giovedì 30 gennaio 2020

QUALCOSA DI BUONO


Qualcosa di buono viene fuori sempre, anche se non si crede possibile, pure in una giornata programmata che non piace per niente. Conviene tener conto di un'eventualità piacevole, oppure pensare a un che di fruibile e mettercelo apposta come "parentesi" o "asterisco", pausa o ricordo per continuare ed arrivare a sera.
Oggi penultimo appuntamento per il follow up, e alcuna voglia di andarci, ma intanto... Così pensavo ieri nel più assoluto silenzio, senza fare domande né cercare risposte.
Scontato "pensare in silenzio"? Per molti lo sarà, non per me solita fare soliloqui, rivolgere domande a Chi mi sta accanto e darmi da sola le risposte. Non è prevaricazione, solo consapevole presa di coscienza per esonerare l'Altro, tanto più che non capirebbe dove sta il problema.
Sveglia che non era ancora giorno, ho svolto il "minimo sindacale" che la casa impone, e con mio marito ci siamo avviati verso l'ospedale. Stavolta ha voluto accompagnarmi, senza giornale... e faccio finta non sapesse che c'era poco da aspettare. Conviene, a me e in questo modo cancello il "non buono" pregresso. Si deve voltare pagina o no? Allora facciamo in modo che non ci resti appiccicata alle dita. Ripeto... conviene.
Finito l'esame, ho proposto una ricca colazione al bar dell'ospedale, seduti al tavolino come fossimo in vacanza.
Perché al bar dell'ospedale? Perché la mia dolce metà familiarizzasse con l'altra "faccia" della mia vita, fatta di storie dolorose ma pure momenti di svago. Non ho voluto essere troppo cattiva, l'ho avviato con dolcezza. Cappuccino, cornetto e una carezza.

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