mercoledì 30 gennaio 2019

UNA SPIEGAZIONE C'E' SEMPRE


E' facile giudicare dalle apparenze nel bene come nel male, ma soprattutto in quest'ultimo caso, perché quando tutto va come ci aggrada, il dubbio non si pone, a gentilezza si risponde uguale, dietro qualche sgarberia... chissà perché... c'è sempre un brutto carattere. E invece non è così, almeno non sempre. Ce ne rendiamo conto quando passato il tempo, qualcosa cambia, e poi risulta che è logica conseguenza di un nuovo stato di cose che magari meriterebbe altra reazione eppure diventa come "quiete dopo la tempesta
Quanto più l'epilogo di una storia è triste e doloroso tanto più lo è il vissuto che c'è alle spalle. Venirne a conoscenza spesso lascia senza parole con lo stupore di quanto sia sottile la linea che separa la realtà vera da quella "romanzata", come fosse la sceneggiatura di un film o addirittura di una fiction televisiva. Sono soprattutto i particolari, gli intrecci dei rapporti e delle situazioni che danno da pensare.
Ho ascoltato e ascolto tante storie, e mi rendo conto di quanto io sia da sempre fortunata, una vita lineare, le relazioni giuste, magari non sempre pienamente considerate, e poi qualche rimpianto di cui io sola, unica responsabile.
Persino passare attraverso la malattia è stato per me come attraversare un cerchio di fuoco ed uscirne leggermente scottata.
Più volte mi è capitato di sentire... "Ma perché continuare in ospedale?! Invece di dimenticare..."
Se hai vissuto il cancro non lo puoi dimenticare. Pensi di... si, forse ti illudi, ma alla fine convieni con te stesso che non conviene.
Non si possono cancellare sofferenza ed ansia ma con coraggio si sceglie di ricordarli come momenti di vita vissuta, esperienza forte di crescita interiore.
Ogni giorno rinnovo tale esperienza attraverso quella altrui, di dolore vissuto sulla propria pelle o di riflesso, di un'esistenza subita senza consapevolezza... e imparo, e annullo, potrà sembrare strano, anche la paura di un eventuale ritorno della malattia.
Non nego che a volte anche a me si pone il dubbio e mi basta sentire frasi come... qui c'è troppa gente... per sentirmi quasi estranea con una domanda martellante nel cervello... farò bene?

IMPEGNO... PRIMA GRATIFICAZIONE



Essere impegnati non solo sentirsi tali, è la vera gratificazione per i volontari del GAMA.
All'incontro odierno molti assenti per malanni di stagione, in realtà potevamo contarci.
E' stato fatto comunque il punto riguardo alla partecipazione ad eventi passati organizzati con altra associazione, un resoconto rapido ed un'altrettanta valutazione che potrà interessare l'attività futura.
Il GAMA, gruppo di auto mutuo aiuto e associazione onlus, ha pochi mezzi ma grande cuore, e per quello che fa nell'ambito ospedaliero e fuori è molto apprezzato e stimato. In questo momento storico ha bisogno di maggiore visibilità concreta, attuata tramite le persone che operano al suo interno e credono fortemente negli obiettivi della "mission", perseguiti con l'entusiasmo che è motivazione e motore. Si impegna quindi a procedere pure in modo del tutto autonomo e non più facendo solo da spalla o punto d'appoggio.
Sono stati presentati pure eventi dell'immediato futuro, eventi da non perdere, quali la camminata non competitiva in occasione della giornata mondiale contro il cancro, e la giornata del malato, quest'ultima al solito celebrata in ospedale dal Nostro Vescovo, Mons. Vincenzo Pelvi. Significativa l'immagine che quest'anno la rappresenta. Un momento della Lavanda dei piedi nel giovedì santo, e un versetto dal vangelo di San Matteo, con chiaro riferimento alla gratuità del servizio.
Gratuitamente... in una sola parola il programma, l'intento di ogni volontario che nell'ambito di un'associazione diventa una grande opera di solidarietà motivata e sostenuta dall'Amore incondizionato.
Se poi tante associazioni si mettono insieme, costituendo una rete, davvero significa dar voce a Chi non ne ha o debole nessuno ascolta.
Ma questa è già una realtà, è possibile o resta solo utopia?

lunedì 28 gennaio 2019

IN ME... L'INFINITO


Lo sento dentro, pregnante e forte, l' "infinito" fatto di tante parole, frasi, discorsi e confidenze. Non sono solo le parole messe insieme da me perché siano pensieri, ma tutto quello che colgo, raccolgo e custodisco. Non rubo né carpisco, mi viene affidato, e non comprendo sempre fino in fondo perché questo avviene sin dal primo incontro. Ne sento l'onore e l'onere, il peso di una grande responsabilità che inevitabilmente diventa forte motivazione. Così vado avanti, cercando di mantenere alta la consegna e non deludere mai, ché poi deluderei prima me stessa.
Succede però a volte che io non sia in forma o creda di non essere capita, allora non mi scoraggio, però mi sento persa. Per fortuna, solo certe volte. E mi fa meraviglia pure che Altri non la pensino come me, e ciò diventa motivo per mettermi in discussione, considerare la possibilità di fare qualche passo indietro, perché forse è "troppo". Troppo pensare, troppo rigore, troppa presenza... non sarà il caso di diluire, alleggerire ogni peso? Ma come è possibile con tutto l'infinito che mi porto dentro?
Non ti affezionare... mi è stato detto... non sono io ad affezionarmi, colgo l'affetto dalla mano tesa che stringe la mia, e da quel momento non me la sento di staccarmi più, a meno che...
No, non voglio pensarci adesso, fra poco ogni luce sarà smorzata e andrò a dormire, non è bene chiudere la parentesi del giorno con certi pensieri. Parlavo d'infinito e Infinito sia, come con lo sguardo rivolto al cielo, immaginando una stella cadente anche tra le nubi per esprimere l'unico, possibile desiderio. Non sentirmi mai persa.

LA VERIFICA DI UNA SCELTA


Solo gli sciocchi non hanno il coraggio di cambiare idea, e in virtù di questa "perla di saggezza" , per alcune constatazioni, credo sia arrivato il momento di un'altra verifica. Lanciare un sondaggio... chiedervi con viva preghiera di risposta, se mantenere questo gruppo "pubblico" o renderlo "chiuso" che non significherebbe "preclusione", bensì "riservatezza".
Questa domanda fu già posta circa quattro anni fa dopo due dalla nascita del gruppo.
Molti avevano notato che il numero degli iscritti saliva a rilento e qualcuno addirittura era uscito subito dopo essersi reso conto della "particolarità" di una cosa del tutto naturale, continuare a parlarne con speranza. Che cosa c'è di più pubblico della Speranza? Tutti ne hanno bisogno come il pane quotidiano, non solo in certi casi ma nella normalità, io stessa amo definirla la "prima virtù che fa vivere", annullando nei miei discorsi l'obsoleto, "La speranza è l'ultima a morire". Nell'alternarsi dei termini... vivere, speranza, morire, quest'ultimo si annulla da solo. Vivere è speranza... come... Speranza è vivere. Fatto questo preambolo, io non ho cambiato idea riguardo la motivazione che mi indusse quasi sette anni fa a creare il gruppo, però realizzando ormai che sono numerosi i miei "monologhi" (nelle mie intenzioni sarebbero "spunti di riflessione e discussione), pochi gli interventi, e solo qualcuno è coraggioso a tal punto da raccontare la propria esperienza diretta o meno, ho creduto fosse opportuno riproporre il quesito, pubblico o chiuso? Anche perché nel tempo si sono aggiunti nuovi iscritti che magari restano nell'ombra perché preferirebbero maggiore riservatezza. Non entro nel merito dei motivi perché ho massimo rispetto per ogni tipo di scelta, e poi io non faccio testo, ormai Tutti sanno tutto di me, ho preferito così per sentirmi leggera da fardelli vari e libera di "volare con le parole", e non avrei potuto con "pause per non cadere". Questa fu una mia scelta fatta d'impulso come tutte quelle comportate dalla malattia stessa.
Quindi concludendo, in basso troverete il sondaggio con le DUE OPZIONI:
1) CONTINUARE A... PARLARNE CON SPERANZA RESTA UN GRUPPO PUBBLICO
2) CONTINUARE A... PARLARNE CON SPERANZA DIVENTA UN GRUPPO CHIUSO
Mi pare ovvio sottolineare quanto sia indispensabile e gradito il Vostro contributo, perché dalla prevalenza delle risposte dipenderà la mia decisione. Dalla Vostra alla mia scelta. Desidero che TUTTI SI SENTANO IN FAMIGLIA, e un gruppo, soprattutto di questo genere che tratta argomenti che a volte pesano come macigni, è una grande "famiglia allargata" che non sconfina né scantona, ma resta stretta in un ampio abbraccio per supportare e confortare.

sabato 26 gennaio 2019

UNA REALTÀ SU MISURA


E quel che doveva essere oggi, è stato. Una realtà su misura. Una condizione comune a molti, per fortuna ma per cui ognuno... chissà perché... si meraviglia ogni volta.
Tutte le storie sono "realtà", e alcune danno da pensare. Malattie lunghe che sfiniscono e non solo Chi viene colpito... equilibri che vengono meno mettendo fuori la vera natura dei rapporti, magari già deboli in tempi non sospetti.
Perché c'è da far prevenzione anche per queste situazioni, ché all'interno della coppia sia sempre continua e profonda la comunicazione affinché possa essere garantita la stabilità e persino una crescita pur in presenza di situazioni dure come il cancro.
Bisogna essere bravi, abili... è innegabile, ma anche assai comprensivi.
Oggi, al solito mio marito mi aspettava fuori, avevo la visita di controllo annuale, ma Lui non era con me. Ho sempre preferito fosse così, conoscendolo e probabilmente è stato il modo migliore per mantenere l'equilibrio.
Mi attendeva fuori, poi l'ho raggiunto e abbiamo pranzato in mensa. È stato come una vacanza, festeggiare per un altro anno ancora.
Ok, Maria... va tutto bene. Bevi un po' di più per l'acido urico, e cammina un'ora al giorno per il fegato "cicciottello", e poi... poi continua così.
Con queste parole oggi mi ha congedato l'oncologo.
Già, solo un "po' e un po'", assolutamente nulla a confronto di ben altro, solo un lieve promemoria per nove anni di vita guardata con occhi diversi, ascoltata come melodia pur con note a volte stonate, amata con un Cuore nuovo.
Mi sono chiesta spesso perché per Tutti non fosse uguale, ho provato anche scrupolo per questo, sentendo il peso di un anomalo privilegio, poi per non finire schiacciata, ho concluso che forse da me si voleva qualcosa la cui importanza non avrei mai compreso se non fossi passata per quella "via".
Non so come finirà, se un ritorno e l'appuntamento sono solo rimandati, ma sono certa che niente viene dato superiore alle forze, il percorso della vita è uguale per Tutti, la lunghezza magari, no però senso e scopo...
Ad ognuno il Suo, e Tutti... soprattutto Chi sa... gli uni per gli Altri, per sostenere, incoraggiare... accompagnare.
Relazioni familiari e interpersonali, la scelta per come viverle crea una realtà unica e originale in cui cercare il benedetto senso della vita.

E DOMANI SARA'...


Ah, non so proprio che cosa sarà domani, o meglio... domani come giorno seguente ad oggi si, lo so. Avrò l'ennesima conferma che tutto procede bene, per il meglio e potrò continuare a sperare. Nulla è definitivo, però meglio farselo bastare, ché poi è così per Tutti, anche per quelli che la malattia non è andata a visitare.
Essere felici di una "pseudo promozione" dopo una prova e tanti esami che non hai scelto di affrontare. Magari avresti preferito restare semi analfabeta, non sempre essere consapevoli del possibile dolore è cosa buona e giusta. Poi vivi il momento, lo superi e ti resta pure lo scrupolo latente, perché vorresti fosse così per Tutti. Vincere sempre.
Che problema è tutto questo pensare... ma il problema vero è che sono troppo attenta ad ascoltare, capire e poi amare la fragilità umana che è pure mia, anche se dall'esterno non appare.
E ora sono alla fine del giorno. Un giorno di continua riflessione.
Pensavo appunto alla mia vita, fino ad un certo punto e da quel punto in poi e che ancora continua.
Anche se della prima parte non sono del tutto contenta, rispetto comunque come è andata, forse per quella che sono le devo essere persino grata.
Rispetto. La Vita merita rispetto, sempre.
È alla fine una lunga storia ad "episodi". Ognuno con un inizio, diciamo... normale, e una fine che è sempre lieta, per tutto il tempo che se ne mettono insieme e si possono raccontare.
Degli "episodi" che ci appartengono siamo artefici e ascoltatori attenti, di quelli altrui, di tutte le persone vicine e di quelle incrociate durante il percorso, è doveroso essere spettatori silenziosi. Senza alcun giudizio e infinito rispetto.
E domani...? Sarà per me ciò che vedo scritto su una serie di fogli, valori rispettosi dei parametri, ma al valore aggiunto di quest'altro quarto di vita dovrò pensarci ancora, perché lo voglio e perché merita rispetto.

giovedì 24 gennaio 2019

I PARTICOLARI


Il periodo controverso, tra controlli per il follow up e il maltempo, ci ha impedito uscite regolari per i Nostri Mercoledì. Oggi però, complice un tiepido sole siamo stati al mare, quello solito poco lontano, in una località già visitata e fotografata più volte. Familiare ogni angolo del borgo storico, noto il panorama da ogni punto di vista, ci siamo concentrati sui particolari, in gran parte diversi ogni volta.
D'inverno il mare ha un fascino tutto suo. Grigio e agitato quando la stagione mantiene la consegna, color polvere e porporina nei momenti pacati di pausa, come nella giornata odierna.
L'acqua trasparente e le reti in un angolo. I semi ingialliti delle palme e i piccoli fiori spontanei e perpetui alla base. Uno sterpo dimenticato da una mareggiata, là sull'arenile e orme nella sabbia, mentre onde degradano docili a riva.
Curiosare nei particolari può risultare divertente quanto un gioco sempre nuovo, una sorta di "caccia al tesoro" in cui il premio in palio è l'Emozione, una raccolta di sensazioni e ricordi. Carezze e nostalgia, percezione magica, dono di uno sguardo che risente di esperienze vissute, felici o meno, comunque opportunità di insegnamento e crescita interiore.
E da una gita al mare fuori stagione, capaci di cogliere il particolare che fa la differenza ogni volta, sentirsi almeno per un giorno padroni assoluti della propria vita.

mercoledì 23 gennaio 2019

IL CUORE E POI...


E poi non basta, o meglio il Cuore è il punto di partenza, poi c'è la volontà, la costanza, l'equilibrio, ecc. ecc. Insomma, tutto ciò che fa Persona consapevole e sicura di poter essere riferimento e bene prezioso per l'Altro in un momento di particolare difficoltà.
Non è cosa di Tutti e non s'impara, si deve essere predisposti e si può sempre migliorare.
Ci pensavo stamattina, in un altro di quegli anniversari che si preferirebbe non ricordare e a volte invece restano impressi nella mente, radicati nell'animo. Ci pensavo, ripeto... io, in questo nuovo mondo cui sento di appartenere, mi sono ritrovata non solo a causa e come seguito della mia malattia, perché i primi "segni" avrei dovuto avvertirli quasi vent'anni prima, e la "personale disponibilità" avrebbe chiarito quel che sarei stata ora.
La malattia di entrambi i miei suoceri in epoche differenti, poi il mio tumore, tutto accettato gradatamente e vissuto con la serena consapevolezza del giorno dopo giorno, programmi a breve scadenza ma ricchi di speranza, il prendermi cura di loro e prestare cura a me stessa con l'accudimento simile a quello di una vita che da poco ha visto la luce... nessuno mi insegnò questo né l'appresi da alcun manuale, era insito in me, e poi... il resto è noto se sono quasi nove anni che ne parlo e scrivo.
Si cresce, e la malattia è una grande opportunità di crescita. Si migliora, con l'umiltà e il sentirsi grato a tal punto da dimostrarlo a tutti i costi, rendendo meno difficili i giorni dolorosi dell'Altro, quei giorni donati a Te come strapuntino all'inizio striminzito, diventato col tempo "accomodante meraviglia" per Chi t'incontra.

martedì 22 gennaio 2019

"RATTOPPARE" E' UN'ARTE


Accomodante, lo sono sempre stata... per "amor di pace" ho preferito a volte fare passi indietro e uno in avanti verso Chi mi aveva fatto perdere la pazienza. Alla fine però mi sentivo sempre fortemente vittima, debole e in fondo incapace di reagire. Con la malattia ho ridimensionato quell'atteggiamento, non l'ho totalmente eliminato, ma realizzando una "forza" nuova, una sorta di marcia in più, ho imparato a... rattoppare, si... proprio così, a mettere "pezze" qua e là, in modalità silenziosa e accorta pur di salvare ciò che temevo perdere.
Ah... quanto ho rattoppato, con la speranza che a lungo andare la trama non si logorasse, mostrando un "buco" irreparabile. Però devo riconoscere... modestia a parte... di essere stata e ancora lo sono proprio brava a "confezionarmi" un vestito "tutto toppe", anche colorate, più bello e vivace del costume di Arlecchino. Non è di lusso, non è da sera, ma fa la sua figura per tutte le occasioni. A volte mi pare anche di cogliere qualche sguardo di ammirazione. E' vero, gli Altri guardano e giudicano solo quello che Tu lasci vedere.
Comunque è un continuo lavorarci su, perché non incappi in angoli nascosti e spigoli traditori, si strapperebbe, e sarebbe un gran peccato.
Eppure non pensavo fosse quello adatto a me, e inizialmente fu una maschera, un travestimento. D'altra parte non potevo andarmene in giro "nuda", col mio "dolore" in vista... non avevo scelta, così mi adattai concludendo che quel "vestito" mi stava proprio bene e non volli più cambiare.
Tutto mitigato sotto quelle pezze variopinte, con i sorrisi e l'ironia nascondo tuttora ciò che mi disturba quando affiora, ma ogni tanto, è inutile nasconderlo, compare pure qualche lacrima... celata agli altri là dove serve e al momento giusto.

NOTE DI VITA TRA LE RIGHE (esercizi per tornare al Cuore)


Sicuramente la capacità del celebrante del rito è responsabile in parte dell'attenzione di Chi partecipa e ascolta. "Sminuzzare" la Parola non significa "sminuirla" ma renderla accessibile perché venga digerita e assimilata. Il popolo della Chiesa per pigrizia stenta a crescere, e come un bambino nel secondo semestre della vita ha bisogno di essere "divezzato" con piccoli pasti che mantengano la giusta fluidità.
Stamane, durante la celebrazione domenicale, c'è stato tutto questo. Chiarezza e festa, comprensione e gioia di trattenere per sé, per crescita personale, qualcosa di prezioso.
Le nozze di Cana di Galilea, il 50° anniversario di matrimonio, il Battesimo. Il "filo" comune... affidarsi alla grazia divina.
La pazienza su cui regge un'unione longeva, il guadagnarsi la vita eterna grazie al sacramento che fa figli di Dio, tutto estremamente semplice se pur velato dalla difficoltà del mistero. Semplice come l'immediatezza del linguaggio di quel bambino che fa sentire la Sua voce solo per bisogno o senso di disagio.
Note di vita autentica, quotidiana, anche di quella "vita nuova" che Noi, "tumorati di Dio", riusciamo a vedere normale nell'anormalità.
L'intercessione di Maria, che per materna disponibilità, sa e conosce. Il meglio che deve venire e che arriva quando pare non ci sia nulla da fare per quella festa nuziale, per la festa che è la vita.
Si sposa un ideale, si invita a condividerlo, per questo non si potrà deludere. In una lunga cordata alla conquista della vetta, ogni tanto si rallenta, addirittura ci si ferma per dare agio e modo a Chi è in difficoltà, si cambia andatura e ritmo, ma non importa, va bene così. Non esiste impegno, attività o programma che non possa essere rimandato.
E' tutto in divenire, semplici esercizi per tornare al Cuore.

domenica 20 gennaio 2019

ESTEMPORANEA


Venuta di getto, praticamente d'impulso, perché non sempre raggiunge l'obiettivo il "santo autocontrollo", mi trovo stasera a metter giù quattro righe... che poi saranno cinque o sei poco importa, giacché ciò che conta è il senso, anzi il messaggio.
Sai quando apri una parentesi, cominci a scrivere...
e scrivi, scrivi, e dimentichi di chiuderla? Magari fai annoiare, annoi te stesso e solo così ti accorgi che è il momento di finire, meglio finirla, cambiare tono, stile e poi ricominciare.
Poi guardi l'orologio...
Ma quanti anni sono ormai che faccio le ore piccole, seduta qui davanti alla tastiera di un "aggeggio" che tanto detestavo?
Che fastidio... è già ora di staccare, andar di là, perché si è fatto tardi.
In fondo però non importa, perché non mi abbandona il continuo entusiasmo. Nonostante tutto, solo perché ci credo e pure tanto.
Entusiasmo... è una magnifica parola. (Verissimo).
E' forza ed azione che coinvolge e trascina. (Magari vorrei lo fosse di più).
E' contagiosa. (E se fosse virale, ancora meglio)
Aiuta a realizzare l'impensabile... rende bello il futuro e non solo immaginabile. (Dovrebbero rendersene conto in tanti)
Alla fine realizzo e accetto che sia un bene almeno per me, così ogni giorno mi faccio un regalo.
Chi tiene alta la quotazione dell'entusiasmo, è rinnovata "forza della Natura". Una "forza saggia" che fa pensare prima di parlare, agire, giudicare o addirittura giudicare affatto perché considera e rispetta e non trascina.
Opera per il bene generale, e sa quando farsi da parte.
E' successo a me, e ancora mi succede. Sempre... e le modalità sono presenti nella forza stessa.

IL VARIO E DELICATO PERCORSO DELLA SPERANZA


Riflessione elastica quanto una corda tesa allo sfinimento, lasciata andare improvvisamente. Termina così una delle giornate più intensamente vissute, cominciando dal primo mattino fino ad ora che è quasi notte fonda.
Una triste notizia tramite messaggio mi predispone con dolore a ciò che devo fare, i noti controlli personali, mattinata in reparto, e nel pomeriggio un incontro con altre associazioni. Per finire, una serata al teatro. Realizzo che mi sembra tutto difficile dopo quello che ho saputo, difficile e inutile, anche pensare alla mia salute. A che serve se...?
Ma il "mondo", soprattutto quello buono non si è mai fatto con un "se" dopo l'altro, e poi io ci credo che si può, si deve andare avanti, e allora mi vesto, esco e vado a fare la prima, la seconda fila perché da un "prelievo" mi si possa dire... si, va tutto bene, potrai continuare.
Ci spero tanto, e mentre aspetto invio qualche messaggio perché con me possano anche Altri continuare.
Il vario e delicato percorso della Speranza. Dal particolare (personale) all'universale, passando per l'associazionismo (rete delle associazioni) e per finire all'evento a scopo benefico. Nulla è affidato al caso, la Speranza ha il suo percorso tanto simile alla Vita. Da soli non si va da nessuna parte ed ogni obiettivo perseguito con metodo ben merita mezzi e strategie.
Solo un accenno anche all'atto unico di stasera, "DOPPIO INTERNO" . É stato carino, ben strutturato e senz'altro adatto ad un pubblico intelligente. Sicuramente quello che Noi siamo.
Buonanotte, però... ora. Notte serena davvero.

PENSAVO...


Quanti pensieri passano per la testa in un "giorno di mezzo", tra una gioia e l'ansia giusta, quella che non può non esserci, tanto simile al travaglio prima di una nascita.
Non me l'ha ordinato il medico, non è terapia di mantenimento, eppure senza questo pensare, essere in pensiero, metterci pensiero non potrei vivere. Anche se minimamente soffro, e trovo ingiuste le sofferenze di Chi ha già dato tanto.
E nei giorni che mi toccano nel senso pieno della parola, mi muovo come camminassi sulle uova, a passi lenti e a volte incerti e con estrema delicatezza, per non rompere l'incanto per ciò che insegna un'esperienza estrema.
Oggi mi sono commossa quando un paziente che non parla più a causa dell'intervento subito, ha tirato fuori dalla tasca, piegato con cura il "fiocco di tenerezza" che gli era toccato poco prima di Natale...
Ovunque sei, fai quello che puoi con quello che ti resta...
E ha voluto che lo leggessi io ad alta voce, per sottolineare poi con un gesto significativo, quanto fosse a Lui azzeccato, giusto, quasi un consiglio o insegnamento. Quindi se l'è ripreso, l'ha ripiegato più volte, e l'ha rimesso in tasca, sorridendo.
Queste cose mi regalano una serenità ad ampio spettro, mi curano dentro e fuori... come potrei fare senza?
Quante emozioni controverse per situazioni diverse... tra la compassione e l'accudimento... il prendersi cura e a volte sentire il proprio respiro a metà. Noi, che abbiamo la pretesa di portare "sollievo", impotenti e silenziose perché solo questo a volte si può offrire, silenzio e sorriso accennato appena. Eppure pacatezza, silenzio e sorriso fanno sentire amati, pensati e considerati in un momento che pare non si è "buoni" a niente per nessuno.
Un sorriso, una carezza, una parola rassicurante... non una bugia perché è inutile... non costano nulla e possono valere più di tutto l'oro del mondo.

giovedì 17 gennaio 2019

DOPO L'ATTESA...


Un esito felice, una gioia che si ripete e intensa amplifica le relazioni di ogni giorno. Realtà che appare rinnovata, fortemente condizionata dal senso di rinascita, la mia rinascita.
Si... perché nasco di nuovo ogni volta, e il tempo concesso pare sempre meno una proroga. Che bella cosa... cado in ginocchio, levo le braccia in alto e con poca pressione mi rimetto in piedi.
Oggi poi, un anniversario triste eppure avvertire accanto una forte presenza.
Mia madre non è mai mancata dall'essere presente, da quando sono nata e anche dopo che non è stata più. Stavolta era il primo follow up dopo un anno, avevo paura, paura più del solito, tutto può cambiare in dodici mesi, a dire il vero anche meno... avevo paura e Lei lo sapeva, sapeva sempre tutto di me e di Tutti. Mia madre.
Uno stato di grazia che è continuato per il resto del giorno. Ho rotto un piatto e il vaso di una pianta, ho spazzato cocci e terriccio, e ho riso. Sono cose che capitano ai vivi.
Mi sono intenerita e commossa perché ha fatto la sua bella figura la Speranza.
Vero é che la realtà non è mai monocromatica, ha varie tonalità spiegate durante l'intera esistenza. Ed è sempre così, anche nelle situazioni più complesse.
Una nota che c'entra si e no, ma positiva per la tanto chiacchierata malasanità. Stamane, dopo tante ecografie precedenti che sembravano atti unici tragicomici, ho trovato un medico assai gentile, garbato, disponibile e delicato. Mi pareva di essere su un altro pianeta. Perché purtroppo la "comunicazione" non è proprio il forte di molti medici. Registrare e riportare comunque i "casi felici" è doveroso quanto denunciare l'opposto, ché Altri possano approcciare con fiducia e ridimensionare eventuali delusioni.
Siamo Tutti esseri umani, estremamente fragili e inclini all'errore. Lavoriamo sulla Nostra consapevolezza per vivere al meglio le situazioni e non per andarci contro sperando sempre, perché in fondo... pochi o tanti... i giorni sereni non mancano.

mercoledì 16 gennaio 2019

VITE DEDICATE


Non esiste momento di stabilità, o meglio... bisogna lavorarci parecchio per mantenersi in equilibrio. Vedi il noto funambolo sempre in tensione tra il timore di cadere e la ripresa di ogni forza residua.
Così all'ansia e alla preoccupazione per qualcosa da affrontare si contrappone il proiettarsi all'esterno, cercando di fare il meglio possibile, che non sarà naturalmente il giusto in assoluto ma ciò che sembra per il bene in quel preciso momento storico. Non sempre ci si capisce e un po' di amarezza resta, nell'immediato rimuginare è comprensibile ma poi si guarda avanti, pensando che la "mission" è sempre quella, continuità di speranza ché è la Vita stessa a richiederla.
Così capiterà di sentirti grata e con ulteriore motivazione per parole generosamente donate ed un abbraccio inaspettato, e ancora ti si offrirà... una soluzione!? No, piuttosto vedrai ralizzare qualcosa che pareva difficile ma solo per convinzioni errate.
Già, perché se desideri dal profondo, con tutto Te stesso, se ciò che fai è per Amore e con dedizione, quando è meno probabile... vedrai, sarai accontentato. Senza fatica, perché il buon Dio legge nei Cuori e mira al bene generale che spetta a Tutti come dono prezioso. La gratitudine sarà l'adeguata risposta, perché tanta grandezza non può passare come niente fosse. Vivere sempre come in festa, pensando che ogni giorno dell'esistenza vale quanto una vita intera, per questo moriamo a sera per rinascere il mattino seguente. Auguriamoci allora molti giorni ancora da festeggiare, per tante "piccole vite" da dedicare.

TEMPO PER VIVERE DI EMOZIONI


Terminata la lunga pausa per le feste, oggi sono ripresi gli incontri del GAMA. Una serata densa di emozioni. Quelle fatte emergere dalla visione delle foto secondo il metodo IAPS, dalla proiezione di tre video, e infine le emozioni in tempo reale per i festeggiamenti di tre compleanni. Guarda caso, il numero 3, considerato per più ragioni il numero perfetto, sintesi del pari e dispari, simbolo della Santa Trinità, numero della totalità cosmica: cielo, terra, uomo.
Dopo gli auguri per un anno sereno che si presenta piuttosto impegnativo per il GAMA, si è passati alle foto. Un bambino dall'aria assorta, serio e dall'occhio lucido. Una scena di allegra convivialità nell'armonia familiare. Ragazzini in esultanza. Una bimba in atteggiamento tenero e sognante. Una giovane donna in pensierosa attesa. La gioia improvvisa di un ragazzino a contatto vivace con uno scroscio d'acqua. Lo sguardo quasi adorante di un bambino per la sua mamma. Una bimba immersa nella lettura che pare astrarsi da un contesto preciso. Un neonato in braccio a colui che pare cuoco o chef, il contrasto del loro abbigliamento: il piccolo con un abito da battesimo e l'adulto in tenuta da lavoro. Il gesto affettuoso di una bimba per un cucciolo di Dalmata. Due ragazzini che strattonano da lati opposti un calciatore.
Tanti ricordi e altrettante emozioni condivise. Nostalgia, rimpianto, a tratti dolore vero e proprio. Forse qualcuno avrà voluto tenere per sé una parte del vissuto emerso, per una sorta di pudore o perché considerato proprietà ereditata ed esclusiva... chissà.
Entusiasmo e piena partecipazione hanno suscitato al contrario i video ancora in tema augurale. Messaggio gioioso di rinascita nel primo, l'invito a vivere ogni giorno con la gioia di un compleanno nel secondo, e infine nel terzo la meravigliosa e significativa poesia di Elli Michler, "Ti auguro tempo". Tempo da dedicarsi e dedicare, per sperare ed amare, per vivere ogni giorno e ogni ora come un dono, tempo per la vita.
Tempo anche per divertirsi e stare con gli Altri in perfetta armonia, magari non trascurando nessuno, con l'attenzione dovuta e il reciproco rispetto. Tempo allora per comprendere ed anche perdonare.

lunedì 14 gennaio 2019

UN PROBLEMA ALLA VOLTA


L'approccio con la vita vera non è quello che definisce adulti, autonomi e in grado di gestirsi a tutti i livelli, almeno non è solo questo. E' andare all'essenziale, ciò che fa crescere e sembrare diversi e poi libera dalle paure, racchiudendole in una giusta ed equilibrata dimensione.
Alla fine è un continuo comportarsi da "funamboli", sempre in equilibrio tra paura di cadere e riacquistare padronanza di sé. Ed è così, dovrà esserlo per forza.
A Tutti capita, anche più volte nel corso dell'esistenza, dover affrontare momenti difficili e pure in serie.
Non si fa in tempo a passarne uno che già ne arriva un altro, sembra davvero un' esagerata "prova da sforzo" per testare cuore e cervello. Così la mente si affolla e presto va in tilt, il cuore accelera coi battiti e cade in affanno. Infine la negatività di pensiero porta a conclusioni affrettate, e si dimentica che se alcuna scienza è esatta, ancor meno lo è la supponenza umana.
Eppure un modo per non sbagliare c'è, non porta a soluzione certa e definitiva ma in compenso mantiene stabile la serenità. Seguire la logica matematica.
Un quesito alla volta.
Una parentesi alla volta.
Un'operazione alla volta.
Ogni cosa risolta in qualche maniera, e archiviata comunque.
Ho imparato da quando ho capito che era del tutto inutile affannarsi poiché "tutto va come deve andare", e ad ognuno è dato solo "aggiustarsi" il modo di affrontare ciò che viene.
Così continuerò a fare, prossimo test da sforzo proprio questa settimana, adotterò "metodo" accorto e sono sicura arriverò alla fine sana e salva. Me lo prometto.

NEL MASSIMO DELLA DEBOLEZZA


Ero bambina, non più di dieci anni quando vinsi un concorso con una traccia il cui svolgimento fu giudicato "consapevole, maturo, di certo superiore alla media dell'età".
"Se possedessi un milione di lire, come lo spenderesti?"
Educata a non pretendere più di tanto, ad accontentarmi del poco, non pensai a gocattoli, vestiti, a cose insomma che di solito sognano le bambine, non ebbi esitazione o incertezze, e cominciai...
Se possedessi un milione, farei costruire una casa per gli anziani...
E poi continuavo descrivendo come l'avrei voluta, mi soffermai con minuzia sui particolari... ampie camere, parco immenso e rigoglioso, finestroni che lasciassero entrare luce, tanta luce... e calore, ché quando si è anziani di questo c'è bisogno, di calore...
Oggi ci sono stata in una casa per anziani, per meglio dire una struttura che accoglie, provvede alle necessità primarie ed essenziali, ma non saprei dire se con i presupposti di "prendersi cura" di Chi vive i ricordi più antichi ma scorda gli anni che ha. Perfetta, uguale a come l'avevo immaginata da bambina, e ancora meglio agli occhi dell'età attuale, con qualcosa però che me ne faceva prendere le distanze, forse quella vasta "fascia d'umanità" che lì risiede e avrei voluto stringere tutta a me.
Era la celebrazione di un rito funebre nel raccoglimento di una cappellina, occupata per metà dagli inquilini della casa. Giravo gli occhi intorno, ho prestato ascolto alle letture accompagnate da "ritornelli" patologici, cadenzati e ripetuti. Impossibile aggirare certe riflessioni, non provare la netta sensazione di confortarsi con un abbraccio anche da soli, le proprie braccia strette a sé.
Poi, durante l'omelia le parole più belle e significative, un raggio di sole per uno squarcio d'azzurro. Il Cristo che "sposa" l'umanità e assicura nel massimo della debolezza la mano giusta che risolleva. Speranza del presente, certezza per l'eternità.

sabato 12 gennaio 2019

I COLORI DELL'AMICIZIA


Non esiste buio assoluto. Anche la notte non è mai nera.
Nel buio una luce ci sarà sempre, e anche una notte senza luna avrà almeno una stella.
Prova a chiudere gli occhi, solo allora dovrai accontentarti dei suoni per dare forma a ciò che percepisci intorno, ma in compenso potrai immaginare dimensioni e colori, un mondo a parte, esclusivo per Te.
Un preambolo poetico per parlare di Amicizia, quella importante, presente anche da lontano, fatta di pensiero costante e mano tesa nei momenti bui.
Si dice ed è così... Chi trova un amico, trova un tesoro. Se poi gli amici sono più d'uno, la ricchezza è infinita, e non solo... vivacizza di colore e riscalda come la fiamma viva in una fredda giornata d'inverno.
E illusione non è, ma rappresenta speranza l'Amico che non abbandona quando si è soli nei momenti d'incertezza e difficoltà.
Come le farfalle di una delicata storia colombiana... La leggenda dell'Arcobaleno.
Sette farfalle di colore diverso danzavano sempre insieme. Volteggiavano, si inseguivano festose nell'aria senza alcun timore. Un giorno però una si ferì, le altre allora avrebbero potuto seguire la propria via, una farfalla non può permettersi soste troppo lunghe, la sua vita è così breve...
Non riuscirono comunque ad allontanarsi, perché erano troppo legate. Qualcuno commosso, aggiunse uno, due, forse tre giorni alla loro breve vita, il tempo ché la farfalla ferita guarisse, e poi le unì per sempre, vitali e colorate, trasformandole in un vivace e luminoso arcobaleno.
Quando un temporale pare non abbia mai fine, eccolo che appare. Tutto è finito, e torna il sereno.

venerdì 11 gennaio 2019

LA RISATA SI PRENDE CURA DI NOI


Certamente, come no? E' pura verità.
E mentre la giornata volge al termine fa bene ricordare e contare quei momenti fatti anche solo di sorrisi, o accenni di risate e persino risate piene. Perché ridere fa bene, si sviluppano endorfine che nutrono il cervello che così si rigenera. E se Mente e Cuore sono insieme il benessere è totale.
Ed allora io comincio, conto e ricordo...
di aver percepito appena la voce di un Amico che non vedevo da tempo, di aver sorriso abbracciandolo e riso infine pensando ai trascorsi in comune.
E' incredibile come pur in un luogo che l'immaginario solito identifica con "la valle di lacrime", si possa ridere nella maniera più autentica e vera. Sarà ché si finisce per diventare "spudorati", senza vergogna di mettersi a nudo nel bene e nel male.
E penso al sorriso spontaneo, immediato quando ho saputo che uno dei miei fiocchi è arrivato lontano, addirittura fuori regione, di mano in tasca fino a Nord. Eh già, la Speranza non torna mai indietro, va condivisa ché diventi una sola voce ed un unico intento. Chi in questo crede, per questo stesso si impegna e non fallisce mai.
Infine anche il pomeriggio odierno è stato, diciamo... ameno?
Ameno, si... e forse pure qualcosa in più. Dietro l'invito all'acquisto di biglietti per uno spettacolo di beneficienza, tra il serio e il faceto, con un velo di simpatica ironia, si è sviluppato un divertente scambio di battute, insomma l'ambiente si è scaldato, cosa buona considerato il freddo che fa.
Qualcuno avrà riso, altri solo sorriso e va comunque bene.
Ridere è terapia e prevenzione. E' uno dei punti di forza per farcela in qualsiasi momento di difficoltà.
Tre sono i punti di forza e unica la conseguente certezza.
Ridere, avere fantasia e continuare a sognare.
La risata è senza tempo, la fantasia non ha età, e i sogni sono per sempre. Stando così le cose, che dite... ce lo meritiamo un pezzetto di eternità?

POMERIGGIO FANTASY


Qualche giorno di ritardo e poiché il tempo non accompagna, ricorriamo alla Befana che generosa, passa ancora ma...
No, non è un indovinello né uno "strapuntino" natalizio, è che pure questa settimana è andata così, niente uscita fuori porta. Gli ultimi giorni sono stati faticosi, un po' difficili, ed anche se l'intenzione c'era per distrarci e cambiare aria, a causa della pioggia siamo rimasti a casa col solito da fare, ma senza fretta, tanto sempre a sera si dovrà arrivare. Va tutto bene comunque, se percepito nella giusta ottica e in previsione che vada meglio. E intanto per addolcire l'amarognolo di una delusione low cost, abbiamo deciso di concederci un paio d'ore al cinema.
Natale è passato da poco, e ancora in clima di festa abbiamo optato per ... "La Befana vien di notte", un fantasy all'italiana dalle grandi aspettative, divertente si e no, a tratti un po' tanto fantasy da disorientare. La trama sembrerebbe lineare, ma poi ci si perde nell'incredibile esagerato.
Di giorno Paola è un'insegnante molto amata dai suoi alunni. Di notte però si trasforma nella Befana, con tutti gli acciacchi della terza (anzi, cinquecentesima) età e le incombenze di chi è preposto ad accontentare i desideri dei bambini, per di più in competizione con "quel maschilista di Babbo Natale". La Befana ha anche un nemico in terra, Mr. Johnny, un fabbricante di giocattoli che vuole sostituirsi a lei nel ruolo di dispensatore di regali il 6 gennaio. Ma quando Mr. Johnny fa rapire Paola, un gruppetto di alunni che ha scoperto la sua identità segreta accorre coraggiosamente in suo soccorso. I sei ragazzini per salvare la maestra ne passeranno di tutti i colori, il lieto fine, pur lasciando nel dubbio, non manca.
Per concludere... il compagno della mia vita ha sbadigliato quasi per l'intero film, io... no, ma perché appartengo ad una specie a parte. Mi adatto alle situazioni facilmente, e soprattutto anche delusa me ne faccio subito una ragione. Faccio di tutto ciò che non va pura e semplice fantasia.

mercoledì 9 gennaio 2019

BLACK OUT


Si avvicina il consueto follow up, il primo dopo un anno, e aumenta la tensione. Sono di fondo serena, ma questo genere di appuntamenti mettono su un'inquietudine sottile, l'ansia ché quel che è da fare passi in fretta...
"Ma dai... non può essere. Non ti vedo. TU non puoi aver paura". E ometto i...
TU sei una roccia... TU sei una tosta... TU sei sempre così serena...
... e così senza continuare, ché se continuassi non basterebbe tempo e spazio.
Già. Una bella responsabilità. Dover mai mostrare cedimento alcuno, per amore, per non perdere la faccia, per "missione".
Meglio non dire altro, se non che quasi sempre la paura deve avere un bel coraggio per mascherarsi e apparire tranquillità... pacatezza... serena normalità. Alla fine perciò il coraggio entra sempre in campo, altrimenti come si fa?
Qualcuno affermò...
"Non c'è coraggio se non sei spaventato", e alla luce di queste parole comprendo il perché del coraggio mio e di tanti come me. E a proposito di luce, stasera come non bastasse, ho avuto una sorta di black out.
E' venuta fuori la notizia del ritiro di un tipo di protesi mammarie Allergan perché sospette di essere causa di un raro linfoma. Io sono portatrice di una protesi Allergan, ma non so se questa rientra nel tipo in questione, che sarebbe quello "ruvido".
Che cosa fa il potere della suggestione?
Fa vedere lucciole per lanterne.
Ho letto delle protesi Allergan in una giornata per me non positiva, quando giusto la protesi mi dava disagio per non dire dolore.
Quindi ho preso a scartabellare le "antiche carte", e non avendo trovato elementi rassicuranti ho dato a "L" di left (sx) il senso di Liscio, e a "R" di right (dx) quello di Ruvido. Mi sono resa conto dell'abbaglio solo dopo che Altri me l'hanno fatto notare.
Le mie competenze in lingua inglese non sono di alto livello, ma nel contesto si tratta di cognizioni elementari. Diciamo, mi sono un po' vergognata non tanto per aver dato prova di ignoranza, quanto per aver perso un tantino di lucidità.
Ho sbagliato, mi sono caricata di ulteriore tensione, ma ho avuto da imparare ancora.
Keep a calm, mi sono detta... basta così!

CERTEZZA FERMA NEL TEMPO


Di certo al momento si è chiuso un periodo... un capitolo... una parentesi, e come succede sempre nell'immediato, si archivia e si intende passare ad altro o riprendere dal punto in sospeso. Vivere tutto quasi sempre in automatico, non accorgersi del positivo a tal punto da lamentarsi per mera abitudine, confondendolo poi col suo contrario, e chiedere con ansia ciò che sarà.
Succede probabilmente quando è poco o troppo significativo ciò che si è vissuto o imparato, e forte e spasmodica diventa la curiosità ansiosa di vedere come andrà a finire.
Così se per qualsiasi motivo salta un appuntamento... come è capitato oggi per il gruppo GAMA... non ci si crede come sia stato possibile. Il GAMA è accanto a Chi combatte la propria guerra, ma non è una "macchina da guerra" e a volte potrà incepparsi o avere altre incombenze, ma comunque comprende.
C'è desiderio di rivedersi, bisogno di essere capiti da Chi può capire, ansia di supporto e solidarietà.
È giusto aver provato delusione per un mancato avviso, quando non si aspetta altro che un appuntamento per ricaricarsi. Forse sapere per tempo di un'altra settimana di attesa... beh, mi assumo la responsabilità.
Ormai però la cosa è alle spalle, e davvero tra sette giorni il gruppo si ritroverà come sempre.
E i "fiocchi" dopo l'intervallo "dorato" a Natale? Tornano anche loro colorati, e comunque preziosi.

martedì 8 gennaio 2019

TRASCORSO E' NATALE E...


Che cosa conserverò? Di fatto tutti gli addobbi, fiocchi rossi e alberelli innevati sparsi per casa, reale davvero là dove l'abbiamo posto, il presepe. Non molto grande, delicato e non caotico non sembrerà strano pure ad agosto, quando ad illuminarlo basterà la stella cadente nella notte di San Lorenzo.
Da domani, spente le luci, sarà una presenza discreta e costante perché c'è bisogno di un "promemoria" efficace, di significati profondi e tanta serenità. L'abbiamo questa tanto auspicata per l'ultimo scorcio dell'anno, non è del tutto mancata, ma di certo ne serviva di più.
In compenso siamo cresciuti.
Cosa strana, le opportunità si nascondono tra le difficoltà e nell'inquietudine, forse perché ci si rende davvero conto che nulla è scontato in assoluto.
Non sono scontate le relazioni, neppure i legami di sangue perché le situazioni celano trappole in cui facile è cadere. Non è giusto a priori il modo di comunicare, si parla poco o niente o addirittura troppo e l'abuso di parole a spiovere priva le stesse di senso.
Manca l'umiltà di fare un passo indietro quando ci si dovrebbe voler bene. Ognuno tende a restare arroccato nel proprio "piccolo feudo", bastante la propria corte e uno spicchio di cielo, e si priva dell'immensità dell'Altro.
Sarò anche una sognatrice, ma ora io vivo di tutto questo, e ne percepisco enfatizzata la carenza.
Gli anni passano e molto cambia. Di queste feste allora che cos'altro conserverò?
Una riflessione sull'ironia che si fa nel giorno dell'Epifania, quando la Befana impazza ovunque.
Ringrazierò Chi ha scordato di fare gli auguri alla propria e a quelle amiche, perché ha finalmente capito che è ora di abbandonare un'usanza obsoleta che non fa manco ridere più. Si è troppo avanti, e una Donna è bella ed amabile pure con qualche chilo in più e magari anche con una mammella in meno, perché fa di se stessa un dono ogni giorno per Chi ama, e dell'intelligenza un mezzo per spiccare il volo.

lunedì 7 gennaio 2019

E ARCHIVIANDO...




E archiviando archiviando, la secolare vecchietta con la scopa avrà già cominciato a dispensare doni e carbone, e quando avrà terminato, da brava donna di casa con grande bagaglio di esperienza, penserà a spazzare gli ultimi residui delle feste.
Per amor di leggerezza avrà preparato un buon "brodo" ché porti via tutte le uggie, i conflitti e i rancori. Tirerà poi a lucido i cuori coi frammenti di stella cometa raccolti nel cielo durante l'attesa.
Quale grande responsabilità, mettere insieme tutte le "cose" di due settimane, fare ordine, riporre e ogni anno lasciare almeno un ricordo che metta allegria e infonda serenità per quei momenti seri o solo impegnativi della normale quotidianità. Che sia dal dì dell'Epifania in poi vivere ogni giorno come in una nuova casa dopo un trasloco. Un po' di stanchezza ma pure molto entusiasmo per tanti progetti, eliminando l'inutile e acquistando il nuovo ogni affanno andrà via e si potrà ricominciare o... continuare, visto che una fine vera e propria non esiste.
"Natale" non può terminare con l'Epifania. Fare spazio dentro di sé, eliminare le "zavorre" che appesantiscono il Cuore e lo fanno invecchiare pure senza età, acquistare la disponibilità a sorridere intorno perché fa bene davvero. 
Dal dì dell'Epifania in poi è la vera rinascita, con la certezza che ci sarà sempre un domani e la parola... "continua"...

domenica 6 gennaio 2019

UN GIORNO DA BRIVIDI


Una miniatura dalla cornice dorata, ogni mia giornata è così. E la guardo dall'esterno, l'ammiro e mi sento ricca al solo pensiero.
Oggi, un giorno da brividi che mi ha avvolto di calore, "nonostante" la neve e gli effetti scontati di questa stagione. Sono stati brividi di emozione, inevitabili quando qualcosa sorprende perché non te l'aspetti e tanto altro coinvolge.
Mi è stato chiesto, ed io l'ho cercato e trovato quel messaggio vocale, e prima di inviarlo l'ho ascoltato. Una voce del passato recente che pare lontana ma solo nel tempo. Viva emozione per tanti ricordi ed un'espressione ricorrente e sincera... ti stimo perché sei una signora gentile.
E a questo punto sono del tutto archiviate le ultime "pagine stropicciate" dell'ennesimo volume sulle feste natalizie. Dio sempre sa ciò che è da fare e ovviamente non sbaglia mai.
Con tali pensieri sono andata poi in reparto.
Un complimento alla mia "verve" "nonostante" i pregressi, perché è prova provata ed inconfutabile che mi si vede bene poiché tutto può andar bene se lo vuoi, ci credi e ti aiuti così Dio ti aiuta. Un percorso sereno è già un successo e poi andrà come andrà non interessa, non è dato sapere e di certo è meglio così.
Una storia che pare una favola bella. Due giovani innamorati, teneri e sorridenti "nonostante" tutto, e un cucciolo d'uomo tenacemente voluto da veder crescere.
Ci si racconta, ci si confronta... storie che s'intrecciano e rivelano la mano saggia e benevola di Chi tutto può e altro non vuole che il Bene, "nonostante" le apparenze.
Ogni volta mi è ancora più chiaro il senso, e se mi chiedo smarrita e timorosa... perché Dio ha posto la mano ché deviasse il percorso? La risposta arriva sempre, anche attraverso un'altra domanda. Ed io non posso replicare né tornare indietro, ma solo essere grata. Ogni volta sempre più.

sabato 5 gennaio 2019

CONFLITTI E TURBAMENTI


Non si fa in tempo ad elaborare una cosa che ce n'è subito un'altra. Se soffrissi di vittimismo, direi proprio di essere sotto tiro, osservata con una lente per trovare ogni piccolo difetto o grave manchevolezza.
Non mi sento vittima, anzi... sento di lasciar correre, andare perché sono un "gradino" in su, non per intelligenza o altro, ma perché l'esperienza estrema mi ha aperto gli occhi sul "panorama".
Quando finì il noto percorso provai una strana sensazione, come fossi in una bolla trasparente e assai fragile, però protetta e al sicuro. Attraverso le pareti vedevo il mondo fuori continuare e pure cambiare tra conflitti e turbamenti, ma la cosa non mi toccava più di tanto, perché quel mondo non mi apparteneva. Ero al di fuori per principio e nel contesto con una marcia in più. Dalla bolla guardavo gli Altri come attraverso una lente d'ingrandimento, e pur senza giudicare, sentivo di dover astrarmi per non cadere nello scontato e banale tra conflitti e turbamenti.
Sono passati gli anni, il mio atteggiamento è più o meno uguale, ma le pareti di quel "rifugio per pensieri" non permettono più. Saranno opacizzate loro o le "figurine" che abitano il mondo?

giovedì 3 gennaio 2019

NORMALITA'


La mini stella di Natale che il fioraio mi aveva assicurato come più resistente e duratura di quella solita, diciamo... normale, ha perso tutte le foglie verdi intorno, i fiori restano ma gran parte della sua peculiare grazia non esiste più. Non è cosa grave ma avrei fatto meglio a considerare la "promozione" del venditore con beneficio del dubbio, non mi sentirei delusa con la tentazione di relegare la "piccola" senza colpa fuori dalla vista per non pensarci.
Sorte di ogni aspettativa disillusa.
Oggi è stato un mercoledì, avremmo dovuto a pieno titolo rientrare nella normalità coi "Nostri Mercoledì", e invece freddo e indisposizione lo hanno impedito. Altra delusione? Di certo non la peggiore di questi ultimi tempi, da prendere al massimo con stizza pari a quella per una "deviazione di percorso", cose che succedono nell'assoluta normalità.
Come qualcos'altro che credo appartenga a molti. Per me almeno è stato così, soprattutto durante queste festività...
... alcune aspettative disilluse, o meglio una "conferma" di ciò che a livello di sensazione provavo latente.
Sto ancora elaborando perché in realtà è su di me che devo lavorare e pure a lungo e in profondità.
Spesso pensiamo di aver cercato, trovato e compreso tanti punti in comune con gli Altri, in alcuni casi diamo la cosa addirittura per scontata trattandosi di legami forti, e grande è la delusione quando si percepisce... perché comunque la certezza non esiste in assoluto... che così non è. Allora che si fa? Io mi comporto come l'animale ferito che non può attribuire la responsabilità del suo dolore ad alcuno per i limiti imposti dalla natura. Mi isolo per un po' a riflettere. Analizzo i pensieri negativi che fluttuano come nubi all'orizzonte, elimino le parole superflue e soprattutto lascio crollare l'immagine del fatto, mia unica mentale costruzione. So che passerà perché non c'è presunzione di giudizio, e quando sarà passata, mi presenterò "nuova di zecca" o quasi, comunque consapevole dopo aver imparato ancora. Per fortuna ho le mie strategie, perché non propensa a "sotterrare" ciò che provo.
Sono così per natura, e questo mi aiuta ad elaborare certi lutti, che altrimenti mi porterebbero al rimuginio. E il rimuginio... si sa... fa molto male alla salute.

mercoledì 2 gennaio 2019

PER OGNI COSA C'E' IL SUO TEMPO


Se pure situazioni simili si susseguono per un certo tempo, non vuol dire che per sempre sarà così. Basterà niente o poco più, persino il naturale alternarsi delle stagioni o un inevitabile passaggio di testimone, che tutto si rimetterà in discussione, persone e cose. Ogni cosa a suo tempo, perché il destino è incerto e a volte, semplicemente, i venti sono contrari e l'impegno per non perdere il controllo non basta. Si dice che le cose migliori non si programmano, gli incontri improvvisi sorprendono, gli inviti all'ultimo minuto sono i più appaganti, resta che se qualcosa deve succedere, accadrà ma sarà necessario comunque non riporre molte aspettative, nè prima nè dopo. Poi si rileverà che è stato più semplice di quel che si pensasse, e si potrà godere della vita da un'altra prospettiva. Siamo il prodotto delle Nostre circostanze e dei nostri desideri. Tuttavia, a volte questi risultano incompatibili o, almeno, è difficile digerire le conseguenze che apportano, soprattutto quando entrano in campo sentimenti e legami. Questo genera preoccupazioni che amareggiano l'esistenza. Cosa ovvia è raccomandare la calma, molto meno scontato mantenerla in certi momenti, per cui spesso meglio è evitare le maldestre occasioni.
Certe cose scappano dal nostro controllo e spesso lasciare che la vita scorra ed accettare le circostanze è l'opzione migliore. Siamo le pietre su cui inciampiamo e i graffi che non guariscono. Non siamo solo sorrisi, felicità o verità, siamo anche bugie (quelle che ci dicono e quelle che diciamo), siamo le critiche e le lacrime che non versiamo.
Contenere tutto quello che ci compone è davvero complicato, per cui servirà lasciare aperta una "valvola" perché l'eccessiva pressione non ci faccia esplodere all'improvviso e nel momento peggiore. Ogni tanto è necessario fuggire da noi stessi e dalle nostre aspettative, pulire la nostra mente per cambiare prospettiva, contare fino a dieci e riempire di ossigeno i nostri polmoni. Questo ci aiuterà a non pentirci di quello che ci siamo fatti scappare per la smania di mettere "punto e virgola" di continuo. La verità è che il segreto consiste nel trarre il meglio dai propri e dagli altrui errori e adeguarsi ai cambiamenti, inevitabili e forse pure necessari, visto che ogni fatto, cosa o evento ha il suo tempo. Sorpresi e contrariati, è naturale ma dobbiamo imparare a guardare con la lente di ingrandimento i pensieri che ci feriscono, eliminare le parole superflue e contemplare il tutto con pazienza. Cercare di pianificare situazioni e legami anche stretti, equivale a fare i conti senza l'oste, a volte basta sfocare la fotocamera o cambiarne l'obiettivo per un benefico effetto "flou", quindi lasciarsi trasportare. Da qui... armonia del Cuore ed equilibrio del pensiero.