie che vivono di Presente, partendo da molto lontano, alcune addirittura da un Passato dimenticato. "Ho avuto una giornata piena di storie, dissi, non credo che me ne servano altre. L’uomo incrociò le gambe, appoggiò il mento sulle mani con aria meditabonda e disse: abbiamo sempre bisogno di una storia, anche quando sembra di no". - Antonio Tabucchi - Così non potrò scordare Antonio, i suoi occhi lucidi, il voler farsi capire senza parole, il "pretendere" il fiocchetto colorato che gelosamente metteva in tasca insieme con gli altri, ché stessero insieme sempre perché gli appartevano... erano "roba sua". E invece la benedetta caramella che mi aveva chiesto l'ultima volta, non avevo fatto in tempo a dargliela. Era rimasta nella tasca del camice, e nel momento in cui avevo saputo con certezza, tirata fuori l'avevo stretta tra le dita, come sempre facevo con la sua mano ogni volta prima di andare via. Conservo ancora quella caramella e il messaggio con cui mi chiese l'amicizia, qui su fb. Fanno parte del mio piccolo tesoro. "Ciao carissima Maria sono Antonio quel signore che sta facendo la chemio a cui tu dai sempre le caramelle gommose e la cioccolatina ti ho inviato la richiesta di amicizia se ti fa piacere di accettare ti ringrazio di con tutto cuore. Un abbraccio forte forte forte da parte mia e mia moglie". Giorno dopo giorno la narrazione di esperienze di vita, osservate con lo sguardo del Cuore.

martedì 3 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.16) (Una lavata di testa)

Oggi, primo giorno dell'anno molto silenzioso, con un po' di malinconia addosso. Ma si può? Certo i motivi non mancano, però non dovrei scordare che la negatività non paga, e aggiustarsi la vita al contrario conviene. Per dirla volgarmente, porta bene. Tralasciando spunti di un certo peso, ché già troppi ci opprimono dalla mattina alla sera, stasera riflessioni da... semplice "lavata di testa". Proprio così. E s'intenda come è scritto. Lavata di testa = Shampoo. È la soluzione migliore, per un po' distrae, e poi mi piace pensare che sciacqui pure all'interno, lavando via i pensieri. Un "accidente", inteso come "accadimento" può far sì che i pensieri di cui è gravida la mente si trasformino in ansie e dubbi, e per impedire che questi, a loro volta, ingigandendosi oltre misura diventino angoscia, veri e propri fantasmi, occorre pulire, sgombrare l'animo... insomma, quasi quasi fare uno shampoo. "Una prima passata", lo sfogo di tutte l'emozioni negative, l'ascolto dell'altro... "una seconda passata", non avere vergogna di metter fuori la sofferenza provata, "gridarla" anche, se è il caso, poi "il risciacquo" ovvero il chiarimento, perché si ristabilisca l'equilibrio su basi nuove e diverse e ci si possa continuare a fidarsi, avere stima, credere che valga la pena per sé e per gli altri. Le mie parrucchiere hanno deciso di abbassare la saracinesca definitivamente, io non ho fatto in tempo per un'ultima volta e oggi ho dovuto arrangiarmi da sola. Shampoo e piega "faccio da me". I miei capelli sono corti, ma ugualmente è un'impresa, il braccio destro è penalizzato e l'operazione di asciugatura richiede un tempo doppio. Ogni tre minuti, braccio in pausa per ricaricarsi. Tutto è mutevole e passeggero, come del resto lo è la vita stessa. Peccato però poco si pensi a questo. Comunque ora è tempo di pensare positivo, metterci massima energia perché l'anno è appena iniziato, e ne avremo di cose fino alla fine. Tanto per incominciare i miei soliti controlli a gennaio e febbraio, un altro parrucchiere da cercare, e per il resto...? Poi si vedrà.

domenica 1 gennaio 2023

LA VITA E OLTRE (n.15) (Saluti e baci)

Vorrei evitare le solite, scontate frasi sull'anno che va via e l'altro che arriva. Letta la prima, si saltano le altre per arrivare subito all'ultima, obsoleta anche quella. Può un anno così oppure uno qualsiasi esaurirsi in poche righe? Ogni anno, fortunato o complicato, viene dalla Vita personalizzato, e sarà il singolo, la persona o Chi vorrà a raccontarlo, trarne insegnamento e poi ricominciare a vivere e contare i giorni tutti, felici o meno. Questo 2022 mi ha dato e tolto. Mi ha dato molto da fare, qualche acciacco in più ma anche tanto affetto inaspettato. Non è mancata qualche delusione, ma ci sta, è un problema mio perché non accetto mai completamente che non siamo tutti uguali. Mi ha tolto l'ultimo riferimento importante della vita, mio padre. E poiché non c'è età per restare orfani, sento che niente è come prima, e cerco nella mia immagine riflessa i segni che riportano alle origini. Da quello che verrà meglio non aspettarsi grandi cose. Molto dipenderà da me, scaricare tensioni e stanchezza, fare scelte equilibrate, non esagerare nelle reazioni immediate, nel bene e nel male. Agli altri e al mondo intero auguro pace e serenità, ma davvero, perché tra gli altri ci sono anch'io, e al mondo non sono estranea, per cui stanca di conflitti e guerre, imposizioni e ipocrisie, spero nel rispetto e nella sincerità. Ho detto tutto? Credo di sì. Due ultime cose pensando al 2023, prima che bussi. Una promessa da parte mia. M'impegnerò. Una certezza da parte sua. Mi regalerà un'età a cifra tonda, l'inizio di un ultimo quarto emotivamente intenso quanto un'intera vita. Buon Anno a Tutti.