sabato 8 febbraio 2020

UN ACCENNO E POI... SILENZIO


Reputo le parole un dono, metterle insieme un'abilità, arricchirle facendone pensieri senza enfasi una virtù. Mi rendo conto però quanto difficile sia quest'ultima cosa. Comunicare ad esempio quando si è molto presi è ad alto rischio di "tossicità" per sé e gli Altri.
Indispensabile Pensare prima di Parlare, avendo cura di limitarsi all'Indispensabile. Evitare pause e sospiri, premonitori di notizie tristi, e destabilizzanti in sé. Meglio tutto detto in un fiato, ché non si abbia il tempo di modulare tono a stato d'animo.
Ché sia chiaro il senso delle parole e non fuorviante se male interpretato.
L'esprimerci con il linguaggio è di importanza vitale, giacché non siamo per essere "isole" ma "arcipelaghi", ben combinati e resistenti. La Parola è essenziale per la Nostra vita come il Respiro. In genere respiriamo in modo automatico, senza sapere che stiamo respirando. Se invece proviamo a concentrarci su ogni respiro, l'inspirazione e l'espirazione possono diventare un beneficio per il corpo, e non solo. Inspiriamo ossigeno e l'ambiente che ci circonda ci nutre, espiriamo anidride carbonica e siamo Noi a nutrirlo... un flusso continuo di generosità e gratitudine.
Anche le parole messe insieme per essere pensieri a se stanti, informazione, opinioni e consigli più o meno espliciti, possono diventare benefiche, ma all'opposto del respiro, pure dannose se non "curate" dalla consapevolezza.
Nel tardo pomeriggio di oggi, 5 febbraio, sono stata alla Messa per Sant'Agata invitata dall'Andos Foggia.
Sant'Agata che patì il martirio della mutilazione delle mammelle, come è noto è la protettrice delle donne con patologia al seno.
Molte di Noi presenti, grande la preghiera comunitaria, ognuna avrà messo la propria intenzione speciale, tutte insieme le intenzioni sono salite al Cielo.
E verrebbe di aggiungere altro, ma poi penso che può bastare, sono coinvolta per esperienza pregressa e attuali motivi familiari, per cui la parola mi sembra sbagliata o superflua. Mi riservo di raccontare quando tornerò al tocco leggero ma non superficiale a me consueto.
Intelligenza emotiva è pure questa, riconoscere un momento di difficoltà, di non riuscire ad entrare in sintonia, e perciò ritirarsi.
Quando il silenzio colma un vuoto e diventa preghiera.

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