domenica 31 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.76) (Gli ultimi giorni dal calendario)

Ho una particolare predilezione per i calendari coi foglietti, che staccati uno dopo l'altro danno l'illusione quasi di gestire il Tempo. La Mente ha bisogno di strategie per giustificare e darsi forza, e questa può essere una bella "tosta", valida ed efficace. Un tempo compravo un calendario di questo tipo già ad ottobre, e lo guardavo ogni giorno con la trepidazione dell'attesa. Poi c'è stato Chi me lo regalava solo tre giorni prima del 31, ovvero alla soglia del nuovo anno. Quanto mancherà alla fine di quest'anno? Davvero poco, ma non voglio mettermi fretta. Perché già lo fa il Tempo e corrono pure i pensieri. Una volta scrivevo... "A me non piacerebbe arrivare alla conclusione, ovvero conoscere come va a finire la storia. Preferisco soffermarmi sui capitoli, anzi pure contarne i capoversi, e per finire fare anche una bella analisi del testo. Vuoi vedere che possa sfuggirmi qualcosa?" Oggi vorrei la storia, la mia come di Tutti, fosse una raccolta di racconti brevi, ognuno con un inizio ed una conclusione. Per tenere viva la speranza di ricominciare, e per continuità non finire mai. Non voglio dimenticare i giorni che ho vissuto. Sarebbe come gettarli via, nello stesso modo in cui spazzo via, dimenticandoli, i foglietti del calendario. Non voglio dimenticare ciò che ho provato nè intendo sprecare il bene, la ricchezza di questi ultimi anni. Desidero che essa aumenti e così m'impegno senza sentirne il peso.

sabato 30 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.75) (Smoke gets in your eyes)

Ma che cosa riesce a farmi da ricarica in quei minuti trascorsi in ospedale? Non mi piace essere spettatrice della sofferenza, mi faccio prendere dal pianto silenzioso, porto a casa parole e speranze. Comunque poi elaboro, e quel che resta è tesoro. Così comprendo che sono le storie che esulano dalla malattia, scorci di vita a darmi forza e motivazione. Ed è speranza anche questa per continuare a... Oggi ad esempio una storia così. Galeotta una sigaretta che fu di una strategia lo strumento Storia d'amore di altri tempi. Lo ascoltavo con curiosità e immaginavo la scena. Un giovanotto nota una ragazza che sta fumando, cosa non frequente per l'epoca, e decide che quella sarà Sua moglie. Come avvicinarla? Lui che non ha mai fumato compra un pacchetto di sigarette di una nota marca. Bianco, rosso e blu sono i colori della scatola, e questi stessi saranno predominanti sul Suo abbigliamento, scarpe incluse. Poi avvicina la ragazza... - Posso offrirle una sigaretta? - Perché no...? E insieme poi si avviano verso un bar per l'aperitivo. Lui finge di fumare, e Lei non se ne accorge o forse non se ne cura, tanto è colpita dalla tecnica d'approccio di quell'aitante ragazzo. Si avviarono per qualcosa da bere, e da quel giorno sono ormai 47 anni, non si sono mai più lasciati. Tutto passa, ci si rialza e restano i ricordi. Perchè la vita non smette mai di stupire e l'uomo che non è mai stanco di stupirsi per questo va avanti, e sfida la vita stessa.

TAGLI E RITAGLI (n.74) (Esercizio di fine anno)

Siamo alla fine dell'anno, tempo di bilanci, ma pure di desideri e progetti. L'occasione giusta per parlarne in condivisione. Questo il senso dell' "esercizio" proposto oggi. Niente di speciale, qualcosa di assolutamente normale. Ad esempio io con tutto il Cuore non vedo l'ora che mi si consideri normale. Normale come persona, normali le mie attività come i pensieri. Normalità. Una parola che può dire tutto o niente. Può riferirsi alla quotidianità comune, quella che scorre via senza scossoni, ma pure al suo contrario, quando l'esistenza viene sconvolta da un'esperienza estrema che si dilunga nel tempo, può essere per poco o addirittura per sempre. Allora per necessità diventa normale l'eccezione, lo straordinario... l'anormale. Respirare... cosa normale ma non scontata, se respiro ci sono, vivo. Va tutto bene... tutto normale. Normalità. Come un vestito su misura, che per uno strappo si rattoppa, l'allarghi o lo stringi secondo il caso, ma c'è ed è tuo. Normalità, la senti ogni giorno, l'avverti già quando apri gli occhi al mattino, nel silenzio della vita che riprende piano. Ed è la consapevolezza che giorno per giorno, saranno tanti i giorni così. Quotidianità che rassicura, comunque.

venerdì 29 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.73) (Passata è la festa)

Domenica, lunedì e martedì. Tre giorni trascorsi, elaborati e metabolizzati. Le giornate tanto attese son volate, ognuno le ha vissute a proprio modo, e solo dopo qualche tempo forse si chiederà se ne ha compreso il senso. Natale è... vivere il momento, perché il Tempo si ferma, la memoria richiama l'antico e di questo, sfoltito l'inutile e vano resta l'essenziale. Io penso al Natale dei "miei figli bambini", pieno di doni, ricco di giocattoli di ultima generazione. Il loro papà li copriva di regali, forse per compensare la Sua poca presenza e poi in quei giorni di festa li amava, li amava come non mai, forse per compensare il tempo perso che non bastava mai. E ancora... al "mio Natale di bambina", dimesso... anni '50, la guerra dopo tutto non era da molto finita e bastava una bambola fatta con un tovagliolo, tanto simile ad una suora in preghiera a far felice le bimbe come me. Poi mi piaceva tanto leggere e così per Natale non mancava mai sotto l'albero scheletrito un bel libro, il libro "Cuore"ad esempio, raccolta di buoni sentimenti e grandi ideali. Chissà se si legge ancora un libro così!? Tanto è cambiato da allora, i gusti, le mode... i sentimenti stessi. E il Natale? Quello no... resterà lo stesso finché conserveremo il Cuore di "figli bambini". Passata la festa, la casa dorme silenziosa. Il tacere fa compagnia alla solitudine.

giovedì 28 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.72) (Regali di Natale)

Sto per scrivere poche righe, perché è questa l'ora che mi ispira, il silenzio è amico e quel che la Mente trasmette al Cuore e viceversa, poi voglio portarlo con me nei sogni. I doni di questa giornata, e tanto insperato affetto... Oggi ho voluto farmi dei regali, nulla di materiale, perché passato l'entusiasmo del momento, finisce sempre uguale, si ripone tutto quanto e lo si scorda pure. Ho regalato a me stessa dei ricordi, legati a persone che ho incontrato, e hanno donato tenerezza, dignità, bontà. Dovessi citarle tutte non basterebbe lo spazio, quindi solo qualcuno... Un presepe di biscotto sotto Natale. Un micio bianco e una gondola nei ricordi. Un'orchidea in un bicchiere. Un paio di occhi tristi per paura. Molti volti e un nome solo per tutte, Anna, per non farsi dimenticare.

martedì 26 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.71) (Miracolo a Natale)

È Natale, e forse a più di uno manca un "Cuore leggero". Sembra quasi una prova da sforzo, in questo periodo cadono le tegole più grosse e non per la neve... diventano gravi i fardelli già in partenza pesanti. Così si smorza l'allegria, ché all'improvviso pare inadeguata anche a Natale. Poi ci si guarda intorno e dall'osservazione attenta di ogni singolo volto si comprende che non ci si può tirar indietro, e si tenta per la serenità almeno qualche giorno. La Vita ama scrivere tra le righe di una storia con l'inchiostro simpatico, che solo il pianto fa visibile, però questo Natale perché fioriscano sorrisi, come dono ecco un racconto in versi che fa pensare. I miracoli esistono anche se paiono solo favole belle. ❤ UN TOCCO D'ARGENTO Scese una stella sul Cuore di Chi si credeva deluso e inaridito. Lo illuminò prima in un punto dal profondo poi lentamente, tutto. E il giorno fu, e si sentì diverso e guardò il mondo pure con occhi diversi. La Novena del Natale in Primavera per trattenere il tempo che fuggiva, e il Bimbo nella cesta sempre su quel tavolo. Per dargli un bacio, ché la notte non facesse più paura. E il giorno fu, e di quel piedino una piccola scheggia, finita chissà dove... aveva lasciato il segno. Un bacio su quel Cuore deluso, ma non più inaridito. M.R. Buon Natale a Tutti! 🌜🌟🌛🌟🌜🌟🌛

TAGLI E RITAGLI (n.70) (Seguendo ancora e sempre la Stella)

Un po' tanti pensieri per questo Natale, non tutti negativi ma decisamente troppi. Soprattutto ricordi, dalla mia recente storia, poi indietro a quella antica, infanzia, adolescenza, giovinezza. Ogni anno è così. E intanto si contano le sedie vuote, e si spera in culle future. Gli anni sono abbastanza per far bilanci, e sufficienti per piccoli progetti e grandi sogni. E ci penso, sono proprio questi i giorni giusti per pensare a ciò che ho E apprezzare, ed essere grata, e non dimenticare. Il 23 dicembre 2009, faceva la sua prepotente, invasiva comparsa, il "mio tumore", mio e di nessun altro, e del resto non avrei mai voluto fosse di altri. Meglio a me, ho detto sempre... e adesso che ne so di storie, ne sono fortemente convinta... meglio a me. Stasera sono stata sintetica. Quasi tutta la mia vita in poche righe, suscettibili ovviamente di aggiornamento, perché ci credo e spero mettere insieme ancora giorni come questi. E infine un invito generale. Domani è la Vigilia, cerchiamo di mettere insieme "più animi" sereni... proviamoci, e qualcosa già di buono sarà.

domenica 24 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.69) (Una dolce abitudine)

Ne compresi il valore quando mi ammalai e mi prese la voglia di ripeterlo a tutti. Ti Voglio Bene. Ed implicitamente era una richiesta d'aiuto, che fatta in quel modo fu sempre accolta. Da allora in poi non ho più remore. Ti Voglio bene, sempre e comunque. Per Chi invece ha qualche difficoltà, credo sia questa l'occasione giusta, il Natale per pensarci. Alle parole che si vorrebbero sentire e non si dicono. Perché non ripetersi più spesso... Ti Voglio Bene? Serve, fa sentire protetti ed amati, sempre e nonostante, assolutamente e a prescindere. Non basta avere nelle vene lo stesso sangue, occorre riprendere quella dolce abitudine che apre la strada alla comprensione reciproca. Non si può rinunciare, si cerca e si tenta... non è una "zuccherosa" perdita di tempo. Bastano due secondi, come respirare. Una volta e poi ancora... Ti Voglio Bene. Pure se vuoi andare. Col passare degli anni poi, il bisogno di vicinanza aumenta, si cercano così presenze per una reciprocità che rassicura.

TAGLI E RITAGLI (n.68) (In rinascita)

I piccoli doni, i cioccolatini, la campanella. L'albero di Natale ed il presepe. Un'atmosfera che sa di famiglia e caloroso affetto. La mattinata è trascorsa così, tra sorrisi e speranze condivise. Chi non passa per quelle stanze, non attraversa quel corridoio, non si ferma nell'attigua sala d'attesa, non potrà mai emozionarsi come Noi che siamo lì per scelta. Ed io ggi mi sono molto molto emozionata. A parte il piacere di donare, condiviso con le colleghe volontarie, ho provato l'intima gioia di rivivere la rinascita. Si può rinascere più volte e in più occasioni, però la rinascita dopo il tumore è qualcosa di unico e prezioso. Due pazienti che non incontravo da un po' erano nella stessa stanza. L'ultima volta indossavano ancora il turbante, oggi erano coi "capelli in rinascita", bianchi la prima, sale e pepe l'altra. Si mostravano fiere e contente. Per loro tutto procede bene, e non vedono l'ora di suonare la nostra campana. Non si tingeranno più perché... perché finalmente hanno il colore desiderato da sempre. Una Mente in rinascita diventa "preziosa", sempre entusiasta e attiva per pensieri pensati, utili anche all'economia generale della Vita. È tutto nella mente. Ed è magnifico per rianimare coraggio. È tutto nella mente, e tante volte... forse sempre... vediamo quello "crediamo" di vedere, arrivando per assurdo a negare la realtà o a trasformarla per capriccio o falsa opinione. "La mente ha tutto il tempo che vuole"... di questo conviene convincersi presto, e il tempo stesso ripagherà degli inganni della mente.

sabato 23 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.67) (Preziosa Speranza)

Quanti anni sono che scrivo con continuità? Molti di certo. Tutte le sere per continuare a crederci. Ma i giorni non sono uguali così al termine di alcuni sono sgonfia come un palloncino ma pure irritabile. I pensieri non mancano, le parole sono poche ed anche inadeguate, così stasera ho deciso di rifugiarmi in una mia pagina antica... Tratta di fiocchi, di oro o d'argento, porta serenità senza pretese. "Diciamo che dei fiocchi è produzione continua. Tra incontri e turni in reparto non bastano mai, così un giorno si e l'altro pure sono alla scrivania a scrivere, ritagliare e infiocchettare. E i nastri li cerco vivaci ché colorino i giorni che saranno, e le frasi piuttosto positive ché siano di motivazione e incoraggiamento, anche se non lo sono le giornate, a volte rabberciate e rigenerate con gran fatica. Ora che è quasi Natale i miei fiocchi si sono vestiti a festa, d'oro e d'argento, ugualmente preziosi, perché meditati e preparati con cura. Chi non li conosceva sia pure nell'altra versione si è mostrato incuriosito, un tantino dubbioso, poi ha sorriso... - Devo qualcosa? - Assolutamente no. La speranza non si vende né si compra, è dono gratuito dell'Amore che ci crede e non cede"

venerdì 22 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.66) (La Vita per tanti giri di giostra)

È un'immagine ricorrente quando si parla della vita, soprattutto in certe situazioni. Non è monotona mai, presenta alti e bassi, dipende da Noi come affrontarla. Con curiosità e coraggio, oppure subendo ogni scossone. Così... metti la giostra di un tempo, quella coi cavalli ad esempio, e immagina di salirvi su. Guardi intorno e finché è ferma gli occhi sostano su ciò che è davanti, poi in movimento è la realtà circostante a girare e i cavallini ad andare su e giù, giù e su... Non è forse tutta la Vita un po' così? Su e giù... con pause intermedie per prendere respiro e riflettere. Comunque il buono sempre c'è, magari nascosto dietro un evento diventa pure opportunità per colmare un vuoto o ricucire uno strappo là dove la trama fu logora e sciupata. Riflessione condivisa stamane con un paziente da sempre giostraio, ora in pensione ma felice di esserlo stato, nonostante ostacoli e difficoltà. Mi piace tanto ascoltare, ritenere ed illustrare stralci di storie, brani di vita vissuta. Metafore ed immagini si alternano a fissare ricordi ed anche progetti a breve scadenza. Stavolta ho parlato della giostra. Un'immagine che ritengo poetica, d'altri tempi, ma che conserva un fascino speciale.

giovedì 21 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.65) (Giorni fragili)

Sono per me questi, giorni... fragili, perché maggiore è la pressione dei ricordi. Un particolare e una lacrima, che poi diventa un fiume in piena se solo qualcuno mi chiede... Che c'è? Niente... E in quel momento, la mia fragilità diventa gentilezza... "Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza, lo sforzo, la perdita e hanno trovato la loro via per uscire dal buio. Queste persone hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore. Le persone belle non capitano semplicemente, si sono formate". - Elisabeth Kübler-Ross - ... perché avverto il bisogno di un appoggio, perché se fossi sgarbata mi sentirei peggio e per giunta sola. Riflettiamo. Essere gentili fa bene prima a se stessi. Se ne avvale la salute del fegato, si controlla la pressione arteriosa. Siate gentili... siamo gentili. Non pensiamo se valga la pena o meno, piuttosto alleniamoci ad esserlo, gentili. È importante interessarsi sinceramente della gente ed essere gentili con essa. Nella vita la gentilezza è tutto, se la ricevi e altrettanto se ne fai dono. Insomma, ad essere gentili guadagnano tutti, e allora... che costa? Quando tutto cominciò presi ad accorgermi che la gentilezza è proprio un dono di quelli più importanti che "aggiustano" una vita mentre sta crollando o aiutano a trovare il verso giusto per la lettura di un foglio lungamente alla rovescia.

martedì 19 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.64) (La gioia del Natale)

A Natale dovrebbe esserci solo gioia, ma si sa, qualche conflitto non cessa, le preoccupazioni non mancano mai, senza contare le malattie che non conoscono ferie. E allora...? La si cerca ostinatamente un po' di gioia, magari ad un concerto di Natale a scopo benefico, "Christmas ANT" ad esempio, un evento per raccogliere fondi a favore dell'assistenza domiciliare per i malati di tumore. E stasera al Christmas ANT sono stata, e la magia non è mancata. Tutto non era perfetto, qualche disguido ha reso lo spettacolo più autentico e vero, e il rosso, colore della passione e della speranza, è esploso in tutta la sua vivacità. Che altro aggiungere...? Ah... tenerissima pure la favola letta all'inizio da Antonello D'Ellera... L'ALBERO DI NATALE La vigilia di Natale, nel tardo pomeriggio, Babbo Natale camminava nel bosco col suo sacco in spalla, tutto nervoso… Tra poco sarebbe dovuto partire con la sua slitta per portare i doni ai bambini di tutto il mondo, ma un pensiero lo tormentava. Rifletteva su come lo spirito del Natale fosse cambiato negli ultimi anni. Certo, i bambini erano felici di ricevere giocattoli e dolci, ma lui avrebbe voluto che cantassero e ballassero con le loro famiglie per festeggiare il Natale, cosa che purtroppo ormai accadeva sempre più raramente. Avrebbe voluto riportare di nuovo tutta questa gioia ai bambini, ma non gli era venuta nessuna bella idea. “Adesso ne parlerò con il mio aiutante Gimpy.” pensò. “Dobbiamo incontrarci per organizzare la distribuzione dei regali, magari insieme riusciamo a trovare una soluzione anche per questa cosa.” Gimpy stava già aspettando Babbo Natale nella casetta in mezzo al bosco da dove partivano tutti i regali. Appena vide Babbo Natale gli corse incontro, ma si fermò, vedendolo così cupo. – Cosa succede, Babbo Natale? Non sei pronto per andare a portare i regali ai bambini?- – Non lo so – rispose Babbo Natale. – Quest’anno mi sento tanto stanco, forse è successo qualcosa che mi ha fatto perdere l’entusiasmo. Cibo e giocattoli vanno bene, ma bisognerebbe trovare un’idea nuova per rendere davvero felici le persone, per farle di nuovo cantare e ridere di gioia… – Ci avevo pensato anch’io sai, ma non è così facile – disse Gimpy pensieroso. – Lo so – continuò Babbo Natale, – E io ormai sono troppo vecchio. A forza di pensare ad inventare qualcosa, mi è perfino venuto mal di testa. Se si va avanti così, rischiamo che il Natale diventi una festa come tutte le altre, e questo mi renderebbe davvero molto triste. Nel frattempo era arrivata la sera. La luna ormai saliva in cielo e il tempo iniziava a stringere, perciò decisero di fare una passeggiata: camminare nel bosco li avrebbe forse aiutati a trovare un po’ di ispirazione. Cammina cammina, giunsero ad una grande radura circondata da piccoli e grandi abeti. Era un posto bellissimo. La neve brillava sui rami degli alberi e, sotto la luce della luna, sembrava fatta d’argento. Gli abeti scuri per la notte e bianchi per la neve formavano un paesaggio incantato. Rimasero però colpiti da un abete in particolare: aveva dei ghiaccioli che penzolavano dalla punta dei rami e che scintillavano per i riflessi di luce. Non avevano mai visto niente di simile. Gimpy si avvicinò a quell’abete ed esclamò: – Che meraviglia! Babbo Natale, non è bellissimo quest’albero? – Sì, davvero… – rispose Babbo Natale. Erano lì incantati a guardarlo, quando Gimpy all’improvviso disse – Dammi delle mele! – Mele? – chiese meravigliato Babbo Natale – Su, veloce, ho avuto un’idea. Dobbiamo legarle con delle cordicelle in modo da poterle appendere all’abete. Babbo Natale era molto perplesso, ma iniziò a cercare nel suo grande sacco e trovò sia delle mele che un po’ di corda. Fabbricò dei piccoli lacci con la corda e, dopo averci legato le mele, le diede a Gimpy. L’elfo le prese, le lucidò bene fino a farle diventare di un rosso acceso e le appese all’albero. Quando finì sorrise soddisfatto. – Già che ci siamo, attacchiamoci anche delle noci – continuò Gimpy. Babbo Natale era sempre più confuso, non riusciva a capire dove l’elfo volesse andare a parare. Ma lo vedeva così deciso che non replicò. Gimpy sfregò le noci su un panno speciale che portava sempre con sé, così da farle diventare dorate. Quando ebbero finito, Gimpy chiese ancora: – Per caso nel tuo sacco hai delle luci, Babbo Natale? – Purtroppo no, ma ho delle candeline, e dei fiammiferi per accenderle. – Perfetto! – gridò Gimpy con gioia. Così presero anche tutte le candeline e le misero sui rami dell’abete e sulla sua cima. Poi le accesero. Lo spettacolo era meraviglioso. Nel buio, questo piccolo albero brillava come una stella, le mele mandavano riflessi rossi e le noci lo facevano splendere come se fosse d’oro. Gimpy batteva le mani e rideva felice, mentre Babbo Natale non era più arrabbiato. Gimpy, serio ma felice, guardò Babbo Natale e disse – Ora portiamo l’albero giù in paese così com’è. Così fecero. Giunsero in paese a notte fonda, quando tutti ancora dormivano. Gimpy indicò la porta della casa più povera del villaggio, la aprì piano e aiutò Babbo Natale a portare dentro l’abete. Lo sistemarono in mezzo al salotto e Babbo Natale ci lasciò sotto anche un sacco di belle cose: dolci, giochi, mele e noci. Poi, sempre in silenzio, andarono via. La mattina dopo, il più piccolo dei bambini che abitavano in quella casa si alzò per primo e, come sempre, andò in salotto. Immaginate quanto grande fu lo stupore nel vedere lo spettacolo dell’albero addobbato! Corse subito a svegliare mamma, papà e i fratelli, e tutti, sbalorditi per quella meravigliosa sorpresa, cominciarono a ballare e cantare intorno all’albero tenendosi per mano. La gioia era talmente grande che non guardarono nemmeno i regali: l’albero era il vero dono per tutti. I vicini, sentendo tutto quel cantare, corsero a vedere e a poco a poco tutto il paese si riversò in quella casa. Rimasero tutti incantati e volevano tutti un abete così in casa loro! Andarono nel bosco a prendere un abete e lo addobbarono con mele, noci e luci, proprio come quello fatto da Babbo Natale e Gimpy. Quando fu sera, in ogni casa si poteva vedere brillare un albero e si potevano sentire canti di Natale. Nel giro di pochi anni tutte le famiglie del mondo iniziarono ad addobbare un abete per Natale. Ma la cosa più importante era che Babbo Natale era riuscito a rendere unica e indimenticabile la festa del Natale.

TAGLI E RITAGLI (n.63) (Quando Natale dovrebbe essere solo gioia)

Le malattie in ferie, le preoccupazioni chiuse a chiave in un cassetto, solo sorrisi a far bella mostra di sé come vestiti nuovi nel giorno della festa. E invece pare che tutto si raccolga in tali momenti, e mentre alcuni sono in falso affanno per preparare, comprare, regalare, altri hanno l'affanno vero, autentico di Chi stenta a respirare. E si ricorda il "tempo antico" quando era un Natale normale. Bisogna comprendere, fa veramente male, si soffre di più quando la propria condizione stride con la realtà circostante. Eppure la festa, il Natale in particolare, deve essere il momento della "risalita", anche se per poco, pure se dopo Capodanno tutto tornerà come prima. Nulla è del tutto negativo. Quando l'animo è preso dall'Essenziale, coglie l'attimo e la bellezza semplice che ne costituisce l'essenza. "Sono seduta sulla poltrona. Mi accarezzano piacevolmente alcuni raggi di sole. Un'atmosfera calma, limpida, tutto è magicamente fermo, oserei dire incantevole. Gli alberi della piazza stiracchiano i loro rami al confortevole calore degli ultimi raggi di sole. Ogni tanto l'aria viene rigata dal fumo dei camini, quasi a sembrare un pentagramma musicale. Il paese si veste a festa: le luminarie di Natale! C'è fermento nell'aria, nel cielo, nei visi della gente. Fermento per un grande evento: la nascita del bambinello!" Lucia S.

domenica 17 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.62) (Finché Natale è, Speranza c'è)

Circondarsi di persone positive, fare pensieri positivi, vedere il lato positivo di ogni cosa. Questo pure quando tutto rema contro. È strategia di sopravvivenza, dovrebbe essere la "regola base" dell'esistenza. Ed è così che in una storia triste si può trovare sempre motivazione e varco alla Speranza. Ogni due settimane incontro una paziente. Quando l'ho conosciuta era molto molto sfiduciata, adesso la situazione dal punto di vista della malattia è migliorata ma ugualmente dice di non riuscire a vedere il Suo futuro. Ieri non avevo più parole per rassicurarla, convincerla che per tutti, proprio tutti è da vivere pienamente solo il presente. Poi non so se per caso o aiuto divino ho notato la copertina che aveva portato da casa. Bianca, arricchita in ogni punto dalla scritta, "Merry Christmas". Vedi... le ho detto... pensi e dici che per te speranza non c'è, però almeno di un minimo ne sei custode in fondo al cuore. Perché se così non fosse, avresti portato con te la prima copertina sottomano, non certo questa "a tema", Infatti per Te, come per me, per tutti è Natale. E finché Natale è, speranza c'è. Ha sorriso, e poi continuato a raccontare il Suo Natale.

sabato 16 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n 61) (Come intorno all'albero di Natale - parte seconda)

Si continua in... condivisione "Gioiose stelle limpide e brillanti rallegrano il firmamento. Tutta la terra è un canto di festa. Tra sorrisi, danze e musiche l'anima si appresta al grande Incontro e si illumina di Fede Immensa, Speranza, Pace e Bene. Questo è l'Amore che nasce ogni volta che consentiamo al Signor Gesù di entrare nei nostri cuori pieni di emozioni subdole, ombrose e laceranti. È Natale! Tutto trema, tutto brilla, tutto cambia, tutto si trasforma, tutto è... Amore!" Un inno di gioia questi versi di Sabrina S. Rappresentazione perfetta dell'evento che cambiò il corso della Storia, pare trovarsi davanti al presente, o addirittura esserne uno dei personaggi. Il pastore dormiente Benino ad esempio, tra Cielo e terra a viverne il sogno. A conclusione la poesia proposta da Liliana C. Un classico, che un tempo tutti hanno imparato a memoria, per intero o almeno qualche strofa. LA NOTTE SANTA - Guido Gozzano - - Consolati, Maria, del tuo pellegrinare! Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei. Presso quell'osteria potremo riposare, ché troppo stanco sono e troppo stanca sei. Il campanile scocca lentamente le sei. - Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio? Un po' di posto per me e per Giuseppe? - Signori, ce ne duole: è notte di prodigio; son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe Il campanile scocca lentamente le sette. - Oste del Moro, avete un rifugio per noi? Mia moglie più non regge ed io son così rotto! - Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi: Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto. Il campanile scocca lentamente le otto. - O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno avete per dormire? Non ci mandate altrove! - S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove. Il campanile scocca lentamente le nove. - Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella! Pensate in quale stato e quanta strada feci! - Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella. Son negromanti, magi persiani, egizi, greci... Il campanile scocca lentamente le dieci. - Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname? Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente? L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame non amo la miscela dell'alta e bassa gente. Il campanile scocca le undici lentamente. La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due? - Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta! Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue... Maria già trascolora, divinamente affranta... Il campanile scocca La Mezzanotte Santa. È nato! Alleluja! Alleluja! È nato il Sovrano Bambino. La notte, che già fu sì buia, risplende d'un astro divino. Orsù, cornamuse, più gaje suonate; squillate, campane! Venite, pastori e massaie, o genti vicine e lontane! Non sete, non molli tappeti, ma, come nei libri hanno detto da quattro mill'anni i Profeti, un poco di paglia ha per letto. Per quattro mill'anni s'attese quest'ora su tutte le ore. È nato! È nato il Signore! È nato nel nostro paese! Risplende d'un astro divino La notte che già fu sì buia. È nato il Sovrano Bambino. È nato! Alleluja! Alleluja! Un pomeriggio insieme, una bellissima occasione per ritrovarsi in leggerezza e libertà, per esprimere pienamente il proprio sentire, ricordare e impegnarsi per l'immediato futuro. Abbiamo fatto programmi ma non escluso la flessibilità. Assicurato la presenza, ma sempre con l'aiuto di Dio. Unica certezza, credere in ciò che facciamo, significa che quando siamo presi nel servizio dell'Altro, quello che ci riguarda passerà in secondo piano.

venerdì 15 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.61) (Come intorno all'albero di Natale - parte prima)

In armonia e col Cuore colmo di buoni sentimenti ci siamo ritrovati per quest'ultimo incontro GAMA prima delle festività. Giorno di Santa Lucia, occasione giusta anche per festeggiare Chi onora il nome della Santa e ricordare la "Nostra Lucia" che non è più. A tal proposito, seguendo l'invito a presentare versi natalizi propri o d'autore, ben accetta è stata una "semplice emozione" di Lucia... "Isolata nella mia camera... in un tranquillo pomeriggio di dicembre Dico tra me: fra qualche settimana è Natale!!! ... le luci, i presepi, gli alberi, la corsa sfrenata ai regali... ... sento il profumo dell'infanzia ormai passata: il grembiule, il fiocco sciolto, la gomma per cancellare e i colori da temperare... La poesia di Gesù bambino da imparare e la recita da ricordare... E poi e poi le vacanze di natale... ...panettoni, cartellate e tanto zucchero da spolverare... Quanta magia , Quanto calore, tutto si svolgeva in un clima di fervido amore!" La Sua gioia nel ricordare l'evento che cambiò la storia dell'Umanità. La serenità dai particolari nei ricordi dell'infanzia, rifugio sicuro nei tanti momenti difficili della Sua breve esistenza. Rosaria U. ha proposto alcuni suoi versi da lei definiti come breve frase, però molto musicali e densi di significato... "Lievi pensieri, dolci sensazioni , profumo di pace si sollevano a coprire il cielo come scudo . Il Natale scende : pioggia a coprire le lacrime… a trasformarle in perle preziose". A seguire la breve poesia proposta dalla Nostra presidente, Raffaella F. "A NATALE" A Natale tra le luci scintillanti si vedono Allegre mani festanti Mani generose per donare Mani gentili per aiutare Mani grandi per sostenere Mani amorevoli per accarezzare." - Rita Sabatini - Una lirica che rappresenta pienamente ciò che è l'intento di ogni volontario GAMA. Aiutare, sostenere, accarezzare. Con umiltà, senza alcuna supponenza. (continua)

giovedì 14 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.60) (Ovunque sei, se spirito giusto c'è, Babbo Natale trovi)

A volte, quando ci penso, la storia mia sembra una fiaba bella, fin dall'inizio, quel freddo Natale e continuando di Natale in Natale. Tra alti e bassi, dal buio alla luce è sempre in questo periodo che mi arricchisco di nuova consapevolezza, e conoscenze che vivono comunque la trepida attesa e la dolcezza dei giorni di dicembre. Non me lo chiedono più per fortuna... chi te lo fa fare? Però se qualcuno azzardasse ancora, risponderei... i sorrisi che accolgono, le storie che segnano, le cicatrici nascoste. E poi quando si approssimano le feste parlare di abeti e presepi, e... come è accaduto stamattina, incontrare una lunga barba bianca... Perché, diciamolo pure, quando c'è lo spirito giusto che accomoda la mente, la situazione più scomoda e le preoccupazioni che ne conseguono si ridimensionano. Da qui conversazioni serene, ricordi illustrati, sorrisi ed anche qualche risata. Pare tornar bambini, e l'infanzia, si sa, resta sempre quell'oasi felice, il rifugio sicuro. Ma non sarai mica Babbo Natale in ricognizione? Magari...perché sono fornito per esserlo, ma quest'anno credo dovrò fermarmi. Sarà una delusione per i piccoli della famiglia, perché non potranno dire, strattonata la barba... allora si! Sei davvero babbo Natale. Solo che in edizione speciale.

TAGLI E RITAGLI (n. 59) (Perché sono una volontaria?)

Me l'ha suggerito la Vita, poi ha ribadito il concetto, ed io prima ho provato e poi definitivamente le ho dato ascolto. Ogni tanto mi fa intendere tra le righe... "Ricorda da dove sei partita". Sospesa... strattonata indietro e lanciata lontano, come brecciolina da una fionda. Sono fatta così, ormai mi si conosce, quattro parole e subito diventano l'incipit per un racconto di ricordi. Rammento bene da dove son partita... ed era il tempo che le quattro pareti care e pur strette mi abbracciavano forte da togliermi il respiro. Ricordo pure come ho cominciato... con uno "spintone" e una "caduta", e tanto dolore e molta fatica per rialzarmi. Perché non avrei mai voluto restare a terra, con la mia debolezza palese e una fragilità incompresa. Ora sono in piedi, e così spero di restare a lungo, e non voglio dimenticare. Quest'ultima parte del mio passato farà da bussola che segna sempre il nord, dove non c'è calore e soprattutto soffre il Cuore... saprò così da dove partire ancora e poi ricominciare.

martedì 12 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.58) ( Delusione)

Quando in aria sono le feste bisogna andar guardinghi, ché qualcosa di non piacevole potrebbe accadere, una discussione accesa, un'uscita infelice dall'ordine delle cose. Chi crede nel rispetto della Persona, fatto di delicatezza, comprensione ed anche... perché no... di sopportazione, sbaglia del tutto? Io c'ho sempre creduto, sono i valori fondanti della mia condotta in ogni relazione, dalla semplice conoscenza alla più intima e profonda. Rispetto e penso di essere rispettata, lo davo per scontato, ovvio che così non è, per cui qualche delusione ci sta, però mi si spegne comunque qualcosa dentro, e temo. Temo di perdere pazienza ed equilibrio. Tremo al pensiero di ogni benché minima conseguenza. E poiché è inaccettabile per me, allora concludo che non è un problema mio. L'uso della parola è "virtù" concessa in dotazione, è importante non dimenticarlo, e occorre sia al massimo della bontà, così come il tono e la forma. Altrimenti il tutto diventa zavorra inutile, solo peso. Le parole inutili sono pure sofferte perché non vorresti pronunciarle, poi succede il contrario e il risultato è che fanno male prima a te stesso. Parole esagerate, rovesciate addosso per liberarsi di un peso. Parole trattenute a stento destinate ad essere un peso, portare ansia, rimuginio, farsi vittima. Ma quanto facili sono le parole giuste? Le parole giuste non sono facili, ma possibili. Nascono dal rispetto per Chi le ascolterà, sono quelle che in armonia coinvolgono, e non escludono. Pensiamo quindi all'Altro prima di "dedicargli" parole. In ogni caso.

lunedì 11 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.57) (Tempo di mandarini, presepi, e...)

Ho fatto la spesa e sistemato i mandarini in una fruttiera trasparente. Lo faccio sempre e mi piace guardarli. Stasera tra i tanti mi è tornato un ricordo. "Io non butto niente", perché questa era l'espressione ricorrente in ogni discorso. Lei non buttava via mai niente, e in questo... senza neanche rendersene conto... trovava la Sua motivazione di speranza. "Io non butto niente, conservo persino i noccioli di limone, mandarino e arancia. Poi nei vasi, coperti di terra. Mi chiedono... ma che te ne fai di piante che non danno frutto? A me piacciono, uso i semi e non li butto, e poi... quando vedo spuntare la piantina in germoglio... beh, mi sento davvero rinascere!" E così ogni volta che creava una pianta, viveva un breve momento di "onnipotenza" perché in un certo senso rinnovava la vita. Una volta mi disse che per Natale aveva in progetto un nuovo presepe. Non come al solito sul camino, ma su un alberello storto che aveva visto in campagna. Lo teneva d'occhio da tempo e non lo perdeva di vista, al momento giusto avrebbe mandato uno dei figli a prenderlo e solo allora i familiari avrebbero saputo che cosa intendeva fare. E in attesa di quel periodo di festa, intanto...? Continuava col ricamo e la maglia, l'uncinetto e il cucito. Giornate di intensa e frenetica attività. Questa era la Sua vita. Lei non buttava via niente, soprattutto il tempo concessole dal buon Dio. E nel concludere questi miei pensieri, sorrido, perché torna anche un ricordo lontano, quando bambina intorno ai nove anni mi venne il desiderio di guardarmi allo specchio con i seni. Avevo preso due mandarini e li avevo messi sotto la maglietta, mi era piaciuto così tanto vedermi come sarei stata "da grande". Ma tirando giù la maglietta uno dei "seni" era sfuggito al controllo e poi caduto miseramente, lasciandomi davanti allo specchio con uno sguardo fortemente deluso. Avevo raccolto il mandarino e riprovato ancora e il sorriso era ritornato ad illuminare il mio volto di bambina. Che dire... quasi una premonizione di quello che un giorno sarebbe stato.

TAGLI E RITAGLI (n.56) (L'armonia dei caratteri diversi)

Oggi... giorno dell'Immacolata, festa che apre ufficialmente il periodo natalizio, pure se già da un mese abeti e luci, oro e argento, rosso e blu hanno imposto di cambiare l'ottica delle cose. Avvento prima e festa dopo, si vuole tutti più buoni, solidali, comprensivi e accomodanti, quindi meglio anticipare. Sarà così, oppure no? È che ci lasciamo condizionare da accidenti ed incidenti, così che finiamo se non in panico, ché sarebbe troppo, almeno in panne e la gioia della festa va a guastarsi. Nulla di più sbagliato, considerando che i suddetti accadimenti in realtà costituiscono un non-problema A proposito, ho trovato una storia che ben si adatta come metafora ad essere di insegnamento per un'unione fraterna, perché ognuno pur nella sua diversità è utile all'economia di una piccola realtà in un grande universo. L' OCCHIO DEL FALEGNAME C’era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l’assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio. La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. - Dobbiamo espellere nostra sorella sega, perchè morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra. Un altro intervenne. - Non possiamo tenere fra noi nostra sorella pialla, ha un carattere tagliente e pignolo, da spellacchiare tutto quello che tocca. - Fratel martello... protestò un altro... ha un caratteraccio pesante e violento, lo definirei un picchiatore. E' urtante il suo modo di ribattere continuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo. - E i chiodi? Si può vivere con gente cosi pungente? Che se ne vadano! E anche lima e raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. E cacciamo anche cartavetro, la cui unica ragion d’essere sembra quella di graffiare il prossimo. La riunione fu bruscamente interrotta dall’arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al tavolo del lavoro. L’uomo prese un’asse e la segò con la sega mordace, la piallò con la pialla che spella tutto ciò che tocca, sorella ascia, sorella raspa e sorella cartavetro, entrarono in azione subito dopo. Il falegname prese poi i chiodi e il martello. Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che stava per nascere. Che dire, alla fine...? Non lasciamo che si perda lo spirito del Natale, il Bambino ha bisogno di sentirsi accolto nel calore e in armonia. Non pensiamo più a niente, perché Natale è... non pensarci più.

sabato 9 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.54) (Ancora sulla fragilità)

Non mi sono mai sentita empatica, però alcuni incontri e relative storie sono rimasti attaccati addosso, vissuti come seconda pelle. Ho sofferto... soffro per questo? Non saprei dire, perché l'iterata esperienza ha rafforzato la capacità di essere lucida e distaccata, però quando finalmente sono sola con me stessa, non faccio che pensare... pensarci, e spesso un'ombra scende a velare quel che sarà. Non lo nascondo, dopo ogni turno in reparto vado a casa con un forte carico emotivo. Sentendomi di una fragilità estrema, mi dico sempre... e io mi picco di aiutare gli Altri? Una volta incontrai un paziente che non volle condividere ad alta voce il Suo fiocco di tenerezza... Non ce la faccio a leggerlo, sono molto emotivo. È una mia fragilità. Allora lo lessi io, e lui si mostrò palesemente commosso. Le Nostre fragilità sembrano "note stonate", poi riflettiamo e un "motivo" che possa riportare comunque armonia lo troviamo. Siamo talmente fragili che a volte ci vergogniamo, eppure la Fragilità non è un limite... anzi può diventare una virtù. Anche il cristallo è fragile, ma per la trasparenza ha la capacità di accattivarsi la luce.

TAGLI E RITAGLI (n.55) (Il percorso della vita)

Quanto più l'epilogo di una storia è triste e doloroso tanto più lo è il vissuto che c'è alle spalle. Venirne a conoscenza spesso lascia senza parole con lo stupore di quanto sia sottile la linea che separa la realtà vera da quella "romanzata", come fosse la sceneggiatura di un film o addirittura di una fiction televisiva. Sono soprattutto i particolari, gli intrecci dei rapporti e delle situazioni che danno da pensare, ma come può essere vero?! Ho ascoltato e ascolto tante storie, ed ogni volta mi rendo conto di quanto io sia da sempre fortunata, e anche passare attraverso la malattia è stato per me come attraversare un cerchio di fuoco ed uscirne leggermente scottata. Più volte mi è capitato di sentire... "Ma perché hai scelto di continuare ad essere in ospedale?! Invece di dimenticare." Beh, forse è stata la Vita a scegliere me, perché non avevo capito abbastanza, avevo sempre da imparare. Come stamattina. "Madre grata, nonna e bisnonna. Tutto questo a 66 anni. È il percorso della vita. Che cosa si può avere di più? Il resto sarebbe solo contorno". "Col tempo, dopo aver detto tanti si... troppi, ho imparato a considerarmi di più. E oggi ho deciso di vivere, giorno dopo giorno, alla giornata. Comunque vivere." Sono gli stralci delle conversazioni con due pazienti. Sono tornata a casa col Cuore pieno e la mente affollata di pensieri. L'ansia di condivisione è come un'unica vita per tutti, tanto dolore che diventa più facile da vivere e sopportare perché partecipato e compreso da altri. Ora mi aspettano un po' di giorni di "riposo" che mi serviranno per metabolizzare le ultime sperienze e farne tesoro. Non si può disperdere al vento seme così prezioso. Vedrò di comprendere dove ho sbagliato perché si possono sempre commettere errori, anche involontariamente, mi correggerò. E non sarò mai abbastanza grata per ciò che in questi anni avrò ascoltato e imparato. Vivere. Ora vivo davvero.

giovedì 7 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.53) (Dai fiori kanzashi ai presepi da mostra)

Oggi sono capitata in una stanza di tutto rispetto, una "bella stanza", per dirla come l'ha definita l'infermiera... "C'è una fonte della resilienza: è nella tua mente, nei tuoi talenti, nella creatività che porti nella vita. Quando impari ad attingere a questa sorgente, avrai davvero sconfitto ciò che ti vorrebbe perdente". (cit.) Amo le citazioni, ne vado alla ricerca, spesso sintetizzano in modo diretto ed efficace un tema o un argomento. Oppure ne diventano l'introduzione per un discorso più articolato. Quindi dirò di fiori kanzashi e presepi da mostra. La Creatività. Quanto bene fa? A giudicare da certi esiti, risulta grandiosa terapia di supporto. Che altro dire...? Luisa preparò coi nastri colorati 120 fiori kanzashi, che facessero da segnaposto al ricevimento in occasione del matrimonio della figlia. E Rosa, artista purosangue, ha appena terminato un presepe di cinque metri. Condivisioni che hanno lasciato me senza parole, ma che sono state per le pazienti l'inizio di una lunga conversazione, fatta di suggerimenti, consigli, racconto di sé. Sono sufficienti pochi minuti per cogliere ed apprezzare lo sforzo creativo di qualcuno mai incontrato prima. Sarà per l'immediata sintonia che rende se non uguali, simili esseri umani a loro modo, e per bontà divina, speciali. Infine mi ci metto anch'io, dalla creatività così particolare. Perché, lo sapete... io scrivo e non sono mai stanca di farlo. Scrivo per condividere la vita, la mia che poi non è così diversa da quella altrui, coi momenti difficili, tra gioie, preoccupazioni, un dolore importante, una caduta e una rinascita. Scrivo bigliettini, simili a piccole pergamene. Il pensiero giusto al momento giusto, e chissà perché... vi assicuro, merito mio non è.

mercoledì 6 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.52) (Insieme possiamo farcela)

Un corso per operare in campo oncologico. Due associazioni insieme, "L'Albero della Vita" e GAMA, per la formazione di volontari che s'impegneranno ad essere accanto al paziente durante gli appuntamenti in ospedale oppure presso il domicilio a sostegno dell'intera famiglia. Egli aiuterà l'individuo e la famiglia a conservare un equilibrio psicologico, migliorando i processi di adattamento. Caratteristiche del Volontario saranno. Disponibilità, Altruismo, Gratuità. Le attitudini richieste per svolgere volontariato... slancio umanitario, equilibrio psicofisico, buona preparazione generale e "surplus" di energie e calore umano. Ovviamente non tutti i volontari copriranno lo stesso ruolo o saranno impiegati per la stessa finalità. Comunque ognuno cercherà di restare nel proprio ambito, senza sconfinare, invadendo campi che non gli competono. Un volontario dopo una seria formazione che lo porterà ad essere anche sufficientemente informato sui vari aspetti della patologia, i diritti dei pazienti, e i numerosi risvolti psicologici, sarà consapevole di evolvere mediante la propria esperienza, tollerante verso la frustrazione, sereno anche nelle situazioni difficili, presente nella compassione e condivisione pure di fronte all'impotenza. Infine... empatico ma distaccato, ovvero capace di farsi carico della sofferenza altrui restando lucido e presente a se stesso. Perché se così non fosse, sarebbe coinvolto a tal punto da fare danno generale, annullando il buon intento di partenza, mettendo a rischio pure in modo serio il proprio equilibrio. Bene riassume le definizioni di volontario una citazione di Albert Einstein... "Il Volontario è un portatore di aiuto che sa comunicare superando i limiti del linguaggio verbale , dimostrando disponibilità, accoglienza ed affetto".

martedì 5 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.51) (Fragile e consapevole e per sempre grata)

Aggiorno il mio diario della gratitudine, l'ho ripreso stasera, ora che si susseguono i vari
controlli per il follow up a febbraio. Che nesso c'è? Credo sia evidente, ci sono e m'impegno ad esserci ancora a lungo, poiché non è tutto merito mio, la gratitudine è d'obbligo. Scrivere due righe a conclusione di giornata permette a breve come a lungo termine di scoprire altro di sé. Nel bene imparare ad apprezzarsi, nei momenti meno felici metterci determinazione per migliorarsi. Si può riflettere ed essere grati a qualsiasi ora del giorno, magari prenderne nota e farne un resoconto a sera, per rilassarsi e sereni conciliarsi il sonno. Ringraziare col solo pensiero è momento per focalizzarlo su se stessi, cercando note che motivano in ogni periodo di particolare difficoltà. Ringraziare ad alta voce diventa lode alla Vita e coinvolge Chi sta accanto, contagiando di positività. Si deve essere grati sempre di ogni momento o situazione, perché è vita comunque, fatta di piccole gioie, desideri e sogni, non mancheranno prove e delusioni, ma tutto è fonte di "emozioni" cui sarà bene dare sempre un nome. Domani perciò, densitometria ossea, un esame piuttosto veloce. Si vedrà se la terapia funziona o meno, intanto ogni volta complice anche l'età, mi sento sempre più fragile sia pur consapevole, e sinceramente non so se questa cosa sia completamente un bene. Comunque per concludere, considerata l'ora tarda, fragile e consapevole sono, e sarò sempre grata. Per questo strapuntino di anni che vivo intensamente, che vivo a modo mio. "Alziamoci e ringraziamo, perché se non abbiamo imparato molto oggi, almeno abbiamo imparato poco, e se non abbiamo imparato poco, almeno non ci siamo ammalati, e se ci siamo ammalati, almeno non siamo morti; dunque, siamo tutti grati.” - Buddha -

lunedì 4 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.50) (Giorno dopo giorno aspettando Natale)

Non è proprio cosa da bambini, almeno non solo. La leggenda (ma anche la storia) narra che il Calendario dell’Avvento sia stato inventato in Germania all’inizio del Novecento. Nel paese europeo era già tradizione attendere il giorno di Natale aprendo ventiquattro pacchettini, ma fu soltanto nel 1908 che Gerhard Lang, un editore protestante, ebbe l’idea di realizzare un vero e proprio calendario dove le caselle erano rappresentate da piccole finestrelle che indicavano i giorni di attesa per il Natale. Dentro queste finestrelle si trovavano angioletti, Gesù e altre immagini da ritagliare o mettere insieme. Il calendario dell'Avvento quindi ha finestrelle da aprire fino al giorno di Natale. Quando i miei figli erano bambini, in questo periodo ce n'era sempre uno attaccato alla parete della loro cameretta. Ogni mattina si davano un gran da fare per aprire la finestra corrispondente al giorno, poi restavano per un po' a contemplare il soggetto che ne veniva fuori. Un piccolo sole... la luna... una stella, una mela... una pera... un mandarino. Un anno ne comperai uno con qualcosa in più. Le figure nascoste dietro le persiane non erano solo disegnate, erano veri giochini. Una bambola, una palla... un trenino... tutti grandi quanto un'unghia di bambino. Si divertivano tanto ad aprire le finestre del calendario, a prendere il giochino e a riporlo nella scatola vuota, tonda e trasparente dei formaggini. Dodici "cosine" a testa, per ognuno un piccolo tesoro. Ora che son grandi, il calendario dell'Avvento non lo compero più, e mi manca. Mi manca la trepida ansia dell'attesa, quel qualcosa in più che rende magica la festa. Per questo a modo mio, per Noi... insieme, ho pensato di condividere ogni giorno fino a Natale, un pensiero che riporta ad un incontro fatto in reparto, ad un mio ricordo personale, ad un progetto. Spero la cosa sia gradita a Tutti, e qualcuno possa seguire il mio esempio. Importante è lo scopo, essere insieme perché Natale sia sempre nel cuore di chi nutre la Speranza.

domenica 3 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.49) (Dicembre riporta Chi ti manca)

"E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio." - Tiziano Terzani - Ed ogni tanto mi capita di mettermi da parte, a pensare... ricordare. Soprattutto ora, ché siamo a Dicembre. Ci lasciamo dietro tanto, cerchiamo di fermare il tempo fissando immagini di volti, ricordando situazioni e luoghi. E il pensiero è così forte che cominciamo a vedere cuori dappertutto, e sentiamo brividi a pelle. A Dicembre, si sa... è Natale, la festa giusta per tornare indietro, rivivere quei ricordi che possono curare l'animo quando è stanco e ferito. Anche se sono trascorsi gli anni mia madre mi manca sempre tanto. Pure se la sento accanto mi sento privata della fisicità, della Sua voce, di quella risata contagiosa che faceva dimenticare ogni problema. Conforto per me è ritornare ogni tanto ad un sogno che feci. Ero disperata, nel sogno come nella realtà perchè non volevo staccarmi da Lei. La rivedevo com'era stata un tempo, indaffarata ed entusiasta anche delle piccole cose e incombenze quotidiane, così in quello che mai avrei definito un sogno tanto era verosimile alla realtà, stava preparandosi a partire e riempiva una valigia del necessario perchè... diceva... dove sarebbe andata non le serviva più di tanto. Io le stavo dietro, pregandola di non andar via... mi sarebbe mancata tanto... lo sapeva e allora come poteva lasciar tutto e tutti? All'improvviso aveva posato quelle sue poche cose e, seduta sulla seggiola che da sempre aveva in un angolo della cucina, aveva preso a dire... "Devo andare via, ma non preoccuparti... io continuerò a esserci. Quando mi vorrai, pensami intensamente ed io ti prenderò in braccio come quando eri piccola, e non ti lascerò per tutto il tempo che vorrai..." Mi svegliai di soprassalto e con gli occhi inumiditi... forse mi ero lasciata andare alle lacrime per quell'addio o per la felicità di non essere abbandonata nonostante le apparenze? Non so, restai molto colpita da quel sogno, tanto che nel tempo ho continuato a ripetere quelle parole a me stessa per renderle ancora più autentiche e non dimenticarle mai.

sabato 2 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n.48) (Pensando ad una mamma...)

Stamattina ho incontrato una mamma. Sono entrata nella stanza, lei aveva gli occhi socchiusi, Suo figlio era a testa bassa davanti alla finestra. Pareva triste. Mi sono ritrovata in pieno, coi miei ricordi, tredici anni fa... - Questo figlio, sta rivelando una sensibilità che non pensavo. - Forse devi sorridere un po' di più... - Lo so, ce la metto tutta. Devo farcela. I miei figli non meritano tanto dolore. Una madre sente forte il Suo "ruolo" anche quando dovrebbe pensare a se stessa, se è in difficoltà, se malata ha da raccogliere ogni energia per farcela, guai altrimenti... Una mamma è sempre nel mirino, e se non mantiene la consegna come deve, mostra cedimenti, fisime o s'impunta, immediatamente è allarme rosso... ma che succede!? Ha paura, tanta paura, non per se stessa, Lei sa gestire gli acciacchi come pure i dolori importanti. Sorride sempre per smorzarla, quella paura. E piange in silenzio, al buio magari, perché nessuno la veda. Nessuno considera che una mamma conosce bene i suoi doveri, mentre lascia nell'angolo più remoto i diritti. Pensa, ci sarà tempo e forse quel tempo non lo vedrà mai, però Lei se ne sarà fatta già una ragione.

venerdì 1 dicembre 2023

TAGLI E RITAGLI (n. 47) (L'equivoco)

Equivoco. Errore di valutazione o interpretazione. È questa la definizione letterale del termine. Per me l'equivoco è uno "scivolone" della comunicazione, una caduta di stile... Perché alla base di ogni rapporto c'è la comunicazione, purtroppo coi suoi "pro" e "contro". La comunicazione non dovrebbe avere limiti, permette di capirsi e favorisce l'arricchimento di più persone, ma tant'è che spesso e volentieri si scambino fischi per fiaschi e lucciole per lanterne. C'è poco impegno in verità, molta presunzione e scarsa pazienza, e poi ci si lamenta della mancanza di dialogo, ma se non si accetta l'Altro con le Sue opinioni o convinzioni che pretesa è? Quindi cala il silenzio o ancor peggio si arriva allo scontro. Personalmente so per certo di essere poco ferrata nella comunicazione verbale. Delle tante conquiste, la padronanza e la capacità di impormi sono ancora al di là dei miei sforzi. E il mio volto si rivela il classico libro aperto, non ho bisogno di parlare. E se pure amo conversare, molto meno mi piace discutere, eppure ho idee ed opinioni, e allora come comunico? Con la scrittura, ormai è noto, che ha pure i suoi limiti ma anche il prezioso dono dei "filtri". Si può dire di tutto ma nel modo giusto. Si può urlare in silenzio, e fare arrivare la propria voce lontano... lontanissima.