venerdì 31 dicembre 2021

AUGURI NON TANTO PER ...



Non so Voi, ma io se tra pensieri e ricordi ripercorro quest'anno non provo tristezza né rimpianto per il tempo che non torna più, ma piccata stizza per quel che è.
Per questo celebrerò a mezza voce tale fine, e accoglierò pacatamente il nuovo inizio, per non caricare di eccessiva responsabilità l'anno alle porte, che davvero potrebbe spaventarsi e combinare chissà quanti altri guai.
E poi non voglio nutrire troppe aspettative, quindi... cogliere il momento in ogni giorno, giorno dopo giorno, e così sia.
Un animo a metà, che non vuole disperare ma nemmeno illudersi, e comunque sente il dovere dell'ospitalità.
Il 2022 è dietro l'uscio, accogliamolo con la speranza, un po' ingenua e tanto fiduciosa che le cose prima o poi si aggiusteranno, e la consapevolezza che ognuno dovrà fare la Sua parte, non solo a tamponi e vaccini, ma cercando di capire alcuni valori fondamentali, con spirito critico, buon senso e infinito amore.
Che cosa augurarci allora...?
Per non strafare, io auguro solo un anno meglio combinato, ché questi ultimi due so' stati scombinati assai.
E Serenità... Concordia... Amore per Tutti.

IL GRANDE PROGETTO (n.54) (Solito bilancio di fine anno...?)


Si fa perché si deve, per archiviare in fretta e poi guardare avanti, però quest'anno 2021 è stato talmente una palude, che Tutti sono ancora impantanati tra mascherine e vaccini , gel e distanziamenti con nonnulla di fatto o al massimo esito incerto.
Ma per fortuna pure questo secondo anno di pandemia sta per concludersi.
Speranza e consapevolezza si confondono mentre si fa un bilancio che dice tutto e niente.
Nel Nostro piccolo possiamo dire che siamo andati avanti nonostante tutto.
Abbiamo gioito del poco rimasto, abbiamo sofferto e pianto per Chi ci ha lasciato.
E ricordando è spontanea una riflessione. Per qualcuno di loro fu una lunga malattia, pur consapevoli la speranza mai li abbandonò. Vissero ogni giorno centellinando gli spiccioli di un'esistenza intera.
È la vita come un bicchiere d'acqua. C'è chi ha solo quel bicchiere a disposizione e beve a piccoli sorsi, e se la gusta quell'acqua. Altri al contrario, la buttano giù in una volta sola perché ne hanno ancora, e poi magari si lamentano perché è rimasta sullo stomaco.
E per me quanta acqua c'è? Mi basta un bicchiere. Giusto quello per la sopravvivenza.
Mi è sufficiente arrivare ogni anno, senza sapere ancora per quanto, al 31 dicembre e ripetermi... beh, ci sono.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto

IL GRANDE PROGETTO (n. 53) (Il profumo del Cielo)


So bene che sembrerà incredibile, sono certa che non mi si crederà, ma devo ugualmente dirlo, oggi ho sentito il profumo del Cielo.

Così, all'improvviso, una piccola busta contenente delle foto ricordo ha preso a diffondere intorno un intenso profumo di fiori. Viole e gigli con un accenno di rose.

Stamane completamente inodore... e stasera quel profumo, proprio nel momento in cui ne prendevo una per non rischiare di rimanere senza.

Incontrarsi sotto casa. Uno squillo e sono scesa. Mi ha fatto strano non vederla venirmi incontro, accogliente sempre, anche solo con lo sguardo.

Ha una faccia simpatica... ha detto mia figlia guardandone la foto.

"Ha"... è giusto, perché un sorriso così non può andar via per sempre. È impossibile.

La statura morale di una persona si rivela pienamente quando questa viene a mancare. Nell'immediato e nel tempo, alle prime reazioni e al succedersi dei ricordi che prendono a scorrere.

Non si misura dalle lacrime, dalle frasi fatte ricorrenti. 

Si percepisce nell'aria, è profumo davvero, si nota negli sguardi lucidi di Chi ne parla. Dipende da quanto Amore si è donato.


giovedì 30 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.52) (Nel blu dipinto di blu)


Per me la notte ha in sé ogni sfumatura di blu, da quando è fonda fino all'alba e si mescola con il rosa.

Ed è a sera, quand'è quasi notte, che io mi incontro coi pensieri dell'intero giorno.

Comincio dal primo mattino a pensare. È una predisposizione naturale a intuizioni felici che regalano la sensazione di aver capito tutto, a seconda di situazione o problematica o momento.

Da sempre sono così... 

Mia madre, un tempo anche se ormai non ci faceva più caso, comunque mi stuzzicava e lo faceva nel Suo dialetto, quasi per sdrammatizzare quello che per Lei era un brutto "vizio" che mi rendeva "pesante".

E in effetti non è che ridessi poi molto, ero sempre così concentrata...

Dal mio atteggiamento e dalle considerazioni materne e non solo, venne fuori la "leggenda metropolitana" che io avessi un carattere pesante quanto un macigno, cosa di cui alla fine mi convinsi e che mi sono portata dietro fino a quando mi sono ammalata. Poi tutto è cambiato. Un po' alla volta all'inizio, in seguito sempre più rapidamente, tanto che continuo a non riconoscermi.

E che sono cambiati i pensieri. Non girano più intorno a me stessa. Perché sono uscita fuori da me stessa. 

Sono di cura ed accudimento, serena positività, speranza mai spenta. E poi non restano fermi lì nella mente, si evolvono e traducono, si fissano per essere condivisi.

E a sera, come stasera... sosto qui a pensare e scrivere senza arrovellarmi, perché chiusa non sono più in quell'angusto cerchio.

E quando finalmente è quasi notte, mi rifugio qua tra le righe che mi accolgono accomodanti e chiare...

Blu scuro, è il colore della notte dove si concentrano e si bloccano i nostri occhi, le orecchie, le parole, tutto quanto. 

- Banana Yashimoto -


... e poi rivolgo il pensiero altrove, dai ricordi a quel che sarà.

mercoledì 29 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.51) (Ma... è successo qualcosa?)



È la domanda che sento ripetere quando scrivo di getto e Cuore... ma è successo qualcosa?...poiché tra le righe abbastanza dispiacere e una punta di risentimento.

Da quando tutto cominciò non posso fare a meno della mia pagina quotidiana, a tarda ora, quando dentro e intorno è silenzio.

E sono contenta che all'esterno si percepisca quanto io sia vera nel bene come nel male.

Scrivere fa assai bene. È terapia.

Scrivere significa riconoscere le proprie emozioni e governarle.

La scrittura, ormai è noto, ha pure i suoi limiti ma anche il prezioso dono dei "filtri". 

Si può dire di tutto ma nel modo giusto, adeguato al proprio sentire senza il rischio di fare troppi danni, perché c'è sempre la possibilità di sgaiattolare per altre vie. E poi, vuoi mettere il vantaggio che nessuno ti parli sopra?

Con la scrittura si può urlare in silenzio, e fare arrivare la propria voce lontano... lontanissima.

Ed elaborare, e mettere fuori dolore e rabbia moderata, e far riflettere...

Io scrivo per tutto questo.

martedì 28 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.50) (Natale e poi...)



Il giorno dopo Natale è ancora festa, perché si realizzi il grande evento e se ne acquisisca la coscienza.

Si lascia alle spalle ciò che non serve, i torti subiti e il rimuginio, si ricicla il buono rimasto. 

I sentimenti si conservano tutti, restano così come sono, buoni e meno buoni.

I primi danno conforto al Cuore, gli altri donano la consapevolezza che permette di migliorarsi.

Lui ancora una volta è nato.

Che dice Gesù? 

Ho fatto bene a nascere di nuovo? Vale ancora la pena?

Il Mondo invecchia e per alcuni aspetti della saggezza propria degli anni nulla rispetta.

Eppure il memoriale si ripete anche per quell'unico e solo che, quale perla rara, ne fa tesoro.

Il Natale è niente altro che la festa della Vita, il venire di nuovo alla luce dopo il buio della coscienza. 

L' Attesa è stata la "gestazione" vissuta con trepidante gioia, tra preparativi ed aspettative. Buoni propositi da mettere in atto.

Poi finalmente, il "lieto evento". 

Il Bambino è nato ed è stravolta l'esistenza.

Cambia la vita, tutto ha più senso ma c'è pure Chi ne sente il peso, e per questo fa finta di niente e si trascina senza convinzione e solo per convenzione.

Per me, ogni anno che passa il peso è non aver compreso mai abbastanza. Sarà per questo che voglio e spero metterne insieme ancora molti. 

Pretenzioso...? Non saprei, visto che Natale è come fosse il primo giorno di vita.

lunedì 27 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.49) (A Natale puoi...)


Essere più buono, diventare migliore...vivere il pregiudizio con sano giudizio. Soprattutto questo.

Non è un gioco di parole. Giuro. Non l'ho rubato da nessuna parte. Assolutamente.

È pensiero conclusivo di una riflessione "a puntate", iniziata a caldo... pensa un po' e guarda caso... da quando questo virus ha preso a condizionare, separare, seminare disaccordo.

Il "pregiudizio" si può immaginare quale sia, il "sano giudizio" è il consiglio pratico di sicura riuscita, a patto che la decisione sia mossa da piena convinzione, prendere le distanze da qualsiasi altrui pensiero.

Non che sia facile, ma forse possibile è.

Lasciar scivolare di dosso l'indifferenza e il pregiudizio. Le preoccupazioni e i timori.

E così, senza pesanti fardelli avviarsi alla consapevolezza.

Questa non sarà mai abbastanza, a volte pure messa in dubbio, l'evento del Natale che si ripete però può darle la certezza sperata.

Il Figlio di Dio fu esposto a tanto, subì, patì ma confidò nel Padre.

Consapevole di non essere mai abbandonato.


Buon Natale ancora.

sabato 25 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.48) (Pelando patate e carote...)



Si può fare poesia anche pelando patate e carote, una mattina che è quasi Natale.

Senza voli pindarici né rime, ma tra ricordi e constatazioni.

Quante variazioni sul tema...

Eri bambina e quel giorno di dicembre valeva come una vita intera. 

Odore di fritto e profumo di cannella avvolgevano come carta dorata l'aspettativa del presente, un bacio dopo la letterina e il dono desiderato sotto l'albero di carta crespa e fil di ferro.

E da giovane mamma? Il tepore di una piccola vita, i sogni rosa, e un Natale che già riportava all'infanzia con la consapevolezza di tanta strada fatta, e il pretenzioso diritto di farne altrettanta e più.

E adesso che sei giunta a questo punto, tra esperienze e cicatrici, dolore e speranze disilluse, che cosa resta?

Essere mamma che aspetta e accoglie, ascolta e gioisce e a volte si rattrista.

Che poi resta a casa quando è festa per preparare quel calore che già fu suo, mentre ricorda il "good luck" da cui partì una storia, la propria e poi altre ancora.

Storie che capitano ogni giorno, di cui poco o niente sempre si sa, che insegnano a cogliere le belle sfumature, il profumo di Natale, tra bucce di patate e riccioli di carote.

IL GRANDE PROGETTO (n. 47) (E Vigilia sia...)


E pure arriva il giorno della Vigilia di Natale.

Quell'anno fu una vigilia diversa dalle altre. Tutto era un non senso. 

Le luminarie offuscate dalle lacrime furono stelle tristi in un cielo senza luna.

Le nenie natalizie, la colonna sonora di un inizio di storia vissuta malvolentieri.

Le persone a me care, comparse in un copione di falsa normalità.

Oggi non saprei, è tutto passato ma tanto è anche stravolto, cambiato... 

Avrei voluto ancora una volta fermare il tempo.

Andare incontro al Natale? Non me la sentivo, ma qualcosa che solo il mio cuore può interpretare, suggerisce che devo viverlo in qualche modo.

La mia piccola famiglia quest'anno è completa, vuol dire di certo qualcosa...

NATALE 

Non ho voglia

di tuffarmi

in un gomitolo

di strade


Ho tanta

stanchezza

sulle spalle


Lasciatemi così

come una

cosa

posata

in un

angolo

e dimenticata


Qui

non si sente

altro

che il caldo buono


Sto

con le quattro

capriole

di fumo

del focolare

- Giuseppe Ungaretti -


Un "gomitolo di strade" da evitare... le "quattro capriole di fumo" e il "caldo buono" con cui restare, ci sta tutto per un Natale pressoché intimo. 

Il Natale di Ungaretti, quello che Tutti vorremmo vivere, e che invece ci piomba addosso e scivola via, pure in pandemia, non prima di conflitti, turbamenti, ansie grandi e piccole... e aggiornamenti.


Ancora una Vigilia di Natale diversa ma che necessita di speranza al centro del grande mistero.

venerdì 24 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.46) (Ricordando coincidenze)


Le coincidenze, ci diamo spesso poco peso e poi nel tempo coi ricordi pesano un bel po', e danno da pensare. 

Se interpretate in senso buono fanno sentire privilegiati, in caso contrario suonano come avvertimenti o presagi.

Nel tempo ritornano e sembrano naturale prosecuzione dalla prima, tanto che si resta ad aspettarne altre per prendere fiducia o studiare strategie e non essere presi alla sprovvista.

Così un'antivigilia di Natale che segnò la comparsa improvvisa di un tumore mette malinconia ma anche pacata gioia perché dopo anni lo si può raccontare.

Come pure una data che non appartiene e per errore ti viene riportata, non può non essere un messaggio di vicinanza.

Ci sono, anche se non mi vedi. Ti parlo, anche se non mi senti...

Sono giorni frenetici questi, e di riflessione e di gratitudine, soprattutto per me.


Allora penso e mi viene spontaneo dire che 

la Vita pone sulla stessa strada, e per coincidenze sottolinea la cosa sempre e di continuo, dall'inizio alla fine.

giovedì 23 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.45) (Gli animi semplici abbracciano comunque)


Secondo Natale in pandemia, tono minore per la festa e si spera pure per il virus che infesta.
Ci resta questo, giocare con le parole, tornare ad essere semplici per ritrovare il senso dimenticato del Natale.
Direi, saremmo sulla buona strada se fossimo tutti sulla stessa lunghezza d'onda... chissà.
Mattinata trascorsa per le strade, pochi addobbi in verità, e forse è giusto così.
Il superfluo è immagine dell'inutile e passeggero.
Troppa finzione è già per un presepe che vive tutto l'anno in una realtà che ha perso il senso dell'umano.
Conta altro, molto di più...
Natale.
Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
- Salvatore Quasimodo -
Ma che cosa aspettiamo, non abbiamo imparato niente, eppure sono stati due anni davvero tosti.
Eh già, conviene. Cuffie alle orecchie per stordirsi e non ascoltare, e sguardo fisso a farsi abbagliare.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

mercoledì 22 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.44) (Sarò io il problema?)


Ormai lo sapete, lo ripeto come un disco stonato, dicembre non fa per me.
È il mese dell'ansia e delle palpitazioni, dei nervi a fior di pelle... dell'inquietudine. Soprattutto questi ultimi giorni, e il Natale non c'entra.
C'entra la malattia e adesso pure il maledetto virus, folletto dispettoso in una realtà che è tutt'altro che una favola.
Ma perché te la prendi tanto? Vivi la Tua vita!
E il problema è questo. La vita me la ripresi a morsi e conati di vomito, sudando, cadendo, col pianto e il sorriso, e ora?
Ora ho la sensazione di aver poco tempo mentre mi si rubano i giorni.
Due anni di giorni non persi ma sempre in bilico, quando torneranno quelli alla riconquista del tempo?
Vivere a lungo convinta che l'idea di mondo, problematiche annesse, fosse tutta qui, nella mia casa. Una realtà tutto sommato dorata, turbata solo a tratti dall'inquietudine.
Sarebbe bastato aprire la porta o anche solo praticare una breccia nel cumulo dei pensieri contrastanti, e mi sarei trovata di fronte al mondo e non più al facsimile.
La malattia mi fece osare.
Ed ero appena di fronte al mondo, quando questo ora mi appare come squallido facsimile di se stesso.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante cielo

martedì 21 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.43) (L'attesa volge al termine)


Domani sarà un lunedì tra pensieri, nostalgie e sorrisi. Perché non è un lunedì qualunque, è il primo giorno di una settimana importante, del memoriale della nascita di Cristo Gesù.
E vogliamo mettere?
In questo dì conviene trasformare i pensieri in sentimenti, la nostalgia in gioia del Presente, e prendere ad allenarsi col sorriso per farlo ancora più coinvolgente.
Ché ce n'è gran bisogno in questa confusione che fa sentire fuori dal mondo.
Proviamoci, perché di certo fa bene
e la settimana andrà come deve.
E magari vedendo che così le cose funzionano, continueremo su questa strada.
Perché siamo così, fragili e umani, soprattutto questo, pervasi di umanità se consapevoli, e in più di tanta umanità parte viva.
"Umanità"... un solo termine per due significati.
Umanità come atteggiamento positivo nelle relazioni con gli "Altri", soprattutto quelle particolari e difficili.
Umanità, ovvero gli "Altri" stessi.
Questi spesso deludono... e nonostante ciò un'umanità non esclude l'altra.
Riflettiamo su questa umanità che spesso tende a farsi male, prendiamone le distanze arricchendoci di umanità.
E saranno molti altri lunedì, con altrettanti nuovi inizi.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante albero di Natale e spazio al chiuso

lunedì 20 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.42) (Amici per sempre)


Si potrà essere amici anche se non si pensa uguale?
Magari si, pure senza saperlo.
Importante è che uno non si senta superiore all'altro, convinto di essere sempre nel giusto, depositario della verità.
Ché tutto questo è impossibile, e in quanto tale si può solo procedere a fianco, con confronto e scambio.
Guai a voler convertire, cambiare la persona, plasmarla a propria somiglianza.
Ché solo Dio può, e pure fino ad un certo punto.
Ricordo l'Amico dagli occhi azzurri, profondi come il mare. Si professava ateo, ma in realtà aveva da insegnare.
Accettai che imparassi da lui, e inevitabilmente imparò qualcosa da me.
Compassione è soffrire con Chi soffre, gioire con Chi gioisce.
L'animo si adeguerà, ancor più adesso, ché è Natale.
La mia "compassione" è aver cura di Te.
Perché non posso impedirti di inciampare ma posso medicare le Tue ferite, non solo a Natale, e accompagnarti fino a quando non sarai in grado di andare da solo.
Sarà la Speranza che ritorna.
Non smettere di mirare alle porte aperte.
Quando una porta si chiude, Dio ne apre sempre un'altra.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone, persone in piedi, cielo e testo

domenica 19 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.41) (Un giorno per volta)


Una novità. Quest'anno conteremo i giorni insieme con le persone che ci vogliono bene e ci seguono.
Il Nostro logo sarà sempre sotto gli occhi, mentre lentamente scorrerà il tempo.
Il calendario è la novità, preparato con cura e passione, come tutte le cose che realizza il GAMA.
Credo che a breve gli dedicherò una storia.
Ad un calendario?!... mi si potrà chiedere.
Certamente, perché quale sarebbe il problema?
Lo guardo così bello e colorato, con la fila in successione dei giorni, paiono innocui.
Quanto mancherà alla fine di quest'anno, secondo di pandemia?
Che cosa si porta via?
Il dolore, la mancanza, un silenzio stanco e un sorriso spento.
Non i ricordi, che anzi si ravvivano di particolari trascurati.
Due sole settimane che non voglio vivere in fretta. Perché già lo fa il Tempo e corrono pure i pensieri.
Una volta scrivevo...
A me non piacerebbe arrivare alla conclusione, ovvero conoscere come va a finire la storia. Preferisco soffermarmi sui capitoli, anzi pure contarne i capoversi, e per finire fare anche una bella analisi del testo.
Vuoi vedere che possa sfuggirmi qualcosa?
Oggi vorrei la "storia", la mia come di Tutti, fosse una raccolta di "racconti brevi"... ognuno con un inizio ed una conclusione.
Per tenere viva la speranza di ricominciare, e per continuità non finire mai.

sabato 18 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.40) (Non per fama né per soldi)


I miei pensieri stasera, non per amor di polemica ma quasi uno sfogo, tra ricordi e considerazioni.
Perché tutto questo proprio oggi?
Meglio subito, poi al solito voltare pagina e ricominciare, ché Noi non possiamo permetterci il lusso di piangere sul latte versato da altri.
Dobbiamo guardare avanti, ci dicono e lo facciamo, ma non prima di aver sostato a guardare indietro, dato un'occhiata intorno e in fretta distolto lo sguardo, per non sentirci soli, ridotti a rotismi di un meccanismo che con presunzione si vorrebbe definire preciso.
Quando alla fine del mio percorso di cura presi ad essere accanto a qualcuno, più di uno, a tanti nel tempo, una persona mi paragonò al generatore di corrente, che si rigenera a sua volta, perché non manifestavo mai stanchezza, anzi ero sempre più... più di quello che si potesse immaginare.
Evidentemente avevo fatto proprio colpo se un giorno una paziente esclamò all'improvviso... peccato, non potevi essere il nostro medico? Mi colse di sorpresa e mi limitai a sorridere scuotendo la testa, ma a casa feci di nuovo la domanda a me stessa...
Perché non ho mai pensato di fare il medico? Sarebbe stato anche comodo un medico in famiglia, d'altra parte da sempre accudente, paziente, la gente mi piaceva senza alcuna distinzione, e poi...? Magari... fama e niente... fame. Già, il riscontro economico... i soldi, cedendo a qualche piccolo compromesso... a discapito di qualcun'altro? ... dopo tutto, che fa?
Ecco, su questo punto totalmente in disaccordo, provai un nodo allo stomaco, mi venne il magone.
Essere accanto a qualcuno che soffre non è certo cosa per tutti.
Non è solo presenza fisica, stringere una mano, asciugare una lacrima. È piangere dentro, insieme, e poi risollevarsi con un sorriso, e ricominciare.
Una missione, come dovrebbe essere per ogni sanitario, colui che cura, dal vertice all'ultimo tirocinante.
Il volontario non cura ma si prende cura, non scende a compromessi, perché si sente compromesso in ciò che è un "modo di essere" sincero e gratuito, e non mero "mestiere".
Semplici particolari che fanno la differenza, quella differenza che personalmente tanto mi appassiona.
Potrebbe essere un primo piano raffigurante fiore, albero e attività all'aperto