domenica 8 settembre 2019

DAL PRIMO GIORNO CHE...




Io non contraddico mai, assecondo le parole, i discorsi. L'ascolto è fatto di questo, è così che diventa empatico. Viene spontaneo porgere orecchio, e qualunque cosa detta va recepita nel modo giusto, considerati il luogo, la situazione e la persona, e poi accolta e fatta propria. Senza alcuna interferenza.
Vedi, Lei è così, spontanea. Me ne sono resa conto dal primo giorno che l'ho conosciuta e siamo andate a prendere insieme un caffè...
In realtà io ricordo benissimo che quel primo caffè tra Noi non c'è mai stato, ma faccio finta di niente perché Lei possa continuare. Interviene invece la sorella...
Guarda che con Maria il caffè non l'hai mai preso...
Possibile?! E perché lo ricordo allora?...
E lo sguardo si fa smarrito. Timidamente oso...
Ma è così importante? Magari avrai pensato che ti avrebbe fatto piacere prendere un caffè insieme, avrai persino immaginato il bar e le cose da dirci. E se l'avessi sognato, eh!? A volte i sogni sono veri veri, tanto da essere ricordati come fatti realmente accaduti...
Lentamente lo sguardo torna limpido, sorridente...
Forse si, mi pare sia andata come dici. Ma quando ci siamo incontrate Noi?
Quella volta che aspettavi la visita, prima che ti fosse detto del trattamento, non avresti voluto farlo, ricordi...?
Si...
Eri tesa, nervosa, scansavi tutti. Capii che il momento non era giusto. I Tuoi occhi erano terrorizzati. Da quel primo giorno che ci conoscemmo, poi però non fu più così.
Ora ricordo... andò proprio in questo modo.
E di nuovo rivolta alla sorella...
Vedi che ho ragione? Lei è proprio così... naturale. Ascolta e dice, ma sa come dire. Mi piacerebbe averla come sorella.
Due sguardi s'incontrano, il mio e della sorella, ma stavolta, considerati il luogo, la situazione e la persona, il silenzio è d'obbligo.

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