mercoledì 26 settembre 2018

DA PASSI FALSI A PASSI IN AVANTI


Metafora si e no di un'altra a metà.
Così stasera parlerò di "cadute" e non di "dono", ché la cosa ormai è diventata virale, stucchevole, e a tratti pure irritante. Detesto queste definizioni a tavolino, e se all'inizio nonostante questo qualche volta c'ho marciato pure io, è stato solo perché difettavo di "termini", e allora emulavo... o imitavo? Ora non più, e dico terra terra, e le cose come stanno, e se parlo di caduta, caduta sarà. Quando prendi uno scivolone o inciampi, ti fai male e comprendi tutta la Tua fragilità, e poi ti rialzi da solo o tirato su da una mano che si è offerta. E mentre questo avviene, ti rendi anche conto che hai un'immagine da difendere proprio con Te stesso. La forza ad oltranza, la dignità vestita d'ironia. Per questo scacci gli spilli dagli occhi, improvvisi un sorriso poco convincente, e ripeti a Te stesso... va tutto bene, e dici a Chi è intorno... non è niente.
E invece è successo all'improvviso, proprio quando pensavi di aver raggiunto la tranquillità, perché avevi imparato a seguire i consigli, eri attento e scrupoloso, e invece c'è sempre quel margine di imprevedibile e allora...
Ti senti perso e credi che dopo tutto tanto forte non sei, pure se hai letto da qualche parte che forte non è Chi non cade mai, bensì colui che cade e si rialza, comunque lo fa.
Rileggo ciò che ho scritto, e un po' di confusione mi coglie. Ma di quale caduta sto parlando?!
Ognuno intenda e accolga quel gli che pare meglio. A me non si badi, sono qui e un po' là. Colpa dell'antidolorifico dopo la caduta.

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