giovedì 31 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.61) (Auguri "a sorpresa")


Questa pandemia ci ha privato di ogni allegria perché, facciamo un po' mente locale, dello scorso anno questo stesso giorno che facevamo?
Ci si preparava ad una festa a sorpresa per un'Amica che compiva gli anni, stavolta ovviamente non si può, e allora ci organizziamo almeno per gli auguri, ché siano tanti e sentiti.
Lei merita, è vero come Tutti, però un po' di più, è bella, brava, dolce e paziente, e poi deve vincere assolutamente la Sua ennesima maratona per la vita.
Una maratona ad ostacoli tali che solo a vederli viene da indietreggiare, ma Lei no, fino ad ora li ha superati tutti perché ha la forza del sorriso. Deve continuare, per questo gli auguri saranno infiniti.
Noi volontari incontriamo tante belle persone, a tutte ci affezioniamo, ma alcune per affinità e sintonia entrano nell'animo per non uscirne più, come è stato per
Rosaria
. Perdonerete perciò se ho speso qualche parola in più. Lei "è", e per Lei non può solo essere dolore e lacrime.
Noi, volontari in stand by, speriamo poter essere presto in presenza per accogliere l'Altro nel Suo dolore, confortarlo con note di serenità e piccole sorprese.
Non è sempre semplice, ma si riesce quando a motivare è un sentimento sincero. Non perché si deve ma per una "relazione d'aiuto" costruita nel tempo con affetto, dedizione, passione.
È un filo che unisce, così che la Vita diventa una festa da vivere insieme nel bene, nel male momento di sostegno, conforto ed aiuto.
E se il male si organizza da sé, per le occasioni gioiose ci sarà sempre qualcuno che ci pensa a dimostrare tutto l'affetto che c'è.
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mercoledì 30 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.60) (Due Cuori e...)


Avete mai provato a "sceneggiare" il problema, le difficoltà del momento? Si, a tradurre tutto in immagini, a farne una rappresentazione...
Pensateci bene, potrebbe essere un'ulteriore strategia di sopravvivenza.
Come trovarsi naufraghi in pieno oceano e passare da un relitto all'altro, fino ad arrivare a quello più grosso e cavo, e poter salvarsi. Calma e lucidità, arguzia e fiducia.
Non so se è da considerare cosa buona o addirittura una fortuna, la mente può abituarsi a tutto, alle restrizioni, all'isolamento, a tutte le incognite "somministrate" senza criterio, ovvero... tutto e il suo contrario in un breve arco di tempo.
Ma oggi forzandomi sono uscita dopo cinque giorni in casa, perché alla fine non avevo né sentivo la necessità. È vero, non ero molto allegra, forse solo irritabile, però...
Però ho ritrovato un minimo di normalità, dopo il tacere che ha accompagnato il senso di solitudine di questo Natale, ho parlato, riso con Chi mi sopporta da più di quarant'anni, e sono tornata a casa contenta, contenta assai.
Al supermercato a 200 m. da casa ho comperato una fetta di formaggio che adoro e non trovavo da anni. Sono tornata indietro nel tempo, e in mezzo a questo "oceano di confusione" almeno oggi c'è stato il modo per non seguire le correnti avverse.
La pandemia non c'era, ero solo io, mio marito, e il pezzo di formaggio. Non proprio due cuori e una capanna, ma quasi.
E la speranza per qualche altro giorno più sereno.
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martedì 29 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.59) (Famiglie)


Al termine di questa domenica successiva al Natale, per tradizione dedicata alla Sacra Famiglia, ricordi e riflessioni come al solito.
Un anno per Natale regalai a mia madre una Sacra Famiglia, di quelle fatte con la carta di riso e il gesso dipinto, comunque molto bella e particolare per la sua struttura.
I tre personaggi erano disposti quasi a formare un cono, sovrastava la figura di San Giuseppe in atteggiamento protettivo, ma il Bambinello era posto in modo tale che la Madonna non sembrasse affatto in posizione inferiore. Ruoli differenti dunque, ma paritari e complementari, come sempre dovrebbe essere.
Nei volti poi, molto espressivi nonostante la fattura artigianale, era l'armonia dell'insieme.
Così sono andata a ripescare nella memoria e tra le mie cose tutte le rappresentazioni della Sacra Famiglia, ce ne sono un'infinità, ma tutte, a guardarle, riportano a casa, dove sfuggiti alla tempesta più violenta è "porto sicuro".
Chi non ha pensato oggi alla famiglia, magari tornando indietro nel tempo, avvalendosi dei ricordi? Sarà tornato bambino, avrà raccontato di nuovo a sé ciò che sapeva già, trasformando tutto in magia, o avrà idealmente tirato le somme guardando la famiglia attuale, quella creata.
Si può non essere apertamente cristiani, non dichiararsi tali eppure avere riguardo e cura in tutti i sensi della propria famiglia, così come può avvenire il contrario.
Il modello di Santa Famiglia è là dove regnano educazione, rispetto ed equilibrio, in una sola parola, Amore...
È rassicurante sentirsi accolti sempre, compresi spesso ed amati senza condizioni.
Noi... insieme qui, siamo un po' come una grande famiglia, e spesso ascoltando ad occhi chiusi ricordi di vita vissuta, la strategia della "favola" per poter affrontare gli eventi che mai si sceglierebbero, si prova forte l'impulso di abbracciare stretto, come farebbe una madre per chetare timori ed ansie, e indicare ancora "tutta la vita davanti".
In una grande famiglia si cammina e si cresce insieme, specialmente ci si vuole bene, e gli esiti nella loro evidenza sono sotto gli occhi di Tutti.
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lunedì 28 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.58) ("Miei segni particolari: incanto e disperazione" - Wislawa Szymborska -)

 

Santo Stefano come la Vigilia e poi Natale, in casa e nel silenzio. Un silenzio fastidioso perché occupato da pensieri e non da progetti. In tre, così com'eravamo, si poteva mai fare una tavola rotonda?
Qualcosa abbiamo pure tentato, ma si finiva sempre lì... virus, cattiva gestione della pandemia e giusto un accenno al vaccino che si presume occuperà la scena nei prossimi giorni. Quindi passo indietro e... silenzio.
E continuo a riempirlo con cose da fare, nessuno se ne accorge perché "tanto è normale, è routine, e se non si lamenta sotto sotto le piacerà pure".
Un po' lo lascio credere, mentre mi assento rifugiandomi tra le volute dei miei pensieri.
Oggi, dopo la festa così mi sono sentita ancora tra gli impicci, non sapevo come districarmi.
Va be', il giorno dopo di qualsiasi giorno c'è sempre da fare, ma quest'anno pare le feste siano arrivate in anticipo, quasi cogliendo di sorpresa, perciò...
Resta Capodanno, converrà darsi un'ulteriore regolata, e qua la cosa si fa ancora più complessa.
Bisognerà pure mettere in discussione ogni convincimento, dicasi... credenza, rivedere le parole e il loro senso.
Ci si augura che il prossimo anno sia migliore, a me basta sia normale, coi tedi, le preoccupazioni, persino le malattie e... la morte, tutto semplicemente normale e possibilmente senza numeri.
Forse dopo un anno di tira e molla, stabilità ed equilibrio saranno ancora a singhiozzo, pazienza... dovremo lavorare anche su questo.
Del resto ogni tanto viene imposto un cambio nel "passo di danza", quindi
non possiamo fare altro che "adeguarci".
Un "disguido" nell'ordine delle cose non potrà impedire mai di continuare ad essere in armonia con Noi stessi e in sintonia con gli Altri.
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domenica 27 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.57) ("E gli Angeli diedero l'annunzio ai pastori dormienti")

 

Il giorno di Natale è trascorso, ma il senso del Natale se pienamente vissuto, sarà tutti i giorni dell'anno.
Natale fu l'evento che cambiò il mondo, oggi il suo memoriale, riportando speranza nella vita di ognuno apre la via per un futuro migliore.
Stanchi e felici cerchiamo ristoro in questa pausa natalizia.
Ci basta un semplice appoggio, un esercizio di respirazione per ritrovare le forze.
Posiamo l'ansia in attesa della rinascita, come il pastore "dormiente", la statuina che pare capitata lì per caso e intanto non può mancare in ogni presepio.
Benino è la coscienza non ancora desta che sogna di unire gli opposti... tra il Cielo e la Terra.
La figura di Benino nasce da quanto affermato nelle sacre scritture: “E gli angeli diedero l’annunzio ai pastori dormienti“.
È un giovane pastore, poco più che un ragazzo. Il suo sonno simboleggia la giovinezza, l’immaturità dello spirito, oltre alla fanciullezza del corpo, una condizione di inconsapevole tensione verso qualcosa di grande che deve accadere.
In questa accezione il risveglio è considerato come una rinascita, il passaggio inevitabile all’età adulta, ma anche la rivelazione del sacro rappresentata dalla Natività e il passaggio a una nuova vita più matura e consapevole.
Ma Benino è famoso anche perché si dice che sia colui che sogna il presepe di cui è protagonista. Il sonno non è solo il preludio all’evoluzione dell’anima, ma una sorta di preparazione dello scenario in cui si manifesterà il miracolo della Natività e con esso la rinascita spirituale del singolo.
Benino dorme, e nel suo sonno si compie ancora una volta il miracolo del Natale. Il suo risveglio rappresenta una nuova fine, un nuovo inizio per tutti.
Il sogno è una realtà senza confini, quasi una creazione e per questo pure più vicina a Dio.
Come il "pastore dormiente" Tutti abbiamo ancora e sempre bisogno di sognare, ché domani sia ancora Natale.
L'immagine può contenere: una o più persone e persone che dormono

sabato 26 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.56) (Finalmente è la Luce)


Non voglio pensarci almeno per una giornata intera, considerarla come una "piccola vita" e tenermela stretta.
Poi sarà quel che deve essere, giusto o sbagliato, non si sa.
Non ti sei accorto? È ancora una volta Natale, un fatto potente, la nascita che cambiò il mondo e non finì lì, più di duemila anni fa, perché si rinnova ogni giorno soprattutto nell'anima che pena ed anche in quella che confida.
Per ora tutto è stato stravolto, tanto è cambiato, molto ancora cambierà.
Il Tempo sospeso non avrebbe voluto andare incontro al Natale, non era il momento, non gli sembrava il caso né se la sentiva, e invece il Natale è venuto incontro a Noi con segni che solo la saggezza del Cuore può interpretare.
I sorrisi, il giorno della Vigilia comunque in trepida attesa, gli auguri sinceri, le immagini serene... tutto quanto come sempre e ancora di più perché intimo e senza rumore.
Sussurri di Speranza che batte ad ogni porta.
Oggi è ancora Natale, e sempre più forte è la Luce che dà la consapevolezza di un grande mistero.
Notte Santa e sempre... Buon Natale
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venerdì 25 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.55) (Un albero essenziale)


Brutti scherzi fa la stanchezza, al termine della giornata funziona da specchio deformante, di qua o di là oppure al centro, non riflette mai quello che è.
Allora con quello straccio di lucidità ci passo sopra, quasi a voler cancellare del tutto, mentre resta solo l'alone di un ricordo... 23 dicembre 2009 e più in basso un albero di Natale, il mio.
Da un po' di anni si è ridimensionato, inversamente proporzionale all'età dei miei figli e al mio amore per loro.
Ne ho caricato i rami pensando all'essenziale, sfrondando del superfluo, inutile e dannoso, facendo ordine tra le tante cose confuse.
Ed è diventato un dono "meritato" per me che l'ho voluto, "inaspettato" per Chi lo guarderà con gli occhi dello stupore.
L'albero di Natale è un dono dell'attesa. Il mio, senza pretese. Piccolo, essenziale ma con tutto ciò che serve per essere sereni.
Una casa vivibile e già visibilmente vissuta, stelle come spiragli di luce nei momenti bui, Angeli che diano sostegno e custodiscano forza, risorse e umore buono.
E poi due piccole figurine non per caso. Volute con entusiasmo, come fu tanti anni fa per Amore. Sono la cosa più bella che ho desiderato.
E c'è pure un Cuore grande, una cagnolina, e tanto rosso e oro. Rosso come la vita che scorre nelle vene, sempre più veloce quando si vuole bene, e Oro per la felicità che ne viene.
Guardo da lontano il mio albero, e lo trovo bellissimo. Perché è luminoso anche senza pretese.
È la Luce ritrovata dopo tanti alberi di Natale, trascorsi come meteore e non comete.
L'immagine può contenere: albero di Natale e spazio al chiuso

CANCELLA E SCRIVI... (n.54) (Tornata al mittente)


Modalità di sfogo o strategia, quest'anno ci sta che un adulto si finga bambino e scriva la lettera a Babbo Natale.
Sapeste quante volte gli ho scritto io... almeno da quando ho avuto il sospetto che fosse una favola.
Volevo restare attaccata ad un sogno, credere ancora ci fosse qualcuno del tutto estraneo che pure mi conosceva talmente bene da portare sempre il regalo giusto, esaudire ogni mio desiderio.
Bene, gli ho scritto anche quest'anno, però la lettera è tornata al mittente.
Motivazione... superato il limite. Limite di che cosa, mi sono chiesta... del numero di missive, troppi desideri o di età?
Va be', ormai l'avevo scritta, non mi sono scoraggiata, ed elaborando, l'ho trasformata in... "Lettera a me stessa".
Perché ora che sono diventata grande nessuno può conoscermi meglio, amarmi, e venirmi incontro in ciò che desidero.
Proprio così, ho scritto a me stessa non per voglia di apparire... o, mi si perdoni, magari solo un po'.
L'ho fatto soprattutto per fare chiarezza dentro me, in questo momento di confusione, mentre pure in piedi mi sento tra veglia e sonno, pronta a sbagliare in tutto. Dovevo sapere se in effetti era così o il contrario, per poter continuare.
L'ho fatto e ho capito qualcosa di più.
Comincio d'impatto, senza troppi preamboli...
Amica mia... ci risiamo, non è così?
So come ti senti, non ho bisogno nemmeno di immaginarlo.
Sconfitta di nuovo, nonostante i buoni propositi, le "certezze acquisite" in bilico, il sorriso che ora vedi come dall'esterno... prestampato, e che in un attimo si trasforma in ghigno e poi smorfia di dolore.
Di dolore si tratta... non fisico ma dell'anima, mentre la mente realizza che non si può gestire l'esito di un cambiamento che va da sé e nemmeno in minima parte dipende da Te.
Quando Ti sei ammalata, non hai mai detto... perché proprio a me?... però tante volte è venuto spontaneo pensare come fosse successo.
E allora? Bene, dipendeva da Te... per come sei, per tutto ciò che volevi essere e a cui hai rinunciato, a tutte le volte che hai pianto per non ferire e intanto torturavi a piccoli tagli Te stessa, sicura che saresti tornata come prima.
Ma le tante invisibili cicatrici sono rimaste, anche se non vistose e poco importanti.
Ora è davvero il tempo di mettere fuori la grinta più ruggente... basta restare in un angolo ad aspettare, facendo finta di niente.
Non essere discreta... passerai per menefreghista, non procedere con cautela... sarai giudicata una "stupidotta" presuntuosa, capace solo di parlare di ciò che le è capitato. E sarai giudicata, triste... perché parli di cose tristi.
Nessuno può capire che davvero non hai paura, perché hai smesso di averne quando ne hai provata tanta da morire.
Allora parla e sii chiara... anche a costo di ferire. Non permettere che Ti si spenga il sorriso.
Spesso occorre adeguare la propria sensibilità alla non-sensibilità altrui per sopravvivere e non deludere se stessi. È difficilissimo... lo so, ma io ci provo sempre per dignità e amore.
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CANCELLA E SCRIVI... (n.53) (2020... un anno da dimenticare?)


Un anno da dimenticare...? O piuttosto da elaborare per trarne opportunità e risorse?
Tema centrale, insieme con auguri e speranze per l'anno che verrà, dell'ultimo incontro on line del GAMA di quest'anno.
Ognuno ha avuto modo di riflettere sul proprio vissuto, confrontando il prima senza e il dopo con la pandemia, e ha ricavato le "voci" in passivo e in attivo che ha poi messo a disposizione come bene in comune.
Nulla va del tutto archiviato perché contribuisce alla crescita interiore.
Ciò che si acquisisce va considerato come "tappa-traguardo".
Intanto quali sono gli stati d'animo a pochi giorni dalle feste da vivere in restrizioni all'apparenza assai dure?
Perché se da una parte viene tolto molto in termini di lontananza dagli affetti più cari, meno distrazioni e divertimento, dall'altra viene offerta l'opportunità di "soluzioni alternative", per ognuno diverse in quanto a modalità ma sicuramente mirate alla scoperta dell' "essenziale", fatto di intimità, gioia per le piccole cose, alcune preparate da sé per amore, altre ritrovate nelle occupazioni quotidiane e nella premura e cura e "ascolto" dell'Altro.
Il Natale è in sé una "festa povera", fino a poco tempo fa svilita dal consumismo sfrenato che fa spendere ma impedisce di "spendersi" nel modo giusto, per Chi è credente alla luce della Fede, altrimenti per il senso di umanità a volte inconsapevole ma comunque presente nell'uomo.
Gli interventi stasera sono stati tutti molto interessanti e coinvolgenti, alcuni hanno lasciato senza parole, ma hanno riempito i Cuori di gioia.
Il Gama è davvero un grande gruppo, non solo un'associazione, e nel suo spaziare a 360° nel campo delle emozioni, anche ben oltre le problematiche della "malattia", raggiunge chiunque voglia essere accolto, abbracciato, compreso senza tema di giudizio alcuno.
L'incontro si è concluso con gli auguri corali, serenità per Tutti, ritorno alla "straordinaria normalità" e speranza di poter incontrarci di nuovo in presenza e come un tempo senza timore di un abbraccio.
L'immagine può contenere: il seguente testo "2020 un anno che ricorderemo per sempre"