Secondo incontro GAMA, ancora sull'empatia, partendo dalla definizione...
L'Empatia e la capacità di comprendere e condividere in modo consapevole i sentimenti, le emozioni, i punti di vista degli altri, mettendosi nei loro panni, senza però confondere le proprie esperienze con le loro.
Sono stati condotti studi riguardanti empatia ed ambiente medico. Se e quanto l'atteggiamento empatico possa essere considerato parte della cura.
Conservo ancora quel foglietto che mi fu dato come testimone per una staffetta d'umanità...
" ...vi sono qualità al di là della pura competenza medica, delle quali questi pazienti hanno bisogno e che cercano nei loro medici. Dal medico essi vogliono essere rassicurati, considerati e non solo esaminati. Vogliono essere ascoltati. Vogliono percepire che vi è una grande differenza, invero, per il medico, se essi vivono o muoiono. Vogliono sentire di essere nei pensieri del loro medico".
( Cusin 1982 )
Ho visto medici con gli occhi lucidi quando si sono ritrovati inermi, come pure l'arroganza fare presa su qualcuno che dimenticava di curare la Persona e non la malattia.
Una delicatezza che va oltre la cura, è prendersi cura, regalare speranza. Una minuzia che fa grande differenza.
Un' ideale medicina "antropocentrica" o umanizzazione della medicina che guarda ai bisogni in generale dell'uomo e si preoccupa di soddisfarli.
Un medico che approccia con un "come stai?" e non "come va?" o addirittura in silenzio leggendo le carte, fa una grossa differenza.
Perché non si vuole essere dimenticati, comunque vada a finire la cosa, e d'altra parte anche il medico stesso resta nei pensieri come un amico, una spalla su cui piangere, una mano da stringere per prendere forza.

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