Maggio si affaccia ed è passato che ritorna. Di questa giornata che sta per concludersi conserverò l'emozione di un tempo che si allunga e una canzone che mi porta indietro e mi commuove.
Era di maggio... e la melodia antica mi riporta ad un timido bacio e alla nascita della mia prima figlia qualche anno dopo, e ancora a certi incontri e dolorosi abbandoni... tenerezza infinita.
Nostalgia e malinconia insieme, proprio una strana rima.
Era di maggio... questa canzone mi fu lasciata in eredità da un'Amica in un sussurro durante un incontro che le asciugò le lacrime e per un po' le ridiede il sorriso. A me mancarono le parole e un abbraccio mi sembrò troppo poco in cambio di tanto dono. Tornai a casa come fossi tra cielo e terra. E come si può far finta di niente? Mettersi a pensare al pranzo, alle bollette, alla stagione impazzita... alla vita reale? Sarà davvero vero e reale tutto questo, o non sarà più proficuo operare sull'agire, dare priorità alle persone e ai sentimenti, che sono le sole cose che fanno meritare e guadagnare affetto e pensieri, ora e sempre e riempiono la vita. Anche dopo, quando la passione è caldo affetto, un figlio diventa grande e va per la Sua strada, e un legame nato dalla sofferenza viene a mancare.
Tutto va come deve andare, non smetterò mai di ripeterlo... e il mio tempo assume i connotati dell'infinito. Giusto o meno, non posso non esserne felice... ma quanto avrei voluto fosse stato così per tanti altri come me.
E mentre sistemo le noci nel mio cestino, mi torna il ricordo di quel sacchetto...
Prendile, le ho prese per te, così rimpiazzi quelle che ora mangiamo insieme.
Le noci, un altro simbolo, l'essenziale che unisce e resta anche dopo...
E nel passato che ritorna saremo Tutti simili a tante noci, "toste" e resistenti, al massimo un guscio per due metà, scavate nel mezzo e una piccola vela di carta velina issata su ognuna.
E poi Tutte Insieme varate al largo, verso un orizzonte che non conosce confini.
Era di maggio... e la melodia antica mi riporta ad un timido bacio e alla nascita della mia prima figlia qualche anno dopo, e ancora a certi incontri e dolorosi abbandoni... tenerezza infinita.
Nostalgia e malinconia insieme, proprio una strana rima.
Era di maggio... questa canzone mi fu lasciata in eredità da un'Amica in un sussurro durante un incontro che le asciugò le lacrime e per un po' le ridiede il sorriso. A me mancarono le parole e un abbraccio mi sembrò troppo poco in cambio di tanto dono. Tornai a casa come fossi tra cielo e terra. E come si può far finta di niente? Mettersi a pensare al pranzo, alle bollette, alla stagione impazzita... alla vita reale? Sarà davvero vero e reale tutto questo, o non sarà più proficuo operare sull'agire, dare priorità alle persone e ai sentimenti, che sono le sole cose che fanno meritare e guadagnare affetto e pensieri, ora e sempre e riempiono la vita. Anche dopo, quando la passione è caldo affetto, un figlio diventa grande e va per la Sua strada, e un legame nato dalla sofferenza viene a mancare.
Tutto va come deve andare, non smetterò mai di ripeterlo... e il mio tempo assume i connotati dell'infinito. Giusto o meno, non posso non esserne felice... ma quanto avrei voluto fosse stato così per tanti altri come me.
E mentre sistemo le noci nel mio cestino, mi torna il ricordo di quel sacchetto...
Prendile, le ho prese per te, così rimpiazzi quelle che ora mangiamo insieme.
Le noci, un altro simbolo, l'essenziale che unisce e resta anche dopo...
E nel passato che ritorna saremo Tutti simili a tante noci, "toste" e resistenti, al massimo un guscio per due metà, scavate nel mezzo e una piccola vela di carta velina issata su ognuna.
E poi Tutte Insieme varate al largo, verso un orizzonte che non conosce confini.
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