lunedì 27 gennaio 2020

LA FARFALLA NON CONTA GLI ANNI MA GLI ISTANTI




Oggi preparavo i fiocchi di tenerezza per il prossimo incontro. Per abitudine do sempre una rapida occhiata ai pensieri passati, anche tra tanti messaggi inviati al mattino. Lo faccio per non ripetermi ma pure per trarne spunto.
Il dito scorre sui nomi, ad un certo punto si ferma. Vado sulla chat corrispondente... una data, 2 aprile 2017. Da quel giorno un'intenso scambio di messaggi e conversazioni in reparto, dall' insieme la storia di una ragazza mai del tutto adulta, fragile che sognava di danzare da "Etoile" su un grande palco, o possedere ancora un paio di scarpette rosa...
Io non l'ho più dimenticata.
Chi entra nella vita di qualcuno, pur sfiorandola solo, non ne esce più.
Poiché una "storia" non può esaurirsi in poche righe, parlerò pure di fiocchi col nastrino celeste che ormai da due anni restano sul fondo di un cestino, oltre che di scarpette da ballerina guardate da lontano con un sospiro. Glielo devo perché anelava alla rinascita, e scrivere di Lei un minimo lo permette.
Quando la conobbi provai molta pena tanto era spaventata e sfiduciata, poi piano piano si era ripresa, ogni tanto gli occhi ancora le si riempivano di lacrime però non affondava più la testa nel cuscino, sedeva a letto sempre più dritta e sorrideva qualche volta in più. In seguito prese a farmi tenerezza per tanti motivi, uno era la scelta dei bigliettini esclusivamente legati dal nastrino celeste. Celeste perché era il colore che la riportava al Suo unico figlio. Per lui tanto amore e una lunga storia.
Dici che ce la farò?... mi chiedeva ogni tanto... perché non dovresti farcela, certo che ce la farai... le rispondevo. Ed intanto per agevolare alla Speranza il suo percorso, le proposi, perché creatura sensibile, di fare qualcosa insieme. Sapeva esternare così bene con le parole ciò che provava, perché non tentare di scrivere, o anche solo condividere un testo di altri, particolarmente sentito come affine a sé? Ci provò appena, come tenta un uccellino implume, poi più nulla...
Ricordo un messaggio a commento di un mio pensiero, annesso un paio di "scarpette rosa". Lei aveva danzato e poi smesso con l'arrivo della malattia, quindi aveva fatto voto di non riprendere più, chiedendo la grazia della guarigione.
Era notte e Lei spesso restava sveglia per pensare e sperare. Sognava ad occhi aperti di poter continuare a vivere...
- Come sono belle queste scarpette, mi emozionano tantissimo e mi fanno tornare indietro con il pensiero, quanto mi piace l'arte della danza e ballare. Ma non importa se non ballerò più, importante è che io stia meglio.
- Tornerai a ballare, perché Dio te lo permetterà... buonanotte, Tesoro.
In una grigia giornata di novembre andò via in punta di piedi, certamente accolta dagli Angeli come Etoile del Paradiso.

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