martedì 30 giugno 2020

UN LIBRO NON PASSA COL TEMPO




Si legge sempre meno perché presi da tante distrazioni, non ultima la "cultura spicciola" che riempie gli occhi di immagini low cost ma non sazia la mente né placa il Cuore. Chi approccia comunque alla lettura con il libro adatto, si appassiona e magari non smette più, diventa dipendente anche a rischio di crisi d'astinenza. Ne so qualcosa perché a me è sempre piaciuto leggere, tanto che dall'età di sette anni in poi a Natale ricevevo in dono solo libri, che puntualmente finivo per Capodanno. E dal libro "Cuore" a "Piccole donne", passando per i romanzi di Giulio Verne, arrivò l'età della libera scelta, compresa quella dei libri, e cominciai a leggere di tutto, romanzi, poesie e saggi, questi un po' di meno, mentre in assoluto la mia passione furono e sono i testi teatrali. Mi torna in mente un personaggio di Ibsen, Nora, protagonista di "Casa di bambola". Lessi l'opera molto prima di ammalarmi, mi piacque, mi lasciò un senso di inquietudine "in attesa", come quando sentì odor di pioggia nell'aria, il cielo è sereno con le nubi all'orizzonte.
Ho riletto "Casa di bambola" subito dopo aver terminato le cure, lo rileggo ancora ogni tanto, e dall'inquietudine sono passata per il pianto, la ribellione... la consapevolezza. Quando si dice leggere come passatempo... un libro, quello giusto, fa quasi sempre da stimolo per "leggersi dentro", farsi domande e riuscire persino a darne le risposte, non importa se risulterà dolore, comunque sarà la catarsi che mancava.
Accade che la Vita ponga di fronte a prove che non avresti mai pensato, tanto le consideravi lontane e che avresti evitato anche a costo di grande fatica... Tu che credevi ogni facile cosa scontata, gratuita ed il resto che non fosse tale, impossibile.
Quando all'improvviso la realtà appare diversa, cominci a dubitare del ruolo, persino a provar nausea per ciò che un tempo dava piacere.
Ad un certo punto vorresti dire... basta!... cadere in un sonno profondo per risvegliarti dopo aver cancellato tutto. "Resettare" la propria vita e... ricominciare con tanto "spazio" nuovo da riempire, guardarsi allo specchio e vedere quello che si era sempre pensato, un'immagine che muta naturalmente per il passar del tempo e non per uno "scherzo" del destino.

"CONTABILITÀ " D'AMORE


Due testi a confronto per un tema che riguarda molto da vicino Chi si dice "volontario". Donare aiuto, che è poi come donare se stessi, perché si deve prestare ascolto, comprendere il bisogno, confortare e provvedere...
"... chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa".
Queste poche righe dal Vangelo di oggi trovano assonanza coi versi seguenti di Emily Dickinson...
"Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano".
Pensieri condivisi da Chi "è volontario", egli non si reputa tale, perché ogni Sua azione è per Amore, la Sua vita per gli Altri, per ogni essere del Creato.
A che serve la vita se non si serve?
Ed anche la Fede, ha senso se manca la Carità?
Verifichiamo spesso il Nostro impegno con l'umiltà dovuta, disposti alla fine, se è il caso, anche a più di un passo indietro.
Essere volontario non è una professione, pure se col tempo, per spiccata predisposizione e forte volontà, si diventerà ugualmente "professionista" in un ramo atipico, non da tutti considerato perché non prevede remunerazione. Eppure occorre una seria "contabilità", dare senza avere, ricordare le numerose storie, convertire i "contatti" in "conoscenze profonde". Ricchezze da custodire e mai da mettere a rischio, investendo malamente prima o solo su se stesso.

domenica 28 giugno 2020

ABITUDINE O ASSUEFAZIONE?




Quasi quattro mesi fa fummo costretti dal nemico invisibile a restare in casa, come braccati chiudevamo la porta alle spalle al minimo rumore sul pianerottolo, per necessità uscivamo al primo levar di una serranda o col favore della sera inoltrata solo per una boccata d'aria. È stata dura, personalmente ho anche pianto, non ho dormito, ma poi passato il primo, il secondo, e pure il terzo momento, l'animo si è arreso e la mente adattata. Sono iniziati così i "rassicuranti rituali" di sopravvivenza che prendevano il posto delle "illusorie certezze". Sono diventate le piccole e originali abitudini tra le protettive pareti domestiche, la sicurezza di essere intoccabili, invulnerabili, invincibili.
Qualche giorno fa Ale, una giovane paziente mi ha chiesto...
- Com'è passata per Te la quarantena?
C'ho pensato un po'...
- Sai quando Ti pare di essere sul punto di cadere?
Un po' quello che succede mentre sogni di cadere.
All'improvviso sale il cuore in gola... Ti svegli di soprassalto... ed è tutto finito.
Ed infatti quel periodo sarebbe finito se non ci fossero ancora... metaforicamente parlando... quegli sprazzi di "dormiveglia" che non fanno acquietare.
Continuano così... esco o non esco non lo so... vado o non vado forse si però, e poi la mini lista della spesa a mente prima di addormentarmi, di quest'ultima unico vantaggio, inutile il conteggio delle famose pecore.
Insomma, abitudine o assuefazione?
Prendiamo a casa mia ancora il sabato sera. Ormai l'uso si è radicato. Tra le quattro pareti familiari e rassicuranti
ineguagliabile, sublime supporto...
il profumo della pizza nel forno.
È ritorno ad un passato recente che siamo riusciti a rendere sereno, si spera pure
appuntamento per un immediato futuro.
Per ora carezza del presente che non mente.

INGUARIBILE OTTIMISMO


Prima di scoprire di esserne affetta, passavo dall'inquietudine alla malinconia...
Bada, la vita è rosa. Non tingerla di grigio... mi dicevano, senza rendersi conto che così facendo inculcavano il "pensiero pessimista". Solo il pensiero però, questo l'ho compreso molto dopo, mentre ragionandoci al momento avrei dovuto considerare la mia grande fiducia negli Altri. Può essere pessimista una persona così?
Chi crede alla schiettezza, alla linearità di pensiero, all'equilibrio, all'obiettività, al senso di giustizia... al rispetto da parte di quelli che frequenta... non è un ottimista congenito?
Io c'ho sempre creduto, sono i valori fondanti della mia "condotta" in ogni relazione, dalla semplice conoscenza alla più intima e profonda. Rispetto e penso di essere rispettata, lo davo per scontato, ovvio che così non è, per cui qualche delusione ci sta, quando poi queste diventano numerose mi si spegne qualcosa dentro, e temo. Temo di perdere la speranza nel Bene, che tutto sia illusione, e io abbia da relazionarmi con cautela o per meglio dire, diffidenza. Forse è così che si diventa pessimista, ed è inaccettabile per me, allora concludo che non è un problema mio.
Tanti vanno in giro a far danni senza dare ascolto alla propria intelligenza che, in quanto tale di certo suggerirebbe loro di guardarsi dentro e dare una lustrata alla parte buona dimenticata...
"Gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla realtà.
È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo"
(dal "Diario di Anna Frank")

venerdì 26 giugno 2020

LEGGERI COME "SASSOLINI"


Fu leggenda metropolitana quella che tentò di tramandarmi ai posteri come "pesante", sottoscritta da mio padre, a tratti ancora ritorna, smentita fortunatamente dai fatti già dieci anni fa, ai tempi della malattia. Infatti qualcuno che per forza di cose sapeva del mio "problema", una volta giocosamente mi disse... "... pesante tu?! non lo sei di certo, magari quanto... un sassolino?"
Naturalmente scherzava, ma quanto mi fece bene sentir dire così, non si può neanche immaginare. Aggiungo anzi, che allora cominciai davvero a credere in me stessa.
Ed il bene non si dimentica, e nel tempo persino se ne amplifica il benefico effetto.
Come un sassolino leggero caduto nello stagno, crea cerchi concentrici sempre più ampi.
Leggerezza non è superficialità, ma guardare ciò che capita nell'ottica del cambiamento con vantaggio "a lento rilascio".
Intanto, sedata la tempesta pandemia, l'operazione "rientro" in reparto continua, personalmente mi sto abituando alle nuove pareti e agli spazi diversi, e anche per gli infermieri è tornata consuetudine ritrovarsi la "rompiscatole" di sempre tra i piedi.
Per il resto è lezione di vita ogni volta, gioire, ricordare, scambiarsi complimenti e parole giuste, quest'ultima cosa... le parole giuste, non sempre cimentarsi è facile.
C'è un esercizio che faccio spesso, m'invento una situazione in cui ho un doppio ruolo, paziente e volontaria, comincio a parlare da paziente, mi ascolto, mi pongo dei dubbi, poi replico da volontaria, qualche volta pure da amica. Che cosa vorrei sentir dire...? Di sicuro un appuntamento fissato, un piccolo progetto comune, un sogno da realizzare. Nient'altro. E da volontaria o Amica quali argomenti preferire? Certamente alcuna storia triste, meno che mai "riesumazioni", sottolineare invece ogni pur piccolo traguardo, e salutarsi con un appuntamento fissato.
Un cerchio perfetto quindi, e all'interno due "anime" concentriche, che s'intendono.

IL "REALE" NEL "VIRTUALE"


È sempre più frequente riscontrare la corrispondenza tra gruppo reale e virtuale, ovvero più persone che si mettono insieme nella realtà perseguendo un obiettivo, continuano virtualmente, ma nello specifico non in toto, col medesimo intento.
È il caso di "CONTINUARE A...parlarne con speranza", il Nostro gruppo fb, nato otto anni fa autonomo, oggi diventato di fatto gruppo del GAMA Oncologico.
Per comodità di Chi gestisce entrambi, perché numerosi sono i membri che, fatta conoscenza nel noto ambito, continuano a frequentarsi, confrontarsi, condividere ansie e traguardi, un mutuo aiuto in piena regola quindi, entro certi limiti imposti dal rispetto della Persona.
Per agevolare ancor più la comunicazione, fu creata in seguito anche una chat di gruppo WhatsApp, "NOI... INSIEME", e se da una parte si è riscontrato vantaggio, dall'altra la gestione si è rivelata alquanto difficoltosa, non siamo purtroppo tutti uguali, equilibrati e seri, e spesso si dimentica la delicatezza di certi contesti.
Una volta una Nostra cara Amica definì "NOI... INSIEME", una chat d'Amore. È una cosa che ricordo con immenso piacere, perché la considerai una nota di merito, una valutazione a 5 stelle. E ci ripenso ancora, quando mi sento un po' demotivata, quindi per ricaricarmi, ci penso in questi giorni quando leggo o ascolto toccanti messaggi di spessore e repliche da parte di Tutti, anche da Chi è solito solo leggere. Se non è scambio d'amore questo...
Ma Chi apre il Suo Cuore, lo fa perché si sente protetto, compreso come dalla famiglia, non cela niente, e Noi tutti... nessuno escluso...dovremmo sentire il dovere di custodire le emozioni, tesoro prezioso da non esporre all'esterno senza espressa autorizzazione. Del resto se volesse, potrebbe farlo l'interessato con messaggi privati, solo LUI perciò e nessun altro.
NOI...INSIEME fu costituita come chat estiva ludica e spensierata, furono invitati Tutti, e accolse Chi accettò l'invito, in seguito diventò un vero e proprio "gruppo di condivisione" tra volontari seriamente motivati e simpatizzanti. Ad un certo punto Chi realizzò di non poter essere "volontario seriamente motivato" né "simpatizzante" prese la libera decisione di uscire dalla chat, dal gruppo, a volte sbattendo pure la porta. Ovvio quindi lo scarso interesse per tutto, e la volontà di restarne fuori, cosa assolutamente da rispettare. Ma... dispiace dirlo... è altrettanto da rispettare il comune pensiero che non si può uscire dalla porta e rientrare dalla finestra, magari aiutato da qualche amico compiacente, o preferisco pensare, inconsapevole.
Ne consegue che in quella sede funziona la modalità del "gruppo privato", per cui alcun messaggio personale può essere condiviso, inoltrato all'esterno.
Sono da evitare i protagonismi e il pietismo che non porta frutto, ci sono decine di altri modi per dare aiuto e riceverne altrettanto.

giovedì 25 giugno 2020

LIVELLO AVANZATO

Al solito è ora tarda coi miei pensieri prima di andare, oggi per qualche motivo in più, perché giornata vissuta con intensa riflessione.
Che volete farci, si ricomincia a contare, dieci anni alle spalle e si riparte da zero, guardando bene dentro e intorno, "annotando" la minima emozione, "captando" ogni termine e la sua intonazione.
È un corso a più livelli la Vita, si offre un po' a Tutti, con le esperienze poi si va alla pratica, esercitazioni ed esami non mancano, superando le prove più difficili si passa di livello.
Dieci anni e un giorno... ed è "livello avanzato".
Stasera sono stata da mio padre per festeggiare il Suo 89° compleanno, anche Lui survivor da dieci anni, proprio come me. Per me sono cambiate molte cose, priorità ed intenti, mio padre è sempre uguale. Oggi, a parte la gioia di averlo ancora tra Noi, ho realizzato una volta in più con rammarico che non potrà capire l'"oceano" che mi sento dentro, adesso più che mai, sia perché è avanti negli anni, vuoi per la mia esperienza passata di livello.
E mentre stamattina un paziente ed io, pur da prospettive diverse, convergevamo sulla stessa domanda senza risposta, che comunque dava un senso alla ricerca della fede, tanto spesso irraggiungibile, oggi coi familiari mi sono sentita un gradino su rispetto all'intero contesto, a tratti estraneo.
Veramente certe esperienze estreme costituiscono un forte legame, chiedersi se Qualcuno c'è al di sopra e il perché ha scelto proprio Noi, tutto questo porta a capirsi come fosse da sempre.

mercoledì 24 giugno 2020

DALLO STIGMA AL PARADOSSO


Ogni anno vivo questo anniversario con diversa consapevolezza. Il Tempo aggiunge un altro tassello, il "puzzle" si fa più chiaro, il "disegno" però non è completo. Così dopo la gioia tanto simile a delirio di onnipotenza, furono la sensazione di privilegio e la riservatezza, ora è gratitudine e insieme sentirsi fragile di fronte ad altre fragilità, e constatare la propria impotenza. E rabbia mai provata prima, vedendo che nulla è cambiato.
Il cancro non è più male incurabile, ma per certi versi Tu che ce l'hai, resti un "prodotto a scadenza". Come il latte e lo yogurt, dopo un certo periodo, lo guardi con sospetto, e non tenti nemmeno l'assaggio. Pazienza, stavolta è andata così.
Poi ci sono le piacevoli sorprese, i colpi di fortuna, e lì son tutti bravi. Il produttore, il consumatore che ha avuto cura, e pure il latte e lo yogurt. Buone condizioni, cura adeguata, esito più che soddisfacente.
È il mio caso.
Perché con la giornata odierna si conclude il decimo anno "con il cancro"... attenzione, non "di cancro", la sfumatura è sottile ma importante. Ormai sei fuori... cominciarono a dirmi già al quinto anno di sopravvivenza, ma sono convinta ci credevano poco, anzi non ci credevano proprio sin dall'inizio, altrimenti non avrebbero smarrito l'esito dell'agobiopsia, mi avrebbero informato prima dell'intervento di ricostruzione che dopo un certo numero di anni la protesi va cambiata, ma tant'è e comunque sia, io sono ancora qui, a dar fastidio ogni tanto, tra le righe e con ironia.
Tutto è possibile quando si ha la testa dura, e si gioca il tutto per tutto, e poi... cosa importantissima da non dimenticare mai... lassù per fortuna Qualcuno ci ama, e non smette mai di farlo, pure se a volte ci sembra il contrario.
Quindi auguri a me, ci sta... ma pure che Dio protegga sempre dal male, tutti ma proprio tutti sempre.
Ah, mi viene in mente ora un altro particolare. il termine, "guerrieri". Mi piace poco, sta diventando obsoleto, e fra un po' nessuno ci crederà più.
Personalmente non mi sono mai definita una guerriera, solo una persona che ha lottato e ancora lotta con se stessa ma per imparare a vivere, valutando e scegliendo, superando le paure e affrontando qualsiasi cosa le si presenti, e lo farà questo fino alla fine della "strada".
Sono in stand by, per me... per Altri, una survivor, lungosopravvivente. Fino a questo momento, aggiungo... e finché sarà. A me sta bene.

lunedì 22 giugno 2020

NON ABBIATE PAURA


La Paura. Si perde la ragione per la paura, ma senza la paura non si può aver consapevolezza del coraggio. Argomentazione sintetica e laica del sentimento antico quanto il mondo.
Di paura parla pure il Vangelo di oggi, XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO, di tre aspetti in particolare. La paura di non poter esprimere il proprio pensiero, la paura della minaccia fisica, la paura di essere abbandonati da Dio, così distante e silenzioso...
"Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!"
Dio quindi non lascia nessuno nella difficoltà e nel dolore perché di tutti conosce animo e timori.
E se l'uomo non può farcela da solo, e la paura gli fa credere di avere poca fede?
Ecco, Dio gli si manifesta in una mano tesa, in un pensiero sereno, nell'incoraggiamento di Chi, fragile quanto lui, sta accanto nel silenzio come nel pianto.
C'è un tempo per soffrire e poi dimenticare... c'è un tempo per gioire e anche pregare.
C'è un tempo per mostrarsi, sia pure sottovoce e poi, al di sopra di tutto... urlare e rivendicare quello per cui si è lottato, con un nodo sempre fisso in gola, gli occhi che quasi non sanno più guardare e le orecchie udire...
Ma cosa vuol capire Chi non lo prova?
Noi però siamo qui e ora, cercando di comprendere, restando accanto sempre, anche da lontano, di giorno tra le tante faccende da sbrigare, di notte se ci sveglieremo per pregare. Ci saremo perché siamo "uno di un tutto", e di questo tutto Chi soffre e teme è il centro sempre.

NÉ BATTAGLIE NÉ GUERRE


Di Vita si, di vita invece si tratta, impietosa, a volte molto crudele ma che ci appartiene.
Non esistono guerrieri né eroi, ché nessuno si sognerebbe di muoverle guerra, considerato che si perderebbe in ogni caso.
Sono al contrario reali le prove, soprattutto le più dure, cui la Vita sottopone come a "modelli" di crescita. Ed è cosa inconsapevole, istintiva, alzare il capo al di sopra della difficoltà, del dolore per non soccombere.
Succede anche agli animali, ad osservarli bene.
Ultimamente ad esempio, la mia cagnolina è stata male, una settimana con disturbi e sintomi vari di cui non abbiamo capito molto, poi all'improvviso, dopo un giorno di rifiuto assoluto di tutto, cibo, acqua e coccole, ha rialzato il capo e non solo, ha mostrato anche aver scovato qualche risorsa in più, come se quella settimana le fosse servita per crescere, pure a dieci anni. Non c'è limite di età infatti per questo, e la Vita segnali forti ne manda.
Oggi, prima ancora che una Nostra carissima Amica ci stupisse con accorata condivisione, ho trovato una lunga citazione attribuita a Fernando Pessoa, da altri invece a Fernando Sabino, poeta brasiliano della seconda metà del '900.
Il titolo è "Restano tre cose". Leggetela, io la dedico ai tanti esempi di forza oltre il possibile.
RESTANO TRE COSE
Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell'interruzione, un nuovo cammino,
della caduta un passo di danza,
della paura una scala,
del sogno un ponte,
del bisogno un incontro.
Bene, sono "appunti" per la vita. "Post it" in alto, sempre.

domenica 21 giugno 2020

"RESET" DI PENSIERO


Dovremmo un po' tutti e ancor più Chi non vede la minima nota positiva nella propria vita, fare un reset di pensiero, preferibilmente al mattino, ad occhi appena aperti e mente ed animo ancora pregni dei sogni nella notte. E se sono stati incubi? Una ragione in più per affrettarsi e cancellare e ripristinare nuova modalità di avvio.
Problema è che qualcuno proprio non vuol saperne di prescindere da se stesso, curarsi del mondo intorno, e solo così risolvere un po' dei Suoi problemi.
Non è positivo l'umore al mattino e a niente serve dirgli, guarda che c'è chi ha problemi più grossi dei tuoi.
Così la progettualità a lungo termine manca e quella a breve si limita ad accettare senza entusiasmo la vita che va senza riuscire a coglierne un solo aspetto positivo.
Ecco, magari è questa la chiave di volta.
Guardare al positivo del momento, sono "qui" , "ora" vivo, è comunque un "dono".
Ai problemi grandi o piccoli del domani, ci penserò domani, tra un mese, un anno o forse mai. È strategia anche questa, è un modo per resistere all'ansia del futuro che prima o poi prende tutti.
Non c'è limite al peggio, guarda che cosa è successo ad Alex Zanardi, finito con la Sua handbike contro un camion. Non bastava com'era messo.
Chi parlava intendeva sostenere la tesi di una sorte che segna sempre le stesse persone, predestinate insomma ad una vita di difficoltà.
Io non credo vada esattamente così, piuttosto a Persone che possono reggere il colpo può capitare qualcosa che le mette alla prova, e che superano poi alla grande. Perché è nella loro forza la valenza.
Arrendersi...? Mai.
Si tratterà di affrontare la vita, un particolare momento di cui l'esito spaventa, senza troppe pretese.
Un passo alla volta con fiducia, cambiando ciò che si può cambiare, senza preoccuparsi di ciò che non si può cambiare.
Altro non è dato a nessuno, ma...
Arrendersi... mai!

sabato 20 giugno 2020

LA LUNA NEL POZZO


Va be', ogni tanto è così, avere l'intuizione felice di poter esserci per Tutti, e poco dopo percepire a pelle che probabilmente non basti già a Chi è molto vicino, non aiuti neppure te stessa. È come sentirsi doppia, pretendere troppo da se stessa, cercare qualcosa di impossibile, la luna nel pozzo.
Perché mi vedo riflessa nelle storie che ascolto, mi rivedo nell'età dei miei figli, sono tutt'uno con le preoccupazioni di Chi amo da una vita, convinta di poter avere sempre la parola giusta per confortare, per tirar su di morale, il consiglio adeguato per le situazioni complicate.
Così stasera mi sentivo presuntuosa a tal punto che per non svergognarmi avrei voluto lasciare questi pensieri in bianco.
Già, perché stamani ho prestato ascolto ma forse non ho dato molto, nel pomeriggio ho riso mentre avrei voluto piangere, ho pianto con Chi in quel momento aveva bisogno di un sorriso. E giusto perché niente mi mancasse, mi sono presa anche un rimprovero.
Non ci badare... ha detto Chi mi ama da una vita... tu hai tanta di quella pazienza!
È vero, però a volte mi soffermo sulle "analisi di testo", è un difetto del mio carattere, e poi mi si ritorce contro. Il "grigio" della mia storia, almeno di una parte, e dimentico così il resto, quel vissuto forte di cui ho fatto un film. Il rifugiarmi tra le righe scritte, scrivere un finale, tenerlo aperto a più possibilità.
Al termine di una giornata più intensa delle altre, quando per alcune storie cerco evoluzione diversa, e altrettanto spero per la conclusione, grata comunque, e ben motivata a continuare.
Ogni giorno come l'ultimo...
e tante "briciole" di Vita da salvare.

BILANCIO E PROGETTI E ASPETTATIVE E...


Tempus fugit, e a Noi tocca non farcelo scappare. I mesi di isolamento sono volati, e se ci fossimo limitati a guardare, forse non saremmo qui a parlarne ma a raccogliere i resti di animi confusi, disorientati e stanchi, e a tratti pure demotivati. Non potevamo certamente permetterlo per le tante energie e varie risorse spese. Così sono trascorsi tre mesi pieni, e fu per tutto il tempo fino ad oggi GAMA ON LINE , un incontro a settimana.
Stasera con l'ultimo, bilancio e progetti, aspettative e chiusura in bellezza. Già, per il fiocco personale condiviso da ognuno e per le parole spese da Tutti su quanto sia stato utile il tempo dedicato a questi 15 incontri.
Grazie alla Nostra cara e preziosa life coach Tiziana, abbiamo potuto continuare a vederci, confrontarci, imparare e approfondire. Tutto fermo altrimenti a quel 2 marzo, data dell'ultimo incontro in presenza. Siamo andati avanti, ed ora alcuni di Noi sono tornati al servizio attivo, apripista per un impegno futuro ancora più ampio e serio.
Stiamo preparando infatti tutorial di trucco e parrucco per le pazienti in trattamento, spazi social con suggerimenti e consigli, incontri formativi per volontari ben motivati, umili e capaci di forte autocritica.
E poi, dulcis in fundo... l'"evento" di fine anno, sempre che il Cielo si assista, e in Cuor Nostro nutriamo la speranza che ci assisterà.
Grandi progetti quindi, con un ultimo sguardo indietro. Un tratto di via, con sole spesso nascosto tra le nubi, ma pure squarci d'azzurro a far ben sperare nel futuro.
E per finire il mio fiocco "homemade", nato dal Cuore come sempre.
Un pensiero che dà giusto valore al passato, e considera il presente come indispensabile passaggio ad un futuro migliore.
"Non sempre le cose buone finiscono davvero. Restano da esempio, sospese perché cose migliori abbiamo il tempo per un proprio spazio".

mercoledì 17 giugno 2020

LA MIA SECONDA "PRIMA VOLTA"


Prima o poi doveva arrivare "il giorno dopo" la fine della pandemia, ora mi rendo conto che è stato meglio prima, per ridimensionare senso di inadeguatezza post inattività e calo quasi fisiologico di motivazione per lo stesso motivo.
Così a parte aver confuso gli ingressi per accedere alla struttura, previa misurazione della temperatura, pretendere di entrare attraverso una porta chiusa, alla fine ce l'ho fatta, e sono giunta col sorriso grazie pure ad una gioiosa notizia, un'anteprima di nuova vita in arrivo.
Primo giorno da sola in reparto. Emozionata come la prima volta, senza il mio cestino, presentavo solo me stessa.
Non indossavo collane, solo un paio di occhiali serio, e già con il camice .
Ah... a proposito, il mio camice profuma intensamente di bucato fresco, di talco e potpourri, sarà perché l'avevo lavato il giorno prima della sospensione del servizio, poi piegato avrà concentrato la fragranza, custodendola per tre lunghi mesi.
Un unico vezzo però me lo sono concesso, una piccola "gioia" ché mi desse sicurezza. Alle orecchie un paio di perle, alleate insostituibili nelle piccole e grandi battaglie del mio quotidiano.
Beh, che dire... anche oggi hanno tenuto fede alla consegna, compiuto la solita magia, li ho indossati e sono stata meglio.
E sono certa che anche le persone che ho incontrato hanno avvertito quel mio stato al positivo, a giudicare dall'accoglienza.
Chiusura di bilancio in attivo quindi, e coraggio riacquistato in pieno.
Per un sereno rientro in reparto, "total white" semplice, sicuro e senza effetti collaterali.

SCEGLIERE LA VITA


"Ci sono battaglie che non abbiamo scelto. E poi c'è la vita. E io quella non smetterò mai di sceglierla".
(Carlotta Nobile ; 1988 - 2013)
Non è un pensiero mio, ma ne condivido il senso, parola per parola. Sarà perché a suo tempo ho combattuto la mia "piccola battaglia", sarà perché ho compreso che la vita va scelta ogni giorno, comunque vada. Cosi veramente si resta in piedi, sapete? A dispetto di tutto e pure di qualcuno, amante cronico di tristi presagi.
Scegliere la vita, una scelta coraggiosa perché la prendi come viene, e se pure all'esterno appari disperato, in cuor tuo sai che vuoi andare fino in fondo, e non è disperazione quella che si vede ma i segni della fatica per difendere il primo, sacrosanto dei diritti. Vivere con dignità, nonostante le mutilazioni, le cicatrici e la sofferenza.
Ciò che a volte fa arrabbiare, davvero arrabbiare è la curiosità degli impiccioni, che chiedono, scrutano, s'infiltrano solo per il gusto di farlo, per ritirarsi poi a commentare coi simili loro. Oppure l'indifferenza, che fa sentire soli e abbandonati...
Chi ha vissuto una malattia seria comprende ciò che dico, perché non ce n'è uno solo che non abbia provato sulla propria pelle la morbosità o il menefreghismo altrui. Unico modo per contrastare, resta indiscusso esibire le proprie cicatrici e mostrarsene fieri.
Ricordo il mio primo giorno con la parrucca, entrai nel negozio della pettegola del quartiere con la scusa di acquistare un paio di calze. Cominciò a scrutarmi sott'occhio...
- Scommetto che hai notato il mio nuovo taglio.
La bruciai con lo sguardo e il sorriso.
- Si, veramente... è molto bello.
E già si intravedeva un certo imbarazzo.
- Ci sei cascata! È una parrucca.
- Parrucca... e perché?
- Perché ho un tumore e faccio chemioterapia.
- Uhhh... Gesù Giuseppe e Maria, e u dic' accussì!?
E si segnò tre volte. Io in quel momento avevo scelto di vivere lo stesso, anzi di più, nonostante il tumore, la paura e la grettezza delle persone ignoranti che avrei incontrato sulla mia strada. La "pettegola", degna rappresentante.

martedì 16 giugno 2020

IL "MEMORIALE"


Anche oggi, festività del Corpus Domini, le parole del Papa sono state messaggio antico, attualizzato in maniera forte.
La festa cristiana odierna mette in rilievo l'importanza del "Memoriale" dell'Eucarestia.
Siamo parte di storia che va trasmessa a parole e non solo, perché queste possono andar perse, il Memoriale al contrario fa rivivere il "fatto" nell'immediato, guarisce la memoria ferita ed orfana, ci trasforma in portatori di gioia e sostenitori di catene di solidarietà.
La memoria non è cosa privata, ma è il legame con Dio e gli uomini.
Anche da un punto di vista laico, i ricordi ci accomunano con gli Altri. Riflettiamo.
Spesso cerchiamo di ricostruire le condizioni per rivivere un "fatto" del passato, e nella "storia" non ci ritroviamo mai da soli. Il ricordo inoltre, sia lieto o triste, sarà comunque di conforto al presente confrontato col passato.
Essere credenti non astrae da tutto ciò che è moderno e innovativo, anzi questo può essere mezzo per comprendere in pieno la grandezza e la bontà di Dio.
Fece sua tale intuizione Carlo Acutis, morto a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, lasciando nel ricordo di tutti coloro che l’avevano conosciuto un grande vuoto ed una profonda ammirazione per la sua breve ma intensa testimonianza di vita autenticamente cristiana. Ricevuta la Prima Comunione a 7 anni, non aveva mai mancato all’appuntamento quotidiano con la Santa Messa. La modernità e l’attualità di Carlo si coniuga perfettamente con la sua profonda vita eucaristica, che fecero di lui quel ragazzo specialissimo da tutti ammirato ed amato.
Sua è la frase: “Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”. Per non “morire come fotocopie” servono Mezzi specialissimi, i Sacramenti e la preghiera. In particolare Carlo metteva al centro della propria vita il Sacramento dell’Eucaristia che chiamava “la mia autostrada per il Cielo”.
Era dotatissimo per tutto ciò che è legato al mondo dell’informatica, e nella Sua pur breve esistenza riuscì persino ad organizzare una mostra dei Miracoli Eucaristici.
Gli interessi di Carlo spaziavano dalla programmazione dei computer, al montaggio dei film, alla creazione dei siti web, ai giornalini di cui faceva anche la redazione e l’impaginazione, fino ad arrivare al volontariato con i più bisognosi, con i bambini e con gli anziani.
Carlo, un originale miracolo eucaristico, sarà proclamato beato il 10 ottobre.

lunedì 15 giugno 2020

CAMBIO DI STAGIONE


Al termine di una primavera inesistente, perché non vissuta come si conviene ma in lockdown, abbiamo riposto cappotti e maglioni passando direttamente a magliette ed abiti leggeri. Ora che possiamo uscire, incontrare congiunti ed affini condividiamo cauti sorrisi a giusta distanza o brevi conversazioni "mascherate", concedendoci pure qualche strafalcione del tutto comprensibile e per questo giustificato.
E fino a qualche settimana fa abbiamo cercato di condividere tutto anche on line, ansia e timori, didattica a distanza e lezioni di fitness, persino sedute di laurea e celebrazioni religiose.
Condividere è proprio dell'uomo che vive, della Vita che è in continuo divenire.
Di conseguenza pensavo alle varie fasi dell'esistenza di ognuno, dalla consapevolezza in poi. Ogni volta avvertiamo dei cambiamenti, ce ne stupiamo spesso anche impauriti, e invece è tutto normale... naturale.
È naturale che ad età diverse corrispondano altri sentimenti e nuove reazioni. Non si passa da insensibili a sensibili, la sensibilità è la stessa, è il bagaglio di esperienze ad avere il suo peso nel bene e nel male, è ricchezza ma anche fardello che grava.
Un tramonto commuove, una scena d'amore fa piangere, personalmente mi emoziona una coccinella che mi sale sul dito e sosta, come volesse dirmi qualcosa. Fantasie, sogni ad occhi aperti? È l'età che avanza, e cerca la tenerezza perduta.
Ad ogni cambio di "stagione", proviamo perciò a liberare pensieri ed emozioni.
Lasciamoli alla Condivisione. Scopriremo tanto in comune e sarà aria, respiro nuovo per Anime "accoglienti".

"IL RICORDO"


Siamo stati gli ultimi ad andare via prima del lockdown, i primi a tornare. Qualcuno si è chiesto come mai, se fosse per privilegio acquisito o sconsideratezza da parte Nostra. Forse un po' l'una e l'altra cosa, abbiamo meritato fiducia e considerazione, e poi con determinazione portiamo avanti il "progetto speranza", non temiamo nulla perché consapevoli che non si può cambiare ciò che deve essere, al massimo evitarne le occasioni.
Il rientro quindi va avanti, e diventerà parte della "nuova normalità".
Parlavo prima di privilegio, in realtà a saper cogliere certe sfumature, alla fine davvero ci si sente privilegiati.
Accogliere... abbracciare anche solo con lo sguardo... farne "nota" per non dimenticare.
Perciò è vero, Noi volontari GAMA siamo diversi, e pazienti e caregiver finiscono col volerci bene, e la cosa è reciproca, come altrettanto lo è l'arricchimento.
Una volta mi fu detto che avrei raggiunto un importante obiettivo se fossi stata capace di far venire fuori nonostante tutto il meglio di qualcuno. Una dote, una peculiarità, un talento.
Con lui, bracciante-chef-inconsapevole poeta mi accorsi aver fatto centro in assoluto quando mi fu consegnato un biglietto. Qualche tempo prima lo avevo invitato a scrivere di sé.
Quel giorno stavo per andare via, qualcuno mi fermò in corridoio...
Vieni, Dino deve darti una cosa.
Era tardi ma ugualmente andai da Lui...
- Ieri sera ero da solo, un po' sconfortato, poi... all'improvviso mi è venuto l'"impeto" e ho seguito il tuo consiglio, ho scritto questo e mi sono sentito meglio.
Visto che funziona...?... poi presi quel ritaglio di fotocopia di un prestampato per chissà quale servizio, e lessi ciò che era scritto... la data e poi un atto di sfida...
IL CANCRO
Un giorno si presenta un "lui" senza averlo invitato. Gli dico... chi sei? Lui dice... io. Non ti conosco, io già ce l'ho il "mio io", tu non mi servi. Ma lui dice... io, adesso sono il "tuo io" e dipendi da me. E da quel momento fu di me ciò che lui vuole. Ma se io credo nel mio io, forse riuscirò a mandarlo via.
Leonardo (alias DINO)
Da una sfida nero su bianco la voglia di rivincita e il desiderio di rinascita del proprio "io". La forza interiore che punta il dito e non consente sia la fine. Mai, pure oltre la vita.

sabato 13 giugno 2020

IO PENSO PRO-POSITIVO


Siamo quasi giunti al termine di questo anno sociale, vissuto tra progetti iniziali bruscamente interrotti a causa del lockdown, ansia ma pure speranza tenuta viva grazie all'opportunità di restare comunque in contatto a distanza. In questo modo è stato possibile monitorare i Nostri stati d'animo, controllare le emozioni spesso contrastanti, non perdere motivazione.
Penultimo incontro on line quindi stasera, in cui sono state condivise le prime impressioni sul rientro in reparto, con manifesto desiderio di ristabilire pur senza fretta un "contatto" per proficue relazioni d'aiuto. Come sempre empatia, capacità d'ascolto, discrezione saranno alla base delle "linee guida" che ogni volontario segue per essere al servizio di Chi vive un momento particolarmente difficile.
"Quando si è malati è meglio lottare per la salute che contro la malattia"... da una citazione di Cornelia Kaspar che segue il metodo Simonton... "Tutto ciò che mi aiuta a sentirmi bene favorisce la mia salute e il mio processo di guarigione", il convincimento di essere accanto al paziente e al caregiver con l'obiettivo di far scoprire e valorizzare il "pensiero sano", pro-positivo per il proprio benessere, che parte dalla consapevolezza di sé, in quanto volontà, forza, risorse, ma contempla pure i limiti dell'uomo e l'incognita dell'imprevedibile.
Si tratta di raggiungere una buona qualità di vita trascorrendo più tempo possibile con gioia, felicità e nella pace interiore.
Questo potenzia il sistema immunitario e rende più efficaci cure e trattamenti.
Il pensiero sano è al PRESENTE, si basa sul "qui e ora", CONSAPEVOLE del proprio essere, scopi e obiettivi, PROATTIVO perché pone la libertà di scelta, PRO-POSITIVO con più opzioni, INTEGRATO con le emozioni, e CONGRUENTE con valori e bisogni propri e altrui.
Al pensiero sano occorre allenarsi, pause ed esercizi di respirazione serviranno ad individuare i segnali del proprio corpo, correggere il tiro e stare meglio.
Un ottimismo di fondo insomma, che è bene ci sia per la "cura" ma anche per conservare a lungo un buon stato di "salute".
Pensiero sano, cauto ottimismo e gioia per la meravigliosa ripresa di una cara Amica, esempio e maestra di vita, ormai Nostra "icona".
Spesso vaghiamo alla ricerca di punti di riferimento, modelli da seguire, li cerchiamo lontano dai contesti che ci sono propri, quando invece sono lì accanto, umili e generosi, proprio come Lei...
A domani allora, e sia per Tutti giorno di sole, pure con eventuali, mai da escludere, annuvolamenti.

venerdì 12 giugno 2020

LA PERSONA PREPARATA


Pensavo stamattina ancora alla giornata di ieri, raffiguravo mentalmente ogni mia azione e persino movimento, mi riascoltavo nelle parole dette. Son cose che ho sempre fatto, pure in tempi non sospetti, ma oggi avevano il valore di una verifica, la mia solita autocritica per migliorare o sbagliare meno.
Tra pensieri e parole ecco che s'infiltra un sms dal contenuto che forse avrei dovuto capire, ma al momento per me risultava buio pesto.
Qualcuno mi faceva notare che non ci s'improvvisa accanto ad un paziente oncologico, a capirlo, ad aiutarlo. Bisogna essere preparati... studiare.
Questa cosa mi ha dato da pensare. Reputo non sia così importante lo "studio", determinante invece la "preparazione", ma in affetto, capacità d'ascolto, empatia... comprensione. La Persona preparata quando è accanto ad un paziente oncologico non ha bisogno di alcun blocknotes, appunta tutto sul Cuore e mette in memoria tra i pensieri più cari.
La Persona preparata può non avere alcun titolo, resta comunque un "professionista", specialista in sentimenti umani.
Pure convinta di tutto questo, però sono rimasta perplessa... il "senso" del messaggio era per me?
Ho preferito pensare fosse allusivo ad Altri, e ho continuato nelle mie faccende sempre in ritardo.
Squilla il telefono...
- Maria, sei Tu...?
Ma come mai Lui che non sentivo né tantomeno vedevo da cinque mesi, proprio oggi chiamava me?
- Senti, volevo leggerti l'esito dell'ultima TAC.
- Ascolta, io non sono medico...
- E che fa... manco io sono medico, però so leggere.
- Appunto, e io che devo fare?
- Tu ascolti, perché sei in mezzo a Noi, sei una di Noi.
Ecco, l'Amico aveva detto tutto, aveva dato esito al mio dubbio in sospeso. Esattamente come accade sempre e al momento giusto in certe giornate dall' "indirizzo" sbagliato.

mercoledì 10 giugno 2020

IL MIO TIMIDO "NUOVO INIZIO"

- Allora Chi vuole incominciare domani?
- Comincio...io!?
Lo ammetto, era come aver alzato il braccio a mezz'asta, perché d'istinto desideravo tornare ma non senza aver riacquistato completamente la percezione di me stessa. Poi stanotte l'ultimo pensiero prima di addormentarmi... chissà se ho fatto bene a propormi per ricominciare.
E dire che a scuola non alzavo mai la mano per non fare la prima della classe, a mezza voce davo le risposte, colte al volo da Altri, ed io continuavo ad essere... brava, peccato però, così timida.
Ora tutto è cambiato, oso, a volte sbaglio pure, ma almeno realizzo senza trascinarmi dietro dubbi e insoddisfazione.
Così oggi... come il primo giorno di scuola.
In tre mesi sono cambiate molte cose, le modalità di accesso, i viali ora semivuoti, il reparto spostato di piano, e poi l'atmosfera.
Il nuovo impone attenta osservazione in atteggiamento umile, come di Chi sa dover imparare altro ancora.
Riprendere è quindi timido procedere, è rispetto per la "cura", per il nuovo spazio. Ora più che mai è sentirsi "ospiti", affatto invadenti ma collaborativi.
Un silenzio quasi sacro che mi ha riportato indietro, a dieci anni fa, che trovo giusto perché consente di rilassarsi, pensare, raccogliere le idee.
Accompagnata dalla Nostra presidente, insieme siamo entrate in punta di piedi, nel vero senso della parola. Molti volti nuovi, probabilmente per Noi tutti nuovi, perché in parte coperti dalla mascherina, infatti qualcuno poi ci ha riconosciuto, e con un sorriso si è mostrato contento di rivederci.
Qualche minuto per conoscere il luogo e imparare a muoversi, poi da quella Amica dalle "semplici emozioni", che Noi tutti abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare. È stato il tempo giusto per accarezzarle la guancia con un dito, per mostrarle il Nostro affetto, e dirle arrivederci. Anche quest'altro duro momento per Lei è passato.

martedì 9 giugno 2020

IN UN PRATO... DI NUOVO INSIEME




I sorrisi ci sono stati sia pure nascosti dalle mascherine, gli abbracci ovviamente no, qualche battuta scherzosa, i ricordi degli ultimi giorni prima del lockdown e i progetti rimasti in sospeso, tutto per riprendere dove eravamo rimasti.
Stasera il GAMA ha ricominciato con un incontro in presenza per qualche cenno circa la ripresa del servizio in reparto.
Ritrovarsi dopo un'assenza di tre mesi per una pandemia è stato come aver cancellato tutto il precedente vissuto, aver contato fino a 100, voler contare ancora ma partendo da zero. L'esperienza c'è ed è diventata "teoria" su cui basarsi per viverne altre.
Da domani sarà come al primo giorno di scuola, "accompagnati" per adattarsi e vivere al meglio una nota realtà, rinnovata per l'evento.
L'impegno di un' associazione in campo oncologico è carico di responsabilità. Richiede formazione continua e cultura adeguata, capacità di approccio oltre che empatia, equilibrio e determinazione. Un gruppo come il Nostro è simile ad una rete costituita da maglie fitte, unite perché nell'insieme reggano gravi fardelli. Tutte devono tendere al medesimo fine, ma non troppo tese in certi punti da creare "rotture".
Dovevamo riprendere e abbiamo cominciato così, in mezzo ad un prato e come di solito si finisce... " a tarallucci e vino" , non senza però prima palesare dubbi o fare domande.
Non ci si improvvisa in un simile gruppo , unico nel suo genere. È un "work in progress" continuo, e pure suscettibile di capovolgimenti improvvisi e falsi esiti... nel bene e nel male.
Così riprenderemo... e sarà ripartire con gran fatica. L'elaborazione e il superamento di ogni disagio saranno da affrontare Insieme. Ci consideriamo "Amici nelle difficoltà speciali", profondamente uniti per una "mission" speciale, per cui niente ci preoccupa se non essere coerentemente giusti per quello che ci proponiamo.
Il varo stasera è andato, ora occorre lentamente lasciare il porto del passato.

DALL'INFINITO... ALL'INFINITO


L'Amore Incondizionato è voler bene e per questo sentirsi bene, e non rendersi conto che la benefica condizione è conseguenza di un agire che fa bene all'Altro, ma ancor prima a sé. Quanto bene in tutto questo, sembra quasi impossibile, eppure... si ha in cambio ricchezza senza chiedere nulla.
Oggi... Domenica della Santissima Trinità o dell'Amore puro e immenso.
Del Padre che non vedi ma di cui avverti la presenza sempre, anche quando sbagli.
Del Figlio, incarnazione del Padre, che segna la via della salvezza.
Dello Spirito Santo, che illumina, guida e diffonde Amore.
Il vero Amore non è un cerchio chiuso, ma una spirale che si apre al mondo, all'infinito.
Che bel concetto questo, tra immenso ed eternità, ovvio nella logica cristiana ma attuabile pure nell'ambito laico.
L'amore che non spazia pare "costretto", si nutre di se stesso e alla fine non porta frutto.
L'Amore che non chiede, si arricchisce di gratitudine senza parole, non muore e va oltre...
Tutti sono amati da Dio, ma non Tutti si sentono amati, ed è un vero peccato perché si privano di un grande conforto.
Come concretizziamo questo amore Noi che ci professiamo cristiani? Forse a parole, ma lasciamo ad Altri la solidarietà, ii coraggio, il sacrificio, magari pure criticando se a Nostro giudizio qualcosa non va.
E alla Santa Trinità che senso diamo?
Quante volte ci limitiamo a "segnarci" distrattamente.
La Fede per Chi crede, è un dono da manifestare con le opere, non va sprecato.
Papa Francesco oggi ha ricordato una semplice preghiera insegnata dalla nonna...
Che io abbia sempre il Cuore simile a quello di Gesù.
In poche parole Amore infinito, senza alcuna condizione.

lunedì 8 giugno 2020

CI FACCIO O CI SONO?




Sono molto critica con me stessa, e pur riconoscendomi una buona determinazione, mi stupisco ogni volta.
Eventi ed ostacoli vogliono costituire un limite... ok, non è che passino del tutto inosservati, quindi un po' mettono in crisi, barcollo ma poi, respiro profondo e colpo di reni e sono ben dritta di nuovo.
Il primo pensiero è... se mi tiro indietro che senso avrebbero questi anni trascorsi a "voler bene" senza quasi rendermene conto? È stato l' "Altro" a sentire l'affetto, per me solo vivere nel modo più ovvio e naturale.
Grazie della Tua generosità... mi è stato detto, ma io non ho fatto altro che prestare ascolto, nulla più. E mentre ascoltavo, imparavo che cos'è il dolore, la nostalgia e il pianto quando Chi manca dalla vista continua a vivere nei pensieri.
Ci faccio o ci sono?
Perché... badate, io soffro da matti certe volte per certi pensieri. E cerco lucidità e distacco, il più delle volte va bene, ma se il Cuore s'impunta, la Mente resiste a malapena, giusto per non tradire la consegna, ché se si cade bisogna rialzarsi con lena.
Per questo se ci sono o ci faccio non lo so.
Non so se sono veramente forte come voglio apparire o la mia è solo una maschera che mi aiuta a crederlo.
Work in progress comunque, dall'inizio così duro, passando per le tante stagioni di questi anni, ad oggi... tra dubbi, mancate conferme e a volte pure brutti sogni.
Ma la motivazione è forte, la passione è grande, non posso fare altro che continuare, e magari scoprire che farci o esserci non fa differenza.