domenica 30 giugno 2019

PURE SE NON E' L'OTTIMO DEI GIORNI (dedicato a Chi per un attimo sente di dover fuggire)




Ce la farai, ce la farai ugualmente, anche se la stanchezza ti porterà a non fare più niente... a mollare.
Pensavo a come iniziare i miei soliti "pensieri della buonanotte", a conclusione di questa giornata più "viva" delle altre. Si, proprio così... viva, perché le lacrime, il sorriso velato e le parole smorzate sono passi decisi della Vita che si determina. Allora ripercorrendo le ore di questa mattina, tornando agli incontri odierni, alle parole condivise, spontaneo è stato immaginare il "comune Nostro percorso" non sempre liscio, simile a quelli di un tempo... fatti di strade tortuose, erte, lastricate di pietre, poco agibili. Si viaggiava su carrozze a cavalli, ogni tanto una pausa alle stazioni di posta per far rifocillare le bestie, dare loro il cambio e non solo. Ecco per Noi, su quel tratto di strada che non avremmo mai scelto né pensato, è lo stesso. Ogni tappa o momento richiede una sosta, riprendere fiato per ricominciare e proseguire. Ricorrere a risorse palesi, scovarne altre nascoste per ricavarne forza e determinazione... perché non bastano mai, soprattutto quando si scheggia "lo zoccolo duro" del coraggio. E poi c'è l' "immagine riflessa" che non si riconosce, il timore di deludere, la forza che viene meno, e l'incertezza di non sentirsi apprezzati abbastanza. Accessori per una vita autentica, la cornice di un dipinto.
Le risorse più importanti sono dentro di Noi, dobbiamo averne solo consapevolezza e ce la caveremo in ogni situazione e pur tra mille difficoltà. Spesso la salvezza sta proprio nella profonda conoscenza di se stessi, nel valorizzare il "dipinto" e dare poco importanza alla "cornice".

LA GIOIA DI SENTIRSI UTILI




Tutto comincia per sentirsi bene, quasi per egoismo e poi si finisce col far star bene l'Altro... gli Altri. Non è opera tua, fai quel che devi, ed ogni giorno che passa vivi nel modo più pieno, completo. Si dovrebbe così fin dall'inizio, non lo si capisce praticamente mai, poi arriva uno "stop" violento, forzato come una mano che blocca per impedire di andare avanti, o strattona per far tornare indietro e ricominciare.
Lo dico sempre, certi eventi sono "avvisi di garanzia" per riflettere, modificare atteggiamento, e poi renderne conto. A Chi...? Non mi sbilancio, e rispondo... alla propria coscienza, per sentirsi finalmente in pace con se stessi.
Donare momenti del proprio tempo, ritagliarli magari, oppure sottrarli allo spazio dello svago, può regalare molto più di quanto si possa pensare, è aiuto reciproco alla fine, perché si risolve nella gioia di sentirsi utili.
Nell'ultimo periodo affiancando i nuovi volontari la cosa è più evidente, è il confronto a metterla in luce, con la collaborazione e la disponibilità. Dove non si arriva, l'Altro stimola, Chi più sa, all'Altro porge.
Stasera nei miei soliti giri per il Web, ho trovato una citazione che credo spieghi meglio questi pensieri prima di andare...
"Molto di quello che impariamo lo impariamo grazie agli altri". - Jay Cross -
Oggi con il mio "compagno di servizio" siamo stati in perfetta sintonia per un "volontariato di qualità". Abbiamo fatto visita a non molti pazienti ma con loro condiviso tanto, emozioni ed anche informazioni utili.
Quanto vale l'amore che si dona? Certamente tanto, però quello che riceviamo vale molto di più. Ricompensa in gioia pura.

venerdì 28 giugno 2019

UN MERCOLEDÌ RIVISITATO (quando il "momento" si colora)


Finalmente un "mercoledì" fuori porta, senza esagerare e con cautela perché da molto entrambi fuori allenamento. Così ornai senza giubbino e con cappello di paglia siamo tornati là dove posò l'Arcangelo.
A Monte Sant'Angelo si va sempre volentieri, anche se ci si è stati tante volte, si ritorna in stagione diversa e tutto appare nuovo. E poi qualcosa sempre si porta a casa, qualcosa che ricorda il tempo e il luogo.
L'ultima volta ad esempio, era autunno e raccolsi un mucchio di foglie secche con cui arricchii un addobbo natalizio. Il momento attuale è tutt'altro, e non solo perché è estate, e allora ho fatto incetta di colore, ne avevo bisogno per riempirmene il Cuore e rallegrare gli occhi. Il verde degli alberi, la vivacità dei fiori selvatici tra la gramigna, e la solare ginestra e i variegati scalini della strada "adottata" dalla signora Maria, che potrebbe chiamarsi pure Ada o Isa e sarebbe una gran bella cosa se ognuna adottasse una via per farla colorata e più bella.
Colori ovunque, all'esterno dei tanti negozietti di souvenir, e persino nella grotta santuario dove fedeli dell'est con abiti sgargianti, erano in ascolto della celebrazione eucaristica nella loro lingua. A proposito...io c'ho trovato colore anche in questa, forse perché ne avevo bisogno, e non volevo perdere alcuna occasione. Già... nessuna proprio, tanto che stavolta riporto a casa una girandola colorata, subito posizionata sulla mensola in cucina.
Un balzo indietro nel passato... diciamo... di circa sessant'anni fa. Una corsa controvento e cento colori nei pensieri.

giovedì 27 giugno 2019

UN CUORE AL CONTRARIO


Lo dicevo ieri, no? O meglio lo ripete sempre Chi mi sta accanto e con me condivide la vita da quarant'anni... sei fatta al contrario, non c'è nulla da fare. E forse ha pure ragione, tant'è che stamani sul Suo vassoietto della colazione si è fatta per caso una macchiolina di caffè a forma di cuore ma al contrario, perché è chiaro, mi ama tanto ma poiché il mio agire è così... particolare, diverso dal comune sentire di molti, è venuta fuori in questo modo. La spiegazione secondo la Sua logica non fa una grinza, ma io ho interpretato la cosa come un segno, un altro invito a non fermarmi. Succede sempre quando mi pare non procedere nel verso giusto.
Poi la giornata ha avuto inizio... di corsa l'autobus, l'arrivo in ospedale, qualcuno mi ferma e sosta a raccontare...
Che dici, che sarà... perché è così... ma come andrà... che dici?
Tante domande in una sola, manco fossi un medico, ma meglio... posso ascoltare ad oltranza perché del medico non ho le noie dell'incombenza, e basta il sorriso e una parola giusta per far sentire bene.
Dopo un po' arriva la mia "collega in sintonia", e insieme cominciamo il Nostro giro.
Un'altra mamma "orfana" di figlio, che con la malattia paga il Suo dolore, ma vive e non sopravvive scrivendo lunghe, quotidiane "note" d'Amore.
Quante analogie rendono più che simili, quasi uguali gli uomini...
Un altro incontro poi, una caregiver... ennesimo esempio di forza e dignità oltre la sofferenza, la vita che vince sempre, nonostante le apparenze, la voglia di riprendere e continuare.
Un bigliettino si aggiunge all'albero della Vita.
Dopo la tempesta torna sempre la quiete.

martedì 25 giugno 2019

I COMPITI DELLE VACANZE


Un tema a settimana, un libro di racconti, analisi grammaticale e logica di periodi a piacere, magari presi da quei racconti stessi, così alla fine il libro almeno è aperto. Ah, dimenticavo... una settimana prima del ritorno a scuola, sotto a scriverne la "relazione", e ringraziando il Cielo anche l'estate passa.
Già... i compiti delle vacanze, per figli e genitori croce e tormento di un inesorabile conto alla rovescia. Eppure a me, autonoma fin dalla prima elementare, è sempre piaciuto farli, perché non mi sentivo pressata dall'ansia del giorno dopo, me li "gustavo" e certe volte capivo persino ciò che non mi era entrato in testa per tanti mesi. E poi c'era quell'aria rarefatta, quel sentirmi avvolta dal tepore che non disturbava, nonostante i 38° gradi all'ombra.
Ma io costituisco un caso a parte, "fatta al contrario" come dice mio marito, sono sempre stata particolare fin da bambina, controcorrente... amavo leggere piuttosto che giocare, e se giocavo sentivo il peso della responsabilità del ruolo. Mamma dall'inizio alla fine, se facevo la mamma. Figlia ubbidiente e rispettosa, se ero figlia.
Dopo tanti anni non è cambiato nulla. Per questo scelgo di vivere le mie vacanze cercando di colmare "mancanze", e il vuoto della solitudine di Chi guarda fuori dalla finestra e sperando sogna la vacanza che non ha.
È compito molto serio ricevere e condividere la vita come continuo evento organizzato dalle cose traboccanti di significato, liberi dal sali e scendi di una marea di cose inutili.
È proprio così, e in tale scambio trovi quello che nessun viaggio o vacanza può dare. Guardare con occhi diversi il solito posto e trovarlo bellissimo.

"ORFANI" DI FIGLIO




Pare un "vezzo" perverso del Destino, a volte ripetuto in breve tempo, e diventa così monito per Chi si dispera a causa di un figlio che dà un mucchio di grattacapi.
Nel giro di un paio di settimane sono venute a mancare giovani vite, un incidente all'improvviso, un'imprudenza senza un logico perché, e dei genitori si ritrovano orfani di un figlio.
Se già la malattia appare ingiusta, devastante alla temuta conclusione, contronatura, ed insopportabile il tempo che sarà, non oso pensare al tragico "svuotamento" d'animo di quei poveri genitori.
Attoniti nel ripercorrere i momenti recenti prima che siano ricordi, affranti nella memoria di quelli che furono scoperta, gioia e soddisfazioni.
Figli. Arrivano, si approvvigionano di cibo ed affetto e vanno via, magari anche coi musi lunghi, e lasciano con un profondo senso di vuoto e la magra sensazione di stringere in mano un pugno di mosche.
Farsene una ragione certamente, ma ogni volta è sentirsi "orfani" di figlio.
Un'espressione in questo caso, forte, esagerata ed esasperata, perché pensarla così non è giusto. I figli vanno via ma poi ritornano, partono per un viaggio ma il viaggio stesso li riporterà indietro.
Ricordo... all'inizio della malattia tra le sensazioni contrastanti, ad un certo punto fui quasi contenta, in un certo senso ero stata fortunata ad ammalarmi io e non uno dei miei cari, in particolare un figlio.
Sarebbe stato tremendo, avrei sofferto di più per il senso di impotenza e la continua precarietà di una speranza "trascinata" dal corso degli eventi.
Mi chiedo allora, come faranno Loro se manco resta l'incertezza?... si può resistere a tanto?
Eppure nell'assurdità del tempo che continua terranno duro e stretta la speranza per se stessi di poter continuare a vivere mangiando e dormendo, lavorando e passeggiando, e poi coi tanti ricordi di una giovinezza ferma in un momento, come uno scatto fotografico destinato ad ingiallire e perdere i contorni.
Si vivrà così in una normalità stranita, l'unico modo per continuare ad amare un figlio che non torna.

domenica 23 giugno 2019

UN GIORNO COME TANTI... UN PO' PIU' DEGLI ALTRI




Avendone parlato abbastanza già dal primo mattino, vi risparmio il racconto, il ricordo e fingo in parte di aver rimosso anch'io. Magari mi accorgo che conviene, non ci credo molto, ma nella vita mai dire mai. Eppure ci penso... e se trasformassi il tutto in ricorrenza lieta? D'altra parte lo ripeto sempre che sono nata davvero, in modo pieno e consapevole, appena nove anni fa.
Il 22 di ogni mese di giugno quindi, TUTTA ME STESSA festeggia il suo compleanno.
Che cosa vuol dire?... non è difficile da intuire, quest'anno per esempio è il "nono"...
... da quando pensavo che non sarebbe stato possibile o vero, e mi sentii sollevare da terra, e il cuore andava su e giù proprio per non abbandonarmi, e ingoiavo prima a lungo ciò che non c'era e poi ogni boccone perché dovevo riprendermi e farcela...
... per continuare a vivere!... che sogno e quale favola splendida da quel giorno. 
Come potrei dimenticare?... ammesso che volessi farlo.
Non si possono scordare le date dei traguardi raggiunti con fatica e dolore, la gioia per aver vinto almeno quella battaglia e la determinazione nello sperare in successive vittorie.
Il nono e poi... sempre più avanti... e gli anni si susseguono e diventano "certezza", la senti come "scudo" o ancor più "corazza". Niente potrà colpire ancora, e se lo farà... solo qualche graffio perché io possa dimostrare di essere sempre la più forte.
Il 22 di ogni mese di giugno TUTTA ME STESSA festeggia e ricorda, ma da sola rivive tutto quello che fu, per gli Altri è un triste tristissimo "incidente di percorso", tanta paura di perdere un "riferimento"... una voce, le parole, le carezze e i baci...
Meglio dimenticare!... mi si ripete ogni volta, ma io non voglio... se lo facessi, i giorni che ora vivo non splenderebbero quando è grigio e uggioso.
Perciò, è mia facoltà... ci penso da me per un sole che sempre in cielo sarà.
E se spesso mi do per scontata, pensando, dopo tutto niente di che, alla fine mi scopro addosso un privilegio. 
Emozioni nuove che rivalutano il Passato, impreziosiscono il Presente, e poi chissà...

LE MAMME GIOVANI




Ultimamente ne incontro sempre più spesso, e il cuore per un attimo smette per poi riprendere i suoi battiti sempre più vicini. Come per un colpo di calore, è una vera e propria sensazione fisica, che fa male e lascia il segno.
Poi torno a casa e la spossatezza prende il sopravvento...
Sarà per tutto questo calore, devi riposare di più.
La butta lì il mio compagno di vita, forse sperando che io desista da certe mie "follie", come le chiama Lui, ma io non posso farlo perché sostenute da lucida mente sono libere "scelte", come sostengo io con poche parole e lunghi silenzi.
E ché di continuo posso dirgli di cosa vedo, ascolto e sento in me come sconvolgimento, quando alla mia esclamazione che in realtà nasconde una domanda...
Ma Tu sei giovane!?
Segue la replica...
Si, ho 37anni... o 32... o 26... o 24...
Sempre di meno, e ancora più spesso con un bimbo almeno.
Sono le mamme giovani quelle più forti, che devono armarsi di poesia, imparare favole con un doppio lieto fine, uno per sé e l'altro per la creatura che hanno fatto in tempo a mettere al mondo.
E raccontano di punture per guarire dai mal di pancia, di capelli rasati per farli nascere più belli, di tanto sonno perché si è molto stanche e poi c'è la voglia di fare bei sogni da regalare una volta sveglie.
E intanto studiano per realizzarne qualcuno di quei sogni, mettono le "extension" ai capelli appena possono, affidano se stesse e i loro "amori" al buon Dio, ché tutto vada bene oppure al meglio, sperando che alla fine venga sconfitto il "brutto mostro", il "vecchio drago", la "bestia".
Così si va, dal sorriso al pianto, dalla realtà alla poesia, cercando rifugio nella fantasia. Le mamme giovani.

sabato 22 giugno 2019

METTI UN CALDO POMERIGGIO A GIUGNO (terza parte)


Centinaia di migliaia di vite potrebbero essere salvate dal cancro investendo in campagne per i corretti stili di vita, ed in particolare per l'abolizione del fumo di sigaretta, l'attività fisica e la corretta alimentazione.
Le persone vive in Italia nel 2018 con una pregressa diagnosi di tumore sono 3.400.000, una cifra quasi incredibile se solo rapportata a qualche decennio fa.
Altrettanto interessante la relazione del prof. Donato Francesco Altomare del Policlinico di Bari, riguardante la diagnosi del tumore al colon retto mediante l'analisi del respiro.
Nella mitologia greco-romana, un uccello chiamato "caladrio" veniva usato per la diagnosi e la prognosi delle malattie. Se l'uccello girava il capo stando di fronte al malato, la prognosi sarebbe stata infausta. Forse da questa leggenda si è tratto lo spunto per la nuova ricerca sulla base del principio che il cancro del colon retto lascia tracce nel sangue e queste tracce passano nell'espirato attraverso gli alveoli.
Chiude il convegno l'intervento della psicologa psicoterapeuta, dott.ssa Enza Paola Cela sulla resilienza nella corretta alimentazione.
Il cancro è multifattoriale, ovvero ha le origini poste nella Genetica, nell'assetto psichico, nell'ambiente, nello stile di vita e nell'alimentazione. Quando si arriva alla consapevolezza che fare prevenzione comporta il "cambiamento" di stile di vita e si agisce in tal senso, sarà poi necessario mantenersi resilienti nel cambiamento, resistere per non tornare sui propri passi.
Mente e Corpo sono tutt'uno (approccio olistico), per cui pensieri di autostima e autoefficacia, idee e progetti, desideri, emozioni, aspettative e interpretazioni della realtà motivano il comportamento.
Pensieri disfunzionali originano comportamenti disfunzionali, correggendo tali pensieri si correggerà il comportamento e viceversa. Le emozioni poi influenzano a loro volta i processi cognitivi.
L'uomo è in grado di condurre la Sua vita, di progettare, di realizzare gli obiettivi fissati guidato anche da motivazioni coscienti.
Il metodo del Med Food Anticancer Program è biologico e psicologico. Il Biologico o nutriterapia utilizza molecole antitumorali presenti negli alimenti per contrastare lo sviluppo di cellule tumorali e per impedire ai microtumori di diventare patologici, senza effetti tossici per le cellule normali.
Il Cancro è multifattoriale ma l'assetto psichico è importante, si utilizzano per questo strutture cognitive capaci di avviare e mantenere un cambiamento (autoefficacia) che risulta più difficilmente stabile nel tempo. Non è solo per assenza di malattia ma da completo stato di benessere fisico, psichico e sociale che la psiche trova stabilità e resilienza ( autostima, autoefficacia, visione di sé della persona, relazioni interpersonali, soddisfazione della propria vita, pensiero positivo).
In conclusione essere resilienti non è essere "tutto d'un pezzo", ma "attivare comportamenti costruttivi, creare clima più sereno, piegarsi senza spezzarsi ai Terremoti della Vita", che prima o poi arrivano per Tutti ma non Tutti affrontano nella maniera più sana con flessibilità.

giovedì 20 giugno 2019

DA UN ANGOLO DI CIELO


Certi eventi "dedicati" non possono essere per caso, delle reliquie e una statua in pellegrinaggio non sono segno vuoto di una religione al recupero, ma prova di fede che si concretizza nell'immediato, là dove si manifesta il "bisogno".
Se i foggiani come tanti sono soliti andare a Lourdes, quest'anno è stata la Madonna a venire da Noi, nella Nostra città, nei luoghi dove spesso lo sguardo si rivolge al cielo forse in cerca di risposte.
Per l'intera giornata odierna le reliquie di Santa Bernadette e la statua della Madonna di Lourdes in peregrinatio presso gli OO.RR. Qui sono state accolte, hanno sostato e poi portate per i reparti di Pediatria, Oncologia, e Neuropsichiatria infantile, senza tralasciare gli ambienti del Pronto Soccorso.
Un Angolo di Cielo ricreato sulla terra, un momento di commozione profonda nel constatare il conforto del rifugiarsi tra le braccia accoglienti del Creatore, cui nulla è impossibile.
Illusione o Speranza? La linea è sottile, bisogna ascoltare il Cuore ma pure rilevare ogni minima sensazione fisica che poi resterà come emozione mai persa nel tempo.
Osservare bambini con le flebo, dai volti inconsapevoli perché incoscienti, ha reso gli occhi lucidi, ma poi le lacrime trattenute a stento si sono trasformate in stelle e le flebo in palloncini legati a quelle braccine solo da accarezzare e baciare.
Giornata da non dimenticare, opportunità di riflessione sul dolore e l'indifferenza, i due aspetti della sofferenza umana.

METTI UN CALDO POMERIGGIO A GIUGNO (seconda parte)


Dalla sintomatologia agli esami diagnostici (ricerca del sangue occulto, colonscopia), passando alla cura tra multidisciplinareità e PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale).
E dalla Dieta Mediterranea alle ricette antiche dal sapore genuino e a quelle nuove da esportare (pan-terrone, il panettone agli ortaggi tra i dieci più buoni d'Italia, creato da Antonio Cera, giovane di San Marco in Lamis, laureato in economia), al cibo del futuro (gustose ricette dagli scarti: chips dalle bucce di patate, gambi di asparagi e di carciofi cucinati in vario modo).
Ma come poi la prevenzione nutrizionale si inserisce negli screening oncologici? Lo spiega la dott.ssa Antonietta Antoniciello, medico nutrizionista, partendo dalle evidenze scientifiche.
Il cancro si può prevenire seguendo le raccomandazioni del World Cancer Research Fund e l'American Institute of Cancer Resarch, essenzialmente 10, tutte valide e ugualmente importanti.
- Mantieniti normopeso
- Mantieniti fisicamente attivo
- Consuma cereali integrali, verdure, frutta e legumi
- Limita il consumo di alimenti processati ricchi in grassi e zuccheri
- Limita il consumo di carni rosse e carni lavorate
- Limita il consumo di bevande zuccherate
- Limita il consumo di bevande alcoliche
- Non utilizzare integratori per la prevenzione dei tumori
- Se puoi allatta al seno il tuo bambino
- Dopo una diagnosi di tumore, se possibile segui queste raccomandazioni
La prevenzione nutrizionale dura tutta la vita, e va dalla prevenzione primaria alla diagnosi precoce, ai sopravviventi.
(continua)

mercoledì 19 giugno 2019

METTI UN CALDO POMERIGGIO A GIUGNO... (prima parte)


Un convegno interessante dall'elevato spessore scientifico, il cui contenuto è stato dispensato con professionalità e metodo didattico, perché potesse arrivare a Tutti. Organizzazione perfetta e chiarezza di pensiero nello svolgimento ben articolato del tema:
FOCUS SUL TUMORE DEL COLON RETTO
Dopo i consueti saluti degli ospiti, introduce l'argomento la Presidente del Club per l'UNESCO, Floredana Arnò che presenta il "Centro studi Dieta Mediterranea" e le sue attività, tra cui il protocollo d'intesa promosso nel 2017 per la prevenzione.
Fu Ancel Keys, un biologo e fisiologo statunitense, noto soprattutto per i suoi studi sull'epidemiologia delle malattie cardiovascolari, a formulare le ipotesi sull'influenza dell'alimentazione su tali patologie e sui benefici apportati dall'adozione della cosiddetta dieta mediterranea, da lui coniata.
Si riscoprono i sapori di una volta, frutto di genuine materie prime, preparate con semplicità. Alimentarsi come tradizione vuole costituisce valida prevenzione.
Un testo di recente pubblicazione, con ricette per tutti i gusti, e mille preparazioni al forno, ai fornelli suggerite da Grazia Galante, è “Il Gargano in tavola. Le ricette della cucina di ieri e di oggi”, una sorta di "vocabolario" da consultare ogni giorno.
L'intervento che segue è del dott. Fausto Tricarico, chirurgo e dirigente medico presso l'azienda ospedaliera locale. In modo chiaro e dettagliato spiega le differenze sostanziali tra prevenzione primaria (persone sane), prevenzione secondaria (individui clinicamente sani che presentano un danno biologico già in atto, con lesione da guarire prima che la malattia si manifesti), prevenzione terziaria (lungosopravviventi). Le conseguenze di un intervento al colon retto (stomia), disagi fisici e psicologici. Le nuove terapie ad alto costo (immunoterapia) e il numero crescente di persone ancora in vita con una pregressa diagnosi di tumore al colon. Ha infine sottolineato l'importanza di una corretta alimentazione alla base della prevenzione primaria, per evitare o limitare l'eventualità dell'insorgere del male.
L'immagine può contenere: 7 persone, tra cui Maria Rutigliano e Anna Grazia Di Pumpo, persone che sorridono, persone in piedi e spazio al chiuso
(continua...)

LA "DAMA" PERFETTA




Se la perfezione non esiste, la precisione è al contrario dote necessaria, che se non ce l'hai sarebbe bene esercitarti a lungo per un fac simile accettabile.
Non si può procedere alla ventura, vivere alla giornata... si, ma fino ad un certo punto, ché se riguarda solo Te, l'eventuale danno è riparabile, altrimenti si innesca una "reazione a catena" che porta chissà dove.
Sono persona che si impegna, un tempo ordinata paranoica che impilava le riviste senza sfalsature e sistemava gli oggetti sulle mensole in ordine crescente fino a metà e poi a decrescere per un effetto artistico pop art.
Mi prendevano in giro, a casa mi definivano una "perfetta rompiscatole" perché pretendevo non si guastasse l'ordine delle cose, non saltassero i programmi, rispettassero il "sistema" secondo me perfetto per una vita in comune che fosse altrettanto. E intanto non consideravo un "vuoto dentro" pure bell'e sistemato che mi regalava l'inquietudine quotidiana alla base delle riviste impilate rigorosamente, ai mestoli sempre lucidi e a tante assurdità che ora mi appaiono follie di una mente lucida ma inappagata.
Ora è diverso, sono sempre precisa, tendo alla " simil perfezione sana", ma ad esempio perché un progetto comune riesca. E se una volta rompevo le scatole agli altri, oggi sono estenuante con me stessa perché sono certa che si può quando si vuole, e si deve per il bene di Tutti. 
Mi viene da pensare al gioco della "dama", più semplice degli scacchi, rilassante ma che comporta sempre "un che" di precisione. Pensare prima e poi le "mosse" giuste. Così, forse... una Dama perfetta.

domenica 16 giugno 2019

VECCHIA VILLA COMUNALE



Si può trovare ristoro nei ricordi? Certo che si, a patto di esserne predisposti, non avere l'intenzione bensì sentirsi motivati. Si tratta di giusto atteggiamento, trovare il bello e ciò che fa star bene in ogni cosa.
Oggi è stato particolarmente caldo, afoso. Di quelle giornate che qui si vivono con molto disagio, se non si può restare a dormicchiare al fresco e al contrario c'è pure tanto lavoro arretrato. Comunque per me trascorsa è la mattinata e pure il pomeriggio, verso sera e per caso, con mio marito siamo capitati nei pressi della vecchia villa comunale. Attraverso i cancelli lo sguardo è andato ad una giostrina illuminata, al chiosco di sempre, ai lampioni vintage. E' stato tutt'uno, posteggiata l'auto, siamo entrati per una passeggiata e un po' di frescura al termine di un sabato "africano".
Lungo il viale le solite panchine, qualche bimbo su una bici con le rotelline laterali, una giovane coppia e un passeggino. Pareva una scena da "ritorno al passato", persino la statua di Vincenzo Lanza, sempre là, solo un po' scorticata e senza naso, ma si sa, è proprio del tempo che passa, necessario rinnovarsi invecchiando. Dall'infanzia alla giovinezza, passando al presente... tanti i miei ricordi delle antiche e recenti stagioni. Per gioire sempre di quel che fu ma è ancora, tutto o quasi come tanto tempo fa.
Ritorna un antico ritornello... Vecchia Villa Comunale, sei rimasta tale e quale!

TRAMONTO (dedicato a Monia Zoccarato)


Non tutti i tramonti sono uguali, ci sono quelli puntuali, alla fine del giorno, naturali e da ammirare, magari quando si è innamorati. E poi quel tramonto fuori da ogni logica temporale, che aspetta per bruciarti il Cuore, il mattino di un'estate calda e tormentata.
Un "grosso bacio dal Cielo"... e un silenzio che si fa carezza. Finalmente la quiete, ma vissuta come un'ingiustizia.
L'ho detto decine di volte, non farò mai l'abitudine eppure insisto a restarci dentro fino al collo, forse per confortare o prepararmi a qualcosa. Chissà. E' perché questa storia fatta di tante storie messe insieme, diventa una seconda pelle che si rigenera dopo ogni perdita, una ferita che sanguina, rimargina e lascia una cicatrice.
Una storia di "fratellanza in cordata" anche a distanza, pure tra persone che non si sono mai viste ma hanno imparato a conoscersi, capirsi, volersi bene. E' per questo che quando la cordata è costretta a rallentare, fermarsi, qualcuno vacilla, sente la terra franare, e per un po' chiude gli occhi per non pensare, pure consapevole che dovrà riprendere ad andare tra erte salite e pericolosi dirupi.
Certe fratellanze sono per destino, la cordata reale o virtuale... una scelta.

COLLABORARE...

... e mi viene da pensare a qualcuno che non ce la fa ed è aiutato, sorretto e confortato. E quando a stentare è più di uno, in molti ad aiutare, sorreggere e confortare, tutto in maniera naturale, quasi ovvia perché parte di un "progetto" che vuole nessuno resti indietro, lasciato a se stesso.
Stamattina c'era profumo del solito tiglio e di scirocco nell'aria, ricordava quando cercavo di barcamenarmi tra le faccende di casa con un braccio a mezz'asta e al posto del seno destro un piccolo promontorio duro e insensibile che mi impediva movimenti sciolti e sicuri. Per fortuna avevo due mani collaborative ed obbedienti, anche se parevano essere a se stanti e autonome. Specialmente la sinistra, era incredibilmente solidale con la destra, forse cominciava a rendersi conto di avev vissuto di rendita per troppo tempo, e si dava da fare com'era giusto, e devo dire che davvero superava se stessa.
Non so perché, oggi come allora mi va di pensare all'apologo di Menenio Agrippa, non che c'entri molto però...
Immaginare animate in autonomia queste mani, operose secondo le proprie possibilità, per il bene generale rende ancora più chiara la grandezza di un "dono unico". Due occhi, due orecchie, due braccia e due gambe e così via... coppie di elementi e un insieme di organi per tenere in vita e far poco patire un "organismo".
Alla luce di quanto detto, pensiamo mai Noi quanto sia importante "essere insieme" per aiutare, sorreggere e confortare però collaborando? Con ordine, discrezione, buonsenso...

venerdì 14 giugno 2019

IL PROFUMO DEI TIGLI


Il profumo dei tigli quest'anno è arrivato in ritardo, di solito i primi accenni e rispettivi miei starnuti si presentavano a metà maggio se non era piovoso, così come invece è stato l'ultimo. Ma i tigli che cosa c'entrano coi miei pensieri prima di andare?
Abito su un viale di tigli in corsa, e il loro profumo mi riporta ogni anno dei ricordi che amo annotare e poi mi conforta rileggere. Profumi, sapori e melodie sono stimoli potenti per la memoria.
Si tende a voler presto dimenticare quel che segna nell'immediato, poi c'è la "quiete" e quando il pensiero torna al passato, è tutto diverso perché rimangono solo le impressioni che se buone si fissano per sempre come bei ricordi, altrimenti si trasformano in insegnamenti da tenere in gran conto per il futuro.
Nove anni fa... di questi tempi avevo appena terminato i primi quattro cicli di chemio e mi apprestavo ad affrontare l'intervento di mastectomia. Un salto nel vuoto, non sapevo come sarebbe stata per me dopo... un pizzico d'incoscienza, ma la certezza di trovare comunque un modo per superare il momento.
Di quel periodo che cosa resta?
La paura, il dolore, tutta la sofferenza anche fisica ritornano come flash e poi spariscono, ricordo la "tenerezza" per me stessa quando mi riprendevo e la percezione di un passo dopo l'altro per superare ogni volta tutto quel malessere.
Il profumo dei tigli me ne riporta il ricordo, ed io ne prendo appunti anche stasera. E domani? Domattina rileggerò le poche righe, e sarà come non fossi stata io a scrivere, raccontare. Come non parlassi di me, quel che fu da allora in poi e pure con qualche accenno a prima. Prima di allora.
La scrittura autobiografica. Torno a parlarne perché ne conosco la valenza. E' terapia, esercizio mentale e dialettico, facilita la comunicazione, perché a volte ciò che non si riesce a dire "a parole" lo si esprime molto meglio "con le parole".
Per me si trattò solo di incominciare nel pieno del profumo dei tigli.
Così diventavo più determinata, fino ad arrivare ad oggi... a quel che sono ora.

giovedì 13 giugno 2019

DAL MIO CESTINO...


Dal mio cestino oggi gli ultimi cioccolatini per quest'anno. E si capisce, col caldo scoppiato all'improvviso... tardi e venga bene, stavolta il detto appare disperato. Perciò stamane avevo messo da parte e in bella vista i tre cioccolatini che ho offerto poi alle persone di una stessa stanza.
Mi date una mano, vi va? Prima che si sciolgano e mi combinino un disastro nel cestino.
Il mio cestino e le "belle cose" che contiene restano il "passepartout" più valido.
Oggi è stato il primo giorno in reparto di un'altra nuova volontaria, era intimidita come prima di un esame, sono certa che i "quadretti vichy" bianchi e rossi del cestino le hanno dato almeno un po' di sicurezza... o forse no, perché ce l'aveva già, solo non era pienamente consapevole, allora sicuramente l'avranno rasserenata, perché riportano all'infanzia, quando si vive di pura serenità.
Allora, dicevamo...? Ah si, primo giorno per Lei, Mary. Presentazioni, prime impressioni, grande emozione. In quel reparto non aveva mai avuto occasione di passare, però è arrivata con "la dolcezza in tasca" e non solo caramelle, e pian piano si è ambientata, tanto che ha superato persino l'orario che si era prefissato. E dire che come prima giornata ha incontrato situazioni di forte impatto. Ma alla fine è sempre così, anche se non sai Chi trovi di fronte e a volte resti spiazzato, un modo c'è per superare il momento e anche Te stesso. Quando è per il Bene... si capisce.

GAMA IN MELODIA




Ultimo incontro del GAMA, aria da fine anno scolastico. Valutazioni, criticità, bilancio di mesi che hanno segnato una crescita sostanziale di una realtà nata otto anni fa come gruppo di auto mutuo aiuto e ad oggi associazione onlus. Crescono i numeri, cambiano situazioni e visibilità, di conseguenza pure le esigenze, i progetti e i traguardi.
Un percorso "step by step" e "work in progress" che può essere modificato nel tempo e con valutazione diversa da parte di ogni singolo componente.
Prime impressioni riguardo l'attività agli inizi dei nuovi volontari, come vivono ed elaborano le emozioni perché siano crescita e continuo stimolo. Di rimando come reggono il confronto i veterani, dall'autocritica alla consapevolezza del proprio progresso vissuto in maniera graduale fin dagli albori del gruppo di auto mutuo aiuto. Due realtà diverse che nell'arricchimento reciproco trovano ragione di essere e motivazione.
Tutto sommato un bilancio positivo, con qualche criticità facile da superare grazie ai consigli da "correzione fraterna" di qualcuno tra Noi con maggiore esperienza.
Conclusione in musica, con cenni di Musico-Terapia. Un gruppo come il GAMA a giusto titolo potrebbe definirsi un' "orchestra" di vari elementi che nella "sintonia" trovano le giuste tonalità. Quando si è "insieme" può esserci più o meno "accordo", si potrà sbagliare la "tempistica", ci sarà comunque abbastanza "armonia" per costruire, creare "melodia". E' vero, la Musica è Vita, così come il GAMA è inteso ad essere vita "in crescendo".

martedì 11 giugno 2019

APPARTENERE... APPARTENERSI


Mi giunse da qualcuno che non mi aspettavo...Tu fai ogni cosa "seriamente", nel senso che prendi tutto "sul serio", ti impegni "con serietà". Restai stupita, perché in realtà non credevo si potesse diversamente, che senso avrebbe avuto infatti imbarcarsi in una qualsiasi impresa ad alto rischio di non riuscita? Bisogna cominciare con determinazione, crederci fermamente... arrivare fino in fondo, nonostante gli ovvi ostacoli, i bastoni tra le ruote, i contrasti. Dal confronto si viene fuori maturati, ancora più convinti, ricordando poi che il Coraggio impedì d'affogare e la Paura poi mantiene a galla. Dovrebbe essere così per Tutti, ma alla fine si comprende bene... parlo per me. E' da sempre che mi viene detto... devi dare l'esempio, e ora che l'invito è diventato... devi occupartene Tu, lo sento mio, non mi costa niente, anzi è pure motivazione di esistenza. Ma forse sarebbe meglio ridimensionare la cosa, perché non Tutti comprendono, e si crea l'equivoco tutto a mio discapito. Ne consegue amarezza e demotivazione, e fortuna che so quando fare un passo indietro. E scopro di appartenermi grazie ad un forte senso di appartenenza agli Altri. Se per un po' noto che qualcuno manca, "mi prende" il pensiero. E' un misto di lieve ansia e forte languore. Cerco di capire, informarmi... incoraggiare. Poi un vago senso di benessere da donare. Straordinaria "scaletta" di un sentimento gratuito, alla fine nessun onere gravoso. Ma è Tutto Quel che c'è nel sentirsi dentro l'appartenenza a un "Che", senza un perché...

lunedì 10 giugno 2019

LA MEDICINA DELLE CAREZZE... DELLE CURE... DELLE COSCIENZE


Interessante convegno dell'associazione, "L'Albero della Vita", non solo numeri ma particolare attenzione all'aspetto umano, emotivo della patologia tumorale anche dopo la fase acuta, dal Follow Up alla lungosopravvivenza. Un'introduzione dettagliata riguardante l'assistenza domiciliare oncologica, un diritto purtroppo non di tutti, soprattutto nella Nostra provincia che risulta al momento quasi totalmente scoperta. L'Albero della Vita da tempo trova ostacoli per la realizzazione di tale progetto, non si ferma, e cerca nell'ambito delle possibilità di venire incontro al malato oncologico e alla famiglia alleggerendone il peso, ad esempio con il trasporto gratuito alle strutture di cura e il "farmafast", la consegna a domicilio dei farmaci. La sessione oncologica ha curato la condizione dei "lungosopravviventi", quando parlare di "remissione", "guarigione", "lungosopravvivenza". La valutazione del rischio oncologico, partendo dagli aspetti particolari del singolo caso, alla ripetitività familiare e alle mutazioni genetiche, a volte erroneamente interpretate perché riferite ai tumori più noti (vedi BRCA1 e BRCA2, non solo per seno e ovaio). L'importanza di sorvegliare i "survivors" di tumore, poiché a molti anni dalla fine delle cure possono manifestarsi degli effetti tardivi come secondi tumori e problemi di salute comunque legati ai trattamenti. Si stima che, ad oggi, oltre 3 milioni di italiani vivono con una diagnosi di cancro e non sempre sono in grado di gestire il ritorno alla vita di tutti i giorni dopo la fase acuta di malattia. Quindi spesso non si può dire che alla guarigione clinica corrisponda quella sociale. Dopo la sessione scientifica è seguita quella dell'umanizzazione delle cure, la spiritualità e il ruolo delle associazioni con relativi interventi dei rappresentanti. Molto coinvolgente il messaggio dell'Arcivescovo ai Volontari in oncologia. La Medicina delle carezze. Promuovere la salute, prevenire la malattia, ristabilire la salute e alleviare la sofferenza richiedono elevata professionalità, specializzazione e aggiornamento. Prendersi cura di donne e uomini, di bambini e anziani in ogni fase della loro vita esige un impegno declinato “in un continuo ascolto”. Davanti alla singolarità di ogni situazione non è mai abbastanza seguire un protocollo. E’ necessario uno sforzo di discernimento, di attenzione alla singola persona. “Tutto questo fa della vostra professione una vera e propria missione, e di voi degli esperti in umanità, chiamati ad assolvere un compito insostituibile di umanizzazione in una società distratta, che troppo spesso lascia ai margini le persone più deboli, interessandosi solo di chi vale, o risponde a criteri di efficienza o di guadagno. Non dimenticatevi della “medicina delle carezze”. Una carezza, un sorriso, è pieno di significato per il malato. È semplice il gesto, ma lo porta su, si sente accompagnato, sente vicina la guarigione, si sente persona, non un numero. Non dimenticatelo. La chiave per capire l’ammalato è la tenerezza, una “medicina preziosa per la sua guarigione”. E la tenerezza passa dal cuore alle mani, dalla curva del sorriso alla parola di conforto... persino al silenzio quando è il caso.

sabato 8 giugno 2019

SEMPLICITA' E CHIAREZZA DI INTENTI


Semplice, fresco è il Volontariato di un giovane, e ancora... ammirevole e da lodare ed incoraggiare. Se poi ha scelto di prestare servizio in un Day Hospital Oncologico, allora è quasi da premio. Non esagero affatto. Certo, indole, predisposizione, empatia sono componenti indispensabili, ma spesso se ne prende consapevolezza solo in età matura, più raramente quando la spensieratezza degli anni porta ad occupare il proprio tempo in altro modo. Eppure qualcuno in questa fase della vita, vede nell'Altro la "meta" del Suo "esserci". Ho potuto constatarlo subito, già da oggi, al Suo primo giorno in reparto... il giovane che ho affiancato è davvero bravo. Umile e pacato, nell'uso delle parole sapiente e parco. Giusto sorriso e luce negli occhi.
Sono sempre più convinta, Chi determinato sceglie questa strada per arrivare al prossimo nei difficili momenti di una patologia a più incognite, ha una sorta di carisma genetico senza possibilità di mutazione. E' così, e così resta. Per questo oggi guardavo quel ragazzo, lo ascoltavo e mi sembrava "grande", grande di età e ancor più di animo. D'altra parte anche i pazienti gli hanno fatto i complimenti, hanno colto i Suoi suggerimenti sullo Yoga, i benefici della respirazione, la consapevolezza... lo guardavano inteneriti, qualcuno poteva esserne il nonno e venire a sapere poi che anche Lui c'era passato per quella stessa dolorosa trafila, eppure era lì a "mettere a disposizione l'esperienza", conferiva una nota di merito, una marcia in più che solo Chi sa può comprendere.

AL TERMINE DI UN GIORNO RESO SPECIALE...


Oggi, ma potrebbe essere pure uno qualsiasi, un giorno come tanti, reso speciale dal "Bene" per gli Altri, che diventa "amore" reciproco per qualche parola spesa in modo adeguato, un sorriso sincero, persino un abbraccio.
L'esperienza dell'affiancamento in reparto con i neo volontari è un'opportunità in più, dal confronto è arricchimento, gioia condivisa, e in alcuni casi è "supporto", poiché non sempre si può essere forti abbastanza.
E' comunque esperienza, un bagaglio di emozioni forti che porti a casa, il tutto da elaborare facendo silenzio intorno e dentro di Te.
Mattinata quindi quella odierna piena e ricca come sempre. I Nostri neo volontari sono accolti ben volentieri da Tutti, di questo eravamo certi ma riceverne conferma rassicura e motiva ancora. Del resto non poteva essere diversamente, sono persone garbate, si muovono con "umile disinvoltura", si porgono discreti e attenti all'ascolto.
Insieme con due di loro, dopo una spigliata apertura da parte mia, abbiamo condiviso l'abituale solarità dell'"esperto in idraulica", il rammarico per una recidiva, il sorriso e le lacrime composte di una mamma della mia stessa età. Questa è rimasta particolarmente colpita dalla dolcezza negli occhi della mia giovane collega e dalla "professionalità" dell'altro, avvezzo all'ambiente perché già infermiere, poi paziente, ora perfetto in questa nuova veste perché appassionato alla gente. Saggio, tanto saggio ed equilibrato, la Sua presenza oggi ha rassicurato anche me. Come dicevo prima... supporto al supporto, è così quando si va da Cuore a Cuore.
Che dire... l'umanità come la classe non è acqua, e Chi ne è oggetto la fa propria zona di conforto. Una terapia.
Concludendo perché comunque le parole non sarebbero mai abbastanza, mi affido alla notte per i progetti nei sogni. La Mente riposa e il Cuore col suo battito le mantiene il ritmo.

venerdì 7 giugno 2019

COME PIANTINE SU UNA STESSA MENSOLA...


Sicuramente qualcuno se lo chiederà... Ma come le sarà venuto in mente un titolo del genere, e anche la foto, descrittiva certamente ma esplicativa manco per niente.
Diciamo che i pensieri, i concetti erano belli chiari, la bozza dell'argomento pure, però mi mancava come iniziare. Poi la conversazione con un'Amica e una foto "balzata" su da uno dei miei album, mi hanno dato la spinta giusta e... Tutti Insieme siamo diventati... come piantine su una stessa mensola. L'uno vicino all'altro, colorati ma anche eterogenei... il rosmarino e la rosa, la menta, la pianta grassa e il garofano. Quanta diversità, eppure non stonano nell'insieme, perché c'è l'adattamento e il cercare il meglio che è nell'altro. Può essere il colore quanto il profumo, il non essere invadente, farsi bastare lo spazio e dare spazio. Si tratta di capire e farsi capire, e da questo impegno verrà fuori il meglio di uno grazie all'Altro.
Quando mi cimento in questi discorsi, qualcuno mi lascia perdere e in seguito mi evita perché di sicuro reputa la mia mente complicata, altri credono io sia una psicologa. Con tutto il rispetto per la categoria, non avrei mai potuto farne parte, fuggo dagli schemi mentali, sono una buona osservatrice ma pure una creativa, amo le Persone e in queste cerco e trovo il meglio. O forse mi adopero nella relazione perché venga fuori la parte migliore? Una sorta di "parto distocico" per cui si fatica, ma alla fine si nasce, a volte in due sempre perché "su una stessa mensola", riscoprendo la vera propria natura, non quella considerata fin dall'epoca della personalità non ben definita, un clichè stantio, bensì entusiasta di ricominciare, anzi... finalmente di cominciare ad "esistere" davvero.

giovedì 6 giugno 2019

INCONTRARSI




Grande soddisfazione davvero. Va tutto bene. Il Terzo Corso per Volontari Oncologici ha messo in luce delle belle Persone che ora stanno per iniziare il loro percorso di neo volontari. Qualcuno ha già cominciato, mentre continua il graduale ingresso. I veterani accompagnano, ma è solo per agevolare il passo, facilitare l'inizio cammino, perché in realtà è una strada da percorrere insieme. Il Volontariato Oncologico è assai particolare, speciale perché richiede doti in parte innate che col dovuto "allenamento" diventano peculiarità imprescindibili. Dall'incontro e col fine di un obiettivo comune nasce o forse sarebbe meglio dire, si scopre una "sintonia" manifesta in strategie e ricchezza condivisa. Alla fine, dopo il "primo passo" è facile andare insieme, il "vecchio" e il "nuovo" che si confrontano, aiutano, e si supportano a vicenda supportando Chi hanno di fronte. Ascoltare un lungo racconto, fatto di ricordi compiaciuti ma pure di rimpianti, cogliere al volo il primo cenno di commozione per poter asciugare lacrime inaspettate, perché fanno sempre un certo effetto in un uomo, padre deluso, in parte "reo confesso" con un briciolo di speranza d'essere perdonato. Ammirare la forza di una moglie che prima della propria terapia si prende cura del marito a casa, "lo sistema" e poi pensa a sé. Non è da tutti una cosa così, come non lo è mangiare un panino stando sdraiata, è da persone speciali, come Lei e... guarda caso ... pure la mia giovane collega di oggi. Sintonie diverse, nello stesso giorno, nel medesimo luogo. 
Termina intanto la mattinata nel Day Hospital Oncologico... Gli Angeli bianchi tornano a casa? 
La mia collega ed io ci guardiamo intorno... 
Ma ti riferisci a Noi? Certo, a chi sennò... posso dirlo anch'io una volta tanto?
L'infermiere spinge il carrello, mentre Noi andiamo via nella parte opposta, sorridenti.

martedì 4 giugno 2019

QUANDO IL SILENZIO E' VITA




Pensavo oggi al gran parlare che si fa ogni giorno, a tutte le ore, a volte senza nemmeno riflettere, forse per nascondere persino a se stessi ansie e turbamenti.
Stamattina, riconsiderando alcuni eventi recenti, ho concluso che se non mi concedessi a tratti uno "spazio silenzioso", non riuscirei ad andare avanti.
Soprattutto prima di ricominciare... avrei bisogno di silenzio, della quiete che accompagna il giorno al suo inizio, quando raccogli i pensieri dal precedente e nascono le idee, i piccoli progetti "step by step", come ho imparato, a piccole dosi per non esagerare.
Quando apro la finestra e ciò che sento è il canto di un uccello mattiniero e il levarsi della serranda sotto casa. Poi allungo lo sguardo e c'è il cane portato a spasso nel campetto che è di fronte, e la signora anziana sulla via del ritorno dalla spesa. Armonia e scene di rassicurante quotidianità. Che sia bello o brutto il tempo non importa, è solo una variabile, un'incognita indifferente, la certezza che tutto continua, questo solo conta. Il mondo ruota intorno a me che sono al centro, con forze e risorse.
Nessuna voce, alcuna pressione, la sensazione che il tempo mi appartenga, disponibile a mio piacimento. 
Sono i primi minuti del giorno, raccontati così sembrano ore, è uno spazio breve ma per me vitale. Forte agli occhi altrui, vivo di fragilità non solo mie, è da una vita che faccio da "ammortizzatore", nulla di eccezionale... alle persone miti capita spesso. E' per questo che ho bisogno di silenzio, così elaboro i timori, ché non diventino paure. Prendo dal Passato risorse e modalità perché vivo sia il Presente.