martedì 30 giugno 2020

"CONTABILITÀ " D'AMORE


Due testi a confronto per un tema che riguarda molto da vicino Chi si dice "volontario". Donare aiuto, che è poi come donare se stessi, perché si deve prestare ascolto, comprendere il bisogno, confortare e provvedere...
"... chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa".
Queste poche righe dal Vangelo di oggi trovano assonanza coi versi seguenti di Emily Dickinson...
"Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano".
Pensieri condivisi da Chi "è volontario", egli non si reputa tale, perché ogni Sua azione è per Amore, la Sua vita per gli Altri, per ogni essere del Creato.
A che serve la vita se non si serve?
Ed anche la Fede, ha senso se manca la Carità?
Verifichiamo spesso il Nostro impegno con l'umiltà dovuta, disposti alla fine, se è il caso, anche a più di un passo indietro.
Essere volontario non è una professione, pure se col tempo, per spiccata predisposizione e forte volontà, si diventerà ugualmente "professionista" in un ramo atipico, non da tutti considerato perché non prevede remunerazione. Eppure occorre una seria "contabilità", dare senza avere, ricordare le numerose storie, convertire i "contatti" in "conoscenze profonde". Ricchezze da custodire e mai da mettere a rischio, investendo malamente prima o solo su se stesso.

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