mercoledì 11 settembre 2019

LA VITA CHE VORREI (noi diventiamo ciò a cui tendiamo)


Il bello della condivisione per Chi sa vedere, sono i numerosi spunti di riflessione che se ne traggono, sempre diversi, e poi i ricordi, belli e meno belli, i primi accarezzano, gli altri sono una "ripassata" delle sofferenze e degli errori. Si elaborano tutti, si metabolizzano, se ne esce quasi del tutto Persona nuova.
Oggi la lettura di un articolo di Alessandro D'Avenia, introduttivo ad una serie intitolata, "Ultimo Banco", ha fatto sì che mi ci ritrovassi se non come un "copia incolla", quasi.
Ogni vita può essere descritta in parte o tutta come il "posto" scelto prima ed occupato poi. Ci sono persone da primo banco e molti da ultimo per motivazioni diverse.
Per buona parte della vita io mi sono relegata all'ultimo banco, ma non per fare ciò che mi piaceva, credendo invece che il mio posto potesse essere solo quello.
Parlare...? Ero di una timidezza sfiancante.
Giocare...? Ho sempre pensato di essere nata adulta.
Ero all'ultimo banco a mettere ordine tra fogli, penna e calamaio e... sognare. Poi ho continuato ad essere adulta e a vivere una vita che solo in parte poteva essere mia. Avevo studiato, come si suol dire... "fatto le scuole alte", e mi ritrovai a lavare piatti e cambiare pannolini, tra notti in bianco e giornate a sognare... sempre sognare... ad occhi aperti, un po' per il sonno perso un po' per le aspirazioni riposte chissà dove.
Sentivo di non essere il meglio che potevo, ma ancora non sapevo perfettamente come e quando sarebbe stato "quel momento".
Perché prima o poi arriva, lo dice una vaga inquietudine, il rincorrersi dei pensieri, il senso di vuoto da colmare.
Ad un certo punto, dopo un colpo ben assestato, credo di aver cominciato a capire.
L'ultimo banco mi stava stretto. Quelli che mi erano davanti m'impedivano la vista, ed io volevo vedere, guardare oltre. Mi sono fatta forza perché non si pensasse fossi stata "bocciata" per sempre.
Forse ora sono sulla buona strada, ma certa sarò solo quando l'avrò percorsa quasi tutta. Quando potrò finalmente dire di essere "diventata ciò a cui tendevo".

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