giovedì 16 maggio 2019

DUE IN UNA


Non è un'offerta speciale, ma si tratta di un'esigenza vitale. Per poter fare tutto o quasi, ormai la giornata dovrebbe avere il doppio delle ore, comprese quindi anche quelle notturne, che già come sto messa le considero poco. Per fortuna quelle cinque dedicate al sonno sono sufficienti a ricaricarmi, altrimenti chissà dove sarei a quest'ora.
Ma perché quello che devi fare, non lo fai durante il giorno?
Chiede mio marito all'ennesimo tentativo... come dice Lui... di farmi ragionare.
Magari... gli rispondo in modo da creare l'equivoco... se avessi tempo. E a questo punto comprende e si rassegna, o fa finta.
E' che io non voglio tornare assolutamente "casalinga disperata", già non sono mai stata tagliata per tale ruolo, ora poi che dalla malattia in poi, per buona sorte o mia capacità, ho ritrovato la dignità, un indirizzo, la strada come essere me stessa per gli Altri, bene... adesso passi indietro non ne faccio, nemmeno uno.
Così le giornate si susseguono, a volte solo col necessario per me e tanto per la "realtà" intorno. Però ne sono grata, non gratificata ché sarebbe termine improprio e non corrisponderebbe a ciò che provo e sento, grata per gratitudine perché sono ancora qui, viva e nonostante qualche acciacco, il tempo pare tornare indietro. Ho più voglia di fare, ancora tanta memoria, non ho paura di niente neanche di fare qualche figuraccia se mi si chiede di scendere in campo e osare.
A partire da domani, giusto perché è poco, avrò un periodo "full time", probabilmente mi stancherò, e pochi capiranno quanto sia bello essere stanchi dopo aver temuto che non fosse più.
Ma perché poi racconto tutti i fatti miei che manco potrebbero interessare?
E' strategia, solo strategia. Per alleggerire preoccupazione e fatica, ridimensionare anche le noie per caso della quotidianità. E alla fine per ricordare a me stessa quel che fu, che i guai veri son ben altra cosa.

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