sabato 31 agosto 2019

ARCOBALENO "PERSONALIZZATO"


I momenti grigi non sono ben accetti da nessuno, per cui ad un certo punto la Mente equilibrata cerca di contrastarli con la positività di pensiero, "pennellate" di colore nel proprio angolo di Cielo.
Un tempo i miei "fiocchi di tenerezza" portavano nastrini solo rossi e blu. Rosso come il sole a mezzogiorno, blu come la notte che mai è del tutto nera. Poi pensai di farli monocromatici, solo nastro verde come la speranza, qualcuno propose invece l'arcobaleno, e furono così fiocchi multicolor in un cestino, in una scatola a forma di cuore, e in un bauletto di latta a quadretti bianchi e rossi, a seconda dell'occasione e del luogo.
Colore su colore per alleggerire una situazione. Momenti di vita colorati dalla vicinanza e dalla solidarietà.
È da sapere che tra i fan dei Nostri fiocchetti c'è anche qualche giovane infermiera. Al punto che quasi mi "stalkerizzano" ogni volta per averne uno. Lo liberano quindi dal nastrino, leggono ad alta voce e lo fanno proprio, addirittura lo colgono come insegnamento.
SII L'ARCOBALENO NELLA NUVOLA DI QUALCUNO... proclamava oggi un bigliettino, e la giovane infermiera cosi ha replicato... È per me, è soprattutto per i pazienti.
Già, una sorta di "arcobaleno personalizzato".
L'esperienza e ancor più l'attenzione mi hanno insegnato che per disegno provvidenziale, oltre agli infermieri, tranne qualche dolorosa realtà, accanto a Chi vive il lungo e difficile percorso di malattia, c'è sempre la persona giusta. Capita oppure si capacita e si adatta perché ha già in sé i "colori giusti", quelli che fanno sperare ed accompagnano ben oltre l'Arcobaleno.

giovedì 29 agosto 2019

IL GIGANTE SEMPREVERDE


Restare nei dintorni o fare qualche chilometro in più per questo Nostro Mercoledì?
Breve consulto familiare, decisione presa. Io non ero mai stata a Castel del Monte e mio marito ha voglia non proprio all'improvviso di "burrata doc", quella di Andria, unica ed inequivocabile. Così siamo partiti, Lui ed io, preceduti dal ciarliero Tom Tom.
Sosta al caseificio per la burrata, e poi proseguimento verso la meta, famosa per l'omonimo castello federiciano. Compare all'improvviso, e colpisce per curiosità ma come cosa già vista. Normale, perché Castel del Monte è famoso in tutto il mondo, compare su tutte le guide e cartoline di ogni tempo, e come tale è una delle mete preferite dai turisti, sempre numerosi come oggi.
Antico ma poiché ben conservato nel corso dei secoli, questo castello dei misteri appare come gigante sempreverde.
Non si conosce il perché del suo esistere, forse Federico II non c'è mai stato, eppure se ne avverte fortemente la passata presenza. Come anche se con un trucchetto fotografico si potesse cancellare la mastodontica costruzione ottagonale, quell'altura di 540 m avrebbe senso solo per i numerosi ulivi, il frinire delle cicale in estate e il mutare della natura secondo la stagione.
Alla Nostra terra, che i Latini chiamavano "Apulia Felix", comunque non manca nulla e da sempre colma di tante ricchezze i propri figli.
Una nota carina, del tutto personale. Per arrivare al castello abbiamo preso la navetta, ovviamente affollata, ma saliti, una ragazza che aveva appena trovato posto, si è alzata di scatto per cedermelo. In quel momento mi sono resa conto dei miei "66 anni", ma ho sorriso e ringraziato. Non è poi tanto male mostrarsi piacevolmente anziani.

mercoledì 28 agosto 2019

NOTE DI SPECIALE NORMALITÀ




Consapevole di essere ripetitiva perché l'ho detto, scritto e persino "cantato" sottovoce, devo giusto aggiungere due parole... due (ahimè si fa per dire) prima di andare. Sono i miei soliti pensieri sull'intima soddisfazione di ciò che faccio perché... bontà Sua... ci sono ancora. Mi è stato fatto il dono di un'opportunità, oltre la rinascita l' "offerta speciale" di impiegarla al meglio.
Oggi un collega si è definito "volontario privilegiato" perché sempre ben compreso. In effetti lo è come lo siamo Tutti Noi che facciamo "servizio" nel Day Hospital Oncologico. Siamo privilegiati ma in quanto volontari nel luogo dove più che in altri si respirano sentimenti veri ed emozioni autentiche.
Si conversa senza filtri, pudici pur senza vergogna, sicuri di non essere mai fraintesi.
I pazienti sono tutto questo, e Noi con i Nostri limiti, attenti all'ascolto.
Schietta ogni risata... perché quando motivo c'è, si ride fino alle lacrime. Riservato l'accenno al pianto perché forza e dignità lo impongono. E poi ci sono i sorrisi, cercati con lo sguardo, donati con affetto sincero.
La moglie di un paziente sosteneva che tutti, medici e infermieri, lì dovrebbero essere sorridenti come i volontari. Beh, per i volontari è più semplice, hanno meno responsabilità a livello di assistenza, il loro compito è "solo" portare note di normalità a Chi vive un "evento straordinario", non propriamente anomalo in quanto "parentesi" di vita, che era meglio non ci fosse, ma in quanto è, conveniente aggiustarsene il percorso. Insomma... ho letto proprio stasera la definizione più giusta... siamo "portatori sani della realtà". Con qualche caramella, pochi colorati pensieri, senza enfasi né esagerazioni, semplicemente... Noi.

UNA CASA "4 STAGIONI"


La mia casa è colorata, calda e accogliente, con qualcosa in più, molti "promemoria" per non scordare le giuste priorità, le occasioni per gioire, ma veramente.
A voler dare un nome allo stile della mia casa, mi rifarei allo "shabby chic", ovvero...malridotto fatto apposta, ma solo e giusto il tempo per sostituire "shabby" con "funny"... "funny chic", lo stile divertente.
I neologismi di origine un po' folle sono sempre stati il mio forte, in questo caso poi rende bene il concetto... di ciò che hai dentro fai ricco intorno. Quel tanto di gioia, fatto apposta.
Un tempo mi sentivo sempre inadeguata e priva dei più semplici elementi per arrivare a capire le situazioni e persino me stessa. L'anima diventava così come una "casa senza finestre", grande abbastanza per tanti sentimenti ma priva di quella "luce" che serve ad illuminarli e della possibilità che dall'esterno appaiano visibili.
Oggi qualcosa, non proprio tutto perché non tutto dipende da me, è cambiato, e quella "casa" ha più finestre, una veranda da completare e in più all'interno è "4 stagioni". Ove è possibile, piante sempre fiorite o almeno dipinte o solo disegnate, conchiglie colorate e teli azzurri che riportano al mare, ma pure foglie secche e bacche rosse e dorate che ricordano il Natale. Perché non mi sfuggano i momenti fatti di particolari, le stagioni, gli eventi ricorrenti. Per non perdere un mese, un giorno, un minuto, e provare ogni volta che mi va, anche quando il tempo non è, tante emozioni da donare.
E poi poter continuare...

lunedì 26 agosto 2019

L'INESAURIBILE RICHIAMO DELL'ACQUA


Una scrosciante cascata, la superficie tranquilla di un lago, il mare ondoso o appena increspato. Sono immagini a cui si ricorre spesso quando c'è bisogno di ritrovarsi. È il forte richiamo dell'acqua, del tutto naturale visto che già l'embrione si forma e vive nel liquido amniotico o acque, e il corpo umano stesso è in gran percentuale composto di acqua. Elemento per alcuni versi rassicurante, e ben rappresentativo di azioni e reazioni nel corso della vita.
L'irruenza di una rapida che segue il suo corso e supera ogni ostacolo, il mare mai stanco di urtare lo scoglio e tornare indietro, ma solo per prendere forza, la quiete del lago, protetto dagli argini naturali. Le varie "forme" dell'acqua, l'uomo le cerca per "specchiarsi" l'animo e trovare "risoluzione" con la Mente.
Anche la pioggia, sia a rovesci che goccioline ha il suo senso. Arriva quando serve, nutre e pulisce, spegne fuochi devastanti. È catartica, è "acqua" che non bagna. Preannunciata o all'improvviso, ugualmente scivola come su un impermeabile invisibile.
Succede quando ne sono successe tante da farci l'abitudine, e poi... giusto perché non si può star lì solo a guardare o far finta di niente... si pensa di raccogliere un po' di quell'acqua, farne riserva perché nella vita non si sa mai, tutto torna utile. Pure far tesoro di esperienze neanche immaginate.
Così grazie ad una sorta di diluvio che ha fatto credere, dopo di me il nulla, si impara ad accettare, vivere e superare nubifragi e temporali, e le pioggerelle noiose delle stagioni di mezzo, passano quasi inosservate, considerate alla fine necessarie per la rinascita.

domenica 25 agosto 2019

SEGUENDO I MIEI TEMPI

L'immagine può contenere: cielo, nuvola e spazio all'aperto

Ero sul divano a riposare, all'improvviso si è annuvolato di brutto e ha preso a tuonare.
Ancora la cucina da rigovernare, alcuna voglia di farlo e tanti pensieri per la testa. Nulla di serio veramente, piuttosto riflessioni di fine stagione, un'altra che pensai non mi toccasse, ed invece mi vede ancora qua, a pensare, sognare, ricordare...
A proposito di ricordi, ho deciso oggi che di ogni stagione trascorsa fisserò una sorta di immagine che l'ha caratterizzata, per "annotare" che cosa cambia nel corso degli anni. Già... perché niente resta uguale e nessun momento si ripete.
Di questa lunga estate ad esempio, ricorderò il ristoro di brevi sorsi di acqua ghiacciata da bottigliette gocciolanti di condensa. Un refrigerio solo a guardarle.
Momenti unici nel tempo, come tutti quelli che vivo, assaporandone il gusto.
A volte mi prende qualche scrupolo, ritorno all'antico ed esasperato senso del dovere, quando ogni pausa era una perdita di tempo. Fortunatamente dura poco, perché davvero ho bisogno vitale di seguire i miei ritmi.
Il tempo passa, e ogni anno mi vede diversa. Più lentamente mi piace vivere le giornate, prediligendo le cose amate.
Non dico sempre, solo a volte...
...voglio i mezzi toni, continuare secondo i miei tempi che non devono essere necessariamente quelli di Chi vive con me. Miei e di nessun altro, unici perché "unica" mi sento anch'io.
Unica, non giusta.

IL VECCHIO E IL NUOVO


Qualche anno fa venne fuori la proposta di "edulcorare" il nome al cancro. Non più cancro o tumore ma "neoplasia". Fa meno impressione, dicevano... e così sia.
A parte la difficoltà a pronunciarla questa parola, qual è la differenza? L'esperienza dice che nella misura in cui eviti qualcosa in qualsiasi forma, questa ti viene appresso e ti cambia. Poi sta a Te se in meglio o in peggio, a volte per condizionamenti ma spesso per come sei a prescindere.
Il cancro... io continuo a chiamarlo col suo "antipatico" nome... può rendere più buoni, più dolci, più tolleranti, più semplici, più essenziali, oppure più duri, ombrosi, insofferenti, fragili sul piano emotivo.
Ma dal cancro... sempre lui, l'antipatico... si può imparare molto. Dare valore alle cose essenziali, sdrammatizzare, cogliere gioia e gusto nelle piccole cose.
Oggi ho ritirato il referto della mammografia fatta sabato scorso, come già preannunciato... tutto ok!
Con sorpresa ho visto che qualcosa è cambiato. La busta solita giallo arancio, ingombrante è stata sostituita da un'altra bianca, più compatta contenente il "dischetto". Caspita... ci siamo evoluti, ho pensato... aria da vero Policlinico.
Va be', scherzi a parte, tanto è cambiato in nove anni, da quando mi ammalai. C'è più cultura della malattia, terapie più efficaci, ben tollerate anche per la capacità della Mente di andare "oltre" la malattia stessa. E che dire della "cura" di sé? Grande!
Oggi ho incontrato un'altra paziente con la cuffia refrigerante anticaduta, ed un'altra ancora di una certa età con orecchini di colore rosso sapientemente abbinati ai fiori che ravvivano il nero del pantalone.
Ho festeggiato i 50 anni di matrimonio. Troppo bello. E pure i 70 miei. Un anniversario più bello del matrimonio, e un compleanno che voglio ripetere almeno altre venti volte. M'hanno detto che è tutto a posto, perciò... sono a posto!
Che bella cosa è la Speranza, è contagiosa e terapeutica. Fa star bene Tutti, Chi ne parla e Chi ascolta, Chi la vive come illusione e Chi come verità "in pausa".
E all' "antipatico"... comunque lo chiami... meno si pensa.

sabato 24 agosto 2019

COME IN UN NIDO




"Ascolta cosa spera il cuore per te e per gli altri e poi segui quel richiamo.
Che la speranza metta il nido nella tua casa."
Non può essere che questa citazione mi sia capitata per caso sotto gli occhi proprio oggi, quando in reparto "tra Noi" affermavamo concordi di sentirci un po' più su, quasi protetti, al sicuro come in un nido. Ove la Speranza accoglie e l'essere accomunati pur nella sofferenza mantiene uniti.
Ma come può essere...? Ne parlavamo ridendo con la bella signora bionda che mi ha sempre regalato un oceano di sorrisi, ci veniva da ridere pensando a quelle "frasi di circostanza", sempre le stesse, che abbiamo dovuto subire quando sarebbe stato più salutare il silenzio "appropriato" alla circostanza.
Va be', meno male che almeno qui ci capiamo e siamo capiti, fragili come siamo, arriviamo senza filtri, nel bene e nel male. E per paradosso siamo anche più forti.
Poi basta una folata di vento magari un po' più forte, qualcosa pare cedere ma la forza non crolla, perché il "nido della speranza" si riaggiusta dopo qualche scossone.
La ricchezza e l'affetto che mi vengono donati in questo contesto sono per me fonte continua di meraviglia.
Di solito approcciamo con le caramelle, con molta discrezione chiediamo solo il nome di battesimo, il resto non c'interessa. Questo per far sentire con il sorriso una "presenza" in più. Oggi con Lei, la paziente dell'ultimo letto nella stanza non ricordo quale, non ce n'è stato bisogno. È bastato dire... buongiorno, per il resto ha fatto da sola.
Sono Angelina, e questa è mia nipote Franceschina, figlia di mio fratello. Ho 57 anni...
Ed io non le avevo chiesto niente.
Poi ha continuato tutto di un fiato, storia, malattia e gratitudine per Chi la curava, medici, infermieri, e pure per Noi, volontari con le caramelle e il sorriso.
Devo dire... non mi era mai capitato, mi sono commossa, Lei se n'è accorta e mi ha stretto il gomito. In contemporanea un "grazie" reciproco, e la promessa di rìvederci ancora. Un appuntamento è sempre speranza che si rinnova.

giovedì 22 agosto 2019

NELL'ERTA SALITA... QUIETE E PACE


Dopo una lunga pausa, oggi a Monticchio, a specchiarci nelle acque del lago piccolo, a respirare l'umido profumo del sottobosco mentre eravamo in salita verso la Badia di San Michele.
Una meta già nota, ma chissà perché in certi luoghi si torna volentieri, c'è una sorta di richiamo che fa sempre novità, ed ogni volta è emozione diversa.
Nell'erta salita mitigata da larghi gradoni, quiete e pace.
Poi su, all'arrivo... in mezzo al verde più lussureggiante una costruzione che invita, affascina e coinvolge per un intimo raccoglimento. Scavata nella roccia, la cappella dedicata all'Arcangelo... intenso profumo d'incenso riporta indietro all'infanzia, alla Messa del fanciullo dopo l'ora di catechismo... della "dottrina".
Qualche foto e silenziosa preghiera con un timido, appena accennato unirsi delle labbra.
Luci ed ombre, il silenzio assoluto trasportano in altra dimensione. Tutto quanto, questa realtà e il meraviglioso scenario esterno regalano un gran senso di pace. Se il Paradiso fosse fisicamente un "luogo" e non la "condizione" che ci aspetta, me lo figurerei... lo vorrei esattamente così. Niente prima, ancora meno dopo... solo lo stato presente, con la realtà un tempo indifferente trasformatasi in "sogno". Una lunga storia d'Amore... il progetto divino.
Ristoro per l'animo.
Una lunga passeggiata per i boschi, e ogni tanto una pausa seduti sui tronchi in riva al lago a cogliere con lo sguardo i salti allegri dei pesci e il variare delle tonalità di verde nelle increspature dell'acqua.
Tutto questo... ricchezza racchiusa in uno scrigno di per sé prezioso. Bellezze a volte trascurate perché alla ricerca costante di qualcosa di più. La consapevolezza del proprio respiro, della forza nelle gambe che permette di arrivare a tanto.
Doni di cui essere grati, piccola felicità costante nel tempo, poi sarà quel che sarà. Poiché di tutto arriva una fine, ma non sarà mai la fine del tutto.

mercoledì 21 agosto 2019

SENSIBILITA'... VIRTU' O LIMITE?




Tra tante doti, della sensibilità teniamo poco conto, addirittura a volte la consideriamo limitante, a seconda della situazione e del contesto. Poi un giorno troviamo a confrontarci un po' per caso ma pure a ragione, e scopriamo tutto un mondo a sé, quello delle Persone sensibili, che sono pure attente, curano i modi e le parole, perché spesso fragili e sempre vulnerabili, non vogliono ferire. A qualcuno fu detto in tempi non sospetti...
Sei troppo sensibile... e quando raggiunse l'età della consapevolezza, si convinse che la sensibilità fosse un limite. Una carenza, un difetto. Perché faceva soffrire, e pure tanto.
Probabilmente non riusciva a gestire questa sensibilità, a orientarla nel verso giusto per metterla a frutto, in modo che fosse una grande risorsa. In seguito il vissuto fu grande maestro ma non gli evitò comunque i contraccolpi, responsabile pure il carattere mite e accomodante.
Ma a che serve allora essere miti? Certe volte è così faticoso anche solo essere compresi, perché la sensibilità è "dono" custodito nell'animo e non si ostenta.
E' come possedere un paio di antenne, simili a quelle delle timide chiocciole. Ne avete mai osservata una mentre fa quell'unica cosa che sa fare?
Striscia piano, è lenta e silenziosa, si guarda da un lato e poi dall'altro, china la testa e poi s'inarca. Quasi a voler dimostrare per prima a se stessa che qualcosa fa oltre che strisciare. Poi però avverte il pericolo, sono le antenne che ne danno avviso. Allora si ritira nel suo guscio dove trova rifugio e protezione. Lì, rintanata resta per un po', ma poi riprende perché è per quello che è nata, sarà pure un "magro scopo" che non porta granché di frutto, però...
Basterà la scia d'argento che lascia dietro di sé, la prova che è stata per esserci tutto il tempo destinato. Comunque mai tempo perso.

martedì 20 agosto 2019

L'UNO PER L'ALTRO (note diverse della medesima sinfonia)




L'ultima volta in reparto prima di Ferragosto non me n'era rimasto neppure uno. I miei "fiocchi" sono sempre graditi, quel giorno di più. Sarà perché si presentano bene e poi sembrano personalizzati, arrivano sempre al Cuore e lì restano ben custoditi per i momenti di dolore.
Dicevo... li avevo finiti tutti, così stasera ne ho preparati altri, al solito mi sono ridotta all'ultim'ora e Beauty mi ha tenuto compagnia, sdraiata sul divano tornato in suo possesso dopo la partenza di Bijou.
Sono solo parole ma c'azzeccano sempre...
lo dice la giovane mamma come l'anziana, il giovane e l'attempato che fa finta di non tenerci e poi si lascia convincere... tanto che costa?
Poi si mettono in comune le voci e i contenuti, e si apprezza il rassicurante "essere l'uno per l'Altro", fatto di poco, a volte pure di niente. Un piccolo "universo" dove ogni elemento ha il suo "perché".
Aiutare Chi sta vivendo la stessa esperienza... fa star bene tutti. Chi torna alla Sua quotidianità, ricaricato da riscontri positivi e maggiore consapevolezza, e Chi trova conforto nella solitudine della Sua malattia.
Quest'ultima settimana è stata pesante perché sono mancata dal reparto. Ferie?! Il Cuore non ci va mai in ferie.
E vorrei capire perchè, se qualche giorno sono lontana, trovo più difficile proseguire per la mia strada. Mi muovo a rilento, sono stanca... quasi sentissi tutta sulle spalle, la fatica di questo tratto di via.
Eppure so bene che ogni tanto devo starmene per conto mio, nella realtà che mi appartiene per poter meglio porgere me stessa, con la serenità giusta e il sorriso sincero. Non è gran cosa, niente di preparato, studiato... è solamente il desiderio di riuscire almeno per un po' a non far pensare. Essere l'occasione, lo stimolo e, in quanto persona, una sorta di "promoter" del "vivi qui e ora" senza pensare a "ieri" o preoccuparsi del "domani". Ecco... se c'è una cosa che studio è proprio questa e cerco di farne un "programma", anche se facile non è, perchè non si conosce Chi s'incontrerà, e in quali condizioni.
Non c'è niente di più difficile e complesso dell'animo umano, lo sanno bene gli psicologi che vi approcciano sempre con le dovute cautele, mettendo in conto più di un tentativo. Per carità... io non ci penso affatto, ho già le mie non poche difficoltà nel capire me stessa!
E allora? Allora, io vado, seguo il Cuore e un pizzico di buonsenso, animata dalla consapevolezza che in quei duri momenti la paura più grande è di essere "archiviati" prima del tempo, cause perse, "pratiche" da sbrigare ma senza fretta.
Questo lo so bene, all'epoca Dio solo sa quante volte c'ho pensato e pianto.
Così... io vado, parlo d'altro e quando non si può cerco aiuto all'ironia, se è il caso sdrammatizzo, ma soprattutto ascolto. 
Cerco di stabilire un "contatto", simile alla mano che si porge al "compagno di cordata" per poter risalire... ove l'uno è debole, l'altro "tira su" e insieme si va per non cadere o addirittura precipitare.
Procedo cauta, molto cauta, ed ogni "passo felice" diventa gioiosa conquista.

"ANTIPATICA" COERENZA




Non posso affermarlo con assoluta certezza, forse con l'età sarebbe stato uguale, però almeno lo zampino la malattia ce l'ha messo. Perché a volte mi sento e comporto da esasperata, tollerante fino ad un certo punto, paziente si e no. Generalmente sono flessibile ed elastica, soprattutto con Chi non si mostra arrogante, al contrario divento moderatamente dura ed inflessibile, coerentemente con me stessa, visto che sono la prima a mettermi in discussione.
Una volta, anzi più di una e sempre da persone diverse, mi fu detto...
Il tuo problema è che fai tutto seriamente, non torni mai indietro...
E ché... da quando serietà e coerenza costituiscono un problema? Non sono invece rassicuranti ed attendibili certezze? Almeno per il tempo di un impegno preso fino al compimento dello stesso, poi si sa, tutto può cambiare ma di certo non cambierà l'atteggiamento di fondo.
Mi rendo conto a volte di apparire noiosa, pedante...
No, che dici?! Magari sei troppo precisa.
E quel "troppo" che vorrebbe mitigare, ridimensionare... ecco che mortifica la qualità.
E poi non manca Chi mi prende in giro...
Va bene, prof... Certo, prof... D'accordo prof.
Ma come lo devo dire, in latino forse, che non sono una prof? Lungi da me l'idea di lasciarmi cucito addosso un titolo solo perché suona bene e rende l'idea . Poi che cosa dovrei insegnare e a Chi, dato che io stessa non finisco mai d'imparare?
Io mi limito solo a comportarmi come la Mente suggerisce sulle note del Cuore. 
Quello che faccio e come lo faccio nasce da un profondo desiderio e da un'esperienza che ha permesso di metterlo in atto. Tutto assai personale, affatto proclamato. Resto coerente. Non mi interessa altro.
La Coerenza è un abito per tutti i giorni, firmato e mai dismesso. Non è adorno di fronzoli, molto semplice e a taglia unica. Chi lo indossa con convinzione, lo farà bello sempre, senza ipocrisie.
Per quello che mi riguarda, sono "autentica" sempre ma con il continuo timore di urtare la suscettibilità di qualcuno, per cui cerco di ridimensionarmi con la saggia "diplomazia" che mantiene stabile l'equilibrio. Non sono certa che sarò sempre compresa, perciò "antipatica prof" potrei accettarlo, ma almeno mi si conceda la coerenza.

lunedì 19 agosto 2019

CRONACA DI UNA GIORNATA "NORMALE"



Unica e sola passeggera sull'autobus verso l'ospedale. È cominciato così questo sabato post Ferragosto, perché solo a me poteva capitare la mammografia mentre gli Altri sono in vacanza. Veramente avrei dovuto ricordarmene, prenotazione un anno fa... ma si sa, quel giorno foglio alla mano, tutto è andato bene... normale no?!... non vedi l'ora di sbarazzartene, così lo metti a caso tra le altre carte, col tacito proposito di non pensarci più... tanto ci vuole un anno!
E l'anno pure passa, e ti accorgi... come stavolta... di essere fuori stagione, tempo, contesto vacanziero. Ma non è una novità.
Passerà anche questa, mi sono detta, e intanto mi godevo il giro per la città deserta, e poi i quattro passi verso il bar dell'azienda ospedaliera per la solita bottiglietta d'acqua salvavita, all'edicola per la rivista salva ansia, fino alle due rampe di scale che portano alla senologia.
Accettazione, numerino verde speranza, mentre l'aria condizionata a palla ti fa sentire in un igloo. Due signore conversano tra loro su quanto erano state fortunate. Nodulo scoperto per caso, sintomo non sottovalutato, intervento tempestivo... linfonodo sentinella pulito. Prendo il cellulare, fingo di leggere qualche messaggio. Mi vergogno quasi, a me niente di tutto questo... nodulo comparso prepotentemente all'improvviso, due mesi di silenzio, intervento tardivo, linfonodi infiltrati... ma fortunata, fortunatissima pure io... penso, se sono qua con loro, ad ascoltarle. Magari taccio, per non farle sfigurare, ognuna vuole sentirsi spesso "eroina" di una normale avventura capitata a tante. 
Così trascorre il tempo, arriva il mio turno, "passo l'esame", superato anche stavolta a pieni voti. Sono contenta, la Vita ancora mi si spalanca davanti. Posso continuare a...
Mentre torno a casa, le considerazioni di sempre.
Ho vissuto la mia parte di sofferenza, e tramite il dolore ho imparato a sperare.
Ora sperimento la gratitudine.
Sono grata, assai grata per tutto. Sento comunque di essere amata. 
Se mi si apprezza, generosamente... se mi si critica, a ragione o meno.
Ecco... sono grata pure di questo, essere arrivata alla mia età e riuscire a giustificare, cavare il buono anche quando è improbabile.
Altri sono generosi con me... perché non dovrei essere altrettanto?
Per gratitudine non voglio deludere mai Colui che mi volle ancora qui...
"Sii grato per ciò che hai, non avrai bisogno di altro.
Se ti concentri su ciò che non hai, per te non sarà mai abbastanza".
Farsi bastare l'essenziale, e ne avanzerà da donare. Io ho la vita.
Ed è sempre più chiaro il senso dell'essere qui, dopo anni, a raccontare.

domenica 18 agosto 2019

TUTTO BENE... TUTTO NORMALE




Succede ancora, quando incontro qualcuno che non vedo da tempo...
Come va? Ti vedo bene... normale.
E mi verrebbe da replicare...
Mi fa piacere per Te, significa che non hai problemi alla vista.
Ma poi mi limito ad abbozzare un mezzo sorriso, perché sono normale, è vero, e so quale peso può avere una parola di troppo.
Ad esempio, consideriamo proprio il termine... "normalità". E' una parola che può dire tutto o niente. Può riferirsi alla quotidianità comune, quella che scorre via senza scossoni, ma pure al suo contrario, quando l'esistenza viene sconvolta da un'esperienza estrema che si dilunga nel tempo, può essere per poco o addirittura per sempre. Allora per necessità diventa normale l'eccezione, lo straordinario... l'anormale. Perché comunque costretti ad una pausa, vuoi o non vuoi, ci si ritrova a pensare e concentrarsi per prima cosa sul ritmo del respiro.
Respirare... cosa normale ma non scontata, se respiro ci sono, vivo. Va tutto bene... tutto normale.
Poi ti guardi allo specchio, ti riconosci a stento, cerchi i particolari che fanno la differenza dalla Tua normalità, se puoi tenti di correggerli, altrimenti li accetti e ne fai addirittura dei punti di forza. Ok... è tutto a posto, tutto normale.
Anche certi "appuntamenti", superata l'ansia normale che li precede, diventano "normalità nel quotidiano", come il ritrovarsi con altri nello stesso luogo per il medesimo motivo. Si può... la cura c'è... va tutto bene, perfettamente normale.
Normalità. Come un vestito su misura, che per uno strappo si rattoppa, l'allarghi o lo stringi secondo il caso, ma c'è ed è tuo. 
Normalità, la senti ogni giorno, l'avverti già quando apri gli occhi al mattino, nel silenzio della vita che riprende piano.
Ed è la consapevolezza che giorno per giorno, saranno tanti i giorni così. Quotidianità che rassicura, comunque.

venerdì 16 agosto 2019

FERRAGOSTO "VINTAGE"


Se c'è una cosa sempre uguale a se stessa, è la consuetudine dei fuochi d'artificio la sera di Ferragosto non appena scocca la mezzanotte.
Sensazione fuorviante ma leggera, perché sembra di essere a Capodanno nell'altro emisfero.
Stasera botti e grancassa non finivano più, e mentre aspettavo di poter scrivere, la Mente andava indietro, tornava altrove. Non è comunque cosa nuova, perché accade spesso. Lo pensavo stamattina... ecco, ci risiamo... sono di nuovo "vintage". Il mio alter ego romantico e consolatorio.
Tanto per cominciare siamo al solito giro di boa di un'estenuante estate.
Giornata trascorsa come gli altri anni. Più o meno. Con qualche ansia di troppo e sempre meno voglia di uniformarsi alla consuetudine stagionale, partire per le ferie.
Ma non ci si può sentire in vacanza pure restando a casa propria? Come per altro, è tutto nella mente. Staccare la spina dalle abitudini e dedicarsi a ciò che piace. Così mi sono confezionata su misura un'estate non proprio come usanza richiede, ma piuttosto... classica. Simile a quella di un tempo, qualche gita senza esagerare, belle passeggiate al sole per fare il pieno di vitamina D, e tante letture per rigenerare mente e spirito, senza trascurare la mia adorata scrittura.
Tu sei così... non vai dietro le mode, sei tradizionale... diciamo pure classica.
Così mi definiscono, ed io confermo di essere "discretamente moderna".
L'ho pensata sempre alla stessa maniera e mi adeguavo ai tempi pur non tradendo mai me stessa. Appunto... seguivo l'epoca ma non il "branco", per questo... "discretamente moderna".
Ecco... il punto è questo, fare ciò che più m'aggrada...
Sono antica? Non credo, sono al pari delle perle al collo, sempre attuali. Classica? Certamente si.
Anzi, ripeto... vintage.
E ritornando alle vacanze, se proprio dovessi... forse le farei come una volta, al mare da pendolare, tintarella e bagno fatti in fretta per non perdere un minuto... la partita a tamburelli e il pranzo sulla sabbia con la frittata di spaghetti e la fetta d'anguria al ghiaccio. E a sera poi il dispiacere di tornare a casa in città e non poter vedere la luna riflettersi nel mare.
Un tempo era così e come ogni cosa si apprezzava e anche tanto, pure una vacanza "mordi e fuggi". Le condizioni economiche erano più o meno uguali per Tutti e i "benestanti" restavano bene dove stavano.
Ci si sentiva ricchi di niente, fortunati per una giornata al mare, con pochi soldi e tanta serenità.
E persino le spalle brucianti e la stanchezza a tarda sera conciliavano il sonno meglio di qualsiasi ninna nanna.

giovedì 15 agosto 2019

CANTO PREGANDO (storie di talenti nascosti e ricordi persi nel tempo)




Con tutta la buona volontà, pensando pure che siano sempre coincidenze, capita quel giorno che ti devi ricredere. E davvero scorgi vero, reale quello che percepisci tante volte e per fretta o superficialità lasci perdere.
Tutto in una stanza e nello stesso giorno, un intreccio di storie e vite sofferte, ma pure di momenti sereni, di svago e spensieratezza.
La spontaneità di un "grazie", ripetuto ed accorato, e al contrario il pudore di non riuscire a pronunciarlo e darci poco peso perché tanto è sicuramente scontato. È pure un talento saper ringraziare, farlo guardando negli occhi, e non stancarsi mai. È lode alla Vita, anche quando non ti risparmia, è una carezza al Dolore che così fa meno male.
Io mi reputo forte, la vivo sperandoci sempre, ed intanto sto avendo i primi buoni risultati. Sarà pure perché un amico mi ha invitato a far parte di una Corale, dice che sono un "basso naturale"... una rarità. Ho scoperto che mi piace cantare, mi appaga, mi rende sereno perché canto pregando.
Avvertire tanta gioia sincera nelle parole di questa persona mi ha emozionato davvero e per qualche secondo è stato come essere fuori da quel contesto, e senza esagerare, tra Cielo e terra. Forza della condivisione.
Ed ancora, sempre in quella stanza, ho ritrovato dopo quarant'anni una bambina cui facevo doposcuola, è caregiver della Sua mamma, è stata Lei a riconoscermi...
Ho di Te tanti bei ricordi... mi ha detto, ed essere nei ricordi di qualcuno dopo molto tempo, significa che qualcosa di buono hai lasciato e resterà, anche dopo. Un'altra briciola di eternità guadagnata.
Ah, dimenticavo... sto contagiando seriamente alla scrittura. Un'altra Amica che incontro sempre lì dove la Mente vola e il Cuore spera, ha preso a scrivere i Suoi pensieri, a trascrivere i miei "fiocchi", e i biglietti di augurio delle amiche su un'agenda blu...
Prendi pure, è nella mia borsa, te li leggo. Anzi, leggiamoli insieme.
Già... insieme, a tutta condivisione.

PARADOSSO VITALE


Non avremmo voluto svegliarci con una simile notizia, la perdita di un volto noto che ci aveva abituato alla Sua costante presenza, nonostante tutto.
Stamane Tutti hanno scelto il silenzio per altro che non fosse Lei, Nadia positiva ad oltranza a tal punto inizialmente da far dubitare su malattia, intervento, terapie. Critiche a non finire, polemiche cui rispose con la normalità dei Suoi giorni.
Trattatemi normale, come prima... disse ai colleghi, e Lei cercò di essere "normale" fino a pochi giorni fa.
Oggi... pensieroso e triste è stato Chi vive il "momento", perché si è sentito tradito in quella positività, nella gioia di vivere che non fu solo di Nadia da quel giorno in poi. Tanto sorriso non poteva spegnersi.
Più di qualcuno avrà pensato ad una sconfitta, non è così. Non si perde quando si aggiunge vita ai propri giorni, tanti o pochi che siano, del resto nessuno sa da principio, e quando si presenta il sospetto la strategia è questa finché si può, un po' paradossale ma efficace. Vivere intensamente, si dice... combattere fino alla fine. A me non piace il termine, "guerriero/a", perché c'è tanta paura dietro un sorriso imposto da se stessi per non soccombere. Se si potesse, ci imboscheremmo Tutti, malati e "sani", la malattia è un evento che si affronta perché non si può fare altrimenti, e il coraggio lo cerchi e lo trovi e te lo fai bastare, come ad un naufrago è sufficiente un relitto minimo per non affogare.
Nadia ha vinto perché non ha permesso al cancro di togliere vita ai Suoi giorni, è giunta alla meta che è per Tutti, a testa alta e a sorriso aperto. Sarà ricordata così.

mercoledì 14 agosto 2019

DI UNA STAGIONE CHE FLUISCE


Con la strana sensazione che quest'anno l'estate mi scivoli addosso in modo precipitoso, pur fluendo lentamente.
Sono trascorsi quaranta giorni da quando mi sono resa conto che sarebbe stata una stagione diversa nel suo solito. Una cagnolina in più a casa, e la speranza che la gratitudine pagasse il prezzo simbolico al dare tutto per scontato. In parte è stato così, poi ci siamo persi per strada, un po' di chiacchiere inutili e le stucchevoli incomprensioni. Siamo fatti Tutti in un certo modo, una "quadratura del cerchio" è a scadenza, e del resto Chi nasce tondo non muore quadro.
Le solite frasi fatte...
Va bene, non le ripeterò tanto il concetto è chiaro, e per stasera la speranza è vana.
Mi guardo dentro e mi noto "moltiplicata", al centro quella che sento di essere e intorno ciò che divento soprattutto quando mi confronto in modo più o meno vivace con Chi mi appartiene, conosce le mie fragilità, sa ogni cosa di me. Questa poliedricità irregolare non mi piace. Vorrei mostrare solo il lato migliore, e poi usufruirne per il bene, la serenità...
Non perdere le opportunità di dimostrarsi affetto, non lasciar fluire il tempo senza accorgersene.
Gli attimi si trattengono con la gratitudine, perché ciò che si perde non torna più indietro. Facciamo in modo da non aver rimpianti, potremmo avere il desiderio di una carezza, darla o riceverla è indifferente, e non averne la possibilità.
Non si può arrivare in Cielo a toccare una nuvola, né inseguire il vento, sarebbero quindi solo lacrime e pioggia confuse insieme.

martedì 13 agosto 2019

CAPITOLI E PARAGRAFI





Per continuare, cercai una ragione, poi compresi che avrei dovuto trovare il modo e il mezzo per condividerne la motivazione, con le emozioni e le strategie.
Presi a scrivere ogni giorno, e ogni giorno fu il "paragrafo" di una storia, la mia. Questa stessa col tempo diventò parte di un tutto, solo un "capitolo" di un'altra più completa e ricca. Storia di Vita, non solo la mia.
La Vita, intesa come esistenza e non solo fluire del tempo, quante volte è stato detto... è come un libro già impaginato ma con i fogli bianchi su cui scrivere. Ogni giorno un rigo o un trafiletto, poi nell' insieme paragrafi e capitoli, fino a conclusione... sia fiaba o romanzo di peso.
Gli accadimenti sono vari, le situazioni diverse, tante pure le opportunità perse, dalla più banale a quella che potrebbe essere decisiva per la vita. Tanti sono anche i "personaggi" che popolano le "Nostre storie", di cui siamo si, protagonisti ma non di certo unici interpreti.
Una sorta di storia unica, universale di varia umanità. Memorie ed insegnamenti.
I giorni, i mesi, gli anni si susseguono, le storie si intrecciano come ricamo preciso su un canovaccio a trama larga.
Così continuo a scrivere tutti i giorni per non finire mai di essere nel sorriso come nel pianto.
Si conclude quindi un'altra domenica d'estate, scende una lacrima o forse è solo ed è ovvio, una goccia di sudore a pie' di questa pagina. Voglio vederla in "tema", un punto fermo per andare a capo, voltare pagina e ricominciare.

domenica 11 agosto 2019

AD OGNUNO LA SUA STELLA (ovvero... la fragilità è un limite si e no)


Giornata questa di San Lorenzo, calda, caldissima, diciamo pure torrida. Di quelle per cui si potrebbe trovare sollievo e persino sentirsi felici solo al getto continuo dell'acqua o immersi in acqua. A me è bastata la serenità in tre sorsi ma belli freddi, stamattina per ricominciare, nel pomeriggio per poter continuare e stasera per finire, sperando in temperature più fresche. Devo ricordarmi di inserire questa cosa tra i desideri per le stelle cadenti. Semplice serenità, e non solo.
Avrei voluto parlare pure di desideri e sogni, pensieri leggeri, visto che... ormai ci siamo... la notte delle stelle cadenti è arrivata, ma poi ho pensato alla fragilità umana, alla mia fragilità, ai tanti errori commessi, ai miei errori pure a fin di bene, e ho chiesto scusa a quel Cielo che permette alle stelle di brillare e a me, a Tutti Noi di esserci. Sbagliamo e nella Nostra vulnerabilità grande è la sofferenza... ecco, una stella cade ed io esprimo il mio desiderio, così... con umiltà...
"Vorrei dirti
che io non so correre
come te
io non sono così bravo
a superare le cose,
le supero sempre
ma a volte
ci metto davvero un sacco,
non ho mai tagliato un traguardo
senza il fiatone
spesso ci sbatto contro
e cado
spesso cado più e più volte
sullo stesso punto,
mi faccio male
un male bestia
e non sempre mi è facile rialzarmi,
mi rialzo sempre
ma volte ho bisogno di una mano
di un sorriso,
a me servono ancora
gli incoraggiamenti
perché da solo
non sono sempre così forte
vorrei dirti
che io non sono forte
come te
a me le bufere
i venti
le burrasche e le tempeste
fanno ancora male
e mi lasciano il segno negli occhi
a volte per settimane
a volte più
vorrei dirti
che io non so volare
come te
ma se ti va di passarmi a prendere,
io
un giro nel tuo cielo
ci verrei a farlo volentieri,
oggi ad esempio sono libero".
Gio Evan
I limiti sono segno di fragilità, ma riconoscerli è già superarli in parte. Alla mia stella chiedo, come ho detto prima... l'umiltà di farlo sempre.

ANIMO SOTTO SFORZO




È sufficiente un minimo cambiamento nella quotidianità, che l'equilibrio è a rischio. E poiché da parte mia l'equilibrio è continua conquista, mi va di difenderlo a denti stretti con qualche sfuriata ogni tanto, lingua universale per i finti gnorri.
Oggi è andata così, incontri di dolore celati da ironia e dignità, altri di grande e inaspettata forza d'animo. Non c'è niente da fare, quando scendo di lì è come avessi l'animo leggero di una bambina, che non ha memoria del passato e a cui non interessa il futuro, perché lo vive già, work in progress.
Sono le relazioni familiari, il gran problema, gestirle, riequilibrarle... fra un pensiero e l'altro... continuare ad amare, è una gran fatica ma si può fare, grazie all' "Amore che muove il sole e le altre stelle"...
UNA SERA... questa sera, pregando all'improvviso
Dimmi TU cos'è quel tocco appena accennato, tanto simile a una carezza che arriva quando meno te lo aspetti però più ne hai bisogno.
Dimmelo TU... che solamente sai che cosa mi passa per la testa in certi giorni quando all'improvviso non mi accorgo più di quello che ho... non scorgo più quella che sono.
Con quella carezza mi conforti, e rassicuri con la certa Tua presenza.
E nonostante quel pensare che non sempre rispecchia ciò che voglio e intendo, mi accompagni e con un soffio dici... ricorda.
Ed io ricordo, e mi faccio forte di questo, privilegiata come non mai.

venerdì 9 agosto 2019

SOGNI E DESIDERI. POSITIVITÀ DI PENSIERO


Sarà questo periodo dell'estate che vede un cielo più fitto di luci, sarà pure perché ho imparato a guardare non solo con gli occhi, a notare col Cuore e poi annotare a mente... sarà per tutto questo che oggi ho riflettuto ad ampio raggio. Ho pensato a quanta varia umanità vive cercando di esistere, ad altra che per sua fortuna in tempo trova senso e scopo, e infine a quelle tante Persone che si ritrovano a dover fare i conti col tempo.
Già stamattina sull'autobus un uomo all'apparenza strano fingeva di parlare al telefono e telefono non c'era. Fingeva pure di divertirsi, ed è sceso di tutta fretta, fingendo di conoscere un tizio che lo guardava stranito.
Fingeva chiaramente di contare per qualcuno, l'ho seguito con lo sguardo, immaginando quanta solitudine riempiva la Sua vita.
Poco dopo, un'altra "nota". Una giovane donna, in avanzato stato di gravidanza, coi capelli ricci e biondi tenuti su in modo scomposto diligentemente, ferma alla bancarella di un melonaro. Ho ricordato il senso di appagamento di quella condizione, la vita in grembo, l'eternità in pugno.
Infine in reparto con la mia collega
abbiamo incontrato due pazienti anziane, stessa malattia ma due modi diversi di vederla e viverla.
La prima col chiodo fisso del futuro, del "precipitare delle cose", del... tanto con la malattia non puoi spuntarla. Ipotesi, tesi, dimostrazioni assurde... insomma, ci ha fatto letteralmente sudare.
La seconda, 84 anni suonati, al contrario sosteneva di impegnarsi per arrivare a 100. Non c'è stato altro da aggiungere.
In conclusione e per restare positivi, io dico che funziona annullare ogni pensiero negativo come non fosse possibile l' "opzione"... andrà male.
Ma poi perché dovrebbe?
Lo pensiamo solo, e Noi comuni mortali, vulnerabili, fragili quando lo vogliamo, e imperfetti sempre, sbagliamo quasi sempre.
Tutto è nella Mente, e non ci vuole molto, dopo tutto, "imporsi" un cambio di opinione. E sarà una "forza travolgente"... l'enfasi dell'energia positiva.
Colmiamo gli occhi e i pensieri di stelle. La notte di San Lorenzo è vicina, e i sogni e i desideri possono realizzarsi. Come i miracoli.