venerdì 25 luglio 2025

GIORNO DOPO GIORNO (n.36) (Empaticamente in sintonia)

Il volontariato in oncologia non è come gli altri. Si entra in punta di piedi, a volte discretamente si finge di non riconoscere Chi si conosce da tempo e palesa non gradire.

Si ascolta, Dio sa quanto e cosa si ascolta.

Si comincia cercando di accorciare le distanze...

Come ti chiami?

È la domanda di rito, praticamente spontanea, a mezza voce, perché non sai, non puoi andare oltre un certo tono.

Solo il nome... per salutarsi  ogni volta come amici di vecchia data.

In questo modo  si accorciano le distanze visto che siamo Tutti nella stessa barca e sotto lo stesso cielo, ed è incoraggiante poi scoprire il più delle volte che si rema nella medesima direzione, guidati dalla medesima stella.

Cercare di accorciare le distanze sin dal primo incontro, pur nel massimo rispetto della volontà altrui, serve a stabilire una certa sintonia, per cui la "differenza di livello" è solo quella che si vede, uno è seduto o sdraiato e l'altro in piedi, ma grazie all'ascolto empatico, altro dislivello non c'è.

E grande sarà la sorpresa sentirsi  "prescelti" quali custodi delle sensazioni, emozioni più intime dell'altro.

Cancellati i pensieri dalla mente e libero l'animo da tutto ciò che può essere peso,


magari si diventa con semplicità l'aiuto concreto che l'altro cercava per "mettersi a nudo" e poi riscoprirsi in altre vesti dopo l'ultima "caduta".

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