giovedì 31 ottobre 2019

IL COESISTERE DEGLI OPPOSTI PER LA CURA (prima parte)



Interessante Convegno di Psiconcologia dal titolo, "La Bellezza e la Passione nella cura", in due sessioni, la prima riguardante  prevenzione e cura del corpo, la seconda incentrata sulla psiche, complementari secondo la visione olistica. Un percorso nell'insieme "poetico", partendo dai "5 colori della salute" per una corretta e salutare alimentazione e quelli propri dell'oncologia (criticità, parziali traguardi, successi), e poi a seguire come vedremo.
Cinque porzioni al giorno di verdura e frutta per prevenire le malattie e mantenersi in forma, seguendo una tabella cromatica. Il Rosso del licopene, il Giallo e l'Arancio dei carotenoidi, il Viola degli antociani, il Verde delle fibre, il Bianco dei sali minerali, quali magnesio e potassio, ma pure dell'allicina, potente antiossidante e antitumorale.
Nel percorso oncologico dovrebbe essere presente, sin dal momento della diagnosi, la figura del nutrizionista perché un paziente mal nutrito non può affrontare con certezza le terapie, e sempre più frequentemente andrebbe incontro al rinvio di appuntamento, ritardando il termine delle cure.
E a proposito di queste, in particolare della chemioterapia, considerando i colori più noti di alcuni farmaci, spesso di questi i pazienti non conoscono il nome o lo dimenticano, e chiedono al proprio medico... quale mi toccherà fare, la rossa... la gialla... la bianca? Attribuendo erroneamente potere devastante al colore, quando invece la tossicità non dipende certo da quello.
I colori dell'oncologia possono estendersi anche ad altro, facendo un parallelo con quelli del ciclismo. "Maglia nera" per lo screening al sud, ancora fermo al 22 %.  "Maglia gialla" per le Breast Unit purtroppo non in tutte le città principali, grazie alle quali però la mortalità per il tumore al seno si riduce del 18%,  e infine "Maglia rosa" per la nostra Capitanata, che per le Breast di OO.RR. e Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo vede una sopravvivenza a 5 anni non inferiore a quella delle altre province pugliesi, e una mortalità addirittura diminuita del 12%  rispetto alle stesse.
(continua)

L'ALTERNATIVA



Di norma non facciamo domande né diamo risposte che riguardano la malattia, al massimo qualche consiglio pratico, esito dell'esperienza vissuta sulla propria pelle, per il resto meglio parlare di altro, raccontarsi ad esempio, semplicemente per conoscersi.
Ed è meglio così per discrezione e non solo, perché a volte capita addirittura di trovarsi di fronte a Chi "non sa". Lo intuisci o qualcuno lo fa intendere.
Ho un problema...
Ascolti, comprendi e vai oltre.
Ma quanto è bene non sapere? Senza ergersi a giudici, poiché ogni caso è a sé, credo che restare nella "penombra" della situazione penalizzi non poco, limiti le risorse, renda propensi al vittimismo.
Aspetto che passi... e se non passa?
Certe cose, eventi o malanni non passano da soli, non sono sufficienti le medicine ma devi metterci "del tuo", e se non sei pienamente informato e consapevole, come farai a impiegare il giusto di coraggio, determinazione e forza?
Credo comunque sia molto difficile non capire anche da soli cosa stia accadendo, già quando viene consigliato quel genere di specialista, e poi si entra in quel reparto, oggi l'ignoranza è un optional per non accettare la realtà, o accettarla per gradi riservandosi una "scappatoia" per non disperarsi. Ma alla fine diventa "speranza a metà", tutto a proprio discapito.
A questo punto voglio dedicare un pensiero a Chi al contrario lotta ogni giorno per difendere un sogno, e la Vita lo è, sia pure ad occhi aperti.
A volte non abbiamo possibilità di scelta, ma ugualmente resistiamo, siamo come foglie d'autunno, tremiamo ma non ci arrendiamo, e quando il vento si fa forte lo assecondiamo. Abbiamo paura, certo ma neanche per un attimo smettiamo di rimanere attaccati a quello in cui crediamo.

mercoledì 30 ottobre 2019

CON SINCERA (AUTO)STIMA



Secondo incontro sull'autostima con la condivisione del "compito a casa".
Rapido sunto del tema ampiamente sviluppato l'ultima volta, i rischi quando si scade nella bassa autostima e i limiti dell'autostima eccessiva, molto più frequente di quanto si possa pensare.
Col compito a casa si invitava a pensare ai successi avuti nella vita e alle qualità che ne avevano permesso il conseguimento, e di rimando anche ai fallimenti e a ciò che aveva impedito il raggiungimento degli obiettivi.
In definitiva si trattava di analisi attenta dei propri pregi e difetti, riflettere ed annotare. Scrivere è leggersi dentro, e rileggere quello che si è scritto porta a "stimare" nel modo più sincero quel che si è veramente.
Compito scritto quindi, che alcuni hanno riferito di fronte a tutti in modo pacato, corretto e a tratti pure con qualche nota di commozione, visto che l'essere umano è per la relazione, ed è spesso nel confrontarsi con gli Altri che si stima poco, molto o il giusto. Senza contare il vissuto di sofferenza personale e di riflesso.
Dalle varie relazioni sono emersi i successi e i fallimenti. La relazione di coppia, il rapporto coi figli, la famiglia in generale... traguardi non sempre visti come pieno successo.  Gli studi, il lavoro, magari l'aspirare ad un avanzamento di carriera mai raggiunto per "timidezza" o mancanza di coraggio tale da non osare, o voler rischiare o quant'altro. Infine le relazioni con il mondo esterno, che arrivano molte volte per compensare certi vuoti, vuoi perché ci si impegna di più nel tenerle vive perché non scontate, ma pure perché gli estranei alla fine non possono conoscere tutte le sfaccettature di un carattere e dei suoi "alti e bassi".
I presenti, in silenzioso e doveroso ascolto, alla fine hanno interagito con plauso al coraggio di Chi si è messo a nudo, mostrando una sincera (auto)stima.
Ma ci saranno strumenti per potenziarla a tal punto da essere sempre pronti ad affrontare le difficoltà della vita?
Premesso che  pronti non lo saremmo mai abbastanza, forse potrebbero aiutare la "memoria" di ciò che si è passato. l'"allenamento", un "credo" , e infine un aiuto esterno, la psicoterapia, ma in questo caso solo confidando pienamente nella valenza del rimedio.

martedì 29 ottobre 2019

COME MOTIVARSI



E' comprensibile, lo ammetto, a volte sentirsi prendere dalla stanchezza e dalla sfiducia, pensate... capita anche a me, eppure nessuno lo direbbe mai. Perché non c'è volta che io mi tiri indietro, così che qualche giorno fa riferendo che sarei mancata in reparto per una festa di famiglia, qualcuno ha esclamato... tu, che fai assenza? Incredibile.
Tono incredulo, a tratti ironico, a tal punto che mi è venuto da pensare... non sarò troppo presente, o meglio, la mia presenza assidua sarà interpretata per ciò che veramente intende?
Mi fermo ma solo a pensare, dopo poco e su due piedi ben piantati in terra, passo dopo passo riprendo per continuare.
Perché si dimentica facilmente il perché si cominciò ed ogni buon proposito. Così si parte in quarta "Tutti Insieme", e poi ci si perde per strada. Quasi non interessasse più. E a procedere restano in pochi, sempre i soliti che cercano di mantenere alto il livello e risollevare le sorti.
Anche se tempo è passato non può esserci disinteresse per quello che ha segnato la vita intera, compresa quella trascorsa che all'improvviso per confronto appare sprecata. Può passare in secondo piano, questo si ed è giusto, ma per senso di gratitudine dovrebbe essere elaborato in risorsa da donare, come fosse "investimento universale".
A volte ci comportiamo da Esseri Viventi Incoscienti, Ignoranti... volutamente Inconsapevoli. E ci sprechiamo, quasi fossimo certi di un'altra, ennesima possibilità. Potrebbe esserci o meno... chissà, ma perché non sfruttarle tutte le opportunità? Non si finisce mai di imparare, e poi è Ricchezza che non basta mai.
C'è una religione indiana secondo la quale ognuno di Noi è una casa con quattro stanze. La fisica, la mentale, l'emotiva e la spirituale. Normalmente passiamo molto tempo solo in una di queste stanze, però se non le visitiamo tutte ogni giorno, anche solo per farle prendere aria, qualche cosa ci mancherà.
E' un invito a riflettere... e magari tentare un cambiamento.
Dire... ci sono non è come esserci, che ha la stessa forza di un abbraccio.
Dire... ci sarò, e poi mancare non è come lasciare un posto vuoto che nessuno nota.
Pensateci... pensiamoci.
E a domani... per ritrovarci "insieme".

lunedì 28 ottobre 2019

BRILLARE DI FELICITA'... che sarà mai?



Domenica prossima non mancate all'incontro dopo la messa della sera. Ci sarà l'autrice del libro, "Brillare di felicità", che illustrerà con musica e video la via della felicità.
Solo queste parole, un invito da parte di un celebrante al termine del rito liturgico. Ho pensato subito che il tema riguardasse in qualche modo il buon Dio, non è forse somma felicità? E probabilmente qualche riferimento c'è, però... sono andata su Google e ho trovato testualmente...
"Brillare di felicità - Manuale di distruzione dell'ovvietà amorosa", un sottotitolo alquanto dinamico che fa intuire lo sconvolgimento di una collaudata routine, magari di coppia... chissà. La cosa incuriosisce, e intanto al solito mi sento portata a riflessioni diverse.
Per me brillare di felicità è aver raggiunto equilibrio e consapevolezza. Capacità  di cercare il meglio di ogni giorno pur nella difficoltà, di riuscire a trasmetterlo senza parole, con lo sguardo e il sorriso, ma anche con gli occhi bassi e il pianto sommesso. E' mostrare di avere buoni motivi sempre, perché sempre vale la pena.
E poi non sentirsi mai soli, neppure durante notti insonni, provare la rassicurante sensazione di ricevere aiuto se è necessario, credere che un sogno possa diventare realtà.
Ma soprattutto desiderio di comportarsi come il "lievito madre", che agisce all'interno dell'impasto di farina ed acqua, e poi scompare. Ritornerà da un pezzetto di quella che sarà la massa, per rigenerarsi ancora e dar vita a qualcosa di buono.
A provarci almeno.
Basterebbe questo per esprimere il mio stato d'animo del momento, finalmente compresa in tutte le mie intenzioni, considerate a volte prive di concretezza.
Tante volte ho sognato ad occhi aperti, pensando di rendere visibili e condivisibili le risorse ricavate da un'esperienza dolorosa, poi mi fermavo, un po' per le difficoltà di ordine pratico, il tempo tiranno e pure per i rari "deficit" della mia autostima. E ora, all'improvviso l'aiuto, lo stimolo giusto... le motivazioni... gli "ingredienti" per realizzare qualcosa di buono.
A provarci almeno.
A questo punto, sento che posso e devo farlo... e sarò quel lievito, che nell'umiltà del suo aspetto, riuscirà a far crescere e moltiplicare le emozioni, diventeranno "storie nella storia", come per tanto tempo ho pensato.
Nove anni, ne manca solo uno a dieci, e saranno tanti davvero, più che abbastanza per credere che tutto si può se si vuole. Ogni giorno ho scritto una pagina col Cuore, ora è tempo che qualcuno la legga.

domenica 27 ottobre 2019

PER NOI SPERANZA CHE NON MUORE



Ottobre volge al termine. E' stato davvero un mese intenso, tra manifestazioni, convegni e quant'altro per dimostrare che insieme ma ancor prima da soli, puntando sulle proprie risorse interiori, ce la si può fare.
E' stato il mese della prevenzione in generale, "rosa" per il tumore al seno, con visite e consulenze gratuite per incoraggiare, avviare alla salute. Occasioni da cogliere al volo per una "nuova cultura" che fonda i suoi principi sul concetto sempre valido del nulla scontato, che il benessere è una conquista che vale bene la cura costante di mente, corpo e spirito, secondo la visione olistica.
Si danno numeri, nel senso pieno del termine. Percentuali di sopravvivenza a cinque, dieci anni, e per essere più precisi, in alcuni casi più difficili addirittura a 57 mesi o 60, che è come dire la stessa cosa più o meno, però fa più effetto... ma alla fine che cosa cambia? Meglio non sapere, e invece credere e sperare, e perché no... esistono anche i miracoli. Il "meraviglioso" nascosto in un angolo.
Illusione o Speranza? Pure se la linea è sottile, secondo me comunque è da percorrere.
Io respiro, e con me la Speranza.
L'ampio respiro della Speranza come cerchi concentrici nell'acqua, ed io che guardo e non mi arrendo, perché ci credo.
Ci credo che bisogna contagiare a non disperare, e non sarà neanche necessario farlo direttamente. Perché basta lanciare un sassolino, questo cade e crea movimento che si allarga fino a toccare vari punti, fino alla riva. Qui diventerà seme che germoglia.
Così con un "fiocco di tenerezza"...
Lo scelgo... giallo, come la mia camicetta.

Dai, su... leggi...
"Non ti auguro una vita senza lacrime, ma ti auguro siano di felicità".


E il breve pianto misto al sorriso di poco prima, diventa speranza che non muore
Un pensiero, questo davvero mio. Non una citazione, solo ed esclusivamente... mio.
Per iniziare al meglio il giorno, unico e speciale.
L' Oggi per oggi, da considerare.

venerdì 25 ottobre 2019

UN ABITO NERO A POIS BIANCHI



La guardavo stamattina mentre leggeva incuriosita il fiocco di tenerezza. Chissà perché mi ricordava qualcosa, non qualcuno... proprio qualcosa. Ma sicuro... era il Suo vestito, nero a pois bianchi come la mia blusa estiva, un abito a sacchetto, morbido e coprente come all'età conviene...
Bello il Tuo vestito... ho esclamato, anche per continuare l'approccio post fiocchetto.
Carino, ti piace...? Comodo soprattutto per coprire la "panza".
In perfetta sintonia col mio pensiero... e poi è stato semplice continuare. Lei, bella signora dal fascino discreto, solare caregiver di Suo marito, bell'uomo dal fascino che non mette in imbarazzo ma si fa guardare. Una lunga conversazione, una storia di coincidenze, o come direbbe una mia Amica, di "dioincidenze" perché con la Fede si ha una marcia in più, o come ha detto la bella signora, un'arma in più, non tanto per combattere bensì per resistere. Questione di punti di vista, voler ridimensionare fatti e termini cercando una seconda chiave di lettura. Così scampare ad un incidente mortale diventa l'opportunità di scoprirsi più forte affrontando la malattia, e delle metastasi, secondarismi di un accidente ben più grave, non più triste presagio...
Scusa, mi dai una caramella alla liquirizia? Io adoro la liquirizia...
E l'uomo che poco prima aveva detto, no grazie... cambia idea. Potere delle parole giuste al momento giusto che portano "note di colore" dove è quasi tutto bianco con qualche rara pennellata pastello.
In pratica il tempo trascorso per intero con Loro, il Nostro è volontariato di qualità, non punta ai numeri ma alla sostanza delle relazioni, a stringere mani dopo aver accarezzato col sorriso.
Alla fine giornata positiva anche questa. Colorati ciclamini e un abito nero a pois bianchi... tutto in perfetta sintonia.
Si sa, la Vita si veste coi colori più vari. A momenti alterni, tanto grigio e solo qualche sprazzo di luce, poi lunghi periodi di serenità e "rosso" passione. E resteranno infine quegli istanti resi dolci ancora, dal suo andar vestita di qualsiasi colore.

SE MI CONCENTRO SUL RESPIRO...




Vivo, e non è per niente scontato, come non lo è il respiro che è pur legato alla vita.
Si espandono e distendono i polmoni, un movimento meccanico, va da sé e non lo diresti mai, ma è poesia.
Almeno così mi è sembrato ieri l'altro, quando ho chiesto ad un paziente che non vedevo da un po'...
Ciao. Ci rivediamo. Come va?
Non avrei potuto chiedergli... come stai? Se era lì, implicita la risposta. E neppure... come ti senti? Era evidente che in quel momento preciso si sentiva bene, forse solo frastornato per un "ritorno" inaspettato, non voluto. Come va... non era il massimo, comunque non il peggiore degli esordi, mostrava almeno che mi ricordavo di Lui, ed infatti...
Ciao Maria. Sono di nuovo qua. Respiro, e finché respiro...
Già, ho pensato... respiro, e quasi riflesso incondizionato, ne ho fatto uno, bello e profondo. Un passo avanti, un gradino più su perché prendevo di nuovo consapevolezza di quale bene grande fossi privilegiata. Avere la possibilità di respirare ancora.
Strano come per capire l'importanza di certe cose, si debba passare per esperienze tanto dolorose ed estreme. Quando leggi su un foglio ciò che hai, senti la necessità di fare la divisione in sillabe di quella parola ostile, per distruggerla lettera dopo lettera, nell'illusione di eliminarla dalla Tua vita. E intanto ci vorrà ben altro, e comincerai proprio dal respiro. Riprenderlo mentre pare mozzarsi in gola, immetterlo nel profondo, e poi ritmarlo come sempre, per ricominciare.
"Non arrenderti mai, neanche quando stai per toccare il fondo, respira e torna su", e citazione non fu mai tanto vera.

giovedì 24 ottobre 2019

DARSI ASCOLTO PER ASCOLTARE



Quanto costa mantener fede ad un'idea, portare avanti un nuovo progetto di vita, dopo che per questa stessa hai temuto.Sarà per qualcosa che già era in me e non sapevo, oppure per una combinazione astrale quando sono venuta al mondo, dicono che arrivo al segno, in altri termini faccio sempro centro. Bontà loro perché giuro che la mira non la prendo mai, sono semplicemente così... come mi si vede e si sente. Fragilità compresa.
Mi pare perciò, averlo appena affermato... gli Altri sostengono io sia una buona ascoltatrice. Affermarlo e scriverlo pure diventano insieme una grossa responsabilità,
Perché si sa... verba volant sed scripta manent... le parole volano via, ma quelle scritte rimangono. Così restano come incise, impresse a fuoco e se da una parte ciò che mi viene attribuito lusinga, dall'altra mi fa pensare. Ascolto, so ascoltare... ma io alla fine mi do ascolto? Perché il rischio c'è che le voci si confondano, e si finisca col non comprenderne i limiti.
Confesso che l'Ascolto è mia peculiarità da sempre, ascolto da quando ero bambina. Primogenita di un discreto numero di figli, all'epoca in cui non si navigava nell'oro imparai presto che cosa volesse dire l'espressione... dammi ascolto. Invito, raccomandazione, qualcosa per cui si doveva obbedire senza repliche, e capire. Capire il pianto sommesso di mia madre senza sapere, le prepotenze di una sorellina capricciosa perché fragile e delicata, capire perché solo a me venisse detto... vuoi stare ad ascoltare tuo fratello? E poi a seguire nel corso degli anni, fino a tempi recenti, fino alla malattia.
Avevo reso muto il mio animo assordandolo, convincendomi pure che fosse giusto così.
Poi con la rinascita le cose sono cambiate, ho imparato ad ascoltare da un orecchio e lasciare libero l'altro per le cose mie. Piccoli dispiaceri e delusioni, desideri e sogni. I primi da elaborare, gli altri come piccola ricchezza o rifugio dove trovare spazio solo per me.
E nonostante questo "canale riservato" personalissimo, la capacità di ascoltare gli Altri alla fine non ne ha risentito affatto, anzi risulta potenziata. Perché mi comprendo, mi premio quando merito e al contrario mi critico nei difetti, litigo con me stessa e poi mi riconcilio. So perdonarmi con le parole di sicuro più adatte, che pur nella severità del tono alleggeriscono l'animo e lo rendono sereno. Disponibile ad ascoltare, comprendere, aiutare anche senza parlare.

martedì 22 ottobre 2019

GIORNATE COI "FIOCCHI"



Ne sto mettendo insieme parecchie, una dopo l'altra, prova da sforzo e test di nuova consapevolezza.
Resisterò? Staremo a vedere, nel frattempo vivo.
Prima di andare, i miei soliti pensieri. Li vorrei tutti colorati, come quelli che ho appena terminato di infiocchettare, stavolta un numero cospicuo, da nascondere mal celati tra le foglie di piccoli ciclamini.
Dovrebbero essere vivaci ché ben dispongano alla nuova settimana, e invece proprio tali non potranno essere, come non lo sono le giornate, a volte rabberciate e rigenerate con gran fatica. Ci proverò.
Che farci... non sempre dipende dalle buone intenzioni, visto che è caso frequente e generale.
Stamattina aggiornamenti di speranza, cenni di presenza per far sentire meno soli. Qualche telefonata, risposte ad emozioni contrastanti, poi... la mia quotidianità che cambia solo per qualche sfumatura volutamente messa in risalto.
Mi rendo conto di cercare nei colori l'aiuto che fa la differenza. Ogni giorno un colore diverso, sarà quello della tovaglia, del condimento principe del pranzo, di tutto ciò che posso scegliere e preparare.
Da qualche parte ho letto che bisogna impegnarsi a fare di ogni giorno della Nostra vita un piccolo capolavoro. Ed io mi impegno di sicuro almeno a tentare un dipinto. Non un'opera d'arte ma un quadro armonioso pur su una tela stinta. Trama non perfetta, però ben accomodata con la scelta oculata dei colori, sempre vari e accordanti tra loro.
All'improvviso... una macchia, e l'insieme pare rimescolarsi.
A volte l'ansia di arrivare a sera nel migliore dei modi, lascia una scia grigia sul fondo del "mio spazio azzurro". Io ce l'avevo messa tutta coi pensieri positivi, come ho detto, è stato pure giorno intenso di "fiocchi di tenerezza", quindi il pensiero era già lì, pronto per essere condiviso.
Casualità?
Altro solito segno del destino, sprone. Si deve continuare.
La consapevolezza della propria forza interiore ci rende "padroni della nostra vita".
Leggo e rileggo questa frase, e mica sono più tanto convinta...
Di getto, come sempre mi succede quando sono scossa, scrivo altro. Poche righe ma così fortemente sentite che Chi le legge se le sentirà addosso, su misura...
"Perché mi sono fatta una corazza non vuol dire che sono di ferro.
E se a volte preferisco indossare una maschera,
non è che ho la faccia di bronzo.
Ho un Cuore anch'io. Con la sua memoria, questa si... di acciaio, e non dimentica".
La solita mia fragilità che si fa strada e poi si ribella perché vuole cambiar pelle, e non vuole essere più quella.
Anche se le immagini con tanta fatica costruite appaiono capovolte, e le emozioni non sono più le stesse, io voglio continuare a farci fiocchi colorati. E non solo per me.
Dal giorno dei ciclamini in poi, tutto sarà coi fiocchi. Piccoli e colorati, non solo parole ma condivisione affettuosa che accarezzi l'animo di Chi la coglierà.


QUEL CHE ERO... VORREI ESSERE... SONO


Certo che di strada ne ho fatta, tanta davvero, ed oggi rivedendo il mio intervento di ieri sera, guardandomi dall'esterno come faccio sempre quando intendo valutarmi, ho provato infinita "tenerezza". La voce tremante, qualche pausa di troppo, il tentativo di colmare i vuoti con dei riferimenti personali... quest'ultimi sortiscono sempre un certo effetto, stornano l'attenzione e se è il caso commuovono pure... tutto questo appunto per sentirmi piena dentro, tra ricordi, speranze, e il procedere cauto su un' immaginaria asse d'equilibrio.
Sono ipercritica assai quando si tratta di me, dal di fuori mi piaccio raramente, noto decine di difetti, non vado in paranoia perché non servirebbe, e poi ho la mia età e dopo ciò che ho vissuto, ho una "nuova immagine" da difendere di fronte a me stessa.
Non faccio che ripetermi... ricorda...
Eri convinta che non avresti avuto il tempo di fare tante cose, le stesse che prendevi e lasciavi, ti entusiasmavano e stancavano. Pensasti allora che un modo ci doveva pur essere per aumentare il numero dei tuoi giorni, o almeno per viverli intensamente, un modo nuovo e diverso, da farli valere il doppio... il triplo. Non ti bastava mai quel tempo che avevi davanti e guardavi da lontano.
Ricorda... il tuo cammino fatto di corsa, con pause e soste per riprender fiato, colpi in pieno viso e scudisciate alle spalle. Sarà per questo che un poco curva sei... o è il peso degli anni, della lontana "fatigue" o della fatica attuale, quella normale di tutti, con un pensiero al passato e gli occhi fissi ad ogni passo, mentre si sbriciolano le foglie di un altro autunno della tua vita.

UN FIOCCO ROSA E UN NASO ROSSO... INSIEME



Una lunga giornata in varie sfumature di rosa con un tocco di rosso allegria, quando le associazioni si mettono insieme per fare qualcosa di bello per il Bene.
Ottobre, mese della prevenzione del tumore al seno e non solo, tempo di far sentire la propria voce perché qualcosa cambi per migliorare ancora l'approccio ad una malattia non più "incurabile". Che sia cultura, nuove strategie, speranze mai disattese.
Il Cuore Foggia Clowndottori, il GAMA Oncologico e l'ANDOS Foggia insieme per una maratona in rosa al mattino a ParcoCittà e una tavola rotonda pomeridiana all'Auditorium Santa Chiara.
Medici specialisti si sono confrontati sul tema della prevenzione. Conoscere il meccanismo della "prima cellula", come limitare i danni degli agenti esogeni con un corretto stile di vita, che è educazione alimentare ed attività fisica insieme. Come battere sul tempo il progredire del tumore con lo "screening", fare prima perché non sia tardi. E le terapie mirate, biomolecolari, per contenere tossicità ed effetti collaterali, e garantire una qualità di vita a lunga scadenza, come dire... c'è "lui" ma ci sono anch'io, ingabbiato "lui" comunque libera io.
L'importanza poi di una "prevenzione psicologica" che risale a monte, dalla nascita, dalla trasmissione di un sogno materno con l'allattamento, le carezze, il tepore di un contatto madre-figlio.
Tante notizie, molte note, altre nuove...
E che dire dell'attività frenetica e assai produttiva dell' Andos Foggia per la prevenzione e il benessere? Una realtà locale che relativamente piccola rispecchia in pieno e a volte supera quella dell'Andos Nazionale, merito delle "Andossine" sempre in campo, guidate dall'instancabile e battagliera presidente, Betta Valleri.
Per ultimi ma non ultimi, Noi del GAMA. A me l'onere e ancor più l'onore di chiudere in "bellezza" l'incontro pomeridiano. Come coordinatrice delle volontarie per il progetto Make Up, "Più Belle di prima", ho riferito circa l'attività, motivazioni ed esiti, al fine di migliorare un percorso a volte molto doloroso per gli inevitabili cambiamenti fisici.
Per un po' di giorni mi sono data un gran da fare per prepararmi in modo adeguato, perché l'emozione non mi giocasse un brutto scherzo, facendomi dimenticare le parole "giuste". Non avevo fatto i conti col resto però, il brano iniziale "My way" suonato col sassofono da una bravissima giovane musicista, e "Che sia benedetta" di Fiorella Mannoia, come breve colonna sonora di un video ANDOS, che ha preceduto di qualche minuto il mio intervento, insomma... ho parlato ma tanto emozionata, anche per i ricordi. E se pure l'emozione può essere controllata e a tratti zittita, la memoria ti urla sempre dentro e fuori... intorno a Te, perché gli ambienti e gli interpreti sono sempre quelli.
La Vita impose una pausa. Sosta doverosa ma soprattutto sentita, ove la Mente, smarrita la consueta lucidità, lasciò spazio al Cuore. E da allora sentimenti e dolore, emozioni e calore... tanto calore. Amore grande, infinito che non "seleziona" ma accoglie sempre.

FOGLIE D'AUTUNNO




Da quando ho più strada da fare a piedi per arrivare in reparto, sono attenta ai particolari. Era estate e le foglie davano ombra e melodie diverse, ora è autunno e quelle stesse foglie, cadute e accartocciate, suonano altro motivo, crepitio da scintille nel camino. Ma l'aria intorno è ancora più che tiepida, così pare essere fuori dal tempo, quattro stagioni in una, come le età di una vita.
Maryyy... ciao! Che piacere incontrarti...
Un abbraccio stretto, sono felice anch'io.
Ti pensavo sai, proprio in questi giorni.
Sarà telepatia, perché ti pensavo anch'io.
Basta uno scambio di battute per essere contente, è conforto nel caso che... ma pure se tutto va bene, sapere di essere pensati fa sempre gran piacere. Come restare attaccati sullo stesso ramo quando non è più stagione, anche con vento contrario.
"...vi sono qualità al di là della pura competenza medica, delle quali questi pazienti hanno bisogno e che cercano nei loro medici. Dal medico essi vogliono essere rassicurati, considerati e non solo esaminati. Vogliono essere ascoltati. Vogliono percepire che vi è una grande differenza, invero, per il medico, se essi vivono o muoiono. Vogliono sentire di essere nei pensieri del loro medico." (Cusin 1982)
Questa citazione mi fu donata dall'oncologo che mi prese in cura. Avrebbe voluto esporla nel reparto, ma poi ci ripensò... Si fa accenno alla morte. Meglio di no. Non Tutti possono capire il senso.
Evidentemente mi considerava capace, degna di quel "senso"... ed io ne fui lusingata. Essere nei pensieri di qualcuno. Che gran bella cosa...
Oggi un'infermiera non credeva ai Suoi occhi quando un anziano paziente è venuto da fuori città, solo per regalarle una busta di cioccolatini...
Ma ci pensi, apposta per me.
Certo, perché Lei ci pensa, anche quando è indaffarata, ad ognuno di Loro... di Noi. Sapere di essere nei pensieri di qualcuno, è gran conforto. Pensare ed essere pensati sono le estremità di un unico "filo", che lega ed esclude fuori le "solitudini". Perché Tutti, proprio tutti a volte si sentono soli. Qualunque sia la stagione della vita.

venerdì 18 ottobre 2019

E ANCHE QUESTA GIORNATA SCIVOLA VIA



L'appuntamento col parrucchiere è saltato, e tutto sommato forse è stato meglio così, e lì nel cesto la biancheria è sino all'orlo e che sia meglio oppure no, non è affatto scontato.
E dopo la relazione che ho preparato ieri e tutte le cose che ho fatto, sempre ieri...oggi è stato un altro giorno, diverso ma vissuto con la medesima curiosità. Mattinata in reparto, intensa al solito e particolarmente significativa. Primo pomeriggio dal veterinario per mal di denti della cagnolina, il resto della serata...? Da romanzare.
Mi chiedo spesso com'è che riesco a destreggiarmi tra mille cose... anche se stanca, a volte pure confusa... fra una mescolata al sugo sul fornello e un "pensiero" da condividere, e tra un po' anche capitoli da catalogare. Mi fermo, ci penso... profondo respiro.
Realizzo che non è per niente facile.
E nonostante questo ora non ci rinuncerei mai, neanche a pensarci. Tornare al ragù, a piatti da lavare... rimpiangere e sognare, niente affatto. Voglio continuare a immergermi tra cento e più pensieri pur di ricavarne uno buono che doni speranza, riporti il sorriso e dia un valore aggiunto alla mia vita.
Non mi stanco perché non do affatto per scontato che io sia ancora qui, è "privilegio"che va ripagato, dimostrando che... si, dai, ne è valsa la pena e "cattivo affare" non è stato. Per nessuno.

AUTOSTIMA... WORK IN PROGRESS (parte terza)



La Classificazione di Harter parte dal "concetto di sé". Il sentimento personale di competenza negli ambiti che ognuno sente particolarmente importanti.
- Competenza scolastica
- Competenza atletica
- Accettazione sociale
- Aspetto fisico
- Condotta comportamentale
- Amicizia intima
- Romantic Appeal
- Competenza nel lavoro
- Autostima globale
L'Autoefficacia percepita è la valutazione della propria capacità di perseguire un obiettivo specifico.
La valutazione della propria capacità di realizzare un compito è determinante per la sua riuscita.
Un elevato livello di autoefficacia ci porterà ad affrontare compiti nuovi e stimolanti, pure al di sopra delle nostre capacità, e ci proteggerà in caso di insuccesso. Al contrario un basso livello di autoefficacia ci spingerà ad affrontare compiti semplici e ripetitivi con pessime conseguenze in caso di insuccesso.
L'Autostima non essendo sempre uguale nel tempo può alterarsi per varie cause:
- Rapide modificazioni complessive dell'aspetto fisico
- Modelli culturali rigidi
- Deturpazioni o amputazioni visibili
- Perdita di capacità
- Perdita di obiettivi di vita
- Ambiente spersonalizzante
E' il sistema immunitario della Coscienza, che procura resistenza, forza e capacità di rigenerazione. Non ci garantisce che non soffriremo mai di ansia e depressione per le difficoltà, ma ci rende meno vulnerabili e meglio attrezzati per superarle, rialzarci e andare avanti.
Quando diminuisce la fiducia in se stessi, aumenta il cortisolo, ovvero l'ormone dello stress e viceversa. L'autostima previene quindi le malattie, sempre e soprattutto nella terza età.
Ma sappiamo valutarci nel modo migliore? Sappiamo riconoscere i nostri pregi e difetti, e quantificarne l'intensità?
Utile sarà a tal proposito un esercizio costante nel tempo.

mercoledì 16 ottobre 2019

AUTOSTIMA... WORK IN PROGRESS (parte seconda)



L'individuo è un sistema dotato di scopi. Perseguire uno scopo richiede un'attività di valutazione... se ne siamo capaci, quali sono le risorse a disposizione, la coerenza con altri scopi, e gli scopi dell'altro che potrebbero costituire un ostacolo o un mezzo.
Nello stesso tempo per poter valutare bisogna avere degli scopi, sapere ciò che si vuole valutare e rispetto a che cosa lo si valuta.
Tra gli scopi valutativi c'è lo scopo della "buona immagine", ovvero di ricevere valutazioni positive dagli altri.
Ma cosa accade quando si fallisce in questo obiettivo? Ci si può convincere di avere scarsi poteri interni per raggiungere i propri scopi. Si diventa particolarmente sensibili alle critiche, e quindi alle valutazioni esterne. Si scade nell'eccessiva accondiscendenza  e dipendenza dagli altri, pur di ottenere la stima ed aumentare i poteri esterni. Tale atteggiamento remissivo sarà interpretato dagli altri come prova della mancanza di potere e provocherà valutazioni e autovalutazioni negative (circolo vizioso della bassa autostima).
L’Immagine che ciascuno ha di sé è soggetta a modificazioni sia per le esperienze vissute, sia per la qualità delle relazioni che intrecciamo con le persone significative incontrate nell'arco dell'intera nostra esistenza, sia in relazione ai contesti di vita in cui viviamo. Pertanto, si mette in luce l’aspetto plastico dell’autostima, non essendo una caratteristica di personalità immodificabile, bensì una sua valutazione, può essere modificata (Classificazione Bracken).
 (continua)

AUTOSTIMA... WORK IN PROGRESS (parte prima)

Secondo incontro dell'anno, primo a scopo didattico. L'Autostima.
Occorre dare una definizione che sia la più concreta possibile e nello stesso tempo non si identifichi con l'amore di sé. Sostanzialmente è la capacità di valutarsi, ovvero la percezione di sé. Quali le caratteristiche in proprio possesso e quale ruolo possono giocare, inoltre il giudizio altrui, il personale giudizio in relazione agli altri, le capacità.
Cos'è allora l'autostima? Il valore che si attribuisce a sé come persona (persona di valore, con atteggiamento sempre positivo verso se stesso, o a volte con dubbi sulle proprie capacità).
La percezione di sé può essere "reale", riguardante le abilità, le caratteristiche in proprio possesso, ed "ideale" con le qualità che il soggetto desidererebbe avere. L'autostima è lo "scarto" tra il percepito reale ed ideale, quanto più il primo si avvicina al secondo tanto più alta è l'autostima (rapporto tra desideri, aspettative e risultato).
Nel momento in cui entriamo in relazione con qualcuno tendiamo a farcene un'immagine secondo criteri di positività o negatività. Allo stesso modo ci "autovalutiamo", cerchiamo di conoscere il nostro potere (capacità) reale rispetto a scopi prefissi e compiti da assolvere.
Lo scopo principale dell'autostima è quello di avere di se stessi una buona "autoimmagine" , quindi di sviluppare autovalutazioni principalmente positive.
L'autostima deriva dall'equilibrio di diversi aspetti.
- La fiducia in sé
- L'affermazione di sé
- L'immagine di sé
- L'io ideale
- La concezione di sé
 (continua).

lunedì 14 ottobre 2019

POTPOURRI



Un evento particolarissimo, una location che non poteva essere migliore, tra gerbere variopinte e "profumo di donna", potpourri alla rosa canina e vaniglia.
L'evento organizzato dall'Associazione Agata per la Giornata Nazionale dedicata al Tumore al seno metastatico, è stato condotto in modo lieve e delicato "da nota in fiore", sulla melodia di un violino cui faceva eco la lettura di alcuni racconti da "La Campagna - Voltati. Guarda. Ascolta."
Il primo brano ascoltato, il cui titolo appunto... Profumo di donna... è stato un tango che ben esprimeva la passione e a volte la sofferenza di un contatto fisico. Metafora di un rapporto che non si è cercato ma con "arte saggia" può diventare danza di cui persino essere grata.
Le gerbere poi, a seconda del colore simbolo di benessere, gioia e successo... nonostante tutto. Giusto ciò che si evince dalla lettura dei racconti, da "Una giornata da metastatica" a "Poema sinfonico", brani che hanno emozionato anche Chi, colpita dal tumore al seno, metastatica non è.
Perché la "base emotiva" è unica per Tutte, per quel 70% che guarisce e il 30% che continua a vivere con metastasi ad altri organi. La Vita comunque continua, anche con una discreta qualità, grazie alle cure sempre più mirate e ai controlli ravvicinati, ma soprattutto per le risorse interiori personali che ogni donna scopre in sé. Pure una "mancanza" può diventare una risorsa, il vuoto del senso di solitudine ad esempio, scoprendo che "si può soltanto amare".

"Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?"
- Mario Luzi -

Grazie alla violinista Milena De Magistris e alla voce narrante Lucia Curiale. Bravissime.

domenica 13 ottobre 2019

LA VITA CHE ALIMENTA SE STESSA

Ti viene data, in principio non ti rendi conto pure se ci sei.
In seguito, consapevole dai a Tua volta la vita, e c'è una parte di Te. Una piccola "assicurazione" sull'eternità che ti spetta.
Che si riceva o si dia, la Vita resta un dono, il più prezioso e grande.
Poi succede... perché prima o poi succede...
ciò di cui non si comprende il senso fa paura. Pare una minaccia.
Non per Tutti ma per qualcuno, allora come un muro di sospetti, difficoltà di ogni genere e grado... paura.
E non si prova ad andare "oltre", e non si tenta di recuperare fiducia. Non si vede che un'unica soluzione... scappare.
Un triste fatto di cronaca, e una piccola vita con una tenue speranza.
Vite all'apparenza normali, una nascita come tante, apparentemente.
E' vero quanto strano, la Vita pare non avere significanza oggettiva e la "persona umana" a volte è trattata come non fosse degna di rispetto. Eppure quella bimba si aggrappa ad un filo sottile, come una farfalla ad una tenda per sentirsi viva e dimostrarlo.
Perché ricorrere alla violenza e per quanto ancora dobbiamo assistervi?
E' assai sconvolgente se si considera Chi alla Vita dà un valore immenso e si aggrappa alla minima speranza e ascolta il ritmo del proprio respiro per dar prova che è ben attento... che ci crede... che vivrà perché lo vuole.

"QUELLE" SOLITE EMOZIONI




Non è affatto scontato trovarsi più volte, anche ripetutamente, in un qualsiasi medesimo contesto e provare le stesse emozioni. Cambiano le situazioni, i protagonisti, lo stato d'animo del soggetto, che si porta dietro, spesso come zavorra, il Suo carico emotivo. Non è detto, a meno che non sia lì, dove la Vita ha reclutato per battaglie non cercate ma da affrontare nonostante volontà contraria.
Oggi una giornata come "quelle" mie del tempo che fu.
Una sola "sosta" ma di qualità, dove di fronte ad un inizio che vede il suo svolgimento come potrebbe essere, sono stata chiamata a porgere non una soluzione, ché non sarebbe mai oggettivamente unica, ma suggerimenti di speranza, consigli per una "strada agevolata".
Tre Donne a confronto che si sono ritrovate, apparentemente per caso, in momenti diversi dello stesso percorso, con il loro racconto ad aiutarsi, e aiutare anche me, ancora per quelle solite emozioni.
Perché mi ritrovo in situazioni così, che "fanno rumore", e ad un certo punto pure se ormai sono abituata, a casa sento il bisogno di appartarmi in me stessa, un po' come succedeva quando facevo chemio anch'io e nel pomeriggio mi chiudevo in camera, con gli occhi chiusi, una tuta pulita, sdraiata su lenzuola profumate di fresco. Era un modo per riprendermi, vivendo il silenzio che ricarica per un'altra prova, la successiva.
Continuo a dire che questa scelta che non fu del tutto mia, è terapia per l'anima, infusioni di emozioni contrastanti con effetti collaterali che da disagi diventano vere opportunità di crescita. Questa vita mia appare sempre più come una scommessa. Da quando per me arrivò la svolta decisiva, e poi il riscatto, la voglia di vivere e ricominciare.
Con gratitudine sempre, ogni giorno di più.

sabato 12 ottobre 2019

A TE CREDO




Chi può comprendere, se non l'ha provato, lo sconvolgimento e gli alti e bassi di un qualcosa che lascia il segno?
Segni importanti, già visibili all'esterno che turbano e molto spesso spiazzano, costringendo a cercare le parole, giuste e necessarie in certi casi, perché il silenzio altrimenti farebbe da cornice al disagio.
E non è finita... perché le emozioni sono infinite.
A te credo... ha esordito una paziente con gli occhi umidi... e credo pure a lui. Si riferiva al mio giovane collega di stamani, dopo aver sentito che era stato malato.
Piccola, "sottile" in tutto, dal fisico ai lineamenti, persino con le parole, dolci e taglienti come il filo del rasoio.
Chi non ha provato, non sa e non può sapere. Al massimo potrà immaginare.
Hai ragione... ho replicato, e quasi a cercare inconsapevolmente supporto, ho rivolto lo sguardo a lato, verso il collega. I giovani hanno la forza dei "pochi anni", poteva reggere il "carico" di entrambi.
Chi non ha provato, non sa e non può sapere.
È arduo come pregiudizio da smentire. E vale comunque la pena tentare. Si ascolti allora con la pazienza di Chi accoglie e cerca di capire... e poi continuare con capitoli diversi di storie già ascoltate.
Perché troppe sono le certezze in meno, pure se compensate... a pensarci bene... da tanta tenacia in più.
Una forza tra i margini sottili di un foglio bianco.

giovedì 10 ottobre 2019

DA UN LIBRO DI STORIA DELL'ARTE


Oggi uscita veloce, mirata e con intento culturale. A Ruvo di Puglia per la Cattedrale, la cui torre campanaria oggi si stagliava nel cielo azzurro di un' "ottobrata" pugliese.
Sono tornata ai tempi del liceo, quando davanti ad una foto commentavamo i particolari memorizzati. Oggi...come sfogliando un testo di Storia dell'Arte.
La concattedrale di Ruvo di Puglia, dedicata a Santa Maria Assunta, è uno dei più importanti esempi di romanico pugliese. Fu costruita tra il XII e il XIII secolo con varie modifiche successive. L'edificio si pone come la chiesa matrice e più importante di Ruvo ed è il fulcro del centro storico.
Imponente l'esterno e suggestiva all'interno con le tre navate, le trifore e il ciborio sull'altare, particolare per le due cupole sovrastanti e la luce dal finestrone che pare tutt'uno con esso.
Stamani in questo tempio sacro tra arte e spiritualità, pure non sono mancate note di colore, i ciclamini nella sagrestia e la cordialità del parroco.
Prego, fate pure ma fotografate soprattutto i particolari... ha detto don Salvatore.
Già, il più delle volte sono i particolari che contano, come il pollice alto con cui alla fine ha salutato don Salvatore, anziano sacerdote, moderno e social... izzante.

mercoledì 9 ottobre 2019

UNA PARRUCCA PER AMORE




Una bandana, un cappellino... una parrucca, perché no... anche una "pelata" scoperta, purché si continui ad amare se stesse.
Io allora optai per la parrucca, e non aspettai di vedere la prima ciocca di capelli tra le dita, li tagliai subito.
Un momento dopo aver indossato la parrucca, fiera del mio nuovo look, mi piacqui così tanto, che mi venne la voglia di strafare...
Ho deciso! Penso di volerne prendere altre due. Le voglio diverse però, che io possa vedermi tutte le volte come persona nuova.
Detto e fatto... avrei cambiato aspetto a mio piacimento assecondando gli stati d'animo e l'umore. Il tumore anche con la caduta dei capelli voleva strapparmi la femminilità ed io me la restituivo con tre parrucche diverse, tre diverse personalità.
Questo fu il lato "giocoso" della mia malattia, in seguito avrei scoperto che un simile atteggiamento è frequente in chi vuole sfruttare ogni potenzialità offerta da una circostanza così dolorosa quale è il cancro. In effetti quando si vive questa malattia niente va tralasciato, si deve carpire ogni opportunità, godere di tutti gli attimi che danno gioia e fissarli nella mente e nel cuore perché restino indelebili.
Le mie tre parrucche, una alla volta sono poi andate via, cedute quando avevo percepito poco amore di sé. Ad una zingara che mai l'indossò perché preferì venderla, ad una paziente terminale che non voleva andare all'hospice in "quelle condizioni", l'ultima che avevo usato più spesso l'ho portata di recente in reparto... è stato come privarmi di un pezzo di Cuore, ma subito dopo ne sono stata felice. Non aveva più senso tenerla chiusa in una scatola, imprigionata nella retina protettiva, in ogni caso non l'avrei usata più, perché appartenuta ad un'epoca.
Oggi poi... una sorpresa dalla doppia valenza.
Una paziente che avevo conosciuto al Suo primo giorno di terapia, l'ho rivista oggi, dopo un bel po' e con la mia parrucca. Beh, io ho imparato a leggere tra le righe per poter continuare.
Continuare a sperare... a sopravvivere... a vivere.
Continuare a portare avanti ogni impresa e impegno, perché è giusto e per non avere rimpianti come fu in passato. Per questo quando la sfiducia e la stanchezza prendono il sopravvento, Qualcuno mi sussurra tra le tante voci... continua, ricorda perché hai sofferto tanto.
Uno dei molti "messaggi" nemmeno tanto criptici di Chi mi vuole bene per l'eternità.

NON SOLO SELFIE




A parte che è da parte mia scoperta recente come procedere, qualche volta ci tento pure a fare un selfie, ovviamente per gioco, ma la foto distorta e falsa che ne viene fuori, mi convince dell'inutilità della cosa anche per ridere.
Eppure l'abuso del "social apparire" con gli atteggiamenti più strampalati ed artefatti per sembrare ciò che non si è, dilaga. Diventa una tecnica per estraniarsi dal contesto, un modo come un altro per mettere la testa sotto la sabbia e non vedere. Distrarsi per qualche secondo con un sorriso da ginnastica facciale e lo sguardo bamboleggiante, sempre che con un paio di occhiali da sole non si voglia lasciar immaginare altro. Un selfie per non guardarsi dentro, una finestra chiusa sulla realtà circostante e il continuo disaccordo pure con se stessi.
E invece risolto qualche dubbio, sarebbe semplice trovare pace restando " veri".
Provare a dare un senso al domani, importanza allo "specchio" che è in sé, a guardare "altro" e "oltre".
Un senso di pienezza... come il completamento di una parte mancante da sempre.
La stupenda sensazione di "contare"... essere utile, e dire e fare lascia un piccolo segno che non farà dimenticare.
Più volte pensando a questo mi sono chiesta se non fosse "vanagloria" ... il vuoto desiderio di sentirsi indispensabile ed importante.
È chiaro che parte tutto da una sorta di egoismo, ma poi la cosa dovrebbe evolversi, essere solo per l' "altro", dimenticando la parte "vanitosa" di sé. E guardare "oltre".
Ridimensionando assurde pretese.