lunedì 2 settembre 2019

IL "SINALE" (grembiule da cucina)



L'ho indossato stamattina alle 9,00 ante meridiem, e l'ho smesso stropicciato, informe e in alcuni punti pure macchiato, alle 9,00 post meridiem. Pur essendo assai leggero cominciava a pesarmi sul finire di questa prima domenica di settembre. Anche di domenica, soprattutto la domenica, giorno cui si demanda il lavoro arretrato, si sta più tempo ai fornelli, si accantona la "pratica intellettuale" a favore di quella casalinga. Almeno per quel che mi riguarda.
Un'amica, piombata in casa all'improvviso, restò basita nel vedermi col grembiule...
Ancora usi 'sta cosa antica?
Avrei voluto risponderle... ma a Te che cosa importa?
Mi trattenni per educazione, e poi perché forse col mio racconto avrebbe compreso il valore di certi ricordi legati a tradizione ed affetto. Ecco... si trattava proprio di affetto, questo si... antico.
La mia nonna materna visse sempre con Noi, fu la Nostra seconda mamma, ci allevò, ci nutrì, ci cullò nel "sinale", quel grembiule fissato all'abito da casa con due spille da balia, profumato al mattino di biscotti, a mezzogiorno di ragù, e a sera di minestra o pastina. Ogni scusa era buona per saltarle in grembo e lasciarsi cullare. Quanti bei ricordi...
Poi da adulte i Suoi insegnamenti...
Una brava donna di casa non resta mai a lungo in camicia da notte ( per Lei solo l'uomo indossava il pigiama), appena levata deve ricomporsi, e soprattutto indossare il grembiule prima di cominciare...
Ai Suoi tempi era solo una l' "arte" quotidiana da incominciare, continuare e portare a termine, oggi è diverso ma per me è sempre uguale. Porto il sinale pure quando leggo, penso e scrivo, per abitudine ma anche per non farle torto.

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