UNA "CERTA" SPERANZA (N.3)
(Tracce di vita)
UNA "CERTA" SPERANZA (N.3)
(Tracce di vita)
Qualche foto di girasoli in dono a pazienti in un reparto di oncologia, e tanti ricordi.
I più recenti, le stelle di Natale e i ciclamini, i gadget per le feste... e poi tanto altro, un po' di tutto, e quella vicinanza che fa star bene.
La vita non è felice solo se mantieni tutte le tue cose al loro posto, ma pure se riesci ad adeguarti ai cambiamenti e guadagnarci.
Io persi una mammella e per bontà di Dio ci guadagnai sorrisi in cambio di sorriso e... caramelle, ovvero dolcezza ed empatia.
Tornare a casa ogni volta e sentirsi sazia... come al tempo mio.
Cucinare e dover aprire la finestra... come quei giorni miei, tre o quattro che fossero.
Andare a letto, e... pensare alle parole dette ed ascoltate. Chiedersi... avrò fatto bene, non avrò esagerato in "allegria" o al contrario, creato dei dubbi?
Sale il magone. Torneranno quei momenti?
Si dice che nulla sarà come prima, ed è comprensibile, però la parte di motivazione ed impegno che caratterizzò il percorso di ognuno potrà colmare il vuoto lasciato da questo tempo?
Noi siamo quelli di sempre, solo un po' sopiti.
Pensieri che accompagnano gli ultimi momenti di un giorno qualunque di questi.
Poi il sonno piano piano mi prende e divento gentile con me stessa.
Non posso negare le mie emozioni e rimandarle al mittente, devo sperimentarle ed onorarle. Un po' alla volta si placheranno e riuscirò a vedere ancora altre possibilità, risvolti imprevisti di un "privilegio" non sempre facile.
Quelli che non scegli, quello che capita quando hai da fare qualcosa e il resto va al contrario e si stabilizza in tal senso.
Unico programma quindi, non contare sui programmi, ma nemmeno farli.
Scavarsi una nicchia nel più profondo sé, e ivi rifugiarsi per trovare conforto e sicurezza, l'alternativa ai pensieri che riportano ai problemi che sgomentano.
Un esempio facile e molto alla portata.
Avete pensato quanto bene possa fare affrontare un "normale" imprevisto domestico?
"Rottura" di un raccordo dello scarico del lavandino mentre ci si lava la faccia di buon mattino?
Rima del tutto casuale a riprova di un benessere ritrovato dopo molti mesi.
Pura e semplicissima poesia.
Non importa se i programmi saltano, ci si deve reinventare la giornata o la vita, un punto è certo. Ci sei e devi continuare ad esserci in un modo o nell'altro.
Sapersi fare compagnia è la soluzione giusta, con pensieri fiduciosi e pure qualche risata.
Il miglior supporto senza rischio di pericolose dipendenze.
Dalle piccole vicende quotidiane, come un tubo che perde agli eventi seri di qualsiasi natura che sconvolgono l'esistenza, è quasi sempre un problema rimettersi in piedi e continuare.
È inutile negarlo, l'imprevisto fa timore ma solo se si pensa all'eventualità che possa esserci... domani, o anche più tardi e decretare la fine.
Allora la Mente si protegge proiettandosi in un futuro senza limite, e ogni giorno è vissuto come una vita a sé.
Noi ci salviamo così dalle paure, realizzandone la strategia solo in un secondo momento.
"Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte"
- Wislawa Szymborska -
... perché è un limite umano non conoscere le risposte giuste, ed è un merito ammetterlo.
Già, possiamo provarci, a volte c'azzecchiamo, ma è solo per caso, un puro caso.
Del resto lo diciamo sempre che nulla è per caso, quindi lo è anche per quelle "risposte giuste" che appaiono come conferme.
Ogni evento che incrocia le esistenze, le persone che capitano sulla stessa Nostra strada hanno un senso, un perché, e la cosa è reciproca.
Dal confronto insegnamento e consapevolezza del proprio limite.
"Un giorno realizzerai che c’è una ragione per ogni persona che hai incontrato. Qualcuno ti metterà alla prova, qualcun altro ti userà e qualcun altro ti insegnerà qualcosa e qualcuno tirerà fuori il meglio di te". (cit.)
In qualsiasi caso un'opportunità che farà comprendere fino anche punto essere in grado di fare, capire, arrivare.
E poi stupirsi.
Come capitò a me, in questa data, undici anni fa. Quando cominciò l'avventura con il blog.
Un diario...? Una cronaca...?
Una "storia" che avrà termine con il mio limite.
O forse no, perché non si muore mai del tutto se resta un pensiero e uno scritto.
Si diventa immortali quando pensiero e scritto sono frutto di un "miracolo" voluto e vissuto superando ogni limite.
Tutto ha una fine, anche una giornata d'inferno come questa. Caldo torrido, faccende domestiche ad oltranza, discussioni inutili, del tipo porte girevoli... quando entri pensando di venir fuori velocemente e invece continuando a girare, ci sei sempre dentro e per giunta col nervosismo alle stelle.
Ché poi nessuno mai ha ragione né torto, e nello specifico responsabili sono difetto di comunicazione, ed equilibrio precario per la stagione calda e lo stress.
Allora...
"Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l'aria notturna,
fresca in confronto all'estate calda del giorno.
Che bello non sto pensando a niente!"
(Fernando Pessoa)
Già, e quanto è difficile non pensare a niente, tra inquinamento acustico, scatti di nervosismo causa caldo, e varie ed eventuali.
Però a tratti ci riesco, o meglio riesco a non pensare al disagio, alle tante problematiche del momento, perché valorizzo ciò che ho, la forza interiore che mi porta oltre, a quando tutto passerà.
Il caldo afoso, tutte le "varianti" di questo mondo, la Crisi e le crisi varie, e tornerà il tempo buono.
Mi dissero una volta... tutto passa, nulla dura per sempre.
Ed io replicai... si, però come passa?
Comunque passa... fu la risposta.
È tutto nella mente, mi dicevano e alla fine mi convinsi
Il freddo che viene, il caldo, le mezze stagioni che non sono più.
Se la mente vuole magari ti sentirai pure felice, come nessuno può.
Semplicemente assecondando ciò che è.
Seguendo il tempo, mettendo insieme i giorni, dono esclusivo per Chi si sente vivo.
Ah, sì...
Il poverino era stato rinchiuso in prigione, e il dittatore sperava di averlo messo a tacere per sempre.
Invece successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne.
La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, e continuava a leggere i suoi pensieri.
Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire.
Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.
Quanti di Noi sono sempre o almeno qualche volta dei "Giacomo di cristallo"? Anche a costo di farne le spese?
Perché si sa, non sempre si ha la forza di contrastare la prepotenza, oppure si ha paura per sé e i propri cari, però qualche volta sarebbe sufficiente essere se stessi, trasparenti amanti della Verità.
Oggi più che mai c'è bisogno di trasparenza e linearità, perché forte è la nostalgia di un passato forse non sempre ben considerato, e grande il desiderio di un ritorno alla normalità e alla concordia.
La Trasparenza è una grande qualità, non ha segreti, non cela misteri. Tutto appare com'è, e per Chi apprezza è spunto di conoscenze e insegnamenti nuovi.
Sarà perché ho imparato ad osservare con attenzione ogni dettaglio, a trarvi spunti per l' "universale", sarà per questo che percepisco la trasparenza ovunque quando è.
Della persona trasparente i pensieri sono evidenti, potrà dire anche altro e diverso perché il momento lo richiede, però il Suo volto parlerà e l'agire potrebbe essere colto come buon insegnamento.
Ricordo una storia letta qualche tempo fa, ultimamente mi piacciono particolarmente racconti brevi e storie, quella in argomento è di Gianni Rodari, un autore non proprio della letteratura infantile, "Giacomo di cristallo" è il titolo.
Un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l'aria e l'acqua. Era di carne e d'ossa e pareva di vetro.
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, prima che aprisse bocca.
Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava « Giacomo di cristallo», e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.
Purtroppo, in quel paese, sali al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo.
La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.
Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui.
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.
Ma allora successe una cosa straordinaria.
Che cosa potrà essere accaduto?
Continuate Voi, non è difficile. Abbiamo parlato di trasparenza, perciò...
Indovinate il finale della storia o createne un altro attinente.
Ci confronteremo poi, sempre in trasparenza.
Pazienza come seconda pelle, perché non si perda facilmente.
Il tempo passa e resta uguale, anzi a dirla tutta è anche meglio, perché frutto di continuo allenamento.
Quindi come si fa ad essere sempre paziente? Semplice è il segreto, un po' di Pulcinella, concentrarsi su se stessi, il momento, e ciò che si vuole veramente.
Non è l'equivalente di una "formula magica", è solo un"ottica diversa, probabile sia pure la più furba.
Umiltà, gratitudine e amore in senso assoluto e generale.
Qualche esempio? Giusto un paio, semplici, diciamo "terra terra", perché di pazienza c'è bisogno pure a larga scala.
A Chi si lamenta delle lunghe attese dico...
Non guardare di continuo l'orologio, le lancette hanno spazio limitato come pure tempo, Tu aspetta il Tuo, e intanto pensa che almeno ne hai abbastanza per pensare.
E a Chi continua spazientito a scuotere il capo in senso di diniego, replico... se proprio devi, fallo in su e giù. Ti verrà fuori spontaneo un bel sorriso.
Così tutto si risolve, e poi... poi mi fermo qui.
Già... ogni giorno siamo chiamati all'esercizio di tale, faticosa virtù. Sempre facile non è, però possibile.
Mi elogiano per la grande pazienza, forse qualcuno la intenderà per altro. Solo io so quale esercizio comporta e quanto sentimento sincero l'alimenta.
Oggi appunto... per me tanta, tanta santa Pazienza, uguale fu anche ieri e l'altro ieri ancora, e di sicuro sarà così pure domani.
Intanto anche per oggi è andata. Devo ritenermi soddisfatta. Allenamento pienamente superato.