domenica 30 gennaio 2022

IL GRANDE PROGETTO (n.82) (Che non manchi mai la metafora giornaliera)

Ma quanto mi piacciono le metafore immaginare non si può. Stasera ne avrei a iosa, a cominciare dalla "settimana bianca" da cui siamo appena usciti, ma che è meglio trattare nell'ambito degli "sport estremi", roba da privilegiati.
Tutti pensieri belli stesi, ovviamente smacchiati, risciacquati ché non lascino intendere il malinteso.
Questi miei pensieri sono vari, raramente implicano giudizio, fanno da promemoria.
Ogni tanto do loro una sistemata per mantenerli presentabili nel tempo, ché siano datati però mai trasandati o eccessivamente superati, un "vintage" sempre attuale insomma, considerati i tempi nulla va messo via e scordato per sempre.
Così oggi ne ho preso un po' tra gli ultimi, li ho divisi per colore, spazzolati per qualche residuo polveroso, ho insistito alla fine su un paio di macchie ostinate.
Con tutta la buona volontà e pur con le sane intenzioni, qualcosa ci scappa sempre, una malignità, un pregiudizio, ma diciamola tutta, non è colpa nostra, è che ci vengono serviti su un piatto d'argento.
Eseguita una candeggiata con doverosi mea culpa, nenche tanti, ora sono tutti stesi ad asciugare, mentre avanza la notte che altro spazio non ha se non per la preghiera.
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IL GRANDE PROGETTO (n.81) (Per un altro tratto di strada)

Ricaricarsi senza illudersi, come dire fare il pieno con risorse contate, ma con la consapevolezza comunque di andare avanti.
Ne abbiamo fatto ancora stasera, meno male.
Ricordate le due mamme dalle prove difficili da affrontare?
Bene, per loro le cose si mettono al meglio, e per Noi questa notizia è ricarica e motivazione per continuare.
Abbiate speranza, disse Qualcuno che cambiò il mondo.
Speranza, e pare un sogno, qualcosa che sfiori e poi ti sfugge.
A che serve la Speranza?
Speranza è pure quando pare ormai inutile, perché non è Illusione. Questa è ingannevole perché proviene da un convincimento errato che esclude parte della realtà, la Speranza invece è aspettativa, fiducia che qualcosa in futuro possa cambiare in bene, non si consolida su un abbaglio, essa resta in qualità di attesa senza scadenza.
Chi spera è consapevole che non necessariamente quelle aspettative verranno soddisfatte, ma non per questo smette di attendere. Mentre l’animo che si illude sembra certo, anche se inconsapevole, dell’esistenza di quella rappresentazione ingannevole che si è fatto. Da un lato quindi permane un dubbio sulla realizzazione effettiva del cambiamento, dall’altro invece si dà per effettivo il risultato partendo da una falsa interpretazione della realtà.
Per questo si rischia poi di restar delusi.
Noi, ad esempio, speriamo di poter tornare a donare un sorriso e una parola di conforto, non è sogno ad occhi aperti o illusione, assecondiamo con fiducia il pur duro momento, preparandoci ad una realtà che non sarà più la stessa.
La Speranza, l'autentica speranza, vede con gli occhi del Cuore e pensa con la lucidità della Mente positiva.
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sabato 29 gennaio 2022

IL GRANDE PROGETTO (n.80) (Il Tempo cura. Il Tempo non dimentica)

Giornata della memoria, triste ricorrenza che pare abbia trovato quest'anno meno accoglienza.
Discriminazione, limiti, costrizioni, a torto o ragione hanno fatto pensare più di qualcuno, ma in realtà nessuno potrà giudicare se non ha vissuto quel tempo, indossando gli stessi abiti.
C'è però che il dolore è dolore, e non esiste classifica o podio per la sofferenza.
Così stasera mi è spontanea una riflessione che riporta ad un altro genere di memoria, marchiata per sempre dalla perdita di un figlio, ad esempio...
Per contrastare la sofferenza di un popolo nel passato, non dimenticarla e farne tesoro per un presente difficile e controverso.
Per tentare di lenire il dolore per una perdita ingiusta, prematura e straziante...
Solo qualche rigo perché mai sia persa del tutto la speranza.
La mente rifiuta un dolore incredibile, scende un sipario sui pensieri ed è buio. Per un attimo la vita si ferma.
Non si immagina, non si capisce...
Abbia pure sfogo il dolore, prenda tutto il tempo che serve, e in modo diverso troverà la consolazione giusta.
Il tempo mitiga gli spigoli, le Intemperie appianano le scabrosità.
Mutano e sbiadiscono i colori, mai si avvertiranno avvisaglie di crollo.
Poi inaspettatamente, tra sparute piante spinose non considerate, spunta un fiore bellissimo.
Sboccia all'improvviso e coglie come un lampo di luce, la Vita c'è e vuole imporsi anche dove pare impossibile, quando tutto è difficile.
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venerdì 28 gennaio 2022

IL GRANDE PROGETTO (n.79) (Tra speranza e nostalgia)

"Non c'è speranza per la specie umana
se non ci orientiamo verso un mondo d'amore.
Non c'è speranza per i ricchi nel futuro,
nessuna speranza per alcuno
se non facciamo un mondo di cui valori sono compassione e generosità"
- Patch Adams -
Un semplice atto d'Amore genera un flusso senza fine.
E la chiave di questo può essere una sola,
l'Amore tenero e incondizionato che non vuole ritorno ma conosce ciò che conta.
I gesti con un valore, i fatti che passano ma lasciano un segno.
Tracce che restano nell'animo, orme che il tempo pur come vento veloce non cancellerà.
Penso a Lucia, l'amica dalle semplici emozioni e agli altri cari Amici, alla loro eredità d'amore...
Non mi dimenticherò di Voi che non siete più. E sempre qualcosa mi riporterà alla presenza di un tempo, e sarà l'occasione per dedicarvi un pensiero, una canzone... un'emozione.
Ricorderò una frase ricorrente, un sorriso disarmante... la voglia di vivere "urlata" da piccoli particolari apparentemente stonati
Continuerò ad essere per Voi e con Voi, accanto a Chi vi è stato vicino. Con una telefonata, un messaggio... una briciola di tempo dedicata.
Non si muore mai finché si resta vivi nel ricordo di Chi ci ha voluto bene. Sta a Noi decidere Chi si è meritato questo dono di immortalità. E Voi per ciò che è stato, tutto il tempo ed ora, meritate l'eternità del Cuore.
Non siete mai partiti, solo restate appartati a contemplare le grandi meraviglie.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

giovedì 27 gennaio 2022

IL GRANDE PROGETTO (n.78) (Fede. Speranza. Carità)

Ogni storia da me raccontata appare come un ritratto, completa di particolari mai superflui, perché arrivi a Chi legge e resti nei ricordi.
Descritte sono le tante emozioni come punti ad ago sottile. Un ricamo dell'animo umano.
Tra i molti "ritratti" uno in particolare.
"Ma dimmi... come potevo leggere questo biglietto?"
Rosso in viso come al solito per l'imbarazzo ma anche per la riservatezza che lo caratterizzava, mi guardava porgendomi il bigliettino color verde speranza.
Perchè?
Gli occhi alle prime due parole di quel biglietto... "O Dio..."
Ma guarda, avevo pensato, proprio a Lui doveva capitare una frase tanto esplicita. D'altra parte quel Qualcuno doveva pur provarci in qualche modo a comunicare con quella testa di coccio dagli occhi azzurri e profondi come il mare.
Viveva il Suo male da solo, con la moglie che non gli faceva più compagnia e invece aggiungeva dolore alle Sue giornate. Era perciò indispettito e non credeva a niente, meno che mai a Dio, almeno così sosteneva.
La Nostra conoscenza cominciò con un esordio apparentemente banale...
Che cosa mangi oggi a pranzo?
Andavo sul sicuro per iniziare una conversazione, rischiavo poco e niente, Tutti mangiano... è un argomento generico e poi allegro perchè in modo certo è legato alla vita.
Non so, quello che trovo. Ogni giorno mangio quello che trovo in tavola... fu la Sua risposta, ed io quella volta non aggiunsi altro.
Quando in seguito aveva parlato della Sua malattia mi era sembrato assai rassegnato, come Chi stesse gettando la spugna.
Per scuoterlo ad un certo momento venni fuori con una battuta...
Devi lottare, non sei solo. Hai Dio al Tuo fianco!
E Lui mi aveva fulminato con lo sguardo e le parole... Dio, ma Chi é... Chi lo conosce?
Presa alla sprovvista riuscii a dire solo... Tu, non credi?
Poi subito mi ero ripresa...
Va be', non importa, devi combattere lo stesso, vorrà dire che lo farai da solo.
Fu un momento, e stava per alzarsi una "barriera"... poi, un sospiro di sollievo... ed avevamo ripreso l'equilibrio della "simmetria".
Quanto è difficile trattare di Fede, soprattutto quando si deve donare Speranza a Chi crede di averla persa.
In quell'occasione imparai che non servono le parole, ma paziente ascolto senza alcun pregiudizio e costante buon esempio.
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mercoledì 26 gennaio 2022

IL GRANDE PROGETTO (n.77) (Che tempo fa dentro me?)

Ancora sulle emozioni quest'ultimo incontro del GAMA OdV, perché si vive di emozioni, ci si nutre di esse.
A parlarne, si rivivono le emozioni, si sentono forti come un tempo a tal punto da provare gli stessi brividi.
"L'emozione nasce nel punto d'incontro fra corpo e mente. È la reazione del corpo alla mente o, si potrebbe dire, un riflesso della mente nel corpo".
- Eckart Tolle -
Ed è proprio così, riconoscere, ascoltare le emozioni, dare loro un nome porta ad una completezza del vivere che fa star bene soprattutto con se stessi, ma non trascura nemmeno il rapporto con gli altri.
Senza emozioni è impossibile vivere, non ci sarebbe benessere psico-fisico, saremmo al pari delle piante, inconsapevoli di esistere e completamente anaffettive.
Secondo una visione olistica, Corpo, Mente e Spirito sono strettamente legati tra loro, così che è impossibile pensare ad uno senza il coinvolgimento degli altri due.
In questo tempo malandato, è inutile negarlo, siamo vittime di impulsi esterni fortemente tossici, la comunicazione in particolar modo influisce sulle emozioni.
Quando affermo, sono emozionato, che cosa intendo? Semplicemente sono preso da un'intensa reazione affettiva, acuta e di breve durata, in risposta ad uno stimolo interno o esterno, piacevole o spiacevole che mi provoca delle modificazioni a livello somatico, psichico e vegetativo.
All'improvviso e per un momento si attiva una reazione immediata e non sempre controllabile allo stimolo che l'ha provocata. Potrà essere una parola inopportuna al momento sbagliato, un tono di voce male interpretato, un riferimento ad un passato scomodo, anche l'aspettativa disattesa, qualsiasi cosa può causare un'emozione con conseguenze inaspettate.
Controllare le proprie emozioni senza comunque reprimerle, in un momento di relazione affettiva o sociale, è davvero difficile.
Da emozioni di base, quali la Gioia, l'Approvazione, la Paura, la Sorpresa, la Tristezza, il Disgusto, la Rabbia, ne derivano molte altre, tutte sfumature dipendenti dall'intensità.
Le emozioni sono utili? Diciamo che sono fondamentali perché svolgono una funzione di coordinamento tra la Mente e il Corpo e organizzano la percezione, il pensiero, la memoria, la fisiologia, le interazioni sociali, i comportamenti.
A Chi non è mai capitato di sentirsi bloccato in un momento di particolare fragilità, o anche nella quotidianità? Responsabili sono i pensieri, quelli che frenano e impediscono di muoversi perché è coinvolta la volontà di esserci, la consapevolezza della possibile soluzione.
Ad esempio... Vorrei non avere più ansia.
Accade che il pensiero persiste e gira in tondo, e l'ansia resta e anzi si rafforza.
È un circolo vizioso che fa la mente vittima di se stessa, non viva ed attiva quanto dovrebbe.
Occorre allenarsi a "lasciar andare" quello che disturba, la zavorra e fare spazio a ciò di cui si ha bisogno.
La meditazione è un utile esercizio. Con il respiro consapevole si allentano le tensioni e si torna a sé, all'ascolto delle proprie emozioni.
"E ora come ti senti?"
Sereno, rilassato, tranquillo, dubbioso tra passato e presente, calmo...
Altro tipo di pensieri che consentono comunque di muoversi in positivo, uscirne e sentirsi vivi.
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IL GRANDE PROGETTO (n.76) (Citazioni di gentilezza non a caso)

Comincio con una delle mie, mi cito da sola fin da stamattina perché avevo bisogno di aggiustarmi la giornata, e ora per concludere al meglio la serata...
"Se niente fosse stato e tutto non fosse così, non proverei l'emozione dei particolari".
Già, se non avessi vissuto la personale esperienza estrema, tra speranza e disperazione, gioia improvvisa e profonda tristezza, e non solo... se non avessi subito sgarberie e indifferenza, e pure ricevuto sorrisi e rassicurazioni, ora non sarei quella che sono, considerata da qualcuno come un "regalo" lasciato in eredità...
"Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza, lo sforzo, la perdita e hanno trovato la loro via per uscire dal buio. Queste persone hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore. Le persone belle non capitano semplicemente, si sono formate".
- Elisabeth Kübler-Ross -
Una "formazione" continua quindi, far propria la gentilezza che comunque richiede già una buona base, la predisposizione.
In un continuo perfezionamento di stile poi maggiore è la gentilezza con cui ci si porge al prossimo, altrettanta se ne riceve. O almeno così sembra.
Reale o apparente comunque porta ad uno stato di benessere e di pace, per cui non ci sono beghe di sorta e tutto è risolvibile.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante fiore


domenica 23 gennaio 2022

IL GRANDE PROGETTO (n.75) (22 Gennaio. Di ritorno a casa)

Serata fredda, tipica d'inverno, è piacevole ritornare a casa ed essere accolti da quel tepore che fa unico l'ingresso in ogni casa.
Poso la borsa e appendo la FFP2, ultimo modello imposto dalla casa. La pattumiera dell'indifferenziata è situata lontano, ci penserò dopo a gettarla via con gran piacere.
E mentre prendo a sfaccendare, penso a questo pomeriggio trascorso manco fosse un funerale.
Oddio, un po' lo era pure, perché una commemorazione ad un anno dalla perdita, come la chiamereste?
Ma il punto non è questo.
Ritrovarsi è sempre gran conforto.
Rivedere Chi ci si aspetta oppure no.
Anche in occasione che riporta ad un anno prima, quando il distacco lasciava l'ennesima cicatrice, che non sarebbe stata neanche l'ultima.
Una lunga omelia e tanti ricordi e pensieri per la testa.
Poi l'invito a scambiarsi uno "sguardo di pace". Ci proviamo, ma sono occhi lucidi che s'incontrano veloci.
L'aria è fredda come fossimo all'esterno, la condensa favorita dalla mascherina pare liquefarsi in goccioline, lacrime di questo tempo stanco e malandato.
Bisogna tornare a camminare insieme, ma prima ritrovare quella leggerezza che tanto manca, anche nella chiesa, che dovrebbe essere rifugio e consolazione per Tutti, e invece spesso s'aggroviglia e non trova il bandolo della matassa sua propria.
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IL GRANDE PROGETTO (n.74) (Nell'abbraccio parole a non finire)

Tra Noi si continua a ripetere che quando non si ha niente da dire, piuttosto che cercare parole in aria, meglio sarà tacere. Un sorriso, una carezza, un abbraccio, saranno quelle bene dette. E poi calore e conforto.
Ma quanto rassicura un abbraccio?
Quando mia madre era in vita, l'abbraccio più rassicurante in assoluto era il Suo, poi ho imparato anch'io a donarne. Uno per ogni giorno, molti per tanti giorni. Tutto con gran trasporto, affetto, amore.
E ora che a stento si può far intravedere un sorriso come si fa?
Intanto da lunedì la Puglia sarà in giallo e non sappiamo ancora se e quando torneremo a rassicurare, confortare e quant'altro.
E nascono e si evidenziano nuovi bisogni.
Perché calate ulteriori certezze, occorrono sempre più le rassicurazioni, e quando l'uomo non può assicurarne alcuna?
Allora bene sarà essere pronti ad accogliere, trasmettere abbracci dalla natura, dalle melodie, dai ricordi...
Un po' triste a volte in questi anni di isolamento, ma in fondo sempre serena, continuo ad appassionarmi alle persone e ai loro momenti non felici. Nonostante tutto.
E spero di tornare all'accoglienza e al buonumore. Perché è abbraccio stretto e dolce, e amore in assoluto.
Perché è allargare le braccia per contenere tanto e sempre più, persone, affetto, armonia e anime. E parole a non finire.
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