domenica 19 gennaio 2014

La RETE

E' l'intersecarsi  di maglie più o meno fitte... può proteggere come pure costituire un limite.
Nel mio discorrere per metafore ed immagini, questa ... della rete... mi prende e in effetti mi riguarda di più.
Quando entrai a far parte del G.A.M.A. (gruppo di auto mutuo aiuto) mi colpì in modo particolare la definizione che il facilitatore diede all' intreccio dei rapporti tra i vari componenti. Con lo scambio di esperienze, informazioni e dati veri e propri, il tutto inquadrato in un progetto di condivisione, veniva appunto a crearsi una sorta di "rete" invisibile ma più che reale.
 Una rete intesa a sorreggere, sostenere e proteggere.
A volte persino capace di "cullare".
Bellissima e rassicurante immagine senza dubbio, ma da considerare nei limiti del possibile. Succede infatti che anche le "maglie" più resistenti possano logorarsi parzialmente o addirittura cedere del tutto, lasciando così un "vuoto", ed occorrerà "ricucire" in fretta le restanti perché la rete possa continuare a... sostenere il peso.
In quest'ultimo periodo il gruppo ha subito delle perdite che per quanto prevedibili, hanno comunque segnato in modo più o meno significativo l'insieme dei componenti. Si sa... alla morte si pensa, della morte si parla ma alla morte non si è mai abbastanza preparati, e così quando capita che le "scomparse" si presentano ravvicinate, il ritrovarsi di fronte ad una sorta di "bollettino di guerra" genera sgomento, e quasi non sono le maglie cedute ad arrecare il danno quanto quelle vicine che tendono ad allentarsi pericolosamente.
E allora... come si potrà rimettere insieme la rete, ristabilire il benefico insieme degli intrecci?
Riponendo al centro di interesse comune la "Speranza", sottolineando le sempre crescenti possibilità di guarigione. Non è detto che si muoia sempre, almeno non sempre a causa di un tumore... si continua anche a vivere, magari non guariti ma in "pacifica convivenza" con la neoplasia. Della serie... ci stai TU e ci sto pure IO... senza darci reciproco fastidio, e ritrovarsi così forti da non aver paura persino di chiamarlo col suo vero nome... CANCRO.
Perché non è un termine che fa la differenza ma il tono e la forza con cui lo si pronuncia.

2 commenti:

  1. Fa un po' paura la morte... non conosciamo il nostro destino... Chi rimane soffre della mancanza di chi non c'è più , magari lassù si sta bene. C'è molto da riflettere cara Mary.
    Un abbraccio Amica mia.

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    1. Occorre riflettere, cara Ale... proprio per avere meno paura.
      Siamo esseri umani con le Loro estreme fragilità, ma col dono reciproco del supporto ce la si può fare alla grande. Non si evita quello che sarà... ma si troverà il modo migliore per viverlo.
      Un abbraccio grande...

      Mary

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