sabato 12 settembre 2020

LE NOTTI SERENE DEL PERDONO


Non saremmo umani se qualche volta o spesso, si spera malvolentieri, non ci ritrovassimo rabbuiati e tristi a causa di un conflitto tacito o manifesto.

Lasciar correre, giustificare, concedere il beneficio del dubbio... perdonare?

E si può dire, ho perdonato ma non dimentico? Dipende dal valore che si attribuisce al termine... dimenticare.

Io lo dico subito, perdono ma non dimentico, ma escludo a priori il rancore e da tutto ricavo un'esperienza. Mi potrà servire in seguito con la stessa persona o con altri, perché le situazioni si ripetono e l'animo umano non si smentisce, e ovviamente ci metto anche il mio. La responsabilità è condivisa, gli effetti non proprio, Chi si sente vittima patisce di più. E sono notti insonni, a ripetere monologhi grevi di delusione. E pare non poterne uscire mai.

È capitato, mi sono sentita presa in giro, non considerata a volte mal compresa. Ho litigato e pure trasceso verbalmente, ma poi le responsabilità me le sono prese tutte, giustificando l'altra parte che forse io stessa avevo portato a sbagliare.

Sembra circolo vizioso. Non lo è. Il desiderio di ritrovarmi in pace fa sì che io perdoni me stessa per aver esagerato ed esasperato una situazione e di conseguenza perdoni anche l'altro. Mi alleggerisco così di un peso, ritrovo l'equilibrio, metto basi nuove per quella stessa relazione interrotta per mancanza di ascolto da parte di entrambi, ed anche per altre a venire.

Perdonarsi è cambiare atteggiamento, modificarlo soprattutto a proprio vantaggio.

In conflitto continuo con volontà e indecisione, tra amore e rancore rendiamo la Nostra vita un percorso ad ostacoli su una strada senza luce, perché privata della serenità.

Anche se all'inizio comporta uno sforzo notevole, il Perdono è ciò che serve a rendere la vita meno difficile.

È più facile amare ed essere amati quando se ne apprezza il valore.

Ci si può sentire persino felici quando si perdona, e questo perché, riconciliati col dolore ricevuto, si è pronti a lasciarlo andare definitivamente.

È onestà d'animo quella che si richiede perché l'esistenza evolva, bisogna guardare avanti... questo necessita, e solo così il Perdono riacquista il senso del termine... diventa cioè "come un dono" per Chi lo concede e lo riceve, anzi alla fine differenza non c'è.

Penso che ognuno dovrebbe fare per sé qualcosa di buono perché sia buono con l'Altro, anche con Chi l'ha offeso in qualche modo. Creare una nuova "Armonia". Ridimensionare le "azioni" con il salvifico "beneficio del dubbio".

Non sarà illusione, ma serena consapevolezza che viene dall'accettare l'Altro così com'è.

Sincero o falso, resta che può dare solo quello.

Lo so, prendo tutto per buono, quindi... perdono.

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